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Autore: Shark Attack    09/01/2011    10 recensioni
Naruto si alzò in piedi ed afferrò con due dita il sigillo cartaceo che chiudeva le sbarre ed iniziò a staccarlo, lentamente, mentre sentiva le forze fluire via e dispersi sul pavimento della sua mente.
Coraggio... non te ne pentirai, te l'assicuro...
Non sarebbe più comparso suo padre per fermarlo, lo sapeva bene... ma non riusciva a non sperare di vedere il suo volto ancora una volta, in quel gesto estremo e disperato.
«Naruto! Non farlo, NO!»
Ma ormai sentiva freddo. Tanto freddo, fin nelle ossa, fin nel cervello.
«Fermati, fermati! Yamato, fai qualcosa!»
Hai quasi finito, bravo, continua...
Con un lievissimo “tic” il sigillo fu completamente rimosso.
ULTIMO CAPITOLO!!
Genere: Azione, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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COME IL FUOCO, IL SANGUE E L'AMORE






«Oggi ci alleneremo qui».
Gai incrociò le braccia ed alzò gli occhi al cielo, scrutandone i nuvoloni neri che avanzavano minacciosi. «Probabilmente verrà a piovere...»
«Non importa, dobbiamo portare a termine l'esercitazione a tutti i costi».
Yamato si sedette a terra e posizionò le mani tendendole in avanti come faceva ad ogni allenamento di Naruto. Sakura prese posto ad una decina di metri da lui, con lo sguardo fisso al terreno.
«Coraggio, non durerà per sempre», tentò di consolarla il compagno di squadra, appoggiandole una mano sulla spalla.
«Un giorno riuscirò a controllarlo».
«Esatto, pensa positivo!»
«Sì, ma tu ci hai messo anni, hai avuto bisogno della costante presenza dell'eremita e ancora adesso non sei in grado di dominare perfettamente la volpe!», gli occhi rossastri della ragazza s'inumidirono, «Come posso riuscirci io, che non ho mai avuto a che fare con così tanto chackra, io!, in così poco tempo... Naruto, è impossibile!»
Il biondino l'afferrò per le spalle e la scrollò. «Non dire mai una cosa simile! Credi in te, sei la ragazza più forte che io abbia mai conosciuto, ce la farai! Ne sono sicuro!»
«Ma...»
«E poi ci siamo noi, qui con te, il maestro Gai e Yamato sanno perfettamente come controllare Kyubi! E... beh, anche io, ora che...»
Sakura tirò su con il naso e si asciugò quelle frettolose lacrime con il dorso della mano. Fece cenno al capitano Yamato di iniziare l'allenamento e Naruto si portò ad una distanza di sicurezza.
«Bene, cominciamo», il sensei la raggiunse rapidamente, «L'allenamento di oggi è davvero importante per vedere se riuscirai a controllare la volpe a sufficienza».
Sakura si guardò attorno: il terreno era desolato, uno sterminato campo di radura incontaminata e boscaglia, intervallati ogni tanto da qualche masso disperso. Sentì una certa affinità tra il paesaggio e il suo stato d'animo e se ne rallegrò amaramente.
Si sarebbe portata ancora una volta allo stremo delle sue forze normali, per aiutarla a percepire la differenza tra i suoi nuovi tipi di chackra e ad usarli in maniera differente, cercando di non attingere subito alle scorte che il Kyubi le aveva conferito a tradimento nel tentativo di “traslocare” dal corpo di Naruto, approfittando della sua apertura del sigillo.
Si passò istintivamente la mano sull'addome, dove una spirale fiammeggiante, simile a quella sull'addome di Naruto, troneggiava spudoratamente.
«Non ha potuto fare altro», la voce di Gai la fece sussultare, cogliendola di sorpresa come una risposta ai suoi pensieri, «Se Kakashi non avesse creato il sigillo...»
«Il Demone sarebbe riuscito a fuggire. Lo capisco.»
«Benissimo. Allora...», spostò il peso da un piede all'altro, indeciso, «...cominciamo?»
La rosa annuì con fermezza ed iniziò a correre attorno al maestro, sempre più rapidamente, nel duplice tentativo di confonderlo e stancarsi.
«Coraggio, mostrami un po' di tecniche!»
Afferrò i kunai ed iniziò a colpirlo ripetutamente, fino all'esaurimento del suo piccolo arsenale. «Tutto qui? Non sei abbastanza sudata, impegnati di più!»
Ha ragione, Sakura, tutto qui?
La ragazza per poco non inciampò nei suoi stessi piedi, colta di sorpresa dalla voce del Demone nella sua mente.
So che puoi fare di meglio, ti ho vista...
«Smettila, stai zitto!!»
«Sakura?», Gai la raggiunse in un istante, fermando il suo moto confuso.
«Zitto, zitto, zitto!», urlava.
«Tranquilla, non è nulla!»
Accettami, accetta la mia presenza e non badare troppo a me... sarà meglio per entrambi.
Tirò un pugno al terreno, poi un altro, e un altro ancora. Avrebbe voluto spaccare tutto ciò che si trovava davanti, pur di distrarsi e di non sentire ancora il ghigno divertito di Kyubi. Si avvicinò arrancando ad un masso e vi riversò tutta la sua furia, rendendolo, nel giro di un paio di minuti, un ammasso di sassolini non più grandi di un occhio.
Ansimava pesantemente, Sakura, sotto lo sguardo preoccupato del suo compagno di squadra e sotto quello comprensivo del maestro.
Li squadrò minacciosa. «E non provate... non osate... non ditemi che è normale e che mi ci abituerò».
Fece scorrere gli occhi, ancor più infuocati del solito da quell'innaturale foga, sui volti dei presenti, facendoli rabbrividire.
«Io non... cederò mai, non...»
La vista le si appannò, le gambe cedettero e in un istante fu a contatto con il suolo umido, incapace di percepire nient'altro che il suo respiro affannato.
E quel ghigno.

