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Autore: Suocere    04/01/2011    1 recensioni
Saul..E’ così che si chiamava lo splendido ragazzo che aveva fatto battere, per la prima ed ultima volta, il cuore della bella Anya.
Suocera F.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come i fiori di campo


Saul..E’ così che si chiamava lo splendido ragazzo che aveva fatto battere, per la prima ed ultima volta, il cuore della bella Anya.
Anya era un principessa araba, aveva un viso delicato, la sua pelle dorata sembrava essere stata creata da un pittore esperto e i suoi occhi scuri, dalla forma leggermente allungata, la rendevano ancora più bella. Il suo fisico era minuto ma proporzionato per i suoi 18 anni. C’era però qualcosa, nel suo sguardo, che la invecchiava terribilmente.. E’ vero, gli occhi erano bellissimi, ma qualcosa li rendeva spenti, morti, contrariamente a ciò che lei voleva essere: felice.
Per capire questo velo di tristezza che copriva i suoi occhi, bastava guardare un po’ più in profondità, dentro di lei, dentro il suo cuore sofferente.
Anya, di famiglia reale, era stata costretta a sposarsi presto e con un uomo che neanche amava. Certo, Rais, suo marito, era un uomo affascinante e ricco. Dal momento in cui si fidanzarono ufficialmente, lui aveva dato a lei tutto ciò che avrebbe potuto desiderare. Certo, Rais aveva anche 20 anni in più di lei, ma in fondo, fin da bambina,lei era convinta che l’amore non avesse davvero età. In fondo, pensava, cosa cambiava avere 4 o 20 anni di differenza se i cuori tentavano in ogni modo di stare vicini? Non era forse questo che importava? E lei, fin da bambina, si era risposta di si, per lei non sarebbe importata l’età, sarebbe importato solo l’amore. Anche adesso la pensava così, ma era proprio questo il problema, nonostante Rais fosse un uomo molto stimato in tutta la città di El Giza, dove lei si era trasferita dopo il matrimonio, lei non provava nulla per quell’uomo che si, era gentile e protettivo con lei, ma che sentiva più come un padre che come uno sposo..
Per questo, ogni giorno, sul calar della notte, la bella Anya, seduta nel giardino della sua bella casa, pronunciava alla luna la stessa frase malinconica.
“Dove sono? Il deserto, la notte, la mezzaluna crescente, la roccia, gli uomini e i continui lamenti..’’ ogni sera la ripeteva alla luna, sempre con maggiore intensità, con maggiore malinconia. Le mancava la sua famiglia, le stelle che riusciva a vedere nel suo villaggio poco illuminato. L’unica cosa che le era rimasta era la luna in cui, ogni sera, rivedeva il volto del suo amato Saul.
Ma poi, quando la notte era ormai padrona del tempo, si diceva che non stava poi così male, in fondo aveva un uomo che la adorava, che le dava tutto ciò che poteva desiderare una ragazza della sua età senza, però, mai arrivare a guardare nel profondo del suo cuore, dove l’oscura verità le dilaniava il petto in alcuni momenti, dove li e solo li, avrebbe dovuto guardare.. Lei non amava Rais, amava Saul, e questo nel suo cuore, era stato scritto con inchiostro dorato, incancellabile, come il volto del suo caro amato..
Ma i giorni correvano veloci, ormai 6 mesi erano passati dal matrimonio con Rais e l’unica persona a cui aveva lasciato leggere il proprio cuore, non era il suo sposo ma bensì la sua “dama di compagnia”, la sua “ancella”, colei che l’aiutava a vestirsi, a truccarsi, colei che le faceva compagnia.. Colei che l’aveva vista piangere, che l’aveva vista parlare alla luna, l’unica che, ormai, sapeva capire ogni singolo movimento di ogni suo singolo muscolo, lei, Fatiha.
Fatiha era una ragazza poco più piccola di lei, in realtà Anya non sapeva precisamente la sua età, ma, non essendo di famiglia nobile, aveva dovuto ben presto iniziare a lavorare. Anche a Fatiha era andata bene, aveva trovato un padrone che non la maltrattava e non la violentava come spesso invece succedeva ad altre innocenti ragazze, aveva trovato una famiglia che la rispettava e che, in fondo le voleva bene.
Era con lei che Anya passava il suo tempo e si confidava.
E fu proprio con Fatiha che un giorno, Anya, andò al mercato.. Solitamente la principessa non vi andava mai, ma da qualche settimana sentiva il bisogno di uscire ogni tanto, di vedere i visi della gente, di ricordarsi di quanto fosse bello non essere riconosciuti, passare inosservati o semplicemente non apparire agli occhi della gente.
