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Autore: LiliViolet    09/01/2011    2 recensioni
Una ragazza tormentata dallo stesso sogno,un deserto in piena notte,e poi un bianco abbagliante.Ma un giorno il sogno continua,e diventa un sogno di corvi.
Ci pensai su un attimo “Credo di non essere più completamente in me quando…faccio determinate cose.E’ come se qualcuno agisse al posto mio” presi un respiro “Sta diventando più di quanto io possa sopportare”
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3)
 
Quella notte dormii poco,e pure male.
“Sono indemoniata” pensai tra me e me,e subito la vera consapevolezza di quello che era accaduto il giorno prima mi sopraffece.Iniziai a piangere grosse lacrime,scossa tra le lenzuola da enormi singhiozzi,quasi spasmi.
Cosa dovevo fare?Potevo ferire qualcuno,ucciderlo anche,a seconda di come girava al demone.
Correggo: a seconda di come MI  girava.
Rimasi a piangere sino a quando il cuscino fu intollerabilmente bagnato,poi presi i vestiti per scuola (una maglia viola lunga,un paio di jeans e un cerchietto) e andai in bagno.Entrai difilato in doccia,sperando che l’acqua bollente riuscisse a lavare via tutto dalla mia pelle,possibilmente prima che si fosse riempita totalmente di lunghe piume nere.
Stetti sotto il getto caldo per una buona quantità di tempo,poi mi arrotolai nell’asciugamano,mi vestii e mangiai qualcosa(non prima di inciampare sonoramente nell’ultimo gradino della scala però).
Era sempre vivida la sensazione di avere delle ali radicate nella schiena,sensazione che non mi avrebbe abbandonato mai più.
 
