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Autore: Kuruccha    31/12/2010    2 recensioni
Anche con un tocco leggero si possono trasmettere delle buone sensazioni.
[Capitolo 1: Kataang, missing moment della seconda serie; Capitolo 2: MaiKo, post-serie]
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Katara/Aang, Mai/Zuko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Mei odiava i suoi capelli.
"Odiare" non era forse il verbo più adatto, perchè l'odio presupponeva una buona dose di attenzione, interessamento, addirittura analisi, e lei non era certo il tipo di persona che si sarebbe abbassata a curarsi di una cosa come un aggrovigliato insieme di fili.
Era forse meglio dire che, se proprio avere dei capelli era necessario, avrebbe gradito che almeno fossero diversi da quelli che si era trovata in testa fin dalla nascita. Non che si fosse mai davvero interessata molto a come apparissero, fino a qualche tempo prima: se erano lunghi era solo perchè la madre aveva trovato più consono, per una ragazza dell'alta società della nazione del fuoco, che lo fossero; era un segno che da tempo immemore contraddistingueva i membri delle famiglie più importanti. Il colore che portava, poi, era del tutto naturale; quasi banale, in quella nazione in cui i capelli scuri e lisci erano la normalità; così simile a quello di Azula da far sobbalzare di gioia sua madre, perchè essere così simili alla Principessa sarebbe stato un buon modo di fare amicizia, no?, e così diverso da quello di Tai Lee da far gioire lei, invece, che non avrebbe mai voluto attenzioni che andassero oltre il minimo necessario. Dopo la nascita del suo fratellino, la madre aveva smesso di curarglieli come fosse ancora una bambina, e Mei aveva dovuto iniziare a pensarci da sola; e aveva continuato semplicemente a fare come le era stato insegnato in quegli anni, solo per evitare che la gente iniziasse a farle domande sul perchè avesse cambiato pettinatura e via dicendo.
Quella peluria che si ritrovava in testa, insomma, era stata più che altro una comodità, in quegli anni: un modo per amalgamarsi, come un vestito adatto all'occasione, ma con la comodità aggiunta di non doverlo cambiare ogni giorno, perchè non avrebbe mai e comunque sfigurato. Una di quelle cose che, fatte una volta, sarebbero andate bene per sempre; una caratteristica su cui non si era mai trovata a rimuginare; un'ovvietà, come il fatto di respirare.
A provocare quel cambiamento nel suo pensiero era stato Zuko, ovviamente. Per colpa sua, i capelli si erano improvvisamente trasformati da ornamento ad attributo; e anche adesso che lo aveva lì vicino a lei, e mentre lo pettinava con attenzione, si innervosiva pensando all'ingiustizia del fato, che aveva concesso dei capelli così folti e morbidi a un uomo come lui, che non se ne sarebbe mai fatto niente, mentre i suoi erano ogni giorno più secchi e stopposi, per quanti unguenti avesse provato ad applicarvici.
- Certo che hai proprio dei bei capelli, Zuko - disse infine, sospirando, con il tono di chi conclude un lunghissimo ragionamento.
Il ragazzo alzò gli occhi dai dispacci che stava analizzando - un'abitudine fin troppo consolidata in tutti quei mesi, quella di leggere le missive di Aang appena prima di andare a dormire - e si voltò leggermente verso destra, concentrandosi appena sulle punte leggermente fredde delle dita di lei, che stava cercando di raccogliere più ciocche possibili con un filo elastico.
- Beh, grazie - disse lui, leggermente perplesso dal complimento, mentre faceva scivolare i caldi palmi delle mani sulle gambe nude di lei che lo tenevano intrappolato, percorrendo il morbido tratto che andava dalle ginocchia alle caviglie. - Non che importi più di tanto, dopotutto - continuò, piegando la testa in avanti per facilitare la procedura, continuando il percorso con le mani fino a racchiudere le piccole dita dei piedi in una soffice stretta. Sentì i veloci movimenti di lei mentre ultimava la procedura, con la certezza che nemmeno il più sottile dei suoi capelli sarebbe mai sfuggito, benchè il momento non richiedesse una cura così meticolosa. - In realtà sono cresciuti un bel po' ultimamente, pensavo di tagliarli - concluse.
La sentì esitare, per un momento. Ma fu solo un attimo; così poco che finì per chiedersi se non fosse stata davvero solo una sua impressione.
- Fai come vuoi - gli rispose, lasciando l'elastico e osservando, ora quasi con indifferenza, i capelli stretti nella coda mentre si assestavano in una posizione stabile.
