Cap 8
Raccontai tutto ad Emily, mentre mi aiutava ad indossare il vestito e ad acconciare i capelli. Rimase particolarmente stupita al sentire delle mie parole. Non avrebbe immaginato che in così poco tempo, i fondatori avrebbero capito di non essere soli.
“Pearl ha ragione, Katherine, dovete... dobbiamo lasciare questa città prima che sia troppo tardi” rimproverò Emily.
“Non possiamo, non ora. Finalmente ho trovato una città diversa dalle altre, in cui poter vivere e divertirmi” risposi con lo stesso tono di voce che utilizzai con Pearl.
“Farò tutto ciò che è in mio potere per aiutarvi” disse lei sorridendo.
Mi alzai dalla sedia, pronta per il ballo. Sarebbe stata una serata perfetta, ripetevo a me stessa.
Quando arrivai alla residenza dei Lockwood, dal giardino si sentivano già le voci degli invitati, i calici che sbattevano e le risate provocate dalle battute che andavano di moda in quel periodo. Con calma entrai all'interno del grandissimo salone, mantenendo quell'aria da nobil donna che mi distingueva da tutte.
Mi guardai intorno, cercando lo sguardo di Stefan. A quel punto sentii qualcuno avvicinarsi da dietro, e mi girai sorridendo.
Era lui, in tutto il suo splendore. Aveva un abito lungo che snelliva il suo corpo perfetto. Si avvicinò, prendendomi la mano e baciandola. Con un gesto, mi indicò la pista da ballo. Io sorrisi e mi lasciai trascinare.
“Guarda un po' chi ha trovato le sue scarpe da ballo” dissi ridendo, riferendomi a Stefan. Egli mi guardò scuotendo la testa, sorridendo. Mi guardò per un secondo e avvicinò il suo viso come se volesse baciarmi. Lo bloccai con un dito e spalancai gli occhi. “Uh, 'non toccare' Mr. Salvatore, sono queste le regole” dissi sorridendo, con uno sguardo rimproverante sul volto.
Egli cercò il mio sguardo quasi per volersi scusare, ma sorrise alzando un sopracciglio. “Pensavo che voi non credeste alle regole” affermò con sicurezza, mentre ballavamo allegramente.
Io risi leggermente, abbassando lo sguardo quasi arrossendo. Stefan si guardò intorno e vide Damon immobile a pochi metri di distanza, mentre ci guardava ballare insieme.
“Mio fratello è ancora arrabbiato perché avete scelto me come vostro accompagnatore” sospirò guardandomi. Sorrisi e per un momento smisi di ballare. “Ebbene, Damon dovrebbe considerare il fatto che suo fratello minore balli molto meglio” dissi con fare malizioso. Mi guardò soddisfatto per il complimento, e riprendemmo a ballare. Non appena finimmo di ballare prese due bicchieri e li riempì con dello champagne, porgendomene uno. Lo ringraziai sorridendo.
“Vi prego, unitevi a me e insieme alziamo i calici in onore del mio caro amico, George Lockwood” La voce di Damon richiamò l'attenzione di tutti. “George, grazie per aver così coraggiosamente difeso il sud” annunciò Damon sorridendogli.
“L'onore è mio, mr. Salvatore... Dopotutto, qualcuno doveva pur farlo” rispose l'uomo brindando con Damon. Anche noi brindammo ed io guardai Stefan compiaciuta, con malizia. Egli ricambiò, come del resto, lo sguardo.
“Possiamo parlare, signorina Katherine?” domandò qualcuno dietro di me, preocupato. “Prendi da bere Henry, stiamo festeggiando” risposi. “La prego, signorina Katherine.” sbuffai e seguii l'uomo.