Era particolarmente presto,una mattina fresca in cui è piacevole camminare per strada,e aspettai i miei due amici al solito semaforo.Shan come al solito arrivò giusto qualche istante prima di Kristin,il tempo esatto per dire “Urge parlare”.
Poi cinque minuti dopo,ci ritirammo ognuno nella propria aula.
Ero totalmente assente,non sentii nemmeno il professore di scienze che mi faceva domande e lo ignorai del tutto.Lo consideravo al pari di una mosca,poveretto.
Purtroppo mi assegnò la punizione di aiutare la bidella a pulire le aule,nel pomeriggio.
Bell’affare,pensavo.
Quindi,alla fine delle lezioni,seguii la massa dei miei compagni sino all’atrio,ma anziché uscire fuori mi fermai in bidelleria.
“Vai a riordinare la biblioteca,per favore,una classe ha lasciato il marasma più totale”mi ordinò la bidella,con fare minaccioso.
Salii un paio di rampe di scale,arrivando all’ultimo piano.
Nella mia scuola,l’ultimo piano era un luogo “irraggiungibile” perché vi erano solo quinte,e tutti coloro delle classi inferiori,specialmente le ragazze,si tenevano alla larga per pura soggezione.
Anche se la scuola era vuota,ero un po’ intimorita,e quando varcai la porta della biblioteca mi accorsi con sollievo che era vuota.
La biblioteca era una sala piuttosto grande,divisa in tre spazi principali,separati da alti scaffali stipati di libri;in ognuno di questi spazi c’erano tavoli con sedie e divanetti.
La bidella aveva ragione,nello spazio centrale c’erano più cataste di libri su ogni tavolo,quindi mi armai di pazienza e iniziai a dividere quei libri per categorie.
Finito quel lavoro presi la scaletta e la accostai al primo scaffale,presi una manciata di libri e salii i primi due gradini.
Anche se ero a poca distanza da terra,il fatto di essere su una scaletta traballante mi provocò di nuovo quel senso di vertigini e vidi la biblioteca ruotare furiosamente intorno a me.Non capivo più quale fosse la destra,la sinistra,cosa avessi in mano,e caddi all’indietro finendo sdraiata sul pavimento,rovesciando la scaletta e tutti i libri.
Un piccolo rumore di passi,e ,mentre mi strofinavo la schiena nel punto dove avevo sbattuto, aprii gli occhi e vidi una mano tesa di fronte a me.Alzai gli occhi,e fui come folgorata.
Era stupendo,aveva gli occhi color miele e i capelli di un dorato leggermente più scuro,ma i lineamenti erano così fini e nobili che in un film avrebbe potuto benissimo recitare nella parte di un principe.
“Ti aiuto a rialzarti,aspetta” mi afferrò piano piano e mi rimise in piedi.
Avevo momentaneamente la testa vuota.
“Ti sei fatta male?”mi chiese,e con un po’ di compiaciutezza vidi una seria nota di preoccupazione nei suoi occhi.
“No…almeno credo”risposi senza guardarlo in faccia “Grazie mille,comunque”aggiunsi sempre a testa bassa.
“Figurati”rispose,con un sorriso che mise in mostra distrattamente la dentatura perfetta.”Io sono Nael,piacere,anche se in circostanze un po’ particolari”
Dissimulai una risatina “E io sono Ren”.
Nael si avvicinò alla scaletta,la rimise in piedi e si acicnse a raccogliere tutti i libri.
“Ascolta,magari ti posso dare una mano a riordinare così finisci prima,se vuoi ovviamente”mi chiese.
Non mi ero nemmeno accorta che avevo lo stomaco,la testa e qualsiasi parte del corpo in subbuglio.Borbottai qualcosa che somigliava a un “No,non preoccuparti”.
Fece un sorrisetto.”Ti aiuto,dopo quella caduta non mi fido a lasciarti sola”.
Gli lanciai un’occhiataccia e iniziai a passarli i libri mentre lui,sulla scaletta,li rimetteva a posto.Era strano come si fosse già cretaa una specie di sintonia con quel ragazzo che nemmeno conoscevo,quasi quasi.E notai che aveva anche un qualcosa di remotamente familiare,ma non avevo idea di cosa.
Scendemmo le scale sino all’uscita di scuola,parlando.Mi disse che si era appena trasferito nella mia scuola e che era in classe di Shan.
Più lo guardavo e più era familiare.Usciti dal cancello dell’istituto poi ci salutammo,con la promessa che ci saremmo rivisti.
Per la mia felicità e,di nuovo,subbuglio.
Era ancora una bella giornata,e decisi di allungare passando dal parchetto vicino a casa,dove da piccola peraltro avevo conosciuto Kristin.
Presi un sentierino tra gli abeti,vicino allo spiazzo dove i bambini giocavano rumorosamente.Mi squillò il cellulare e vidi che era Shan a chiamarmi.Mi sedetti sull'erba umidiccia e risposi.
“Shan?” chiesi.
“Finalmente ti trovo Ren,dobbiamo urgentemente parlare di ieri” disse,poi sentii la sua voce farsi più bassa e ansiosa “Cosa ti è successo?Scompari all’improvviso,nel frattempo vedo una battaglia aerea tra creautre alate indefinite intorno a un mezzo-suicida poi ne torni tutta trafelata dopo che finisce tutto.Non mi devi raccontare nulla?”
E ora?
”Senti Shan,non so cosa tu stia pensando ma non sono io quella cosa!E’ assurdo,semplicemente!” Un bambino si era alzato in piedi sullo scivolo.Rischiava di farsi male se fosse caduto.
“Come posso crederti così?Sei in pericolo Ren,anzi,SEI un pericolo,sia per gli altri che per te stessa.”.
Il bambino barcollava,stava perdendo l’equilibrio.Provavo come una voglia repentina di alzarmi,ma mi dovevo controllare.
Non anche il bambino per favore!
“Shan,lascia perdere,sul serio” mormorai,ma non seguivo più la conversazione.
Mi alzai piano piano.L’ultima cosa che sentii fu la voce di Shan dal telefono,ma lo lasciai cadere sull’erba e mi appoggiai all’albero,sofferente.Anche stavolta le ali mi provocarono un dolore inaudito,ma mi ripresi rapida e volai velocemente nello spiazzio dei giochi.Le mamme e i bambini presero a urlare come mi videro.
Che strana sensazione,non ricordavo di aver mai causato ribrezzo nelle altre persone.
Volai vicino al bimbo in bilico,ma non feci in tempo a fare nulla che caddi rovinosamente a terra.Aprendo gli occhi vidi di nuovo quella figura rilucente,con in braccio il bambino,incredibilmente calmo.Lo consegnò alla madre con delicatezza,poi si girò e in meno di un istante mi fu addosso.
Mi scansai e salimmo sempre più in alto,sino a toccare le punte degli alberi.
Non avevo la minima idea di come potessi combattere contro quell’angelo,mi limitavo a scappare girando attorno agli alberi,sotto gli sguardi intimoriti della gente.
Vedevo con piacere che,quando usavo tutta la mia velocità non riusciva a raggiungermi,ma in attimo di distrazione mi fu addosso.Mi schiaccio la mano sulla schiena e partii contro la terra schiantandomi sulla polvere.
Buio oltre le palpebre,poi una forte luce.L’angelo si stava avvicinando.
Avevo una paura matta di quell’angelo così affascinante ma,allo stesso tempo,immensamente potente.
Socchiusi gli occhi e rividi per un attimo il suo volto,atteggiato in una smorfia di puro odio.Strana sensazione quella di essere guardati così.
Poi all’improvviso una grande ombra coprì tutto,e vidi solo piume nere e bianche,mentre forti grida echeggiavano.
Mi spostai piano piano verso una fontanella,non avevo la forza di volare,e mi accinsi a bagnarmi dove,cadendo a terra,mi ero raschiata e sanguinavo copiosamente.
Rimasi interdetta:al mio posto c’era una figura di una bellezza sconvolgente,i capelli,di solito un corto caschetto nero,erano lunghissimi e vorticavano intorno al mio corpo,e i miei occhi,che normalmente erano di un grigio trasparente un po’ inquietante,non avevano più una minima parte di bianco,erano del tutto neri come la pece con qualche riflesso sanguigno qua e là.
Mi accasciai contro la fontanella in uno stato di semi-incoscienza,immobilitata a muovermi,con la mente piena di quel riflesso.
Occhi demoniaci,ecco cosa erano.E stavolta volevo ferire un bambino.
Tremavo violentemente,mi facevo orrore da sola.
Poi,prima che tutto si facesse nero e i rumori cessassero,sentii due paia di braccia che mi afferravano e mi portavano via,in volo.
 
  
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