Fanfic su attori > Johnny Depp
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Autore: BlackPearl    30/12/2010    12 recensioni
Quando avevo letto il cognome del mio datore di lavoro, l'avevo scambiata per una coincidenza.
Quando avevo parlato con lui, non avevo cambiato opinione.
Poi però mi sono stabilita a casa sua, e ho dovuto accettare il fatto che Daniel è il fratello di Johnny Depp.
Ma sì, m'ero convinta che dovevo rimuovere quel microscopico particolare dalla mia testa. E ce l'avevo fatta -va bene, con grande sforzo-.
Ma che ne potevo sapere io che suo fratello avrebbe innescato una serie di sfortunati eventi che mi avrebbero portato a... sì, anche a desiderare di essere una pennetta?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fourth
Capitolo dodici
 Give me you;






POV Joh

La testa pulsava.
Accidenti, se fa male.
Provai ad alzarmi ma un capogiro me lo impedì, costringendomi a restare sul cuscino. Allungai una mano, come se sapessi, inconsciamente, che avrei trovato qualcuno accanto a me, ma tutto ciò che trovai furono le lenzuola vuote e fredde.
Mmmh.. c'è qualcosa che devo ricordare, vero?
Strinsi gli occhi espirando lentamente, mentre cercavo di collegare i pensieri nel modo meno doloroso possibile.
Ieri. Che ho fatto ieri sera?
A giudicare dal mal di testa, dedussi che avevo bevuto.
Vino. Alice.
Alice? Ah, il dvd
.
Vianne.
Il ricordo fu tanto violento che quasi mi fece male.
Merda. Ci sono andato a letto insieme.
Avrei voluto una conferma da parte di qualcuno. Se solo i muri potessero parlare...
Mi avviai malfermo verso il bagno e cercai disperatamente due aspirine nel cassetto dei medicinali, mentre il dubbio continuava ad assalirmi. Avevo addosso solo i boxer, quindi...
«Vianne?» La chiamai. Doveva essere in cucina a preparare la colazione. Non arrivò risposta.
«Vianne? Non è che avresti degli analgesici più forti?» La mia voce riecheggiò nella casa, tornando dritta al mittente.
Mi accontentai delle aspirine e scesi di sotto. Nella casa regnava il silenzio più totale. Era tutto in ordine, non c'erano tracce del vino che era caduto ieri sera, nè dei popcorn o di tutto il resto.
Tutto lindo e pinto come la prima volta che avevo messo piede in quella casa.
Aprii la porta d'ingresso e lanciai un paio di occhiate alla strada. Deserta anche quella.
Quando la richiusi avevo il battito accelerato, e l'ansia aveva cominciato a divorarmi lo stomaco.
Cercai il cellulare preoccupato come non mai. Avevo il terrore di aver fatto qualcosa di sbagliato, la sera prima, e che l'assenza di Vianne fosse in qualche modo attribuibile a questo.
Digitai il suo numero dicendomi che stava bene, che forse era solo andata a prendere una boccata d'aria, una passeggiata nel parco..
Okay, squilla. Grazie al cielo.
Non sentivo altro che i battiti del mio cuore, con la speranza di sentire la sua voce.
Poi, sentii un chiaro segnale. Aveva riattaccato.


