Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Xay    31/12/2010    4 recensioni
Tratto dalla prefazione: "..Cala il silenzio, e il rumore della ghiaia sotto le nostre infradito bagnate accompagna il suo respirare faticosamente, quando si arrabbia ed è con me cerca sempre di calmarsi, non vuole trasformarsi e lasciarmi da sola, è sempre stato il più protettivo nei miei confronti, dopotutto avevamo sono undici anni quando mio padre e mia madre sono morti, lasciandomi a zio Billy e Harry, zia Sue e nonno Quil, che non sono altro che amici d’infanzia, ma nonostante ciò mi hanno allevata come una figlia biologica..."
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Nuovo personaggio, Quileute
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

  Capitolo 38  

Il grande giorno, domande sulla felicità

Megan

 “ Ciao, sono Jake! Lasciate un messaggio.”
<< Jay, sono Megan. Potresti chiamarmi appena puoi? Non ci sentiamo da giorni, sono... preoccupata. Comunque sia tra qualche minuto inizierà la cerimonia. Volevo…Dirtelo. Per favore, richiamami. >>
Ticchetto nervosamente con le unghia sul display del cellulare, poi chiudo nervosamente lo sportellino e socchiudo gli occhi oscillando verso destra.
Un dolore breve ma acuto mi fa sobbalzare, istintivamente sposto il peso sull'altra gamba, ancora quel dolore, miagolo un “Ahia” disperato e sospiro.
<< Meg! Finirai per somigliare ad un colapasta se non stai ferma! >> mi mordo la guancia e sbuffando torno a guardare fuori dalla finestra della camera di Alice. Borbotto qualcosa d’incomprensibile e chino lo sguardo sulla mia laboriosa e concentrata amica vampira.
<< Al, mi sembra già perfetto. >> provo a dirle, battendo le dita sui fianchi, ma lei mi zittisce con un gesto di stizza.
<< Questo lascialo decidere a me. >> barbuglia a bocca serrata, tenendo tra le labbra un piccolo spillo.
Fisso lo sguardo sullo specchio e la guardo da là mentre passa con gesti veloci e puliti il contorno dell’orlo. Ha voluto accorciare il vestito, era troppo lungo secondo lei; l’ho lasciata fare: neanche io amo le gonne lunghe, la lunghezza è l’unica pecca di questo vestito.

“A Jacob piacerà da matti!” aveva esclamato Ronnie quando glielo avevo mostrato. Speravo davvero che gli sarebbe piaciuto, non vedevo l’ora di indossarlo e studiare la sua espressione.
Invece ora so che per ben due motivi lui non lo vedrà mai: Prima di tutto non sono riuscita a convincerlo, quindi non sarebbe stato presente al matrimonio, ma, anche se ci fossi riuscita, vista la sua fretta di rintracciare Artamon e cercare di salvarmi da un esaurimento nervoso, si è trascinato via anche Emmett per riuscire nella sua missione. Così ci saranno due assenti al matrimonio di Edward e Bella.
Non so come faccia Rosalie ad essere così serena nonostante l’assenza di Emmett, io sto letteralmente diventando matta
… Sarà perché non riesco a parlargli neanche per telefono da due settimane?
<< Perfetto, sei stupenda. >> mi dice in tono rilassato e soddisfatto, lisciando il tessuto del vestito sulla mia gamba.
Accenno un sorriso e chino lo sguardo. << Grazie. >> mormoro, e scaccio via dalla spalla un ciuffo di capelli, in modo da sistemare la spallina arrotolata per via della fretta con cui avevo infilato il vestito. << Bella? >> chiedo, poco dopo. Curiosa.
<< Rosalie si sta occupando dei capelli, Esme del trucco. Non saprei come fare senza loro, sono i miei angeli. >> mi spiega mentre attraversa la stanza, si china e prende una scatola color panna. La apre e mi mostra le scarpe con un espressione sorridente. << Sono trentasette. Edward mi ha dato una mano per capire come le volessi… Non posso negarlo, hai stile. >> mi dice compiuta, poi me le porge.
Le faccio un inchino scherzoso e prendo tra le mani le scarpe, mi volto verso la finestra, vedendo le macchine arrivare e posteggiare sulla ghiaia, dove prima c’erano soltanto la mia Golf e la Mercedes Guardian di Bella. Il Chevy, quello che doveva essere mio, ci ha salutato per sempre qualche giorno fa’. So per certo che c’è lo zampino di Edward in tutto questo. E’ ossessionato dalla sua incolumità, per questo le ha procurato quella favolosa e scintillante Mercedes anti proiettili. Dopotutto con un “attira - calamità” come Bella non credo che le precauzioni siano mai abbastanza.
Osservo la vernice scura e finemente metallizzata della macchina e sorrido
: anche questa sarebbe piaciuta da matti a Jay. << Sei stata con me fin troppo tempo. Dovresti andare da loro. Magari hanno bisogno di te. >> le dico, mi siedo sulla sfonda del letto e indosso le scarpe, sorridendo nel vedere che sono proprio come le avevo immaginate.
Lei sorride e si avvicina, stringendomi in un abbraccio gelido che mi scalda il cuore. << D'accordo, ci vediamo di sotto? >>
Le faccio un cenno del capo in direzione della porta e la incoraggio ad andare. << Va bene, ora vai. >> le dico.
Mi guarda poco convinta ancora per qualche secondo, poi va via, camminando su i tacchi alti con la disinvoltura di chi indossa delle pantofole.
Afferro il telefono e mi sollevo dal letto, camminando con passo picchiettante verso la finestra. Premo il tasto di chiamata rapida e mi porto il cellulare all'orecchio, incrocio le dita dietro la schiena e socchiudo gli occhi. << Ti prego, ti prego, ti prego. Rispondi. >> sussurro, in tono disperato e speranzoso.

