1 aprile 1999
Oggi è il mio compleanno.
Il nostro compleanno.
Il primo senza di lui.
 
Ho detto a mamma di non preparare nulla, la malinconia sarebbe troppa.
 
Quando è successo, prima ancora di vederlo l’ho sentito.
Una parte di me non c’era più.
La luce verde lo ha colpito, ma io non l’ho visto subito.
Non ero lì.
Ma dentro di me una sensazione vuota è cresciuta sempre di più, finché la consapevolezza è arrivata.
Mio fratello era morto.
Semplicemente non c’era più, spazzato via da un semplice pezzo di legno.
Sono bastate due parole.
 
Mamma è silenziosa.
Non parla da alcuni giorni, evita qualunque tipo di contatto.
Tutti noi oggi non abbiamo aperto bocca.
La tristezza e la malinconia hanno steso le loro braccia sulla Tana.
Ma in me pervade anche la rabbia.
La rabbia per non essere stato lì quando è successo, la rabbia per non essere morto io al posto suo.
Ora è troppo tardi.
 
Oggi è venuta Angelina.
Ha bussato piano alla porta, sono andato ad aprirle.
Sorrideva in silenzio. Un sorriso triste, un sorriso che vuole incoraggiare ma non ne ha la forza.
Mi ha teso un pacco.
Dentro, una torta, probabilmente fatta da sua madre.
Mi ha accarezzato la guancia, piano.
Sul viso, una lacrima è andata a solcare quel viso perfetto.
 
                                                                                              George