ೋ❤ ೌ Capitolo
38೬ ೂ❤ ೄ
Il
grande giorno, domande sulla felicità
Megan
“ Ciao, sono
Jake! Lasciate un messaggio.”
<<
Jay, sono Megan. Potresti chiamarmi appena puoi? Non ci sentiamo da
giorni,
sono... preoccupata. Comunque sia tra qualche minuto
inizierà la cerimonia.
Volevo…Dirtelo. Per favore, richiamami. >>
Ticchetto
nervosamente con le unghia sul display del cellulare, poi chiudo
nervosamente
lo sportellino e socchiudo gli occhi oscillando verso destra.
Un
dolore breve ma acuto mi fa sobbalzare, istintivamente sposto il peso
sull'altra gamba, ancora quel dolore, miagolo un
“Ahia” disperato e sospiro.
<<
Meg! Finirai per somigliare ad un colapasta se non stai ferma!
>> mi
mordo la guancia e sbuffando torno a guardare fuori dalla finestra
della camera
di Alice. Borbotto qualcosa d’incomprensibile e chino lo
sguardo sulla mia
laboriosa e concentrata amica vampira.
<<
Al, mi sembra già perfetto. >> provo a dirle,
battendo le dita sui
fianchi, ma lei mi zittisce con un gesto di stizza.
<<
Questo lascialo decidere a me. >> barbuglia a bocca
serrata, tenendo tra
le labbra un piccolo spillo.
Fisso lo
sguardo sullo specchio e la guardo da là mentre passa con
gesti veloci e puliti
il contorno dell’orlo. Ha voluto accorciare il vestito, era
troppo lungo
secondo lei; l’ho lasciata fare: neanche io amo le gonne
lunghe, la lunghezza è
l’unica pecca di questo vestito.
“A Jacob piacerà da
matti!” aveva
esclamato Ronnie quando glielo avevo mostrato. Speravo davvero che gli
sarebbe
piaciuto, non vedevo l’ora di indossarlo e studiare la sua
espressione.
Invece
ora so che per ben due motivi lui non lo vedrà mai: Prima di
tutto non sono
riuscita a convincerlo, quindi non sarebbe stato presente al
matrimonio, ma,
anche se ci fossi riuscita, vista la sua fretta di rintracciare Artamon
e
cercare di salvarmi da un esaurimento nervoso, si è
trascinato via anche Emmett
per riuscire nella sua missione. Così ci saranno due assenti
al matrimonio di
Edward e Bella.
Non so
come faccia Rosalie ad essere così serena nonostante
l’assenza di Emmett, io
sto letteralmente diventando matta…
Sarà perché non riesco a parlargli neanche per
telefono da due settimane?
<<
Perfetto, sei stupenda. >> mi dice in tono rilassato e
soddisfatto,
lisciando il tessuto del vestito sulla mia gamba.
Accenno
un sorriso e chino lo sguardo. << Grazie.
>> mormoro, e scaccio via
dalla spalla un ciuffo di capelli, in modo da sistemare la spallina
arrotolata
per via della fretta con cui avevo infilato il vestito.
<< Bella?
>> chiedo, poco dopo. Curiosa.
<<
Rosalie si sta occupando dei capelli, Esme del trucco. Non saprei come
fare senza
loro, sono i miei angeli. >> mi spiega mentre attraversa
la stanza, si
china e prende una scatola color panna. La apre e mi mostra le scarpe
con un
espressione sorridente. << Sono trentasette. Edward mi ha
dato una mano
per capire come le volessi… Non posso negarlo, hai stile.
>> mi dice compiuta,
poi me le porge.
Le
faccio un inchino scherzoso e prendo tra le mani le scarpe, mi volto
verso la
finestra, vedendo le macchine arrivare e posteggiare sulla ghiaia, dove
prima
c’erano soltanto la mia Golf e
Osservo
la vernice scura e finemente metallizzata della macchina e sorrido:
anche questa sarebbe piaciuta da matti a Jay. << Sei stata con
me fin
troppo tempo. Dovresti andare da loro. Magari hanno bisogno di te.
>> le
dico, mi siedo sulla sfonda del letto e indosso le scarpe, sorridendo
nel
vedere che sono proprio come le avevo immaginate.
Lei
sorride e si avvicina, stringendomi in un abbraccio gelido che mi
scalda il
cuore. << D'accordo, ci vediamo di sotto? >>
Le
faccio un cenno del capo in direzione della porta e la incoraggio ad
andare. <<
Va bene, ora vai. >> le dico.
