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Autore: samy_97_    01/01/2011    10 recensioni
[Arwen, una mezza Valchiria, pensa ai suoi anni felici a Narnia, mentre aspetta il ritorno dei quattro Re per liberarli dalla tirannia di Telmar]
"Edmund il Giusto.
Niente di più appropriato.
Mi persi nei miei pensieri, raggomitolandomi tra le alte fronde dell'albero che avevo scelto per quella sera come tana.
E i miei pensieri, inconsciamente, si persero al mio primo incontro con Edmund Pevensie e coloro che sarebbero divenuti i più grandi Re di Narnia."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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THE NIGHT OF MEMORES


Non sapevo quando avevo iniziato ad amarlo. O per lo meno amarlo come lo amavo ora.

Forse ero attratta da lui dalla prima volta che lo avevo visto, nel campo di Aslan, o quando avevo imparato ad apprezzare la sua saggezza e il suo coraggio.

Edmund il Giusto.

Niente di più appropriato.

Mi persi nei miei pensieri, raggomitolandomi tra le alte fronde dell'albero che avevo scelto per quella sera come tana.

E i miei pensieri, inconsciamente, si persero al mio primo incontro con Edmund Pevensie e coloro che sarebbero divenuti i più grandi Re di Narnia.


******


Era il giorno in cui i Figli d'Adamo e le Figlie di Eva dovevano arrivare al campus di Aslan.

Mi resi conto che i ragazzi erano solo tre, e arrivarono al campo trascinati da una coppia di castori.

Le due Figlie di Eva erano vestite come normali Narniane, bellissime. La prima portava sulle spalle un arco con delle frecce, mentre la seconda, più piccola, aveva una cintura con un piccolo pugnale che sfavillava alla luce del sole primaverile che torreggiava su quella parte di Narnia.

L'unico Figlio d'Adamo presente era biondo, con sorprendenti occhi azzurri (riuscivo a vederli anche da quella distanza), e portava la spada più bella che avessi mai visto in tutta la mia vita da creatura di Narnia: anche infilata nel fodero si vedeva che era molto potente, adatta ad un re.

L'elsa era decorata con la testa di un leone ruggente, e la lama era talmente perfetta che sembrava non servisse nemmeno affilarla.

Ma, oltre a questi piccoli particolari del tutto irrilevanti non feci molto caso a loro.

L'arrivo dei re della leggenda per me era indifferente. Sapevo che ci sarebbe stata una guerra contro Jadis, La Regina Bianca, e nessuno sarebbe riuscita ad evitarla.

Nemmeno i Re di Narnia. Nemmeno Aslan stesso.


Solo il giorno dopo, al mio risveglio vidi tornare una delle truppe del grande Leone.

Con loro portavano un ragazzino moro, con i capelli scompigliati e il viso tutto ricoperto di graffi.

Una fatina d'acqua, mia sorella, mi disse che si trattava dell'ultimo Figlio D'Adamo.

Lo vidi parlare con Aslan e lo vidi redimersi dai suoi peccati, dal suo tradimento per poi procedere su per la collina, dove mi trovavo io.

Evitò di guardare i suoi fratelli e si sedette su uno spiazzo d'erba poco distante da me, senza mostrare di essersi accorto della mia presenza.

Distolsi il mio sguardo da lui e mi rimisi ad affilare Saheriel, la mia affidata spada. La dovevo preparare per la battaglia contro gli altri Narniani e doveva essere pronta. Per uccidere.

Il ragazzino si accorse di me dallo sfregare della pietra sulla lama già lucida dell'arma che avevo in grembo.

Mi accorsi del suo sguardo curioso su di me, ma non alzai il mio.

Non m’importava di un piccolo ragazzino viziato che voleva essere il Gran Re e che si alleava con la prima bella signora che incontrava per strada. La stessa che aveva ucciso i miei fratelli.

Quando però sentii i suoi passi delicati bloccarsi al mio fianco alzai lo sguardo inviperita.

Detestavo essere interrotta quando mi facevo gli affari miei e sapevo essere molto cattiva se qualcuno mi disturbava, o se mi veniva vicino.

-Stupenda... - disse timidamente Edmund, ma non sapevo se si riferiva a me o alla spada.

-Senti un po’ ragazzino- gli saltai su arrabbiata, -ho circa cinquanta anni in più di te, e so essere molto persuasiva quando voglio. Quindi o te ne vai, o ti porto di peso dai tuoi fratelli.-.

Dopotutto essere una mezza Valchiria aveva i suoi pregi.

Lui mi guardò con occhi feriti da cucciolo smarrito e per la prima volta mi accorsi delle sue iridi.

Di un castano intenso come le foglie autunnali degli alberi, i suoi occhi mi avevano stregato.

Riuscivo a leggerci dentro, e vi vedevo dispiacere, tristezza, imbarazzo, preoccupazione e un'altra moltitudine di sentimenti ingarbugliati tra loro.

Mi fece un'espressione rammaricata e si girò per andarsene, scusandosi.

Forse voleva semplicemente fare amicizia. Dopotutto il tutto il campo era considerato un traditore, e forse lui sentiva di esserlo veramente.

-Forse... - iniziai -potrei curarti le ferite che hai sulla faccia. E scommetto che hai fame. In tenda ho degli ottimi biscotti pronti per essere mangiati.-

Lui si girò, il viso illuminato da una nuova luce. Lo rendeva ancora più bello.

Tirai su Saheriel e la rimisi nel fodero. Poi precedetti Edmund e lo portai verso la mia tenda.


