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Autore: _morph_    14/01/2011    2 recensioni
sono passati cinque anni da quando Pierre e Chocola stanno insieme, ma qualcosa non va per il verso giusto. qualcosa si insinua nel loro rapporto, in particolar modo, nella vita di Chocola.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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primi sintomi di un amore difficile

primi sintomi di un amore difficile

 

quando mi riaccompagnò a casa, vidi Vanilla, Houx e Saul che mi aspettavano preoccupati. inventammo che, a causa del brutto tempo, avevamo preferito restare a casa di Pierre. quando se ne andò mi salutò come suo solito baciandomi una guancia. presi poi Vanilla e la portai in camera, volevo raccontarle tutto, ero felice. quando entrammo ci sedemmo entrambe ai piedi del letto.

-che mi volevi dire?- feci il mio sorriso migliore

-ieri siamo stati su extramondo- sorrise anche lei

-davvero? e siete stati da mia madre? com'era la città?- era più disinvolta quando si parlava di quell'argomento

-non siamo stati in città- mi guardò incuriosita -mi ha portato su uno dei monti rocciosi-

-a far che?-

-mi ha portato in un castello, era fantastico, anche se faceva freddissimo-

-avete passato lì la notte?-

-sì, l'idea era di rimanere fino al pomeriggio, ma volevo restare anche a dormire- mi guardò affascinata

-deve essere stato bello- osservò

fissai per un istante il vuoto -sì, è stato fantastico...- sussurrai ripensando alla notte trascorsa con Pierre

-che ti prende?- mi chiese notando la mia espressione inebedita

feci un ampio sorriso -niente...- quello che era successo sarebbe rimasta una cosa solo mia. mia e basta.

per il resto della serata dovetti inventare mille scuse riguardanti il giorno prima. notai che Robin mi guardava con uno sguardo poco convinto. arrossii impaurita che scoprisse ciò che era successo con Pierre. era un tipo permissivo quando si parlava di certe cose, mi preoccupava di più che scoprisse che eravamo stati sui monti rocciosi. quando tutti se ne andarono mi tornò a guardare

-che è successo veramente tra te e Pierre?- arrossii, ma ero decisa a non fargli scoprire nulla, era pur sempre la mia vita privata. incrociai le braccia infastidita voltandomi

-niente di niente-

si avvicinò a me, che ero seduta. fece per andarsene, ma si fermò, quando mi fù di fianco, mi mise una mano sulla testa -spero che tu sappia ciò che hai fatto e che non te ne penta. non voglio sinceramente sapere dove siete stati- come faceva a saperlo?! ancora non ne ero perfettamente consapevole io, come faceva a saperlo lui?! sbuffai indispettita, per poi andare a letto. sotto le coperte desiderai che Pierre mi fosse accanto, che mi stringesse forte, che mi baciasse... mi addormentai dopo diverse ore, che spesi a pensare a tutto ciò che mi era intorno, a ciò che avevo visto, e a quello che mi aspettava quando sarei diventata regina, una volta compiuti i diciassette anni. quella notte non feci l'incubo fatto nel castello, ne fui felice, non avrei sopportato di riaddormentarmi da sola.

il giorno dopo, a scuola, avevo la testa altrove, non che le altre volte ascoltassi la lezione, ma ero completamente assente, ignoravo le mie compagne che bisbigliavano mentre il professore spiegava, ignoravo Vanilla. tutto ciò che mi circondava era scomparso. continuavo a dondolare incessantemente una penna tra il pollice e l'indice fissando il banco, ero stranamente nervosa. finite le lezioni non mi accorsi neanche del tempo che era passato. uscendo vidi il solito gruppo di ragazze. non so cosa scaturì la mia rabbia, ma qualcosa mi bruciava dentro, mi avvicinai infastidita con un passo pesante. quando Pierre mi vide, mi venne incontro. mi circondò la schiena con un braccio sorridendomi gentilmente. ci allontanammo, non riuscivo a capire perchè fosse venuto, non lo faceva quasi mai. perchè proprio quel giorno? cos'è che non andava?! la sua visita, la presenza di quelle tizie, che mi ostinavo a non voler conoscere, mi irritavano

-perchè sei venuto?!- chiesi brusca. mi guardò, sorpreso dalle mie parole

-hai passato una brutta giornata?!- chiese infastidito

-no...- aspettai qualche secondo, in cui abbassai lo sguardo -odio quelle ragazze- sussurrai senza guardarlo, avevo paura della sua espressione

-questo da quando?-

-da sempre-

-non ci credo, non ti ha mai dato fastidio la loro presenza. che ti è preso?- sentii la rabbia montarmi dentro

-tu che ne vuoi sapere?! non te ne è mai importato niente di quello che penso, ti basta avere l'attenzione di quelle illuse!- sbottai infuriata, mi resi conto che stavo urlando solo quando notai che tutti mi stavano guardando. Pierre mi prese per mano. quando fummo davanti a Vanilla parlò

-ti dispiace se oggi la porto con me?- chiese calmo

-no... tranquillo- rispose timidamente. chinai la testa dispiaciuta per quello che gli avevo detto, non so da dove mi uscirono quelle parole che neanche pensavo. ci dirigemmo in silenzio verso il centro della città, dove ci fermammo in un bar. seduti non facevo altro che fissare la tazza di cioccolata calda che avevo ordinato. lo sentivo che mi guardava incessantemente. le mie guance erano rosse, ne ero certa.