Mi
guarda poco convinta ancora per qualche secondo, poi va via, camminando
su i
tacchi alti con la disinvoltura di chi indossa delle pantofole.
Afferro
il telefono e mi sollevo dal letto, camminando con passo picchiettante
verso la
finestra. Premo il tasto di chiamata rapida e mi porto il cellulare
all'orecchio,
incrocio le dita dietro la schiena e socchiudo gli occhi.
<< Ti prego, ti
prego, ti prego. Rispondi. >> sussurro, in tono disperato
e speranzoso.
“ Ciao, sono
Jake!
Lasciate un messaggio.”
Sospiro
e chiudo lo sportellino del cellulare, guardando con aria assorta
l'ennesima
macchina parcheggiare sul selciato di casa Cullen. <<
Coraggio Meg. Sarà
tutto magnifico... >> mi dico, cercando di convincermi a
mettere un piede
davanti all'altro e scendere le scale fino ad arrivare al piano di
sotto. Tre
colpi alla porta di legno mi fanno trasalire, stringo il cellulare tra
le mani
e prendo un respiro profondo, passandomi una mano sulla fronte.
<< Avanti.
>> dico, la mia voce trema, è incerta.
<<
Scusi se la disturbo, ma sto cercando la mia testimone, credo che sia
vestita
di verde e ovviamente è bellissima. Sa dove posso trovarla?
>> accenno
un sorriso e mi sento stringere in un
abbraccio, poi un bacio gelato mi sfiora la guancia. <<
Vedrai che sarà
qui prima di notte. >> mi dice, il suo tono è
troppo sicuro per sembrare
uno stupido tentativo di consolarmi.
<<
Come fai a saperlo? >> gli chiedo, sgranando gli occhi.
<<
Non lo so per certo, ma nelle visioni di Alice dopo poco più
di tre balli la
festa sparisce... cadrà sotto le grinfie di un licantropo?
>> accenno
un sorriso e mi mordo il labbro.
<<
Quindi verrà? >> chiedo, con un tono di voce
che esprime una gioia
trattenuta.
<<
Penso ci sia una buona probabilità che succeda.
>> mi volto e lo stringo
in un abbraccio.
<<
Mi sa proprio che da oggi in poi dovrò evitare dei contatti
del genere,
diventerai un uomo sposato. >> dico scherzosa sorridendo
ancora.
Lui mi
accarezza il viso e arriccia il naso in un'espressione buffa.
<< Bella
potrebbe ucciderti. >> ridacchia.
<<
Non credo che allora cambierebbe molto dalla situazione in cui ci
trovavamo
prima. >> e scoppiamo a ridere.
Un'altra
bussatina ci fa ridestare dalle nostre risate. E' Esme. Sorride
teneramente e
quasi sembra dispiaciuta di doverci interrompere. <<
Credo proprio che
tra qualche minuto di sotto di sarà un bisogno vitale di
voi. >> dice,
ironica.
Edward mi
stringe la mano, nervoso, io accenno una risatina. <<
Pronto? >> lo
stuzzico.
<<
Lo sono dalla prima volta in cui l'ho vista. >> mi dice,
fiero.
<<
Allora cosa stiamo facendo ancora qui?! >> sbotto, ovvia,
e me lo tiro
appresso.
<<
Signorina, insisto... >> sento dire a Seth, mentre fa un
inchino così
profondo da sfiorar terra con la fronte.
Gli
riservo una smorfia caparbia e vagamente divertita mentre continuo
imperterrita
a percorrere con l'indice il bordo del magnifico bicchiere in cristallo
di
Boemia, dentro il quale ancora luccica qualche doccia vermiglia di
vino. Jasper
aveva insistito affinché lo assaggiassi. Non sono mai stata
una che adora il
vino. Certo, non mi è mai dispiaciuto scolarmi un paio di
birre con i ragazzi
della riserva, anche quando ero decisamente troppo piccola per farlo,
ma il
vino è tutt'altro. Mi sento in imbarazzo, bere un vino
francese vecchio di
vent'anni è da ricchi. Non mi appartiene. Nulla in questo
tripudio di luci, vestiti
raffinati e balli composti mi appartiene. E la nausea che mi ha
assalito quando
all'arrivo dell'antipasto mi sono ritrovata davanti la scelta di quale
delle
numerose forchette finemente decorare fosse quella opportuna da usare
si è
ripresentata nel momento in cui ho frenato la mia sete, rimanendo con
il dubbio
di quale dei tre bicchieri davanti a me servisse per l'acqua.