“ Ciao, sono Jake! Lasciate un messaggio.”
Sospiro e chiudo lo sportellino del cellulare, guardando con aria assorta l'ennesima macchina parcheggiare sul selciato di casa Cullen. << Coraggio Meg. Sarà tutto magnifico... >> mi dico, cercando di convincermi a mettere un piede davanti all'altro e scendere le scale fino ad arrivare al piano di sotto. Tre colpi alla porta di legno mi fanno trasalire, stringo il cellulare tra le mani e prendo un respiro profondo, passandomi una mano sulla fronte. << Avanti. >> dico, la mia voce trema, è incerta.
<< Scusi se la disturbo, ma sto cercando la mia testimone, credo che sia vestita di verde e ovviamente è bellissima. Sa dove posso trovarla? >>  accenno un sorriso e mi sento stringere in un abbraccio, poi un bacio gelato mi sfiora la guancia. << Vedrai che sarà qui prima di notte. >> mi dice, il suo tono è troppo sicuro per sembrare uno stupido tentativo di consolarmi.
<< Come fai a saperlo? >> gli chiedo, sgranando gli occhi.
<< Non lo so per certo, ma nelle visioni di Alice dopo poco più di tre balli la festa sparisce... cadrà sotto le grinfie di un licantropo? >>  accenno un sorriso e mi mordo il labbro.
<< Quindi verrà? >> chiedo, con un tono di voce che esprime una gioia trattenuta.
<< Penso ci sia una buona probabilità che succeda. >> mi volto e lo stringo in un abbraccio.
<< Mi sa proprio che da oggi in poi dovrò evitare dei contatti del genere, diventerai un uomo sposato. >> dico scherzosa sorridendo ancora.
Lui mi accarezza il viso e arriccia il naso in un'espressione buffa. << Bella potrebbe ucciderti. >> ridacchia.
<< Non credo che allora cambierebbe molto dalla situazione in cui ci trovavamo prima. >> e scoppiamo a ridere.
Un'altra bussatina ci fa ridestare dalle nostre risate. E' Esme. Sorride teneramente e quasi sembra dispiaciuta di doverci interrompere. << Credo proprio che tra qualche minuto di sotto di sarà un bisogno vitale di voi. >> dice, ironica.
Edward mi stringe la mano, nervoso, io accenno una risatina. << Pronto? >> lo stuzzico.
<< Lo sono dalla prima volta in cui l'ho vista. >> mi dice, fiero.
<< Allora cosa stiamo facendo ancora qui?! >> sbotto, ovvia, e me lo tiro appresso.
 

