Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: hotaru    30/12/2010    1 recensioni
«- Cos'è? Cos'è? Vedere, vedere! -.
Kerochan non stava più nella pelle, ma Sakura sfiorò a malapena il contenuto della scatola con la punta delle dita. Malgrado non fosse scritto da nessuna parte, era lampante che fosse appartenuta a sua madre; indossava ancora il suo vestito, e il leggero profumo che emanava dalla stoffa la faceva sentire in un altro posto, in un altro tempo.
Un tempo in cui sua madre era stata bambina, ancora viva.»
Partecipante al "Tournament Contest" di vogue91, Fabi_Fabi e liliblack.
Dedicata a Return_to_Nibelheim
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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6- Segreti da sussurrare Segreti da sussurrare


In effetti, parecchi anni più tardi si sarebbe ricordato di quel sasso saltellante sull'acqua, che era tornato indietro fino a lui. Se ne sarebbe ricordato al momento di donare i propri poteri a un essere lunare agli ordini di sua sorella, che sopravviveva nel corpo del suo migliore amico. I fiori del pesco erano caduti, lasciando solo le foglie. Come i suoi poteri, si erano allontanati in una nuvola soffusa di petali rosa.
In seguito aveva fatto delle ricerche, e aveva scoperto che la parola "runa" significa "segreto da sussurrare". Aveva quindi fatto ciò che tale definizione gli suggeriva: non aveva detto nulla a nessuno, tenendo gli avvenimenti di quella giornata tutti per sé, come un segreto tra lui e sua madre. Un mistero, una magia tra di loro; loro e nessun altro.


- Ho conosciuto un'infermiera molto simpatica, sai? -.
- Davvero? -.
- Sì. Lavora qui da poco; mi ha confidato di aver appena terminato gli studi, e di non riuscire ancora a destreggiarsi molto bene qui in ospedale. Ma è piena di buona volontà – disse Nadeshiko.
- Sono convinto che essere gentile con i pazienti sia un ottimo punto di partenza – confermò il marito, sistemando una sedia accanto al letto.
- È quello che le ho detto anch'io. Dovrebbe venire anche più tardi; magari te la faccio conoscere -.
Fujitaka annuì; poi tacquero entrambi. Le aveva preso una mano tra le sue: quella mano estremamente pallida e dimagrita scompariva come la zampa di un uccellino tra i suoi grandi palmi.
- Andrà tutto bene – disse lei, parlando per prima – E, se non fosse così, andrà bene comunque -.
Fujitaka non rispose. Prima di sedersi aveva sistemato sul comodino i fiori che aveva portato, mettendoli in un vasetto di marmellata vuoto e pieno d'acqua fino a metà; lo sguardo di Nadeshiko cadde su quei petali blu-violetto, illuminandosi di gioia malgrado il pallore e le profonde occhiaie.
- Sakura è una bambina molto estroversa: avrà montagne di amici, ci scommetto – disse – Touya è più riservato, ma sa capire le persone al volo e vuole un gran bene a sua sorella. Solo sta' attento che la smetta con quelle storie di fantasmi che insiste a raccontarle: mi sembra che Sakura si spaventi un po' troppo -.
Fujitaka sorrise piano: - Già -.
Nadeshiko poggiò l'altra mano sulle sue nocche, accarezzandole piano.
- Ti amo anch'io, e non mi scorderò mai di te o di loro. Non posso -.
- Nemmeno io potrò dimenticarmi di te -.
- Questo lo so -.
Quando l'uomo le lanciò uno sguardo interrogativo, lei accennò ai fiori.
- Ah, giusto. I non-ti-scordar-di-me – Fujitaka sorrise piano – Ogni volta che li vedo mi viene in mente quella volta in montagna, in quel prato magnifico. Te la ricordi? -.
Nadeshiko sfoggiò un sorriso molto simile a quello dei primi tempi, il sorriso che incantava i fotografi dei servizi di moda, e che contrastava così tanto con gli zigomi sporgenti e il volto smagrito.
- Il primo fiore che mi hai regalato... lo conservo ancora, sai? -.
- Davvero? - sembrava sinceramente sorpreso – E dove? -.
- Da qualche parte... - rispose laconicamente lei – Al sicuro -.
- Al sicuro – ripeté lui. Al sicuro, e ancora intero; mentre sua moglie si stava spegnendo poco a poco, appassendo e perdendo tutti i suoi petali.
Sentì la stretta sulle mani farsi più intensa.
- Adesso parliamo di cose serie – mormorò Nadeshiko, abbassando la voce – È bene che tu sappia che Touya farà un patto magico, anche se nemmeno lui sa ancora quando e con chi -.
- E tu come lo sai? -.
- L'hanno detto le rune – spiegò lei – Mi sembra che nella nostra famiglia ci azzecchino parecchio -.
La sua, almeno, ci aveva azzeccato in pieno. E anche il suo sogno.
- Per Sakura non so ancora... anche se ho una strana sensazione -.
- Una sensazione? Che tipo di sensazione? -.
- Non lo so, ma ho come l'impressione... - Nadeshiko sorrise, assaporando tutta la gioia di quel momento; quel momento in cui stava parlando dei suoi figli con suo marito, nelle narici il profumo dei non-ti-scordar-di-me. Tutto ciò che aveva sempre desiderato – ... che sarà lei, a giocare con le fate -.





Questo è l'ultimo capitolo. Se questa storia vi è piaciuta (oppure no), sarebbe bello farmelo sapere, non trovate?
Intanto ne approfitto per augurarvi un felice anno nuovo! ^^


Lady Marion: come spiego nel primo capitolo, le rune erano uno dei prompt del contest a cui la storia ha partecipato... la principale era "Perdh", ma ho tratto spunto anche dalle altre.
   
 
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