Vianne's POV

Non so dire per certo che effetto mi fece leggere il suo nome sul display del cellulare.
Premere il tasto rosso mi venne naturale. Non avevo voglia di parlare con lui, cosa che poteva benissimo evincere dal fatto che fossi uscita senza avvertire.
Non avevo dormito per niente, quella notte.
Mi ero alzata alle quattro del mattino, stanca come se avessi appena finito il Tour de France, e avevo riordinato il soggiorno, cancellando ogni traccia di ciò che era successo -e stava per succedere- poche ore prima.
Poi avevo trascorso le successive tre ore a guardare Johnny dormire.
La cosa più bella che abbia mai visto.
Persi parecchi battiti quando lo sentii pronunciare il mio nome nel sonno. Mai avevo provato un'emozione simile.
Lo vidi stringere il cuscino a sè e tutti i sentimenti che avevo cercato di reprimere nelle settimane precedenti riemersero travolgendomi come un fiume in piena.
Spostai i capelli che gli cadevano sulle guance e mi avvicinai di più, sfiorandogli la bocca con la punta dell'indice.
«Ti amo.» Le parole mi scivolarono dalle labbra prima che potessi rendermene conto.
Lo sentivo talmente che avrei potuto urlarlo al mondo. Eppure non riuscivo a dirglielo. Perciò sussultai quando lui si mosse e mi immobilizzai, trattenendo il respiro.
Fui certa che mi avesse sentito e mi gelai, andando in iperventilazione. Di certo, con tanti modi in cui avrei potuto farlo, non avrei mai scelto di dirglielo mentre dormiva.
Ecco perché me ne ero andata, ed ecco perché non gli avevo risposto.
Lasciai che il cellulare squillasse, pensando a cosa avrei fatto una volta a casa. Avrei dovuto affrontarlo, e non sapevo cosa dirgli.
Persa nei miei pensieri, non mi accorsi che qualcuno mi si era avvicinato. Sobbalzai quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla.
Merda. E' fatta. Mi ha trovato.
Mi voltai lentamente col cuore in gola, poi tirai un sospiro di sollievo. «Ryan!» Lo abbracciai di slancio. Avevo bisogno di conforto.
«Ehi, piccola! Come stai?» Mi passò una mano tra i capelli e mi strinse forte.
«Bene.» Mentii. Sorrisi per convincerlo e apparentemente ci riuscii. «Tu?»
Si guardò intorno, osservando il parco in fiore, e infilò le mani in tasca. «Bene. Caffè?» Indicò con un cenno del capo una caffetteria all'altro lato della strada, e io mi sorpresi ad annuire.
«Come vanno le cose a casa? Danny?» Mi chiese con un sorriso.
Dio, non sapeva ancora nulla. Mi meravigliai del fatto che Ashley non gliene avesse parlato. Beh, avranno avuto altro da fare.
«Danny è.. morto, circa due settimane fa.»
«Oddio, mi dispiace Vianne! Come..» Scossi la testa. Non avevo proprio voglia di parlarne, e lui lo capì. Apprezzai molto il suo gesto.
«Johnny è ancora da te, vero? L'altro giorno sono passato davanti all'edicola di Baker Street, c'era la sua faccia ovunque» Feci una smorfia. La notizia di Vanessa faceva ancora scalpore. 
«Sì, è ancora da me. E mi sta chiamando da mezz'ora» Sbuffai, mostrandogli il cellulare che lampeggiava come un ossesso.
«Se vuoi parlare sono qui.» Serrai le labbra, e quando la sua mano si posò sulla mia sentii gli occhi riempirsi di lacrime. Non riuscii a trattenere le parole.
«...e poi la settimana scorsa abbiamo litigato, e io gli ho detto "vuoi sapere perché ho chiamato Vanessa, anche se non hai idea di quanto mi sia costato farlo?", e lui ha urlato "sì, perché?!" e io stavo per dirgli che..» Mi fermai di nuovo. Ryan sorrise.
«Che lo ami.» Sgranai gli occhi e lo guardai sorpresa. Poi, tirai su col naso e bevvi un sorso di caffè.
«Gliel'ho sussurrato stamattina, mentre dormiva. Temo mi abbia sentito.» Gli spiegai quello che era successo la notte precedente. Per sommi capi, s'intende.
«Wow. Che bel casino.» Ryan si grattò una tempia, alla ricerca di una soluzione. «Secondo me dovresti dirglielo chiaro e tondo. Non credo che rifiuterà l'offerta. Dopotutto, mi sembra un uomo responsabile. Non ha quindici anni, ha un sacco di esperienza alle spalle e sa quello che fa, no? Se ieri è successo qualcosa, o quasi, non credo fosse dovuto all'alcool.» Si interruppe lanciando uno sguardo assassino al telefono che vibrava sul tavolino.
Mi guardò per un istante e poi lo prese. «Santo cielo, ci lasci parlare un secondo? Te la mando subito, promesso!» Disse, e poi riattaccò.
Spalancai la bocca, ma non dissi niente.
Ryan rise. «Adesso sarà geloso marcio!»