Le curarono le mani ferite in infermeria, dove la misero a riposo per il resto della giornata. Le dissero di dormire, riprendere le forze, che il giorno dopo si sarebbero allenati ancora. Ma non riuscì a chiudere gli occhi nemmeno per un istante.
Non voleva.
Se avesse chiuso le palpebre lo avrebbe rivisto.
Avrebbe rivisto il demone che l'aspettava in catene, con i canini bene in mostra, pronto a cercare di persuaderla, di convincerla ancora una volta a liberarlo dal sigillo.
«Posso?»
Ma non avrebbe mai ceduto.
«Sakura, dovresti riposare...»
«Tu come fai a sopportarlo?»
«Eh?»
La ragazza si tirò su dal letto e si mise a sedere, fissando con decisione il viso di Naruto, seduto ai suoi piedi.
«Come fai a sopportare che ci sia un demone simile dentro di te?»
Il biondino ridacchiò, imbarazzato. «Non ci ho mai pensato seriamente. Credo... di averlo accettato e basta, ecco!»
Sakura lo guardò scettica.
«Cioè... io ci sono nato. Non è stata una vera intrusione per me, vedi, anche se non lo sapevo lui era sempre stato dentro di me e quindi...»
«Ti prego, non dirmi che è parte di te!»
Naruto sospirò e sorrise sornione al suo volto scandalizzato. «Non ci crederai, ma da quando la sua presenza si è dimezzata, mi sento diverso. Più... non so, forse più vuoto. Non che fossimo amici o che avessimo fatto molte chiacchierate assieme, anche a me ha sempre chiesto di liberarlo... ma ora la sua presenza è molto ridotta e mi fa sentire diverso!»
«Anche io mi sento diversa, ma per me è solamente orribile», replicò Sakura funerea, «Non mi sento più io, ho troppo chackra e mi sembra di aver perso la mia privacy, con una presenza costante dentro di me...»
Il ragazzo le si avvicinò, le scostò una ciocca di capelli dal viso e le prese le mani. Sorrise nel vedere che le sue dita non si ritraevano come avevano sempre fatto. «Ricordalo bene, Sakura: tu sei sempre tu. Poco importa cosa ti dica o come ti senti. Tu rimani te stessa, e questo Kyubi non lo potrà mai cambiare».
La ragazza alzò il viso e finalmente le due paia di occhi rossi si incrociarono lentamente, con dolcezza.