-allora? non dici niente?- mi chiese serio, le guance si infiammarono ancora di più. non sapevo cosa dirgli, il mio orgoglio era più forte della sua rabbia, preferii tacere -posso sapere che ti è preso?- continuai a non rispondere. lo sentii che mi prese le mani tra le sue -le pensavi le cose che mi hai detto?- mi chiese gentilmente

-no...- risposi con una voce flebile che tradiva l'emozione

-e allora che avevi?- continuò serio, con una voce ferma

-è che... di solito mi vieni a prendere solo di sabato e, non ero preparata a vederti con quelle ragazze... mi sono arrabbiata quando le ho viste che facevano le civette con te, tu... sei il mio ragazzo, non voglio che qualcun altra ti stia così vicina- mi giustificai. sentii la sua mano sfiorarmi i capelli

-lo sai che io non voglio nessun altra apparte te- mi ricordò una di quelle stupide frasi da film romantico, storsi il naso poco convinta -non ci credi?-

-con una qualsiasi di quelle ragazze fareste una splendida coppia- osseravai brontolando, non riuscivo a concepire che cos'era a irritarmi tanto

-quando ti dai una calmata fatti vedere- sentii la sua voce arrabbiata, spalancai gli occhi. non volevo che se ne andasse, le mie risposte non volevo lo facessero arrabbiare tanto da andarsene. prima di alzarsi notò la mia espressione turbata -non voglio che pensi che io preferisco quelle ragazze a te. sai bene che non è così, loro sono umane, e non possono darmi tutto ciò che mi dai tu-

-lo so... mi ha dato solo fastidio vederle fare così con te. è come se lo facesse un altro ragazzo con me... non ti darebbe fastidio?!-

-cerca di controllarti la prossima volta...-

sorrisi divertita -però non mi hai risposto- si alzò infastidito per poi prendermi per mano, quando uscimmo dal bar tornò a guardarmi

-non permetterò mai a nessun altro di avvicinarsi a te-

-non vale!- mi lamentai incrociando le braccia. mi cinse i fianchi

-sì, invece- mi accompagnò a casa, entrati andammo nella mia camera. lui si sedette su una poltrona all'angolo della stanza -vieni- mi fece cenno di avvicinarmi, mi prese tra le sue braccia -hai preso dei cristalli oggi?-

feci comparire dal mio ciondolo un cuore rosa e due arancioni -guarda che bello questo- accarezzai con l'indice il cristallo rosa

-già...- li prese e li rimise nel ciondolo. -hai raccontato a Vanilla ciò che è successo sul monte roccioso?- lo guardai stupita

-dipende dai punti di vista-

-il che vuol dire...?- gli sorrisi

-le ho raccontato del castello, ma non di quello che è successo tra di noi- feci una pausa -ma Robin l'ha capito, non so come ha fatto!-

-tipico... tu non sai mentire!- che impertinente, io sapevo mentire benissimo

-non è vero! ero credibilissima-

-scommetto che ci osserva da un po', e alla prima ti sei fatta scoprire-

-tanto non mi importa, è la mia vita privata!-

-la nostra- mi corresse. appoggiai il viso nell'incavo del suo collo. sentimmo entrambi la porta aprirsi. c'era Saul sulla soglia

-resti qui a cena?- chiese con la sua solita energia, mi sorprendeva come trattasse con tanta gentilezza Pierre, fin dal primo istante era stato così con lui. lo guardai, lui ricambiò

-va bene- rispose in un tono neutrale. quando Saul uscì, lo baciai dolcemente, lo sentii discostarsi dopo qualche istante. la cosa non mi piaceva affatto. lo guardai con le sopracciglia aggrottate -non siamo più nel castello, dobbiamo darci una calmata- rimasi impassibile

-che esagerato. solo per qualche bacio...-

-io te lo dicevo solo- ripresi a baciarlo con più delicatezza, lo sentii rispondere. si discostò nuovamente -perchè non hai raccontato a Vanilla quello che è successo?- vidi il suo sguardo azzurro fissarmi incuriosito. non risposi. infondo era la mia migliore amica, era logico che glielo raccontassi, eppure non lo volevo fare -non è che ti vergogni di dirgli che non sei più vergine?- lo colpii con una mano. odiavo il suo modo di dirmi le cose in maniera così diretta, non lo sopportavo. mi bloccò i pugni -rispondimi-