Fu qui che, dopo 8 mesi, lo rivide. Saul. Era diverso, un po’ sciupato, gli ostacoli che la vita gli aveva posto, lo avevano segnato. I suoi occhi dorati erano spenti, il suo sorriso più debole di come se lo ricordava.
Ricordava perfettamente come la facesse impazzire quando faceva quel suo pazzo sorriso sghembo, lui lo faceva per prenderla in giro, ma a lei piaceva da morire.
Ora era li, davanti a lui,e si avvicinava, voleva potergli parlare, voleva sapere cosa aveva fatto in quegli 8 mesi, voleva chiedergli se pensava a lei ogni tanto, voleva domandargli perché il suo bel sorriso e i suoi splendidi occhi dorati fossero spenti e così invecchiati.
Ma tutte queste domande non trovarono risposta, non quel giorno. Ma forse, quando la trovarono, avrebbe preferito non sapere niente, non essere in grado di rispondersi.
Saul, si girò e in un istante sparì, proprio come era apparso, com’era solito per lui. Già dalla prima volta che lo incontrò lo seppe, anche quella volta, come apparve, scomparve lasciando il dubbio, nella mente e, nel cuore di Anya, che non fosse stato soltanto un miraggio provocato dall’infernale caldo proveniente dal deserto.
Anya e Fatiha tornarono a casa, la bella principessa, fece vedere le pregiate stoffe comprate, al marito. C’era una pezza dorata, una rosa antico e poi ce n’era una, quella che lei preferiva, che era nuovamente rosa, ma un rosa più vivo, più intenso, che le ricordava quei bellissimi fiori che crescevano, liberamente, in quell’enorme campo alle porte del suo vecchio villaggio.
Si sarebbe fatta fare un vestito con quella pezza, un vestito bellissimo.
Ancora non lo sapeva, ma quel vestito sarebbe stato l’ultimo legame con il suo passato.
Anya, da quella volta in cui rivide Saul, desiderò sempre più andare al mercato, e vi tornò. Settimana dopo settimana, mese dopo mese. Finchè un giorno, a più di un anno dal suo matrimonio, tornò a vedere Saul.
Era invecchiato ancora, ma era sempre bellissimo. Decise che questa volta non poteva lasciarlo scomparire di nuovo, come sempre, doveva parlarci. Fatiha lo vide e, silenziosa, sparì fra i banchi della frutta e della verdura, cercando i prezzi migliori ma, in realtà, sperando che gli occhi della sua amica, tornassero finalmente a brillare.
Anya si avvicinò, fu un istante, uno solo, Saul la riconobbe. Pensò che fosse davvero bellissima, nonostante fossero mesi che non la vedeva, gli sembrò di non averla mai persa, gli sembrò che fosse ancora piccola, li, fra le sue braccia. Ma poi la realtà, di colpo si irrigidì, lei aveva sposato un altro, non era più sua, o forse, non lo era mai stata.
Parlarono per circa tre quarti d’ora, avevano una miriade di cose da dirsi, milioni di dolci sguardi rubati, si scambiarono teneri sorrisi e si ascoltarono per lunghissimi minuti.
Ma alla fine, come sempre, era arrivata l’ora di andare, e fu li che Saul le chiese di rivedersi una mattina, per parlare ancora, per ricordare i tempi passati in cui i loro occhi erano specchio di felicità e allegria, quando ancora il loro sorriso illuminava il volto degli amici e delle famiglie.
Anya tornò a casa, desiderosa che la settimana passasse presto, aspettando con ansia il giorno in cui lo avrebbe rivisto, e sapeva che sarebbe avvenuto, se lo erano promesso, si erano dati appuntamento da li ad una settimana, nello stesso posto in cui si erano finalmente rivisti dopo mesi.
Dopo gli incontri furtivi con Saul, gli occhi di Anya tornarono piano piano a brillare ma Rais non disse mai  nulla, la vedeva più felice e pensava fosse grazie a lui, la verità non l’avrebbe mai saputa, e fu meglio così.
Quel giorno tanto atteso arrivò, aveva indossato quel vestito rosa intenso che tanto amava, si era truccata pochissimo, quasi niente, proprio come quando si erano conosciuti, mise un semplice foulard dorato che scendeva dolcemente sui suoi lunghi capelli profumati ed uscì.