<< Signorina, insisto... >> sento dire a Seth, mentre fa un inchino così profondo da sfiorar terra con la fronte.
Gli riservo una smorfia caparbia e vagamente divertita mentre continuo imperterrita a percorrere con l'indice il bordo del magnifico bicchiere in cristallo di Boemia, dentro il quale ancora luccica qualche doccia vermiglia di vino. Jasper aveva insistito affinché lo assaggiassi. Non sono mai stata una che adora il vino. Certo, non mi è mai dispiaciuto scolarmi un paio di birre con i ragazzi della riserva, anche quando ero decisamente troppo piccola per farlo, ma il vino è tutt'altro. Mi sento in imbarazzo, bere un vino francese vecchio di vent'anni è da ricchi. Non mi appartiene. Nulla in questo tripudio di luci, vestiti raffinati e balli composti mi appartiene. E la nausea che mi ha assalito quando all'arrivo dell'antipasto mi sono ritrovata davanti la scelta di quale delle numerose forchette finemente decorare fosse quella opportuna da usare si è ripresentata nel momento in cui ho frenato la mia sete, rimanendo con il dubbio di quale dei tre bicchieri davanti a me servisse per l'acqua.
Mi sono addirittura chiesta se la forma del bicchiere o la dimensione e la conformazione delle posate potesse in qualche modo modificare la composizione genetica del cibo e delle bevande. Sennò che senso avrebbe usare così tante cose poco differenti l'uno dall'altra quando si potrebbe benissimo bere o mangiare anche con delle semplicissime posate e dei semplicissimi bicchieri, senza nessuna differenza?
Gli ammirati gentlemen che hanno istituito le regole del bon-ton dovevano annoiarsi davvero tanto per arrivare a complicarsi la vita fino a questo punto.
 << Te l'ho già detto. Io non ballo. >> fa un gesto seccato e mi da le spalle andando da solo verso la pista, fallendo nel suo intento di trascinarmi con lui per ballare un lento.
Le mie speranze sul ritorno di Jacob si sono vanificate all'arrivo di Seth, che in qualche modo mi ha spompato il buonumore. Ci sono cento possibilità su cento che sia lui la causa della cecità di Alice. E questo mi fa rabbia. Rabbia e un'infinita paura. Due settimane sono troppe anche per un incosciente come lui.
<< Non sapevo che ci fosse un funerale. A chi devo porre le mie più sincere condoglianze? >> sbotta divertita la voce di Alice. Me la mangio con lo sguardo e digrigno i denti.
<< Stai rischiando... e quando sarai morta per mano mia forse la teoria sull'immortalità della tua specie sarà da rivedere. >> sibilo, lei di tutta risposta allarga il suo meraviglioso sorriso.
Scuoto la testa ed accenno ad alzarmi, lei mi blocca per li polso, poi tossisce.
<< Rosalie mi sembra contenta... >> osserva, facendo un cenno alle mie spalle.
<< Non tutti sono come Rosalie. >> mi schermisco, corrucciando le sopracciglia in un'espressione dolorante, << Mi dispiace solo non dare il meglio di me ad Edward, non riesco a fingere un sorriso che non ho... >> trattiene una risata, la guardo con rabbia e stringo un pugno.
<< Non capisco cosa ci sia di tanto divertente! >> quasi urlo, lei scuote la testa cercando di assumere un'espressione dignitosa e passandosi un dito sotto l'occhio, come per spazzare via una lacrima che non potrà mai essersi, si apre nuovamente in un sorriso, sta volta delicato e commosso.
<< Sono bellissimi. >> sussurra, guardo Edward e Bella sorridere e guardarsi negli occhi, mentre volteggiano al centro del grande spiazzo ovale, tutto sembra dipendere da loro, tutto sembra restar su e mantenere un colore vivido e gioioso solo perché loro lo sono, tutti sono felici di riflesso alla loro felicità. M'incupisco: tutti tranne me.
<< Già, Bella sembra uscita da un libro di fiabe, non è mai stata brutta, ma con appena un po' più di cure è diventata la personificazione di un sogno. E tutto questo grazie a te. >> finisco con un sorrisino, lei con finta modestia si spolvera una spalla, fasciata da una fine spallina di pizzo color lavanda.