«Ehi, fronte spaziosa! Sakura, ehi! Fermati un attimo!»
«Uh? Ah, ciao Ino...»
La bionda le puntò il dito in mezzo alla fronte con fare accusatorio. «Si può sapere che fine hai fatto, ragazza? Da un po' di settimane sei sparita dalla circolazione! Dovevamo fare shopping, ricordi?»
Sakura sorrise amaramente. Shopping. Già.
«Scusami, ho avuto degli impicci e...»
«E perché porti gli occhiali da sole? Oggi è nuvolo, non vedi?»
«Oh, è vero, non me n'ero accor...»
«Ti stanno troppo male, devi toglierli subito!»
«No, Ino, ferma, che fai!»
Gli occhiali sfuggirono dalle dita della Yamanaka e scivolarono a terra, raggiungendola quasi senza far rumore, in quel pesante silenzio che si era appena creato tra le due amiche. «Ma...i tuoi... occhi, cosa... »
Sakura raccolse gli occhiali da sole e se li rimise rapidamente sul naso. «È una lunga storia», sussurrò, un istante prima di sparire tra la folla del viale che conduceva all'enorme palazzo rosso.

Naruto si appoggiò al muro del corridoio, sospirando grave. Alzò gli occhi al soffitto e si chiese come mai ci fossero così poche luci in un luogo importante come quello. Iniziò a battere ritmicamente la nuca contro la parete, nel tentativo di ingannare l'attesa.
“Dovresti lasciarla in pace.”
Non sai cos'è meglio fare, poppante.
“So cos'è meglio per Sakura, e tu non lo sei.”
È una donna, Naruto, sono fatte così. Tua madre era così ed anche la moglie del primo Hokage. Non fartene una malattia.
“La stai distruggendo.”
È lei ad essere più debole di quel che pensi.
“Immagino che la cosa non ti dispiaccia più di tanto, vero?”
Eheheh...
«Naruto?»
Il ninja si risvegliò improvvisamente, non appena la voce di Shizune colpì le sue orecchie e notò il suo viso entratogli nel campo visivo.
«Vieni, ti sta aspettando».
Si staccò dalla parete e sistemò la felpa, richiudendola con una rapida salita della zip.
Scompigliò i capelli e chiuse la porta che la donna gli stava cortesemente tenendo aperta.
I codini biondi pendevano delicati ai lati del viso tirato e stanco, appoggiandosi come sempre sul grande seno. L'infinita e perenne pila di rotoli di missioni e documenti vari la sommergevano dandole un'aria incredibilmente fragile e imprigionata ma, nonostante quella cornice, Tsunade riusciva a mantenere la sua apparenza splendida ed incantata, persa nel suo mondo ma allo stesso tempo presente ed attiva nella realtà.
“Peccato per l'età”.
«Ne è passato dal nostro ultimo incontro, eh, Naruto?»
«Abbastanza, in effetti».
«Ti vedo più stanco del solito... non ti starai di nuovo allenando allo sfinimento, vero?», domandò preoccupata.
Ridacchiò, in visibile imbarazzo. «No, nonna, sono solamente preoccupato...»
«Per Sakura?», lo precedette lei, guardandolo di sottecchi mentre si sdraiava sullo schienale della poltrona.
Naruto annuì mesto. «Ha alcune difficoltà con Kyubi, diciamo che... non lo sopporta, ecco».
«Capisco. Beh, speriamo che col tempo migliorino, dal momento che non possiamo far nulla di concreto per sistemare la situazione dall'esterno. Ma non è per questo che ti ho chiamato».
«Uh? Per cosa, allora, una missione?»
«Diciamo... diciamo che è un favore».
«Cosa devo fare?»
«No, no!», Tsunade sorrise ed alzò le mani per frenare le intenzioni del ragazzo, «Non devi fare nulla, sono io che ti devo un favore. Per tutto ciò che hai fatto per il villaggio».
Naruto si guardò attorno, spiazzato. Non era mai entrato in quell'ufficio senza che gli venisse richiesto qualcosa, o che gli venisse affidata una missione di qualsiasi genere. «Non capisco», ammise.
L'Hokage ruotò la poltrona dandogli le spalle. «Si tratta di Sasuke», pronunciò infine, lo sguardo perso lontano, oltre i confini di Konoha.
I polmoni del biondino dimenticarono la loro funzione.
«Un nostro informatore ha scoperto dove si trova ora», proseguì l'altra, «E quali sono le sue intenzioni».
Dopo aver gettato una simile bomba, Tsunade controllò la reazione del ninja con la coda dell'occhio e si stupì dell'impassibilità che ostentava il suo viso. Notò però i polsi tremanti e i pugni stretti con tutta la forza che possedeva.
Tornò a guardarlo direttamente, appoggiò i gomiti sul tavolo ed incrociò le dita. «Ci sei?»
«Quali sono... le sue intenzioni?»
«Siediti, è meglio».

