Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Segui la storia  |       
Autore: xgiuls    08/01/2011    7 recensioni
La storia di come l'amore può far cambiare tutto. Maddison non avrebbe mai immaginato che un ragazzo avrebbe potuto stravolgerle la vita in quel modo, eppure successe così. Si ritrovò a vivere, per la prima volta, la sua storia da protagonista.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Addentai qualcosa, pareva un panino, ma forse apparteneva all'era glaciale. Lo lanciai nel vassoio con faccia schifata ed aprii il libro di letteratura, iniziai a leggere: Amore è un fumo levato col fiato dei sospiri; purgato, è fuoco scintillante negli occhi degli amanti; turbato, un mare alimentato dalle loro lacrime. Che altro è esso? Una follia discreta quanto mai, fiele che strangola e dolcezza che sana.

Riconobbi quei versi all'istante, appartenevano alla mia opera preferita. Romeo e Giulietta; diciamo che lo era, parecchio tempo fa, quando credevo ancora nell'amore. 

Prima ero una persona molto diversa, credevo in un sacco di valori. Ora non riuscivo più ad avere fiducia, in niente e in nessuno. Avevo perso me stessa? Forse. L'unica cosa di cui ero sicura era che non stavo bene, nè con me stessa nè con gli altri. 

«Posso?» il ragazzo dai capelli ricci indicò la sedia accanto alla mia «No!» esclamai sgarbatamente, ma non ci badò e si sedette comunque. Sbuffai tenendo gli occhi fissi sul libro «Quell'opera è una vera rottura, non perdere tempo a leggerla.» chiusi il libro di scatto, lo fulminai «A dire il vero è la mia opera preferita.» dissi con un tono di acidità pari a un limone.

Rimase in silenzio, a fissarmi «Si può sapere che vuoi?» domandai sgarbatamente, fece per rispondermi ma qualcuno parlò prima di lui «Lasciala stare Jonas, accetta la sconfitta!» una ragazza dai capelli dorati si sedette accanto a me, mi sorrise «Sei un mito. Da stamattina non si parla d'altro qui a scuola!» le sorrisi a mia volta, emanava solarità e tranquillità, sembrava simpatica.

«Stai scherzando Sanders, vero?» domandò il riccio con aria preoccupata «Affatto Jonas, ti stanno sfottendo tutti.» rispose la ragazza, rise mettendosi una mano sulla bocca. Non potei fare a meno di ridere anche io, quella ragazza aveva una risata molto contagiosa.

Il riccio si alzò e fece spallucce «L'ho solo lasciata vincere, è una ragazza, si chiama galanteria.» la bionda scoppiò a ridere, mi alzai anch'io «Lasciata vincere?! Ti avrei battuto anche ad occhi chiusi riccio!» mi si avvicinò «Basta crederci.» sorrise malizioso alzandomi il mento verso di lui, con due dita. Lo squadrai, avevo già avuto a che fare con ragazzi come lui, questo quanto poteva essere diverso? Un po' di scontrosità, acidità e cattiveria e sarebbe fuggito in un lampo, esattamente come gli altri.

Con uno scatto gli levai la mano dal mio mento, si allontanò di poco e mi guardò dall'alto in basso «Belli quei pantaloni! Starebbero benissimo ai piedi del mio letto.» sbarrai leggermente gli occhi, mi girai verso la bionda «Quelli spaghetti devono essere disgustosi.» indicai il suo vassoio il piatto pieno di pasta.

La ragazza fissò schifata quello che le avevo indicato e annuì «Perfetto.» dissi piano, fu automatico. Presi il piatto e lo affondai sulla faccia del riccio «Spero sia di tuo gradimento anche questo!» rimasi davanti a lui, il quale si limitò solo a sorridere. Si voltò lentamente e prese dal suo vassoio un pezzo di torta ai mirtilli «Non ci provare nean…» non feci in tempo a finire la frase, che mi ritrovai ricoperta di marmellata di mirtilli.

Feci un respiro per calmarmi, restando leggermente con la bocca aperta. Il ragazzo si voltò e fece per andarsene soddisfatto, il mio sguardo finì su quella sottospecie di panino che addentai qualche minuto prima; allungai il braccio e lo presi. Osservai il pezzo di pane, poi mirai il riccio e lo lanciai con forza. Lo colpii dritto in testa.