Era tanto tempo che non sentiva quel tono nella sua voce, quell'apatia che aveva reso il loro rapporto così difficile all'inizio; si stupì di se stesso nel pensare che gli era quasi - certo, solo quasi - mancato. Colse la palla al balzo, perchè in effetti non c'era niente di più divertente che provocarla, in momenti come quello: sapeva bene che, se non avesse provato ad agire, lei gli avrebbe semplicemente tenuto il muso finchè non le fosse passata, liquidando con indifferenza qualsiasi altro tentativo di conversazione.
- Oh, beh... In effetti stavo proprio pensando di tornare alla mia pettinatura da principe ereditario, finchè l'età me lo permette - spiegò, guandando fisso davanti a sè. - Sai, avere solo un codino in cima alla testa era comodo, e mi permetteva di non perdere troppo tempo a pettinarmi ogni mattina, con tutti questi ciuffi che non stanno al loro posto - continuò, afferrando una cortissima ciocca che era scappata appoggiandosi alla tempia destra, ben conscio che lei stava osservando con attenzione certosina ogni movimento della sua mano. - Oppure chissà, potrei proprio rasarmi la testa per suggellare la mia amicizia con i nomadi dell'aria - concluse, in tono ironico, con un ghigno in viso.
Sentì le gambe di lei che, con uno scatto secco, si allontanavano definitivamente dai suoi fianchi. La vide mentre gli lanciava un'occhiata di disprezzo, sollevando il mento e chiudendo gli occhi, offesa, le braccia incrociate sul petto, la lunga vestaglia da notte stretta a coprire nuovamente le gambe.
- Che ne pensi? - continuò a infastidirla, spostando il peso sulle ginocchia con una semplice rotazione e ponendo il viso giusto di fronte al suo, vicinissimo.
Mei aprì appena gli occhi, quel tanto che bastava per fulminarlo con uno sguardo tutt'altro che amichevole. - Non ti resta che provarci - sibilò, con tono davvero minaccioso.
Zuko rise di cuore, come non faceva da tempo. La abbracciò di slancio, continuando con quella sua dimostrazione di ilarità che tanto sembrava irritarla. Le strinse le spalle un po' più forte, prima di afferrarle con le mani e guardarla negli occhi.
- Li terrò lunghi, se ti piacciono così - le disse, col suo sorriso più sincero stampato in viso. - È carino che tu ci tenga così tanto - continuò.
- Tsk! I capelli sono tuoi e puoi farci quello che vuoi! - gli rispose, le braccia sempre incrociate sul petto, ma con un'espressione già meno dura.
- Chissà i suoi come saranno - si chiese lui, poggiando il mento sulla sua spalla e carezzandole la pelle tra le scapole, facendo scivolare le mani verso il basso e tirandola a sè il più possibile. Mei riusciva a sentire la sua felicità esplodere attraverso le sue carezze, i suoi gesti, il suo sorriso, che pur non vedeva; felicità quasi concreta, reale, palpabile. Quasi si vergognò, al pensiero di essere stata in grado di dargli una gioia così grande. Quello che amava di lui, dopotutto, era che riusciva sempre a scatenare in lei delle reazioni forti, belle o brutte che fossero. Proprio per questo, non si vergognò di quel poco di rossore che le colorò le guance.
- Spero che i suoi capelli siano come i tuoi, altrimenti è meglio per lui che nasca già calvo - gli rispose, ricambiando finalmente l'abbraccio e nascondendo il viso nel caldo incavo del suo collo.


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31-12-2010
Della serie, chiudiamo l'anno in bellezza :D Ho penato molto per scrivere questa fic - nel senso che ha avuto una genesi lunga, prima di arrivare alla scrittura definitiva - ma muovere Zuko e Mei è stato davvero entusiasmante. Ora capisco perchè una volta che si comincia con la nazione del fuoco non si smette più. :D
Non so se si nota, ma i due capitoli sono abbastanza speculari, sia per una frase totalmente identica, sia per il modo in cui si sviluppano, sia per il tema centrale. Per questo sono diventati un'unica storia :)
Questa fic è tutta per F13, e spero sia di suo gradimento, anche se è solo un primo tentativo, ma era concepita per fare parte, più o meno, del suo mondo di fragole e panna :)
Avrei voluto mettere alcune parole in corsivo - e vi giuro che appena avrò un html editor decente lo farò - ma questo blocco note sull'ipad non me lo consente ._.
Ok, VI PREGO, ditemi cosa ne pensate ;_____; vi imploro!
Ovviamente, buon capodanno a tutti :D
Kuruccha

   
 
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