«Non è divertente» Replicai.
«Bene, devo andare.» Mi alzai e ciondolai fino all'uscita. Lasciai cadere le mani nelle tasche della giacca e guardai Ryan che sorrideva.
«Ho paura.» Fui costretta ad ammetterlo. Almeno, ad alta voce. «Sei una donna forte, Vianne. E lui sa quanto vali. Otherwise, he's an idiot
Lo salutai con un abbraccio, ringraziandolo sinceramente.


POV Joh

Quello stronzo d'un crucco scandinavo! L'avrei preso volentieri a pugni, se l'avessi avuto davanti.
Come aveva osato.. e perché era con lei? Un'uscita? Non credo. Alle nove del mattino? No.. E poi, non aveva detto di stare con Ashley?
E perché allora era con Vianne?
Perché non aveva risposto lei? Come si era permesso quell'invertebrato...
«Stronzo» Ringhiai, tirando un calcio al divano. Avevo il respiro corto e irregolare, e una gran voglia di picchiare qualcuno.
Non mi sentivo così da.. secoli.
Ci lasci parlare un secondo.. che avevano da dirsi? Che cazzo aveva fatto lui per essere diventato improvvisamente il suo confidente? Perché era ovvio che lei aveva bisogno di parlare, e non certo lui..
Dio, che rabbia!
Il ricordo di quel bacio rubato davanti alla porta diverse settimane prima si materializzò davanti ai miei occhi, facendo salire la rabbia alle stelle.
In un lampo di lucidità pensai che ero davvero un cretino a lambiccarmi il cervello così, ma mandai a quel paese la razionalità e tornai a comportarmi come un quindicenne furioso. E geloso.
Sì, ammettiamolo pure. E' talmente evidente.
Ogni tre secondi andavo alla finestra e controllavo la strada.
Avevo setacciato ogni angolo della casa alla ricerca di un messaggio, un biglietto, un post-it.. qualcosa! Un mi fai schifo, non voglio più vederti, starò fuori un'ora e al mio ritorno non voglio trovarti.. qualsiasi cosa!
L'idea di averla persa per qualche motivo a me sconosciuto mi lacerava. L'idea di perderla e basta era insopportabile.
Ormai era entrata nella mia vita e nel mio cuore, e non ne sarebbe uscita così facilmente.
Presi il cellulare e passai il dito sul tasto verde, chiedendomi se fosse il caso di chiamare di nuovo.
Avrei fatto la figura dell'isterico.
Cosa che ero, in realtà.
Che diavolo avevo fatto quella notte per farla scappare così? Possibile che non riuscissi a ricordare qualche particolare importante?
Facevo davvero così schifo a letto? Sempre che ci fossi andato... forse era questo il problema! L'avevo respinta.
Oddio, l'avevo respinta. O magari avevo detto qualcosa che non pensavo veramente e l'avevo ferita.
Non berrò mai più del vino in sua presenza. Mai più.
Dannazione...
Considerai l'idea di andarmi a fare una doccia gelida, per calmarmi. Stavo per salire il primo gradino quando il rumore della chiave infilata nella toppa mi fece letteralmente morire.


