Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: Unsub    31/12/2010    2 recensioni
Dal testo: Le porte dell’ascensore si aprirono e ne uscì un ragazzo vestito con un tailleur scuro corredato di una camicia bianca e di una cravatta a righe scure. Il fisico atletico era messo in risalto dal completo impeccabile, che cadeva a pennello. Le labbra si piegarono in un sorriso malizioso alla vista di tutte le stagiste che lo guardavano ammirate.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Profiler'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
39 Voglio ringraziare: Elizabeth Tempest, Giunone, lillina913, purisuka, Ronnie89, ShiningYuky, Benny e yoYo per avermi messa fra gli autori preferiti.
Grazie BennuliReid per aver messo questa storia fra le preferite.
Un grazie particolare a Maggy_Lullaby e Lady Nionu per aver recensito ed anche a tutti quelli che hanno letto la mia FF anche se non hanno commentato^^
Siamo giunti alla fine, il che mi mette sempre tristezza >.< quindi bando alle ciance e ecco a voi il capitolo finale ^^

Capitolo XXXIX. Say my name

Le loro labbra erano sempre più vicine mentre le porte dell’ascensore si aprivano sul parcheggio sotterraneo.
-    Christopher Gideon Reid! Mi meraviglio di te.
I due giovani si staccarono facendo un piccolo balzo indietro. Una signora dai capelli bianchi e gli occhi azzurri e gelidi, li osservava visibilmente contrariata. Batteva il piede in segno di disapprovazione e guardava in modo torvo Reid che suo malgrado abbassò lo sguardo fino al pavimento e cominciò a spostare il peso da un piede all’altro visibilmente a disagio.
-    Io non ci posso credere. Un simile comportamento non è accettabile.
Dicendo così la donna si spostò in avanti evidentemente intenzionata a prendere l’ascensore. I due ragazzi uscirono titubanti, mentre la donna li superava continuando a scuotere la testa. Si voltò ancora verso di loro, mentre allungava un braccio per premere il pulsante.
-    Credevo che tu fossi più accorto di così. Possibile che da quando tua madre entrò nella squadra il protocollo non interessi più a nessuno – improvvisamente la donna fece un accenno di sorriso – Comunque l’hai saputa scegliere bene, mi congratulo.
Le porte dell’ascensore si chiusero, mentre Isabel confusa continuava a guardare Chris. Le labbra del ragazzo cominciarono ad arricciarsi lentamente, fino a quando scoppiò in una sonora risata.