Uscì così, bellissima e piena di speranze, di sogni intrappolati che ora erano li, vicini, pronti a prender forma. Uscì con la sua amica Fatiha, poi, giunte al mercato, si divisero. Fatiha andò a comprare frutta, verdura, farina e tutto ciò che sarebbe servito ai cuochi per la settimana, mentre Anya, camminando freneticamente, arrivò al posto in cui lo avrebbe finalmente rivisto.
Sarebbe stato li per lei, e questo la faceva impazzire di gioia. Finalmente si videro, erano soli.
Iniziarono ad avvicinarsi l’un l’altro, fino a sfiorarsi lievemente, fino ad abbracciarsi, prima dolcemente, poi con più forza, come se avessero paura di lasciar svanire un sogno, come se avessero paura di perdersi di nuovo e per sempre. Andarono a sedersi su una panchina vicina, iniziarono a parlare, a dire ciò che avevano provato durante la loro lontananza, durante i mesi passati a sussurrare alla luna malinconiche frasi d’amore.
Si avvicinarono sempre più fino a che, nel momento in cui il sole fu più alto nel cielo, le loro labbra di sfiorarono appena. Fu un istante, un bacio. Ne seguirono altri, alcuni più lunghi, altri più dolci, alcuni più violenti e carichi di desiderio e passione. Stettero insieme tutta la mattina poi, lei, dovette tornare alla sua reggia. Anya era felice, in fondo aveva desiderato quel momento ogni giorno, per settimane e mesi, aveva desiderato le labbra di Saul ad ogni battito del suo cuore, ad ogni respiro ma, ora che le aveva non le davano più gioia. Qualcosa era cambiato in lui, il suo sguardo era più avido, più malizioso. Le venne in mente una frase che si erano detti poco prima, anzi che lui aveva detto, ora per mantenersi faceva un altro lavoro. Per mantenere la sua famiglia, chissà poi quale famiglia, da quanto ricordasse Anya, Saul abitava con una vecchia zia che probabilmente era ormai morta.
Ben presto avrebbe dovuto affrontare la risposta di questa domanda che mai avrebbe dovuto porsi.
Si rincontrarono, ma questa volta Anya non aveva così voglia di vederlo, di baciarlo, di stringerlo a se, questa volta era quasi scocciata ma aveva anche un brutto presentimento, aveva paura, paura che il suo sogno non fosse poi così giusto,non fosse poi così fantastico e splendido.
Ed era davvero così. Anche quel giorno incontrò Saul ma fra loro ci fu solo uno sguardo, uno sguardo gelido che le fece venire i brividi nonostante il sole caldo, lo stesso sole che appena qualche giorno prima, aveva accarezzato, timidamente dolce, il loro baci.
Saul aveva per mano una ragazza con in braccio due bambini, improvvisamente capì che era quella la famiglia che Saul disse di dover mantenere. Poi il suo sguardo passò all’altra mano di Saul, quella che aveva tenuto stretta appena una settimana prima, fu veloce, un istante soltanto, una frazione di secondo e dal banco vicino sparì una pagnotta, lo seguì con lo sguardo e vide sparire della frutta, della verdura, ogni banco era un azione furtiva, gelida, distaccata. Rubava, ecco il nuovo lavoro di cui le aveva parlato colui che una volta le faceva battere forte il cuore..
Un ladro.. Anya tratteneva a stento le lacrime, avrebbe voluto urlargli contro che era un fasullo, uno sbruffone, era diventato un delinquente.
L’amore della sua vita, il sogno della sua felicità, l’oggetto del suo desiderio, non era altro che un meschino, sporco ladro.
Non ci fu dolore più grande nella sua vita, tradita da ciò che di più bello pensava d’aver conosciuto nei suoi vent’anni di esistenza. Corse a cercare la sua amica Fatiha e tornarono così, a casa, in silenzio, senza parlare.
Fatiha non fece domande, la lasciò stare, tranquilla, capiva, come solo una vera amica può.
E per la prima volta Anya tornò a casa con il desiderio di abbracciare suo marito, aveva capito, in realtà,che la cosa migliore che le fosse capitata nella vita fosse lui, che forse era solo lui che poteva amare davvero.
Era delusa, ma aveva già, accanto a se, la medicina migliore: un uomo che l’amava davvero e che la rispettava.
E nel momento in cui Rais l’abbracciò, capì che quell’inchiostro dorato con cui era stato scritto il nome di Saul nel suo cuore, svanì, e magicamente comparve quello dell’unico uomo che avrebbe davvero amato: Rais.
 
  
   
 
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