3.
Gocce Di Memoria
Bobby
aspettò l’arrivo della mezzanotte, prima di uscire. “Dove stai andando?” gli
aveva chiesto Angel.
“Ho
un appuntamento.”
“E
lei lo sa?”
“Lo
saprà presto.”
Angel
sorrise e scosse la testa, prima di raggiungere Sofi in camera da letto. Se la
preda di Bobby avesse confermato di avere lo stesso carattere pungente e
caparbio del padre, non si sarebbe stupito di veder tornare a casa il fratello
entro mezz’ora, scornato e ancora a secco.
Bobby
parcheggiò in Evans Street, poco distante dalla casa del reverendo. Sette anni
prima, nel periodo in cui aveva dato la caccia alla giovane Adia, era solito
parcheggiare proprio in quello stesso punto. Sorrise, al ricordo di tutto ciò
che aveva fatto per riuscire a portarsela a letto. E non ci era mai riuscito.
Raccolse una manciata di sassolini e girò intorno alla casa, cercando di
ritrovare la finestra della stanza della ragazza. Sapeva che era sempre rimasta
a vivere lì, e che ora in quella stessa casa viveva Aaron, suo fratello
maggiore, con la moglie e i due figli.
Bobby
si fermò e lanciò il primo sassolino contro quella che ricordava essere la
finestra giusta. Attese trenta secondi, poi ne lanciò un altro. Altri trenta
secondi di silenzio, poi ne lanciò un terzo. La finestra si sollevò, e gli
occhi azzurri della ragazza, carichi di disapprovazione, si fissarono su di
lui. “Che diavolo vuoi, Mercer?” sibilò lei, cercando di non svegliare i
bambini. “E’ mezzanotte passata.”
“Vuoi
uscire con me?”
“Esiste
il telefono, lo sai?”
“Intendevo
adesso.”
“Tu
sei pazzo…”
“Dai,
che ti costa?”
“E
dove avresti intenzione di portarmi, sentiamo?”
“Tu
lascia fare a me. Detroit è piena di posti carini da vedere.” Fece una pausa.
“Dai, ti prometto che non allungherò le mani” mentì. Sapeva che non sarebbe
riuscito a trattenersi. La osservò valutare la proposta.
“Dammi
cinque minuti” si arrese lei, richiudendo la finestra.
Cinque
minuti più tardi, Adia uscì di casa, chiudendosi la porta alle spalle. Zoppicando,
attraversò la veranda e il giardino e raggiunse Bobby, ancora appoggiato al
cofano dell’auto. Mentre la ragazza si avvicinava, lui si premurò di osservarla
accuratamente: jeans, maglione, giubbotto, scarpe da ginnastica, sciarpa e
berretto. Capelli lunghi, scuri, molto più lunghi di quanto ricordasse. Occhi
azzurri, completamente privi dell’aura ingenua che lo aveva fatto diventare
matto otto anni prima. Adia Chambers era cambiata, non era più la ragazzina che
aspirava a portarsi a letto a tutti i costi. Eppure, gli piaceva lo stesso.
“Perché
mi sono lasciata convincere?” sbuffò lei. “Otto anni e hai sempre la solita
faccia da schiaffi.”
“Così
mi ferisci, agnellino” ribatté lui, fingendosi triste.
“Come
vuoi. Comunque ti avverto, ho dello spray al peperoncino, in caso di bisogno.”
Bobby
rise. “Ah, allora anche alle figlie dei preti piacciono le cose spinte…”
“Che
imbecille…” sospirò lei. “Ci vediamo in giro, Mercer” aggiunse, voltandosi per
tornare in casa.
Lui
l’afferrò per un polso, con decisione. “Per
favore” sussurrò. “Facciamo un giro. Ho voglia di parlare con qualcuno”
aggiunse, allentando la stretta.
“Ti
sei rammollito, Mercer. Una volta avresti detto chiaro e tondo che volevi fare
sesso con me.”
“Ti
sei rammollita anche tu, Chambers. Una volta mi avresti lanciato un secchio
d’acqua dalla finestra.” Lasciò completamente il polso di lei. “Dai, ti
prometto che non allungherò le mani.” Questa volta, non mentiva. O almeno,
avrebbe cercato di controllarsi.
Bobby
parcheggiò davanti a casa sua – la casa di
sua madre – e spense il motore. Improvvisamente non più illuminata dalla
luce dei fari, casa Mercer sembrava ancora più spettrale. Bobby si rilassò
contro il sedile, mentre guardava la struttura completamente crivellata dai
colpi degli scagnozzi di Victor. La sua casa, la casa di sua madre. Ci sarebbe voluto del tempo, per rimetterla in sesto.
E nonostante tutto, Bobby lo sapeva, non sarebbe mai tornata ad essere quella
di prima.
“Ho
letto la notizia sui giornali” disse finalmente la ragazza, rompendo il
silenzio nel quale si erano rinchiusi dall’inizio del viaggio. “Ho letto che
c’era stata una sparatoria. Subito non ho pensato che fosse casa tua. Poi, ho letto che nello scontro era
morto Jack Mercer, e allora…” La voce si spense. “Dire che mi dispiace per
quello che è successo non lo farà tornare indietro. Non fa tornare indietro
nessuno.”
Bobby
annuì.
“Però
fa stare un po’ meglio, non credi?” continuò lei, voltando appena la testa per
guardarlo.
“Un
po’, forse” ammise lui. “Che cosa provi?”
“Riguardo
a cosa?”
“Riguardo
alla morte di tuo padre. Al sapere che l’uomo che lo ha fatto ammazzare è
morto? Sei felice?”
“Tu
lo sei?”
“Non
si risponde ad una domanda con un’altra domanda, non te lo hanno insegnato?”
Adia
sorrise. “Mio padre mi ha insegnato a perdonare.”
“Anche
un omicida?”
“Anche
un omicida. Lo so, sembra una cosa strana, ma… io avevo perdonato Victor
Sweet.”
Questa
volta fu Bobby a voltarsi a guardarla, per la prima volta da quando erano
saliti in auto. “Come puoi aver perdonato Victor Sweet? Ha ucciso tuo padre!”
esclamò, sorpreso.
“Lo
so. So che Victor Sweet ha fatto uccidere mio padre. Ma io non l’ho mai
considerato degno del mio odio.”
“Degno del tuo odio?” esclamò ancora lui,
decisamente più sorpreso di prima.
“Il
disprezzo, come l’amore, è una cosa che bisogna guadagnarsi poco a poco. E’ una
delle cose che mi ha insegnato mio padre.”
“Mi
stai dicendo che tutto quello che ha fatto Victor Sweet non è stato sufficiente
a fartelo odiare?”
Adia
scosse la testa. “Forse, se fosse vissuto ancora un po’, ci sarebbe arrivato.”
Bobby
scosse la testa a sua volta, divertito. “Incredibile… davvero incredibile…”
“Cosa?”
“Quel
figlio di puttana ha ucciso tuo padre e ti ha fottuto una gamba, e tu non lo
hai mai detestato?”
Adia
cercò di scansare il gergo colorito e abbozzò un sorriso. “Esattamente.” Fece
una pausa. “E comunque sono i miei
affetti familiari e la mia gamba, e
vorrei decidere da sola in che modo compiangerli” aggiunse, rifacendosi seria.
“Tu odiavi Victor, vero?” gli domandò, sotto voce, dopo altri minuti di niente.
Bobby
alzò gli occhi sulle macerie della propria casa.