Mi sono
addirittura chiesta se la forma del bicchiere o la dimensione e la
conformazione delle posate potesse in qualche modo modificare la
composizione
genetica del cibo e delle bevande. Sennò che senso avrebbe
usare così tante
cose poco differenti l'uno dall'altra quando si potrebbe benissimo bere
o
mangiare anche con delle semplicissime posate e dei semplicissimi
bicchieri,
senza nessuna differenza?
Gli
ammirati gentlemen che hanno istituito le regole del bon-ton dovevano
annoiarsi
davvero tanto per arrivare a complicarsi la vita fino a questo punto.
<< Te
l'ho già detto. Io non ballo.
>> fa un gesto seccato e mi da le spalle andando da solo
verso la pista,
fallendo nel suo intento di trascinarmi con lui per ballare un lento.
Le mie
speranze sul ritorno di Jacob si sono vanificate all'arrivo di Seth,
che in
qualche modo mi ha spompato il buonumore. Ci sono cento
possibilità su cento
che sia lui la causa della cecità di Alice. E questo mi fa
rabbia. Rabbia e
un'infinita paura. Due settimane sono troppe anche per un incosciente
come lui.
<<
Non sapevo che ci fosse un funerale. A chi devo porre le mie
più sincere
condoglianze? >> sbotta divertita la voce di Alice. Me la
mangio con lo
sguardo e digrigno i denti.
<<
Stai rischiando... e quando sarai morta per mano mia forse la teoria
sull'immortalità della tua specie sarà da
rivedere. >> sibilo, lei di
tutta risposta allarga il suo meraviglioso sorriso.
Scuoto
la testa ed accenno ad alzarmi, lei mi blocca per li polso, poi
tossisce.
<<
Rosalie mi sembra contenta... >> osserva, facendo un
cenno alle mie
spalle.
<<
Non tutti sono come Rosalie. >> mi schermisco,
corrucciando le
sopracciglia in un'espressione dolorante, << Mi dispiace
solo non dare il
meglio di me ad Edward, non riesco a fingere un sorriso che non ho...
>>
trattiene una risata, la guardo con rabbia e stringo un pugno.
<<
Non capisco cosa ci sia di tanto divertente! >> quasi
urlo, lei scuote la
testa cercando di assumere un'espressione dignitosa e passandosi un
dito sotto
l'occhio, come per spazzare via una lacrima che non potrà
mai essersi, si apre
nuovamente in un sorriso, sta volta delicato e commosso.
<<
Sono bellissimi. >> sussurra, guardo Edward e Bella
sorridere e guardarsi
negli occhi, mentre volteggiano al centro del grande spiazzo ovale,
tutto
sembra dipendere da loro, tutto sembra restar su e mantenere un colore
vivido e
gioioso solo perché loro lo sono, tutti sono felici di
riflesso alla loro
felicità. M'incupisco: tutti tranne me.
<<
Già, Bella sembra uscita da un libro di fiabe, non
è mai stata brutta, ma con
appena un po' più di cure è diventata la
personificazione di un sogno. E tutto
questo grazie a te. >> finisco con un sorrisino, lei con
finta modestia
si spolvera una spalla, fasciata da una fine spallina di pizzo color
lavanda.
<<
Ahh, quanto mi piace sentirmi elogiata!! >> sbotta, poi
torna a farsi divertita.
<<
Ora, che sei inconsapevolmente riuscita ad arruffianarti il mio volere,
credo
davvero che dovresti vedere com'è felice Rosalie...
>> spero che quei
sottintesi che ho letto nella sua voce non li abbia soltanto
immaginati, mi
volto di scatto e la vedo stringere in un grazioso abbraccio Emmett,
che
indossa uno smoking e il suo solito sorriso strafottente. Il mio cuore
perde un
battito. Trattengo un urlo di gioia e le lacrime mi gonfiano gli occhi.
<<
Così cola il mascara... >> borbotta Alice,
falsamente indispettita, poi
guarda nella semioscurità della quercia che si trova, occhio
e croce, ad una
sessantina di metri da noi. << Un'altra cosa in cui credo
molto è vederti
andare spedita verso quell'albero... chissà
perché? >> sorrido e la
stringo in un abbraccio, poi mi metto a correre, ma i tacchi affondano
nell'erba
e mi rallentano, li tolgo e tenendoli in mano riprendo a correre, sento
l'erba
solleticarmi le piante dei piedi e faccio un risolino saltando appena,
poi
riprendo a correre più veloce di prima.