La mensa scoppiò in una fragorosa risata, solo allora realizzai che tutti, ma proprio tutti, ci stavano osservando. Il mio sguardo ritornò sul ragazzo, il quale si fermò e si girò, con la velocità di un bradipo, a fissarmi. Restammo fermi, l'uno di fronte all'altra. Ma ad un tratto lo vidi prendere qualcosa da un tavolo vicino, cercò di lanciarmelo ma usai un vassoio come scudo. Era guerra. 

Tutta la mensa iniziò a lanciarsi ciò che avrebbe dovuto essere cibo. Io ed il riccio continuavamo a catapultarci cose a vicenda, dovevo ammetterlo, mi stavo quasi divertendo. Tutto d'un tratto qualcuno intervenne e tutti si fermarono, me compresa.

«Chi. ha. iniziato?» la maggior parte delle persone lì dentro indicarono me, sbiancai. La preside venne verso di me «Moore, è stata lei a dare inizio a questa… specie di terza guerra mondiale?» fissai il pavimento per un nano secondo, poi alzai lo sguardo «Sì signora preside.» non avevo paura di prendermi le mie responsabilità, ero sempre stata impulsiva su tutto, non riflettevo, agivo d'istinto. Sbagliavo? Può darsi, ma almeno vivevo «L'aspetto nel mio ufficio tra dieci minuti.» si diresse all'uscita della mensa «Signora preside…» si bloccò «Mi assumo parte della colpa.» il riccio si mise di fianco a me. Mi girai a fissarlo, con gli occhi sbarrati  e a quanto pare, non fui l'unica.

Anche la preside rimase a bocca aperta, come tutti del resto «Molto bene Jonas, voi due… Nel mio ufficio…» «Tra dieci minuti, afferrato.» disse divertito il ragazzo. Lo fulminò, poi se ne andò. La mensa riprese a parlare e a fare ciò che stava facendo prima della "guerra".

Mi girai verso il riccio, ancora sporca dalla testa ai piedi «Sei impazzito? Perché lo hai fatto?!» fece spallucce «Fare cosa?» «Prenderti parte della colpa, dovevi starne fuori!» non capivo, lo avevo umiliato davanti a tutta la scuola e alla sua squadra di pallacanestro, perché? Perché non se ne era rimasto zitto? «Mi andava di farlo, e l'ho fatto! Tu avresti fatto lo stesso…» «Ti sbagli!» era ridicolo, non aveva senso. 

Rimase zitto ed io feci lo stesso, presi l'iniziativa e mi avviai nell'ufficio della preside, lui mi seguì.

«Un mese di punizione. Vi fermerete ogni giorno dopo la scuola a pulire la mensa, tutta. quanta.» incominciò la preside.

"Sta scherzando vero? Non dirà mica sul serio!" pensai tra me e me.

«Lo farete insieme, non voglio assenze di nessun tipo. Sono stata chiara?» continuò.

"Questa sta male! Secondo me si è fumata qualcosa" guardai il riccio, aspettando che dicesse qualcosa ma non disse nulla, così intervenni «Signora preside, credo sia un poooochinooo eccessivo! Lei non crede?» mi squadrò «Signorina Moore, non ritengo opportuno il suo appunto! Non vuole che questa cosa venga scritta sul suo fascicolo, vero? Credo sia già abbastanza pieno.» presi un respiro lunghissimo per non insultarla.

«Signora preside, il mercoledì e il venerdì io avrei gli allenamenti.» fu l'unica cosa che disse il ragazzo, mentre continuava a guardarmi «Vorrà dire che la pulirete dopo gli allenamenti.» sbarrai gli occhi «Cosa?! dovrei aspettare i suoi porci comodi?» «Signorina Moore, questo è quanto!».

Non ci potevo credere, in punizione già al primo giorno, avevo superato ogni mio record. Il riccio si avvicinò «Ci vediamo domani scricciolo.» disse mentre mi pizzicò la guancia. Rimasi senza parole, immobile, in mezzo al corridoio.

-vi prego datemi qualche parere, fatemi capire se vi fa schifo o no ahah xxx

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: xgiuls