Shizune aveva sperato per tutto il tempo che lei non sarebbe mai arrivata. Madamigella Tsunade le aveva ordinato di sorvegliare il suo ufficio per tutta la durata del colloquio, impedendo a chiunque di avvicinarsi, anche a costo di combatterci seriamente.
Per questo aveva squittito dalla sorpresa, quando aveva visto l'inconfondibile chioma rosa avvicinarsi sempre di più lungo le rampe di scale.
Alzò una mano con fare imperativo. «Non puoi passare, mi dispiace».
«Devo parlare con l'Hokage!», soffiò la ragazza senza fiato per la corsa, «Forse ho scoperto un...»
«Aspetterà, qualunque cosa sia. Ora non può riceverti».
Sakura batté un piede a terra, stizzita. «Shizune, per favore, è importante!»
«Lo è sicuramente di più il colloquio che sta avendo ora, mi spiace».

Tsunade puntò i piedi e spostò indietro la sedia, in modo da potersi chinare meglio sulla scrivania. Scrutò il volto del biondino che aveva preso una sedia e si era posizionato di fronte alla sua scrivania, era impassibile.
«Allora?», la incalzò lui.
L'Hokage inspirò profondamente. «Il suo obbiettivo è il villaggio», disse in attesa di trovare parole migliori.
«Nel senso che ha preso di mira qualcuno e che...»
«Nel senso che vuole distruggere Konoha, Naruto».
Un macigno di dieci tonnellate precipitò addosso al ninja, lacerandogli qualcosa nel petto. Non riuscì a respirare per qualche secondo, in preda ad un black out quasi totale del suo corpo. Due semplici parole potevano avere un simile effetto? Distruggere Konoha. In altri contesti sarebbero state molto più leggere, ma in quel momento, con Sasuke come soggetto...
Naruto batté le palpebre più e più volte, mentre deglutendo cercava di trovare un briciolo di forze per reagire. «Ne è sicura?»
«Questo è ciò che ci è stato riferito...»
«E...», si inumidì le labbra e lasciò vagare lo sguardo nella stanza, come per prendere ispirazione, «E lei cosa vuole...»
Tsunade si alzò in piedi, aggirò la scrivania e si inginocchiò accanto a Naruto, rimanendo in equilibrio per arrivare alla sua altezza. «Vorrei che tu facessi da intermediario per noi. Per il villaggio. Ne ho già parlato anche con gli altri anziani, secondo loro Sasuke è una minaccia da eliminare subito ma io non ci credo».
«Non lo crede?», sussurrò.
«No. Io non credo che Sasuke arriverebbe davvero al punto di distruggere il villaggio, in fondo è casa sua, per quanto possa valere questo termine. Però non lo darei mai per scontato e, prima di muovere i nostri ninja contro di lui per fermarlo, vorrei che ci parlassi tu. Che lo convincessi, che lo... non so, qualunque cosa che lo faccia tornare in sé, capisci?»
«Ma... nonna, io ci ho già provato mille volte, in questi anni, non mi ha mai ascoltato!», rispose esasperato, «Perché ora dovrebbe essere diverso?»
Tsunade prese il viso di Naruto e lo sollevò quanto bastava perché lo potesse guardare negli occhi, e convincere. E rassicurare. «Ti prego, Naruto. Fallo per noi. Fallo... per lui».
Il ragazzo prese fiato ed aprì la bocca, pronto a rispondere, ma un trambusto improvviso lo distrasse, la porta venne aperta fra le urla di Shizune e Sakura precipitò nella stanza, spettinata ed affannata, inseguita dal maialino da guardia.
«Oh, Madamigella!», squittì nervosa ed imbarazzata, «Mi scusi per l'intrusione, ma... Naruto? Che ci fai tu qui?»
L'Hokage si alzò in piedi ed appoggiò entrambe le mani sui fianchi, mentre sul viso le si dipingeva un'espressione tipicamente austera. «Shizune, non ti avevo detto di non far entrare nessuno?»
La ragazza scavalcò Sakura e si inchinò più volte in segno di scuse. «Mi perdoni, signorina, mi scusi, non sono riuscita a fermarla, mi ha travolta!»
Tsunade osservò di sottecchi la rosa mentre si alzava e ricomponeva mormorando a sua volta mille scuse per una simile entrata. «E tu che hai da dirmi, di così importante?»
«Credo di aver trovato un modo per bloccare il Nove Code!»
«Bene, testalo con Yamato e Gai», la liquidò, «Naruto, posso sperare in un sì?»
Il biondino si alzò in piedi e annuì convinto. «Assolutamente, nonna. Puoi contare su di me!»