Vianne's POV

Glielo dico. Devo dirglielo.
Sarà la prima cosa che farò. Vado da lui e.. glielo dico. E basta. Al diavolo tutto.
Infilai la chiave nella serratura, col cuore che galoppava furioso.
Mi gelai sul posto quando lo vidi proprio davanti alla porta. Non mi aspettavo di vederlo.. subito.
Restai a guardarlo con la bocca socchiusa per parecchi istanti, mentre racimolavo le ultime briciole di coraggio per dirgli ciò che avevo da dirgli.
Deglutii a vuoto un paio di volte e mi passai la lingua sulle labbra aride. «Johnny..»
Non riuscii a formulare un pensiero completo perché lui si avvicinò di scatto e prese il mio viso tra le mani, così velocemente da spaventarmi.
A meno di due millimetri dalle sue labbra, col suo respiro che si confondeva col mio, chiusi gli occhi. «Io.. ti amo.»
Non ebbi il tempo di pensare alle mie parole, al tono con cui le avevo pronunciate, al suono che avevano avuto, che le sue labbra furono sulle mie e non opposi alcuna resistenza.
Mi baciò con rabbia, con impeto, togliendomi il fiato.
Affondai le mani nei suoi capelli e lui fece scendere le sue fino a stringermi i fianchi, strappandomi un gemito.
In qualche modo a me sconosciuto riuscimmo a salire le scale senza mai separare i nostri corpi e finimmo per la seconda volta sulle lenzuola blu, stavolta lucidi e consapevoli.
La stanza si riempì presto dei nostri sospiri, che si facevano più frequenti ogni minuto che passava.
La sua bocca sul mio collo era una cosa assurda. Sembrava essere nata per baciarlo, morderlo, succhiarlo...
Ci liberammo in fretta degli indumenti superflui, bramando un contatto più profondo.
Lo liberai dai boxer e lui indugiò appena mentre risaliva l'interno coscia per raggiungere il pizzo delle mie mutandine, che sfilò velocemente sostituendole con la sua mano.
Mi morsi il labbro inferiore, mentre impazzivo per le sue carezze sempre più audaci. Mi aggrappai alle sue spalle inarcando la schiena quando lo sentii entrare in me ansimando piano, e reclinai la testa all'indietro consentendogli di appropriarsi nuovamente del mio collo.
Quando sussurrò il mio nome nel momento più bello, mi sentii travolgere da mille sensazioni diverse, non ultimo un piacere incontrollato che divampò come un fuoco in ogni fibra del mio corpo.
Johnny si chinò lentamente su di me e mi baciò con una dolcezza struggente le labbra, suggellando quel momento che avrei ricordato per sempre.

«Avrei dovuto dirtelo, quel giorno. Invece mi sono trattenuta e non so perché. Avevo paura, forse.» Mi sollevai sul gomito per guardarlo e sorrisi, percorrendo il suo profilo perfetto con la punta dell'indice. Mi fermai sulle labbra. «Adesso potrei ripetertelo all'infinito. Ti amo.»
La mano che mi accarezzava la schiena si fermò.
Il suo sguardo incontrò il mio per un momento, poi tornò al soffitto. Mi scoprii a trattenere il fiato, improvvisamente tesa.
Tutti i miei pensieri svanirono, lasciando spazio alla paura. Paura della sua risposta.
Tornò a guardarmi e non riuscii a decifrare la sua espressione. Schiuse le labbra e le mosse appena, come se stesse trovando le parole.
Ma non disse nulla.