<< Ahh, quanto mi piace sentirmi elogiata!! >> sbotta, poi torna a farsi divertita.
<< Ora, che sei inconsapevolmente riuscita ad arruffianarti il mio volere, credo davvero che dovresti vedere com'è felice Rosalie... >> spero che quei sottintesi che ho letto nella sua voce non li abbia soltanto immaginati, mi volto di scatto e la vedo stringere in un grazioso abbraccio Emmett, che indossa uno smoking e il suo solito sorriso strafottente. Il mio cuore perde un battito. Trattengo un urlo di gioia e le lacrime mi gonfiano gli occhi.
<< Così cola il mascara... >> borbotta Alice, falsamente indispettita, poi guarda nella semioscurità della quercia che si trova, occhio e croce, ad una sessantina di metri da noi. << Un'altra cosa in cui credo molto è vederti andare spedita verso quell'albero... chissà perché? >> sorrido e la stringo in un abbraccio, poi mi metto a correre, ma i tacchi affondano nell'erba e mi rallentano, li tolgo e tenendoli in mano riprendo a correre, sento l'erba solleticarmi le piante dei piedi e faccio un risolino saltando appena, poi riprendo a correre più veloce di prima.
I miei occhi abituati alla luce sgargiante della festa non mi permettono di vedere altro che non sia indistinto buio, il pallido verde delle foglie in vicinanza mi fa rallentare e  con sguardo ansioso cerco un movimento nell'oscurità. Sorride, per questo lo noto. Il riverbero della festa alle mie spalle illumina vagamente il suo sorriso.
Mi lascio cadere le scarpe di mano e con una rincorsa mi getto su di lui, sentire il modo tanto familiare in cui mi stringe e il calore della sua pelle schiantarsi e aderire alla mia è un toccasana per il malumore. Mi mette le  mani sui fianchi e mi solleva da terra, girando su sé stesso un paio di volte, come in quei film in bianco e nero che vedevo con zia Sue quando ero piccola, come un soldato, di ritorno dalla guerra, che rivede per la prima volta dopo mesi la ragazza che ama.
Poi le sue labbra carnose incontrano le mie, i piedi continuano a stare a qualche centimetro da terra, stretta saldamente tra le sue braccia.
Ci stacciamo solo dopo un po', mi lascia toccare terra e i miei occhi, adesso abituati al buio, lo vedono. Noto che mi sta squadrando con un sorriso malizioso.
Si avvicina e mi abbraccia, sospirando. << Mi sei mancata. >> sussurra, la sua voce è rauca come sempre, << E sei una visione. >> continua.
Vorrei dirgli che anche lui mi è mancato e, stuzzicandolo, che so perfettamente di essere una visione, ma non mi da il tempo di rispondergli come si deve, perché nel momento in cui tento di farlo le sue labbra sono di nuovo incollate alle mie.
Allontano il mio viso dal suo e prendo un respiro profondo, mi apro in un sorriso, forse un po' troppo enorme, e anch'io lo scannerizzo. << Te lo dicevo di comprare uno smoking. >> mormoro, la voce esce spezzata. Lui ride.
<< Non ho intenzione di rimanere ancora per molto, sono venuto esclusivamente per te e… >> si ferma e sospira, ma capisco ugualmente, come se avesse urlato quello che invece non è riuscito neanche a sussurrare.
<< Sei ancora convinto di voler dire addio a Bella? >> gli chiedo, prendo la sua mano e la stringo tra le mie, cercando di dargli conforto. Non fa altro se non annuire.
Socchiudo gli occhi e apprendo la sua decisione con una certa amarezza. Non per fraintendere, mi fa davvero piacere che Bella faccia le valigie e sloggi dalla vita di Jacob, ma ho la sensazione che in realtà non lo farà mai e che questo peggiorerà le cose. Sia tra di loro sia tra Edward e me.
<< Vuoi che vada a chiamarla? >>
Accenna un sorriso e si china su di me, sfiorandomi le labbra con un piccolo bacio. << Non ti preoccupare. Se ne sta già occupando Edward. >> annuisco con vigore e gli deposito un altro bacio sulle labbra prima di allontanarmi controvoglia. Mi volto a guardarlo e faccio una smorfia seccata.

