Sirius e Remus stavano parlando nascosti sotto un salice presso le rive del Lago Nero.
Era da un po’ che non potevano farlo decentemente, perché il carissimo Paddy aveva deciso d farsi tutta la popolazione femminile di Hogwarts, e per riuscire nell’impresa doveva sacrificare un po’ di tempo dedicato ad altro.
Ma il Quidditch non si poteva toccare, il tempo per la scuola era già talmente minimo che ridurlo ulteriormente era una follia, gli scherzi con James era sacri…
E quindi cosa rimaneva? Ma il tempo per stare con Remus, ovviamente! Era sempre il primo ad essere tagliato fuori in mancanza di tempo, lo aveva già fatto James quando doveva inseguire Lily e adesso lo aveva fatto anche Sirius. Ci mancava solo Peter ed era a posto…
E proprio di questo i due giovani stavano animatamente parlando.
“Sir, tu togli sempre tempo a ME per correre dietro alle ragazze! Non alle cretinate con James o le fughe nelle cucine con Peter, ma ai discorsi con me! Te ne rendi conto? E poi, da quand’è che sono così in basso nella tua lista di amici che preferisci Peter a me?! Dov’è il giuramento di amicizia eterna, ORA?”
“Remi...-”
“No, niente Remi!! Da questo momento io sono Lupin per te!”.
Il licantropo era davvero furioso con il suo migliore amico (che sperava diventasse qualcosa di più…).
Come poteva pretendere che ignorasse il suo comportamento? Ormai aveva assodato che Sirius non avrebbe capito mai nulla dei suoi sentimenti, neanche se lo avesse baciato, ma almeno come amico non poteva essere più attento?
Più pensava a queste cose e più si arrabbiava.
Ah, l’amore rende pazzi e cechi!
Comunque, con un impeto non da poco gli rovesciò addosso tutti questi pensieri (tralasciando la parte dei sentimenti) e solo in un nanosecondo di pausa il moro riuscì a dire qualcosa “Rem, ma tu mi ami?” il biondo impallidì: che lo avesse giudicato male e avesse capito? Che lo stesse prendendo in giro?
Meglio fugare ogni dubbio, comunque : “Ma cosa dici?? Non c’entra niente! E poi siamo due ragazzi! Tu confondi tutto… tu mescoli tutto!” ora era veramente irritato, irritato perché aveva paura e si allontanò scuotendo al vento i suoi capelli dorati.
Sirius, appena ebbe capito le intenzioni del compagno si alzò di scatto e con uno slancio afferrò l’amico, lo buttò per terra e si mise a cavalcioni su di lui.
“Ora mi lasci parlare” disse “primo: tolgo tempo alle nostre conversazioni perché non riesco a stare con te da solo senza rischiare di saltarti addosso. Secondo: cosa me ne frega se siamo due maschi? Io ti amo e non potrebbe importamene di meno. Terzo: non allontanarti MAI quando parli con un Black! Obiezioni?”.
Remus era esterrefatto. Sirius, il suo Sirius, aveva davvero pronunciato quelle parole? Saltargli addosso? Amarlo? Davvero?? Oh, gaudio e letizia, per Merlino, davvero? Bhe, però adesso doveva rispondere, perché di obiezioni ne aveva eccome!
“Bene, giochiamo alle tre cose! Primo: puoi toglierti dal mio stomaco? Sai com’è, ho pranzato da poco e starei ancora digerendo. Secondo: io lascio una conversazione quando mi pare! Terzo: oh, bhe… Sir, davvero mi ami?”
“Ma che sciocco, ti ho mai mentito?” non servivano altre spiegazioni, domande, o qualunque altra stupida catena di futili parole, e con un passione che stupì entrambi Remus si gettò avido sulle labbra del compagno, travolgendolo in un bacio pieno di amore e speranza.