-    Si può sapere perché ridi adesso? – Irons era sbalordita – E chi diavolo era quella donna?
-    Quella donna è Erin Strauss, ex capo sezione dalla B.A.U., nonché mia prozia – Chris si passò una mano fra i capelli visibilmente divertito – Di tutte le persone che ci potevano vedere…
-    Divertente, molto divertente – sibilò Isabel – Sai che ci può fare rapporto?
-    Non lo farà, anche perché Morgan farebbe semplicemente spallucce ricordandole che anche lui e Prentiss sono contravvenuti al protocollo, per non parlare dei miei genitori.
-    Mi ha messo una fifa blu addosso – riconobbe la ragazza tornando a guardare le porte dell’ascensore come aspettandosi che la donna comparisse di nuovo – Lo sguardo di ghiaccio è una caratteristica di famiglia, eh?
-    Perché io ho lo sguardo di ghiaccio? – l’aveva sussurrato avvicinandosi di nuovo a lei e carezzandole una spalla.
-    No, certamente no – socchiuse gli occhi.
-    Ti da fastidio il mio sguardo? – sempre più vicino.
-    Vorrei non smettessi mai di guardarmi – era rapita da quelle labbra che si avvicinavano pericolosamente alle sue.
-    Bene, bene, bene – una voce che Isabel conosceva le fece gelare il sangue – Quindi non c’era nessuno, eh? Che bugiarda che sei.
Mac era fermo a pochi passi da loro e guardava Isabel con astio. Chris istintivamente si frappose fra i due spostando leggermente la ragazza dietro di sé, quel tipo non gli piaceva, gli ricordava un serpente.
-    Che fai? Proteggi la tua bella? – il tono sarcastico era chiaramente una provocazione – Dovevo immaginarlo che eri tu, il bell’imbusto dell’accademia. Sai, Isabel, ti facevo più intelligente.
-    Lasciala in pace – Chris era sul piede di guerra – Ti ha lasciato ed è libera di fare quello che vuole.
-    Soprattutto con chi vuole, eh? – fece un passo avanti incrociando le braccia sul petto – Non ti scaldare tanto, Reid. Lei è solo il divertimento della settimana o forse solo di questa sera… non dovresti farne un dramma – guardò Isabel – E tu, signorina? Con me facevi tanto la preziosa e ora sei diventata la sgualdrina di questo dongiovanni da strapazzo.
Aveva ottenuto il suo scopo. Chris gli si avventò contro come una furia, mentre Isabel gli diceva di non farlo. I due si avvinghiarono nella lotta, scambiandosi pugni e spintoni. Irons assisteva alla scena come impietrita, non sapeva come fare a dividerli e i due sembravano sordi ai suoi richiami.
Aveva paura che Mac facesse del male a Reid, non aveva mai visto il ragazzo cosi cattivo e arrabbiato. Si sentiva in colpa, la responsabilità era sua e ora Chris doveva fare a pugni per tirarla fuori da un casino in cui si era messa lei stessa.
-    Smettetela! – non la sentirono neanche – Christopher, ti prego!
Reid riuscì ad atterrare il suo avversario, lo prese per il colletto e gli assestò un altro pugno. Josh rimase in terra tramortito, il duello era arrivato al termine.
-    A tutto quello che ti ho detto l’altra sera, aggiungi che non le devi più rivolgere la parola – lo aveva afferrato per la camicia e lo scuoteva adirato – E se ti sento ancora dire certe cose su di lei ti faccio saltare tutti i denti. Capito imbecille?
-    S… sì – Mac si abbandono sull’asfalto mentre il suo antagonista tornava in piedi.
-    Lasciala stare, devi dimenticare che lei esiste. La prossima volta non ti andrà così bene.
Abbracciò Isabel che stava piangendo e poi si girò a osservare Josh che si tirava su e s’incamminava lungo il garage. Continuò a tenerla stretta a sé finché l’altro non lasciò il parcheggio con la sua macchina.
-    Ti sei spaventata? – le scosto dolcemente i capelli dal viso.
-    Ti sei fatto male? – lo guardava preoccupata, notando il sangue che gli usciva da un labbro.
-    Niente di che, picchia come una femminuccia – le prese le mani con le proprie.
-    Devi disinfettare quei tagli. Guarda le tue nocche! Sono sbucciate.
-    Non è niente.
Irons non voleva sentire storie, lo trascinò fino alla sua macchina e poi lo fece salire.