Mi è mancato da morire e adesso devo lasciarlo da solo con Bella; vita ingiusta. Vedo la meraviglia candida del suo vestito e il suo viso squisitamente truccato che le da l'aria di una di una dea e sbuffo, mi allontano ancora un po', ma non resisto molto vedendo Jake abbozzare un sorriso e decido di ritornare indietro. Magari potrei tenere sotto controllo la situazione senza farmi vedere, così, come un angelo custode, ed intervenire nel caso la situazione diventasse pericolosa, o peggio ancora, scottante. Mi batto una mano sulla fronte. Meg, è appena diventata la moglie di Edward, cosa vai pensando?
<< Già, Meg, cosa vai pensando? >> sobbalzo con un urlo strozzato e lancio uno schiaffo involontario a chiunque sia stato a parlare. Anche se, visto la risposta, la probabilità che non sia Edward sono pari a zero. Poi socchiudo gli occhi colta dal dolore e mi massaggio la mano, guardandolo di sottecchi.
<< Sei fatto di marmo o cosa? E' insoddisfacente volervi picchiare! Una povera umana finisce sempre per farsi del male... >> borbotto, continuando indisturbata l'atto del massaggiare la mano pulsante, senza però smettere di guardarlo con la coda dell'occhio.
Lui solleva un sopracciglio e si porta le mani ai fianchi. << Sai di stare vaneggiando, vero? >>
Soffoco una risata, annuendo convinta, mi lascio prendere sottobraccio e trascinare verso la festa, mentre, con malinconia, liquido mentalmente il piano che avevo congetturato per tenere d'occhio la situazione. << Mi faresti l'onore di questo ballo? >> mi chiede dopo, porgendomi la mano a palma in su e inchinandosi deliziosamente.
Arrossisco come una stupida bambina e denego timidamente con la testa. << Non mi è mai piaciuto ballare, potrei anche non esserne capace. >>  mi fa l'occhiolino e prende delicato la mia mano, portandosela
alla bocca per scoccarle un bacio.
<< Devi solo seguire i miei movimenti. Lasciati guidare, è più facile di quanto tu possa pensare. >> con passo incerto lo seguo verso la pista, e non perché mi abbia convinto, ma piuttosto perché la sua mano continua a stringere la mia e non ha intenzione di lasciarla. Chiudo gli occhi e ingollo il grumo in gola, pronta per una figuraccia.
Dai Meg, supererai anche questa.
Scuote la testa, accennando un sorriso sghembo, e poggia la mano sul mio fianco, l'altra in posizione rigida, intrecciata alla mia. Affonda il viso nei miei capelli e si affoga in una risata quando i nostri corpi aderiscono. << Vuoi smetterla, Meg? >> borbotta al mio orecchio, << Ti fai troppi complessi, vedi, ti stai muovendo, e vai benissimo. >>
<< Ti pesterò i piedi, ne sono sicura. >> stento a dire, intimorita.
<< Poco importa, sei a piedi scalzi. >> incalza, rispondo con un lamento, << e comunque non mi sarei fatto male ugualmente, mettiti il cuore in pace. >>
Continuiamo così in silenzio per un po'. La curiosità mi sta uccidendo, lacerando il petto, divorando il cervello, corrodendo ogni cosa. << Cosa si stanno dicendo? >> sbotto all'improvviso, lui non ne è sorpreso, sicuramente avrebbe ascoltato i loro pensieri comunque.
<< Parlano della loro amicizia e si chiedono a vicenda se sono felici. >> risponde, mi allontana dal suo corpo e inclina la testa.  << Tu sei felice? >> mi chiede, sorridendo.
Lo guardo impassibile, spalanco la bocca, poi mi blocco. << Io... >> balbetto, sgranando gli occhi.
<< Tu? >> è davvero dubbioso e incupito. Tiro un lungo sospiro e lo imito, inclinando la testa.
<< Io sono certa che il matrimonio ci allontanerà, ma sono ugualmente felice se tu lo sei. E tu lo sei parecchio. >> Sorrido, almeno ci provo. Anche il suo tentativo di farlo esce un tantino male.
Sa quando mi mancherà, ma sa anche che non mi sarà difficile non pensarlo, proprio come negli ultimi mesi. Dopo la battaglia le nostre visite si sono concluse senza troppi convenevoli. Vederlo non è mai stato un bisogno primario, il nostro è sempre stato un capriccio, volevamo semplicemente avere qualcosa in più. Abbiamo già quello che ci è necessario, ed è triste in effetti, ma è proprio così, lo sappiamo entrambi.
Mi abbraccia, ricambio con trasporto e sopprimo un singhiozzo di commozione. << Ti voglio bene. >> mi dice all'orecchio.
<< Te ne voglio anch'io. >> sussurro in tono commosso.