I miei
occhi abituati alla luce sgargiante della festa non mi permettono di
vedere
altro che non sia indistinto buio, il pallido verde delle foglie in
vicinanza
mi fa rallentare e con
sguardo ansioso
cerco un movimento nell'oscurità. Sorride, per questo lo
noto. Il riverbero
della festa alle mie spalle illumina vagamente il suo sorriso.
Mi
lascio cadere le scarpe di mano e con una rincorsa mi getto su di lui,
sentire
il modo tanto familiare in cui mi stringe e il calore della sua pelle
schiantarsi e aderire alla mia è un toccasana per il
malumore. Mi mette le mani
sui fianchi e mi solleva da terra,
girando su sé stesso un paio di volte, come in quei film in
bianco e nero che
vedevo con zia Sue quando ero piccola, come un soldato, di ritorno
dalla
guerra, che rivede per la prima volta dopo mesi la ragazza che ama.
Poi le
sue labbra carnose incontrano le mie, i piedi continuano a stare a
qualche
centimetro da terra, stretta saldamente tra le sue braccia.
Ci
stacciamo solo dopo un po', mi lascia toccare terra e i miei occhi,
adesso
abituati al buio, lo vedono. Noto che mi sta squadrando con un sorriso
malizioso.
Si
avvicina e mi abbraccia, sospirando. << Mi sei mancata.
>>
sussurra, la sua voce è rauca come sempre, <<
E sei una visione. >>
continua.
Vorrei
dirgli che anche lui mi è mancato e, stuzzicandolo, che so
perfettamente di
essere una visione, ma non mi da il tempo di rispondergli come si deve,
perché
nel momento in cui tento di farlo le sue labbra sono di nuovo incollate
alle
mie.
Allontano
il mio viso dal suo e prendo un respiro profondo, mi apro in un
sorriso, forse
un po' troppo enorme, e anch'io lo scannerizzo. << Te lo
dicevo di comprare
uno smoking. >> mormoro, la voce esce spezzata. Lui ride.
<<
Non ho intenzione di rimanere ancora per molto, sono venuto
esclusivamente per
te e… >> si ferma e sospira, ma capisco
ugualmente, come se avesse urlato
quello che invece non è riuscito neanche a sussurrare.
<<
Sei ancora convinto di voler dire addio a Bella? >> gli
chiedo, prendo la
sua mano e la stringo tra le mie, cercando di dargli conforto. Non fa
altro se
non annuire.
Socchiudo
gli occhi e apprendo la sua decisione con una certa amarezza. Non per
fraintendere, mi fa davvero piacere che Bella faccia le valigie e
sloggi dalla
vita di Jacob, ma ho la sensazione che in realtà non lo
farà mai e che questo
peggiorerà le cose. Sia tra di loro sia tra Edward e me.
<<
Vuoi che vada a chiamarla? >>
Accenna
un sorriso e si china su di me, sfiorandomi le labbra con un piccolo
bacio.
<< Non ti preoccupare. Se ne sta già occupando
Edward. >> annuisco
con vigore e gli deposito un altro bacio sulle labbra prima di
allontanarmi
controvoglia. Mi volto a guardarlo e faccio una smorfia seccata.
Mi è mancato da morire e
adesso devo lasciarlo da solo con Bella; vita ingiusta. Vedo la meraviglia candida del
suo vestito e il suo viso squisitamente truccato che le da l'aria di
una di una
dea e sbuffo, mi allontano ancora un po', ma non resisto molto vedendo
Jake
abbozzare un sorriso e decido di ritornare indietro. Magari potrei
tenere sotto
controllo la situazione senza farmi vedere, così, come un
angelo custode, ed
intervenire nel caso la situazione diventasse pericolosa, o peggio
ancora,
scottante. Mi batto una mano sulla fronte.
Meg, è appena diventata la moglie di Edward, cosa vai
pensando?
<<
Già, Meg, cosa vai pensando? >> sobbalzo con
un urlo strozzato e lancio
uno schiaffo involontario a chiunque sia stato a parlare. Anche se,
visto la
risposta, la probabilità che non sia Edward sono pari a
zero. Poi socchiudo gli
occhi colta dal dolore e mi massaggio la mano, guardandolo di sottecchi.
<<
Sei fatto di marmo o cosa? E' insoddisfacente volervi picchiare! Una
povera
umana finisce sempre per farsi del male... >> borbotto,
continuando
indisturbata l'atto del massaggiare la mano pulsante, senza
però smettere di
guardarlo con la coda dell'occhio.
