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Autore: winry8827    17/01/2011    9 recensioni
Piccola one-shot che racconta di una bambina e di come una tigre abbia cambiato la sua vita.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Miscellanea'
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 La Tigre e la Bambina
 
 
 
Esiste un giorno in cui si perde l’innocenza, un giorno in cui ogni bambino smette di credere a ciò che vede andando oltre un semplice sguardo, un giorno in cui si capisce la differenza tra osservare e guardare, un giorno in cui svanisce l’innocenza del mondo, un giorno in cui il velo dorato si dissolve per una lacrima amara, a causa del primo consapevole pianto.
In questo giorno inizia la crescita e questo stesso giorno è giunto troppo presto per Gaby.
La consapevolezza sostituì l’innocenza in quello che doveva essere il dì più allegro e spensierato per l’intera famiglia.
 
Gaby era una bambina molto allegra di soli sei anni, molto sveglia ed intelligente osservava il mondo con estrema curiosità, in quegli occhi, dal colore del cielo, mille riverberi illuminavano il volto di chi la guardava, tutto in lei era contagioso dalla gioia alla tristezza.
Una giornata le cambiò la vita, quella giornata che da tempo attendeva bramando, smaniando ed elemosinando l’attenzione del padre, di quello che ai suoi occhi appariva solo come un’evanescente figura. Lui aveva l’abilità di essere assente anche quando fisicamente era presente e proprio la sua presente assenza faceva sì che la bambina lo chiamasse con il nome di battesimo e mai ‘’ papà ‘’.
 
Il giorno, che il nome dell’attesa aveva assunto, giunse nell’entusiasmo, nella gioia di tutti di vivere la famiglia, di vivere ogni singolo momento di quella che doveva essere una spensierata gita al circo e al suo piccolo zoo.
 
In uno spettacolo di mille colori e acrobazie la bambina vide un mondo fatto d’incanti.
Un orso andava in bicicletta ed un leone, il re degli animali, si inchinava all’uomo, questi apparivano così vicini al pubblico da intimorire la piccola seduta in seconda fila.
Gaby si aspettava che una delle tigri saltasse il piccolo muretto rosso e la azzannasse in quanto questa si era avvicinata e l’aveva squadrata, ma la bimba notò che ella possedeva uno sguardo strano e soprattutto diverso dagli altri animali, era triste.
 
Perché una tigre da circo è triste?
 
Pensò la piccola osservando passivamente i giocolieri, non riusciva a smettere di pensare a ciò che poco prima aveva notato e sembrava esser la sola ad aver intuito l’umore dell’animale.
 
Le luci soffuse, che cambiavano attraverso varie sfumature fino a diventare vive e accecanti, crearono una magica atmosfera, surreale e fantastica, un’atmosfera simile solo un film poteva rievocarla. Quella giornata non sarebbe mai stata dimenticata da nessuno dei presenti, ma per ragioni differenti.
 
Concluso lo spettacolo iniziò il piccolo giro turistico dietro le quinte del circo, dove un piccolo zoo fu allestito appositamente per i bambini.
 
Lo sguardo di Gaby si posò su di una tigre, la stessa che l’aveva ipnotizzata poco prima.
 
Ella camminava, girava su se stessa in una luccicante gabbia.
 
Perché?
 
 
Il pavimento era macchiato di rosso, e la scia formava un cerchio.
La povera tigre aveva percorso chilometri su se stessa, ora correndo ora camminando, ma sempre al punto da far sanguinare le zampe, nonostante il dolore non si fermava.
Con sguardo assente continuava a girare su se stessa, proseguiva nel suo percorso senza fine.
 
Perché?
 
Con incedere lento continuava, affannava per la stanchezza e forse anche per disperazione, ma proseguiva, nonostante il dolore proseguiva. Forse un giorno quel sentiero l’avrebbe condotta alla libertà, forse, un giorno sarebbe tornata nella giungla. Non poteva smettere di camminare, non poteva rinunciare alla sua libertà, non poteva, non voleva! Non avrebbe mai smesso di lottare.
 
La prigione dorata abbagliava con il suo luccichio, il suo superficiale luccichio, ma la bimba vide oltre, guardò oltre le sbarre e vide la disperazione della tigre.
In quell’istante, nell’istante in cui comprese quel pazzo giro tonto calò lo sguardo.
 
Perché tale cattiveria?
 
Il padre le rispose che alla barbarie dell’uomo non c’è spiegazione
 
- L’uomo è cattivo così come è buono
 Finché ci sarà qualcuno che applaudirà ci saranno animali in gabbia.
 
La tigre lenta continuava a girare e la bambina osservandola capì cosa significasse guardare e con voce ferma ordinò all’animale
 
Smettila non vedi le zampe? Non senti dolore?
 
La tigre, forse capendo, la osservò sentendosi rincuorata, non poteva rinunciare alla sua libertà, ma lo sguardo della bambina era comprensivo, non di pietà o derisione, non di superficialità o di superiorità, quella bambina aveva compreso il suo dolore e soprattutto il suo cammino.
Per un momento nell’udir quella voce, ella si fermò per poi riprendere il suo giro tondo.
 
In quel giorno, in quella tigre, nel suo incedere e nel suo sguardo, Gaby capì che il mondo non è bello come appare, capì la differenza tra osservare e guardare nel profondo, capì ciò che il padre le ripeteva, comprese finalmente la morale che il genitore cercava di insegnarle e lei seppe solo rispondere
 
- Ho capito, ma non è bello guardare!
 
 
Gaby perse così la fiducia  nel mondo, guardando nell’animo di una tigre che le insegnò ad oltrepassare il luccichio dorato, al di là dell’illusione, oltre ciò che appare bello.
 
La bambina insegnò alla tigre, con la sua comprensione, che non tutti gli uomini sono malvagi e che alcuni sono ancora in grado di comprendere la sofferenza altrui, anche quella di un animale.
 
In quel giorno la consapevolezza sostituì l’innocenza e in quello stesso giorno Gaby iniziò la sua crescita, da bambina a giovane donna.
 
 
 
 
                                                                    

                                                                                                Alla Tigre che ha ispirato questa storia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 



Note autrice…
Questa storia, forse, è la più autobiografica che abbia mai scritto, realmente ho vissuto quella giornata al circo con le relative sensazioni.
Non so spiegarvi cosa sia scattato nella mia testa, ma so per certo che quella giornata e quella Tigre hanno cambiato la mia vita, hanno segnato l’inizio della mia crescita e la consapevolezza dell’umana barbarie. In corsivo ci sono i pensieri della bambina che naturalmente sono al presente, mentre il resto della storia è al passato in una sorta di flashback.
Tutto qui, non penso ci sia altro da dire, spero solo possa piacervi.
 
Ringrazio di cuore chi legge e chi commenta, sperando lo farete.

 

  
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