******


Erano passati quasi milletrecento anni da allora, e mi mancava terribilmente.

Sentivo il cuore che era come stretto in una morsa di ghiaccio.

Mi sembrava di non respirare aria pura da milletrecento anni, da quando lui era scomparso insieme ai suoi fratelli.

Mi rannicchiai ancora di più sul tronco nodoso dell'albero mentre altri dolorosi ricordi mi assalivano.


******


Era una bellissima giornata primaverile ed io mi trovavo sulla spiaggia vicino a Cair Paravel, il castello dei quattro regnanti di Narnia.

Il vento soffiava da nord e le onde s’infrangevano sulla battigia portando sussurri e vecchie storie provenienti dalla notte dei tempi. Ero sola e mi godevo la tiepida giornata seduta su una roccia in riva al mare.

Fino a quando un ragazzo, alto e con una folta chioma castana non si sedette a fianco a me.

Restammo per un po’ in silenzio a fissare il mare, fino a quando lui non prese la parola.

-Arwen, da quando ci siamo conosciuti, non sei cambiata di una virgola. Dimostri sempre quindici anni.-

Mi misi a ridere e sorrisi al ragazzo a fianco a me.

-Edmund, perchè proprio ora dici questo? Sai che, avendo una parte di sangue di Valchiria nelle vene posso decidere io il corso della mia vita-.

Lui annuì, sebbene lo sapesse già.

Così continuai, -Sai bene che se io rifacessi scorrere il tempo invecchierei come un normale umano, e sento che non è ancora ora.-

Sospirai malinconica e lui mi circondò le spalle, così posai la testa sulla sua spalla chiudendo gli occhi e godendomi il tocco dell'uomo che amavo.

Anche se lui dimostrava venticinque, ventisei anni ne avevo di gran lunga di più io, anche se sembravo una ragazzina abbracciata a suo fratello.

Lo guardai e con il dito percorsi il contorno della sua mascella, fino ad arrivare alle sue labbra. Labbra che desideravo in una maniera quasi maniacale, ma che non potevo avere.

Sospirai e con uno sforzo immane mi sottrassi dal suo abbraccio confortante. Poi iniziai a spruzzarlo ridendo.


******


Era doloroso ricordare, ma custodivo gelosamente i legami che avevo con lui per non dimenticarlo.

Ero convinta che un giorno sarebbe ritornato, per salvarci dalla tirannia di Telmar. Ma non sapevo quando e intanto faceva così male...

E nel frattempo mi restavano solo i dolorosi ricordi di una vita felice vissuta a fianco a Edmund.

Nel dormiveglia accarezzai Saheriel e pensai che era da una vita, o forse più di una, che non la usavo più. Avevo deciso di non combattere più quando Edmund, Lucy, Susan e Peter se ne erano andati da Narnia.

Non c'era più niente per cui combattere, e neanche l'idea di salvare il mio mondo riusciva a darmi quella scintilla di vita che serviva per riprendere le battaglie.

Ma ero comunque aggiornata sulle vicende di Narnia dai folletti dei boschi e dalle silfidi, miei fratelli e sorelle e sapevo quello che succedeva al di fuori del mio piccolo mondo fatto di ricordi e tristezza.

Così mi addormentai. E sognai.


******


Era l'ultimo giorno in cui vidi i Pevensie.

Edmund mi aveva invitata ad andare con loro in una passeggiata nel bosco, ma sebbene attratta dalla sua voce così calda e dolce, rifiutai con un sorriso.

Dovevo andare a fare alcune commissioni nelle botteghe dei nani, e non avevo proprio tempo.

Ma prima che se ne andasse, mi alzai e lo abbracciai. Mi ritrovai a pochi centimetri dal suo viso e i nostri occhi si persero gli uni negli altri. In quel momento la tentazione era forte, ma le grida impazienti di Lucy ci risvegliarono dal nostro torpore. Così lui mi stampò un grosso bacio sulla guancia e, con un dolce sorriso, mi salutò.

Me ne pentii amaramente. Loro non tornarono più.


Qualche anno dopo, insieme a qualche altro fidato consigliere del castello chiusi tutti i loro averi nei bauli in una stanza segreta costruita sotto il castello. Se mai fossero tornati, li avrebbero trovati lì.

Io me ne andai, vagando per le città e per le foreste, incurante degli avvenimenti che stavano succedendo a Narnia, troppo presa dalla mia egoistica tristezza per pensare agli abitanti una volta miei amici.


******


Mi svegliai con le lacrime che mi rigavano il volto.

Alcuni spiritelli della foresta mi volavano intorno e la loro luce faceva un po’ di chiarore nel buio della notte.

-Qualcuno ha suonato il corno della Regina Susan per richiamare i Re a Narnia! Dovete venire Lady Arwen, i Narniani hanno bisogno del vostro aiuto.-.

Sorrisi, una piccola speranza si accendeva in me.

Forse avrei dovuto spolverare Saheriel.




Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Ciao! Premetto che non ho mai letto i libri, ma ho solo visto i film, quindi mi sono basata solo su quelli. E' la prima volta che scrivo in questo fandom, ma Edmund mi ha conquistata completamente, quindi aspettando la mezzanotte, ieri mi sono sperimentata in questa piccola One-Shot. Non so se ne farò un continuo, visto che in questo periodo sto mettendo tutte le mie energie su un'altra fic. Detto questo, spero che la fic vi sia piaciuta e vi invito a lasciare una recensione per farmi sapere cosa ne pensate! Bacioni =)

°°Samirina°°







  
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