Lui
solleva un sopracciglio e si porta le mani ai fianchi. <<
Sai di stare
vaneggiando, vero? >>
Soffoco
una risata, annuendo convinta, mi lascio prendere sottobraccio e
trascinare
verso la festa, mentre, con malinconia, liquido mentalmente il piano
che avevo
congetturato per tenere d'occhio la situazione. << Mi
faresti l'onore di
questo ballo? >> mi chiede dopo, porgendomi la mano a
palma in su e
inchinandosi deliziosamente.
Arrossisco
come una stupida bambina e denego timidamente con la testa.
<< Non mi è
mai piaciuto ballare, potrei anche non esserne capace. >> mi fa l'occhiolino e
prende delicato la mia
mano, portandosela
alla bocca per scoccarle un bacio.
<<
Devi solo seguire i miei movimenti. Lasciati guidare, è
più facile di quanto tu
possa pensare. >> con passo incerto lo seguo verso la
pista, e non perché
mi abbia convinto, ma piuttosto perché la sua mano continua
a stringere la mia
e non ha intenzione di lasciarla. Chiudo gli occhi e ingollo il grumo
in gola,
pronta per una figuraccia. Dai Meg,
supererai anche questa.
Scuote
la testa, accennando un sorriso sghembo, e poggia la mano sul mio
fianco,
l'altra in posizione rigida, intrecciata alla mia. Affonda il viso nei
miei
capelli e si affoga in una risata quando i nostri corpi aderiscono.
<<
Vuoi smetterla, Meg? >> borbotta al mio orecchio,
<< Ti fai troppi
complessi, vedi, ti stai muovendo, e vai benissimo. >>
<<
Ti pesterò i piedi, ne sono sicura. >> stento
a dire, intimorita.
<<
Poco importa, sei a piedi scalzi. >> incalza, rispondo
con un lamento,
<< e comunque non mi sarei fatto male ugualmente, mettiti
il cuore in
pace. >>
Continuiamo
così in silenzio per un po'. La curiosità mi sta
uccidendo, lacerando il petto,
divorando il cervello, corrodendo ogni cosa. << Cosa si
stanno dicendo?
>> sbotto all'improvviso, lui non ne è
sorpreso, sicuramente avrebbe
ascoltato i loro pensieri comunque.
<<
Parlano della loro amicizia e si chiedono a vicenda se sono felici.
>>
risponde, mi allontana dal suo corpo e inclina la testa. << Tu sei
felice? >> mi chiede,
sorridendo.
Lo
guardo impassibile, spalanco la bocca, poi mi blocco. <<
Io... >>
balbetto, sgranando gli occhi.
<<
Tu? >> è davvero dubbioso e incupito. Tiro un
lungo sospiro e lo imito,
inclinando la testa.
<<
Io sono certa che il matrimonio ci allontanerà, ma sono
ugualmente felice se tu
lo sei. E tu lo sei parecchio. >> Sorrido, almeno ci
provo. Anche il suo
tentativo di farlo esce un tantino male.
Sa
quando mi mancherà, ma sa anche che non mi sarà
difficile non pensarlo, proprio
come negli ultimi mesi. Dopo la battaglia le nostre visite si sono
concluse
senza troppi convenevoli. Vederlo non è mai stato un bisogno
primario, il
nostro è sempre stato un capriccio, volevamo semplicemente
avere qualcosa in
più. Abbiamo già quello che ci è
necessario, ed è triste in effetti, ma è
proprio così, lo sappiamo entrambi.
Mi
abbraccia, ricambio con trasporto e sopprimo un singhiozzo di
commozione.
<< Ti voglio bene. >> mi dice all'orecchio.
<<
Te ne voglio anch'io. >> sussurro in tono commosso.
Balliamo
sereni ancora per qualche istante, solo allora mi accorgo che la musica
è
cambiata, ma prima che potessi dirglielo l’atmosfera si fa
confusa. Vedo Seth
irrigidirsi e correre verso la quercia e Edward sparire dopo di lui,
lasciandomi da sola.
Mi volto
in direzione dei due e spalanco gli occhi. Quello che penso non
può essere vero
e il buio mi impedisce di vedere. Così ancora una volta mi
ritrovo a correre
tra l'erba, corro a perdifiato fino alla quercia e mi blocco non appena
noto i
lineamenti contratti sulle facce dei presenti.