«A cosa vi stavate riferendo oggi?»
Si girò nel letto e, puntellandosi con i gomiti, si alzò quel tanto che bastava per poterlo vedere tra le lenzuola, dall'altro lato della stanza.
«Sakura... sono cose che riguardano solo me e la nonnina, non ti impicciare!», la ammonì divertito, più che altro perché era una delle prime volte in cui poteva essere lui a farle la predica, «Hai già fatto abbastanza danni oggi, non credi?»
La ragazza arrossì violentemente e mise il broncio. «Credevo che le sarebbe importato di più della mia scoperta...», mugugnò.
Naruto sbuffò stancamente e si raggomitolò nelle coperte, dandole le spalle.
«E...»
Sorrise. Quando Sakura voleva sapere una cosa, diventava impossibile fermarla.
«Per cosa le hai dato il tuo consenso?»
«Beh...», deglutì e si grattò la testa. Avrebbe dovuto parlare anche con lei delle intenzioni di Sasuke e sul suo compito? «Non sono affari tuoi», decise infine.
La rosa imprecò imbufalita e si girò ancora per dargli le spalle.
Il silenzio piombò nuovamente nell'appartamento Uzumaki, rotto solamente dai pensieri e dai dubbi sul da farsi che torturavano il suo proprietario.

«Ah, Naruto! Quasi dimenticavo di dirti... anche se non te lo meriti... da domani il maestro Kakashi non sarà più sotto osservazione e potrà ricevere visite!»




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Woooooow! *-* Ma a quanta gente è piaciuto il primo capitolo!!
Speravo proprio che riuscisse bene... beh, lietissima di esserci riuscita! ^^
Questo è un capitolo-premessa a ciò che verrà nei prossimi tre, ovvero la premessa dell'arrivo di Sasuke-kun... Poteva forse tardare? Nein! Ecco perché l'abbiam tirato in ballo!
Ah, se vi state chiedendo “ma che è successo a Kakashi-sensei”... beh, dopo aver fatto il sigillo su Sakura, è finito (tanto per cambiare) in ospedale! XD No, non è morto come forse avrete pensato all'inizio... in fondo era metà Demone da sigillare, no? Quindi metà sofferenza (mi permetto di inventare questa conseguenza del justu ^^”).
Allora alla prossima, lettori/seguitori/recensori! :P
Ciao!
Shark
   
 
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