Nato per essere Eroe
James Potter era un ragazzino iperattivo sugli undici anni, i capelli come fuliggine e un sorriso largo e allegro sul viso. Si era guadagnato il rispetto degli studenti più anziani e già nei primi mesi si era meritato la reputazione di ribelle – gli insegnanti ripetevano frustrati che l’alunno è bravo ma non si applica, frase ritenuta più o meno da tutti segno che l’alunno geniale non vuole sprecarsi dietro la scuola, aveva sostenuto un giorno Sirius Black cui era attribuito lo stesso epiteto.
Dunque nessuno si stupì quando James col tempo approfondì diversi rapporti con le più carine ragazze di Hogwarts – migliaia e troppi, aveva constatato Remus Lupin scuotendo appena il capo a mo’ di ammonimento, “Anche se Sirius è peggio, molto peggio,” Aveva aggiunto sospirando – e non ci fu scolaro meravigliato neanche mentre James diventava un giocatore di Quidditch di rara abilità e successivamente Capitano della squadra di Grifondoro.
Chiunque sapeva che, nonostante i dissapori talvolta anche pesanti, James e la Evans si sarebbero messi insieme se lui la voleva. E sarebbe stata lei a cedere.
Quindi neanche al fidanzamento e matrimonio di James ci fu particolare sorpresa.
La guerra imperversava a James combatteva nell’Ordine della Fenice, in prima linea, sempre, e tutti lo consideravano ovvio.
James Potter cadde sotto la furia di Lord Voldemort per proteggere la sua famiglia – disarmato ed inerme dinnanzi all’Oscuro Signore, guardando negli occhi l’uomo che avrebbe decretato la sua morte.
Una morte subita con coraggio ed audacia, come il mondo magico sapeva che sarebbe stata la sua.
Perché ci sono persone nate per essere Eroi.