-non glielo volevo dire e basta!- mi strinse nuovamente a se

-posso farti delle domande?-

-tipo?-

-ti ho fatto male quando lo abbiamo fatto la prima volta?- rimasi sorpresa

-un...un po', all'inizio-

-e la seconda?-

-no...- risposi sinceramente

-hai voluto farlo perchè ti sentivi pronta o per far felice me?-

-perchè mi sono sentita pronta- lo vidi fare un sorriso sarcastico

-sì, certo...- mi stizzì quella sua frase, non avrei di certo avuto un rapporto con lui se non mi fossi sentita pronta

-come sarebbe a dire?!- dicendo quelle parole mi alzai

-voglio dire che era da tempo che volevo farlo con te, ci siamo baciati più volte. ma bastava che ti sfiorassi il collo che ti cominciavi ad agitare. non credo che di punto in bianco ti sei sentita pronta- adesso cominciava davvero a farmi arrabbiare

-credi davvero che abbia fatto sesso con te solo per farti contento?!-

-credo... non lo so. nel castello questo pensiero non mi è nemmeno sfiorato, ti conosco, so che non lo avresti fatto se non te la fossi sentita. ma è da quando siamo tornati che questa idea mi tormenta- non mi ero calmata, anzi, ero molto lontana dal farlo. il suo tono era deciso, fermo.

-è questo il punto, tu dovresti conoscermi!-

-ti conosco infatti, ma ho paura che tu abbia commesso qualche sciocchezza, sei così... imprevedibile, non riesto mai a decifrare quello che fai- abbassai il capo sconfitta, di nuovo il senso di impotenza, la consapevolezza di essere, ai suoi occhi, una bambina, mi colpì. sentii qualche lacrima solcarmi il viso, non riuscivo a capire perchè si comportasse in modo così protettivo nei miei confronti. i ragazzi delle mie compagne di classe non lo facevano. non volevo un padre come fidanzato. se solo avessi compreso il motivo del suo modo di agire, allora lo avrei accettato. lo sentii posarmi una mano sulla guancia ma mi discostai prontamente

-perchè fai così?!- gli chiesi senza guardarlo

-così come?-

-perchè mi tratti così? perchè non fai come tutti i fidanzati e non mi lasci agire come voglio?- cercavo di oppormi alle lacrime con tutta me stessa

-perchè dovrei fare come tutti quegli idioti che permettono alle loro ragazze di commetere sciocchezze?!-

-perchè sono io a chiedertelo! non voglio che mi tratti come se fossi il mio tutore-

-ma io non voglio trattarti così, non voglio che soffri. preferisco aspettare che tu sia pronta piuttosto che farti sentire costretta. so che ti senti colpevole poichè ho diciannove anni, ma ce la faccio ad aspettare- mi sentii sollevata, si avvicinò cauto a me prendendomi il viso tra le mani -tu per me sei più importante del sesso, più importante di tutte quelle ragazze- mi fece alzare sulle punte baciandomi con trasporto. mi srinsi a lui, al mio mondo, felice di quelle risposte.

-forse... dovrei raccontare a Vanilla ciò che è successo...- sussurrai con aria colpevole

-non devi se non vuoi, ma è la tua migliore amica, lei è importante per te, forse ti sentiresti meglio dicendoglielo- mi abbracciò dandomi un bacio sui capelli.le sue grandi mani e braccia mi avvolgevano, era una sensazione bellissima

-è che... non so cosa ne potrebbe pensare, lei è così introversa quando si tratta di queste cose...- feci una pausa - e poi, mi vergogno a raccontargli ciò che abbiamo fatto- borbottai con il viso affondato nel suo petto

-non abbiamo fatto niente di strano- rispose divertito

-Pierre...- lo richiamai in un sussurro

-dimmi-

mi morsi il labbro -io ho voluto farlo con te perchè sentivo che era quello il momento giusto, non me ne sono pentita. te lo giuro- 

-bene, ne sono felice-

 

 

 

 

commenti dell'autore:

questo capitolo è stato creato per risolvere dubbi generali. volevo far capire che la storia, sì è incentrata su Pierre e Chocola, ma gli altri personaggi ci sono ancora. quando ho scritto "Robin è piuttosto permissivo su queste cose" è perchè io ho visto sia l'anime che letto il manga, il carattere dei personaggi  è sempre lo stesso e, nel manga, Robin è un pervertito, nonostante sia innamorato, per questo l'ho scritto, me lo sono sempre immaginato più permissivo su certe cose che su altre. la storia è presa dall'anime (sia chiaro)

bacio Marmelade

   
 
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