POV Joh

Che idiota. Coglione. Codardo.
Era come se la lingua si fosse bloccata e non avessi più la capacità di parlare. Mi aveva spiazzato completamente.
Ricordai che me l'aveva detto anche un attimo prima che mi avventassi sulle sue labbra, e la mia era stata una reazione anche a quelle parole.
Avrei voluto esprimerle con quel bacio tutto quello che provavo, tutti i sentimenti repressi. Non ultimo l'infinito sollievo che mi aveva procurato l'averla di nuovo tra le mie braccia.
Poi me l'aveva ripetuto. Me l'aveva ripetuto con una dolcezza disarmante e io non avevo risposto.
Mi sentivo un perfetto fallito.
Ma Vianne aveva sorriso ugualmente. Posato un bacio sul mio petto si era coperta col lenzuolo ed era andata in bagno.
Mi passai una mano sul viso, tirandomi su a sedere. Potevo solo immaginare come doveva sentirsi. Dio, che idiota.
La cosa peggiore era che non avevo dubbi sui miei sentimenti, non più ormai.
Dopo il weekend appena trascorso, e le ultime ore passate a torturarmi in preda al terrore di averla ferita, o peggio ancora persa, mi ero reso conto che non era per niente semplice affetto tra amici. E non lo era mai stato.
Per quello avevo lasciato Vanessa. Almeno ufficialmente; dentro di me l'avevo lasciata da un pezzo.
L'avevo chiamata quando Vianne aveva riattaccato. Lei non si era mostrata tanto sorpresa, forse se l'aspettava -e c'era da aspettarselo-.
Quello sorpreso ero io. Sorpreso che non provassi più nulla per lei; anzi, mi sentivo quasi sollevato -cosa che generò sensi di colpa, ma li misi a tacere-.
Ormai l'unica persona che volevo era finalmente riuscita ad aprirsi completamente a me, e non potevo esserne più felice.
Dovevo dirglielo.
Vianne doveva sapere.
Infilai i boxer che trovai sepolti tra le lenzuola e mi avviai spedito verso il bagno. Certo, avrei voluto dirglielo in un modo più elegante.
Una cena romantica, un mazzo di rose rosse, uno smoking coi risvolti di seta... o anche una passeggiata in riva al mare, al tramonto.
Ci sarà tempo per questo.
La trovai che si pettinava i capelli, coperta, per modo di dire, da una mini sottoveste rosa trasparente. 
Mi vide entrare e si fermò subito. Notai che aveva gli occhi arrossati appena, e la cosa fu insopportabile. L'idea di averle procurato dolore era straziante.
Dovevo rimediare, immediatamente.
Le sorrisi, per cominciare, e lei ricambiò senza esitare. Posò la spazzola sul mobile e cominciò a torturarsi le mani, tipico di quando era nervosa.
Gliele presi e le strinsi forte, accarezzandole poi con i pollici.
Lei abbassò lo sguardo, forse imbarazzata -e a ragione- e le alzai il mento con un dito, avvicinandomi di più.
Mi persi nei suoi occhi dolcissimi e pensai che avrei voluto abbracciarla e coccolarla per il resto della mia vita. Sarebbe stata una vita spesa bene.
«Ti amo anch'io, Vianne»




continua...





Ecco quaaaaa.
Finalmente! Siete contente? *__* Io zizi, tanto tanto. Li amo troppo sti due. La parte di Johnn furioso come una belva l'ho scritta scompisciandomi dalle risate. E' stato troppo divertente, spero che abbia divertito anche voi!
E insomma, ce l'hanno fatta. E ora vissero per sempre felici e cont- va bene, le bugie non si dicono. XD
Lo scopriremo solo vivendo...
Anyway, non so che dire. Queste vacanze stanno passando troppo in fretta e tra poche ore saremo nel 2011.
Non so quando arriverà il prossimo capitolo.. ce l'ho scritto per metà, però. E' già un buon segno.
Sto scrivendo un'altra long con Johnny. Ve l'ho già detto? Forse. Mi ispira un sacco e credo che inizierò a pubblicarla appena finita questa. Vado a scrivere, per l'appunto.
Vi mando un bacio enorme e un grazie ancora più grande. Le risposte alle recensioni le trovate come nello scorso capitolo nel link sotto la recensione.
Vi lascio lo spoiler del prossimo capitolo e mi rintano a scrivere! *cerca lo spoiler*

Eccolo qui:

[...]  «Ti ho preparato la borsa. Andiamo.»
«Dove andiamo?»
«Abbi fede.»
Lo guardai scettica e un po' preoccupata. Non che non mi piacciano le sorprese, ma...
«Ti fidi di me?»
«Che domande, idiota di un Johnny Depp. Certo che mi fido di te» Replicai alzando gli occhi al cielo. Lui prese il mio viso tra le mani e mi baciò, sorridendo.
«E allora andiamo.»
 [...]

A presto,
Sara.

   
 
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