Balliamo sereni ancora per qualche istante, solo allora mi accorgo che la musica è cambiata, ma prima che potessi dirglielo l’atmosfera si fa confusa. Vedo Seth irrigidirsi e correre verso la quercia e Edward sparire dopo di lui, lasciandomi da sola.
Mi volto in direzione dei due e spalanco gli occhi. Quello che penso non può essere vero e il buio mi impedisce di vedere. Così ancora una volta mi ritrovo a correre tra l'erba, corro a perdifiato fino alla quercia e mi blocco non appena noto i lineamenti contratti sulle facce dei presenti.
 << Ti ammazzo. >> Jake trema violentemente e minaccia Edward, che si è parato davanti Bella. Non ci penso due volte e mi precipito fra di loro, ma non guardo neppure Edward e Bella. La mia priorità è Jacob. << Io ti ammazzo con le mie mani. Ora! >>
<< Meg, Seth, allontanatevi! >> dice Edward. Lo sguardo con cui lo trafiggo spiega tutto, lo fa in maniera concisa.
Jacob non sembra neanche vedermi, cosa che non mi sorprende visto la mia altezza. << Jake, andiamo a casa... >> lo supplico. << Ti prego. >>
In un attimo mi stupisco nel notare che i suoi occhi neri di rabbia si spostano sui miei e si rilassano leggermente.
<< Non farlo, Jake. Vieni via. Andiamo. >> dice la voce di Sam, dal buio, mi volto e lo vedo, accanto a lui ci sono Quil e Jared sottoforma lupina.
<< Andiamo. >> dico con voce più ferma, e comincio a tirarlo verso Sam. Lui mi guarda di nuovo, il polso che stringo continua a restare incollato al suo fianco. A quel punto mi vengono le lacrime agli occhi, aumento la forza. << Fallo per me. >> biascico.
Confuso torna a guardare Bella, leggo sofferenza e rabbia nel suo sguardo, poi, come rinvenuto da un coma, lo vedo riprendere lucidità e sospirare, stringe la mia mano con la sua e, quando lo tiro per la mano, si lascia trascinare. Una volta superata la quercia di qualche metro tiro un sospiro di sollievo e mi passo il dorso della mano sugli occhi. Uno dei lupi si fa al mio fianco non appena sbadiglio, Jake accenna un segno. << Credo che Quil voglia offrirti un passaggio. >> farfuglia, la sua voce è dispiaciuta, la sua mano si stringe nella mia più vigorosamente.
Ricambio la presa sulla sua mano e scuoto la testa, accarezzando la schiena di Quil.
<< No, Quil, grazie. Manca poco alla Golf, preferisco restare con lui. >>  
<< Mi spiace. >> mi dice, quando il lupo marrone passa avanti. Non riesco a guardarlo in viso, ma malgrado tutto non sono neanche minimamente arrabbiata con lui, sapevo che in fondo sarebbe successo qualcosa del genere. Tutti lo sapevano, nessuno però era sicuro di chi (Edward o Jacob) avesse ringhiato contro l’altro. Emmett e Jasper avevano perfino scommesso,
<< Non pensarci. >> dico pronta, quando  invece sono la prima a farlo, a scorrere tutte le immagini.
Non pensarci - vorrei ridere della mia stupidità - è impossibile non pensarci. << Era un addio? >> chiedo, scoraggiata.
<< Probabilmente. >> dice, incolore.
Stringo i denti e socchiudo gli occhi.  << La trasformazione è vicina? >> chiedo, farfugliando.
<< Se supera la prima stupidaggine arriverà alla seconda. >> ringhia.
Rimango interdetta, ma non oso domandare altre spiegazioni.
Di che cosa sta parlando?

 
-------------------------Valentina’s Space-------------------------

Ciao a tutte, ho pensato di aggiornare prima del Capodanno. Sperando che per voi questo sia un bel regalo :)
Ho deciso di aprire su facebook un gruppo dedicato alla storia che vi terrà costantemente aggiornate sulle mie uscite di testa!
Mamma che palle!! – penserete.  Infatti so che non lo cercherete e non vi interesserà xD
Secondo me potrebbe essere carino, invece O_o
Potreste darmi dei consigli e naturalmente vi posterò teaser , sondaggi, immagini, un po’ di cavoli miei ogni tanto (XD) e tanto, tanto altro. (rettifico: che pallllle!! xD)
Questa è la pagina: http://www.facebook.com/pages/In-Love-With-A-Legend/129654533765861?v=wall
Recensioni al solito modo!! :D Baci, Vale.

------spoiler

Mi alzo di scatto, tergendomi la fronte, imperlata di sudore freddo, strizzo gli occhi e scosto delicatamente le coperte, lanciando uno sguardo accorato al viso pacato e dormiente di Amber. Mi sembra inutile benedire il suo sonno pesante, l’ho già fatto tante di quelle volte negli ultimi due mesi che ormai è diventata un’azione automatica.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Xay