Era seduto sul divano mentre sentiva Isabel trafficare nel bagno alla ricerca del necessario. Continuava a guardarsi intorno, non era mai stato nel suo appartamento e si sentiva a disagio. Aveva avuto la netta impressione che lei cercasse di dirgli qualcosa, ma erano stati interrotti più volte e sempre in modo sgradevole. Specialmente l’ultima volta.
Sentiva ancora il sangue ribollire al ricordo di come quell’idiota l’avesse definita “il divertimento di una settimana o di una notte”, aveva completamente perso il controllo di sé quando l’aveva apostrofata in quel modo ingiurioso. Cercò di scacciare dalla mente quel ricordo, ma sentiva che durante la lotta era successo qualcosa. Qualcosa di importante che non riusciva a mettere a fuoco.
Irons finalmente ritornò nel soggiorno e si mise a sedere sul tavolo basso di fronte a lui. Poggiò gli oggetti che teneva in mano accanto a sé e cominciò a medicarlo con delicatezza.
Gli prese le mani una alla volta passando sulle sbucciature del cotone imbevuto nell’alcool e soffiandoci sopra perché non bruciasse troppo. Chris continuava a fissarla rapito, avrebbe voluto ricominciare da dove si erano interrotti.
Eppure, adesso, vedendola così dolce che si prendeva cura di lui, non voleva rovinare tutto provando a parlarle. Rimase in silenzio durante tutta l’operazione di disinfettazione delle nocche. Poi lei mise da parte il cotone e prese delle salviettine disinfettanti monouso, sembrò riflettere un attimo mentre lo guardava e poi lasciò Reid senza fiato.
Delicatamente si mise in ginocchio in mezzo alle gambe di lui e cominciò a passare la salvietta sui graffi che aveva sul collo. Lentamente e dolcemente continuava a medicarlo fermandosi ogni tanto per guardarlo negli occhi. Si girò per posare anche la salvietta e prese un fazzolettino. Gentilmente cominciò a passarglielo sul labbro rotto e gli fissava la bocca rapita.
-    Ti ha spaccato un labbro, non potrai ridere per un po’.
-    Sopravvivrò.
-    Le stagiste saranno tremendamente deluse non se gli regalerai un sorriso tutte le mattine.
-    Loro non m’interessano. Forse se smetto di sorridergli tutti i giorni la finiranno di ronzarmi attorno, anche perché non sono più disponibile.
A quelle parole Isabel s’interruppe di colpo e tornò a guardarlo negli occhi. Sembrava volergli dire qualcosa mentre si mordeva le labbra nervosa.
-    Il fatto che tu non provi lo stesso per me, non cambia le cose. Non sono più sul mercato, anche se tu non mi vuoi.
-    Cosa ci trovi in me? – le tremava la voce.
-    Che vuoi dire?
-    Potresti avere qualsiasi ragazza, perché…
-    Perché ti amo? – chiuse gli occhi e le prese una mano – Non riesco a non pensare a te. Quando ti ho urlato quelle cose sul jet… beh erano vere. Vorrei non pensarti, vorrei non provare quello che provo.
-    Vorresti non amarmi? – di nuovo quel tremore nella voce, Chris era interdetto.
-    Mi fa male, Isabel. Io vorrei… quello che veramente voglio, non posso averlo.
-    Cos’è che vorresti? – chiuse gli occhi e voltò il capo.
-    Te. Sei tutto quello che voglio. Non si decide di chi innamorarsi. Quelle sull’aspetto fisico, sul fatto che potrei avere tutte le ragazze che voglio… sono cavolate. Tu mi piaci proprio come sei, non cambierei una virgola.
-    Sicuro? Non mi vorresti meno acida, sempre pronta a litigare?
-    Adoro litigare con te – le carezzò piano il viso – Quando litighiamo vorrei tapparti la bocca… con un bacio. E poi, sei l’unica che riesce a tenermi testa.
Lei lo guardò di nuovo, aveva una luce nuova nello sguardo. Lentamente mise le mani ai lati delle gambe di lui e si sollevò con il busto fino a sfiorargli il viso. Si accostò all’orecchio di lui e rimase lì ferma come indecisa su cosa dire.
-    Ho paura.
-    Anch’io – Chris le posò una mano sulla nuca e la strinse a sé – Isabel.
-    Perché continui a pronunciare il mio nome?
-    Mi piace. E’ il nome più bello che abbia mai sentito.
Sorrise fra i capelli di lei, pensando a quanto fosse fragile e dolce in realtà. Così timorosa di quello che c’era fra loro, così insicura. Gli piaceva quel lieve rossore che le appariva sulle guance quando la chiamava per nome. Improvvisamente riuscì a mettere a fuoco quel dettaglio che gli sfuggiva. Nel garage lei lo aveva chiamato per nome.
-    Prima… mentre lottavo con McArthur… tu hai chiamato il mio nome.
-    Sì – ammise lei nascondendosi nel suo collo.
-    Fallo ancora – la mano di lui scese ad accarezzarle la schiena – Chiamami ancora.
-    Christopher – si scostò leggermente per riuscire a guardarlo negli occhi – Christopher.
Le posò un bacio delicato sulla tempia per poi guardarla con tutto l’amore che sentiva dentro.
-    Chris me lo faresti un favore? – una luce divertita le brillava negli occhi.
-    Tutto quello che vuoi – era completamente perso in lei e in quelle sensazioni così nuove.
Un sorriso malizioso le arricciò le labbra.
-    Litiga con me.


Fine?

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: Unsub