<< Ti
ammazzo. >> Jake trema
violentemente e minaccia Edward, che si è parato davanti
Bella. Non ci penso
due volte e mi precipito fra di loro, ma non guardo neppure Edward e
Bella. La
mia priorità è Jacob. << Io ti
ammazzo con le mie mani. Ora! >>
<<
Meg, Seth, allontanatevi! >> dice Edward. Lo sguardo con
cui lo trafiggo
spiega tutto, lo fa in maniera concisa.
Jacob
non sembra neanche vedermi, cosa che non mi sorprende visto la mia
altezza.
<< Jake, andiamo a casa... >> lo supplico.
<< Ti prego.
>>
In un
attimo mi stupisco nel notare che i suoi occhi neri di rabbia si
spostano sui
miei e si rilassano leggermente.
<<
Non farlo, Jake. Vieni via. Andiamo. >> dice la voce di
Sam, dal buio, mi
volto e lo vedo, accanto a lui ci sono Quil e Jared sottoforma lupina.
<<
Andiamo. >> dico con voce più ferma, e
comincio a tirarlo verso Sam. Lui
mi guarda di nuovo, il polso che stringo continua a restare incollato
al suo
fianco. A quel punto mi vengono le lacrime agli occhi, aumento la
forza.
<< Fallo per me. >> biascico.
Confuso
torna a guardare Bella, leggo sofferenza e rabbia nel suo sguardo, poi,
come
rinvenuto da un coma, lo vedo riprendere lucidità e
sospirare, stringe la mia
mano con la sua e, quando lo tiro per la mano, si lascia trascinare.
Una volta
superata la quercia di qualche metro tiro un sospiro di sollievo e mi
passo il
dorso della mano sugli occhi. Uno dei lupi si fa al mio fianco non
appena
sbadiglio, Jake accenna un segno. << Credo che Quil
voglia offrirti un
passaggio. >> farfuglia, la sua voce è
dispiaciuta, la sua mano si
stringe nella mia più vigorosamente.
Ricambio
la presa sulla sua mano e scuoto la testa, accarezzando la schiena di
Quil.
<<
No, Quil, grazie. Manca poco alla Golf, preferisco restare con lui.
>>
<<
Mi spiace. >> mi dice, quando il lupo marrone passa
avanti. Non riesco a
guardarlo in viso, ma malgrado tutto non sono neanche minimamente
arrabbiata
con lui, sapevo che in fondo sarebbe successo qualcosa del genere.
Tutti lo
sapevano, nessuno però era sicuro di chi (Edward o Jacob)
avesse ringhiato
contro l’altro. Emmett e Jasper avevano perfino scommesso,
<<
Non pensarci. >> dico pronta, quando
invece sono la prima a farlo, a scorrere tutte le
immagini. Non pensarci
- vorrei ridere della mia stupidità - è
impossibile non pensarci. <<
Era un addio? >>
chiedo, scoraggiata.
<<
Probabilmente. >> dice, incolore.
Stringo
i denti e socchiudo gli occhi. <<
La trasformazione è vicina? >> chiedo,
farfugliando.
<<
Se supera la prima stupidaggine arriverà alla seconda.
>> ringhia.
Rimango
interdetta, ma non oso domandare altre spiegazioni. Di
che cosa sta parlando?
-------------------------Valentina’s
Space-------------------------
Ciao
a tutte, ho
pensato di aggiornare prima del Capodanno. Sperando che per voi questo
sia un
bel regalo :)
Ho deciso di aprire su
facebook un gruppo dedicato alla storia che vi terrà
costantemente aggiornate
sulle mie uscite di testa!
Mamma che palle!! –
penserete. Infatti
so che non lo
cercherete e non vi interesserà xD
Secondo me potrebbe
essere carino, invece O_o
Potreste darmi dei
consigli e naturalmente vi posterò teaser , sondaggi,
immagini, un po’ di
cavoli miei ogni tanto (XD) e tanto, tanto altro. (rettifico: che
pallllle!! xD)
Questa è la pagina: http://www.facebook.com/pages/In-Love-With-A-Legend/129654533765861?v=wall
Recensioni al solito
modo!! :D Baci, Vale.
------spoiler
Mi alzo di scatto, tergendomi la
fronte, imperlata
di sudore freddo, strizzo gli occhi e scosto delicatamente le coperte,
lanciando uno sguardo accorato al viso pacato e dormiente di Amber. Mi
sembra
inutile benedire il suo sonno pesante, l’ho già
fatto tante di quelle volte
negli ultimi due mesi che ormai è diventata
un’azione automatica.