Silenziosa testimone
7 Aprile 1941
La
pioggia le faceva inevitabilmente pensare a lui, al giorno prima della sua
partenza per quella carneficina che si stava rivelando essere la seconda guerra
mondiale. Ormai si era ben lontani dalla guerra lampo che il Führer aveva
progettato e a cui il Duce aveva aderito, trascinando l’Italia in un conflitto
deleterio.
Teresa
sorrise malinconicamente, tornando indietro con la memoria.
Giugno 1940
Come
tutti i giorni Teresa si diresse al fiume, sottobraccio un libro prestatole
dalla cugina. Grazie alla scuola dell’obbligo aveva imparato a leggere,
scrivere e far di conto, ma era il primo di questi tre insegnamenti che lei
amava di più.
Per
giungere a destinazione, doveva passare in mezzo ai boschi: il fiume si trovava
poco oltre. Una volta arrivata, si sedette su quello che ormai era diventato il
suo sasso, in riva al fiume, ed
iniziò a leggere, perdendosi fra le pagine del libro.
Quasi
non udì il rumore di passi dietro di sé.
Si accorse della sua presenza solo quando lui si sedette ad un paio di
metri di distanza, anch’egli con un libro in mano. Teresa alzò lo sguardo e gli
sorrise lievemente, in segno di saluto, dopodiché tornò a concentrarsi nella
lettura, senza attendere che lui ricambiasse.
Conosceva
Antonio praticamente da sempre, poiché abitavano in un piccolo paese ed erano
coetanei. Come lei, aveva ventun’anni: lavorava in città, in una fabbrica, e
aveva due fratelli e due sorelle, una delle quali già maritata.
Sapeva
queste cose di lui solo per sentito dire, poiché non si erano mai realmente
parlati. Lo vedeva soltanto alle feste di paese e tutti i fine settimana, al
fiume, ma in quelle occasioni non aveva mai pensato di rivolgergli la parola,
né lui le aveva mostrato intenzione di volerlo fare. Perfino al fiume, si
limitavano a silenziosi cenni di saluto.
Teresa
si sentiva tuttavia rincuorata dalla sua presenza, lì accanto a lei. All’inizio
l’aveva vista come un’intrusione, ma pian piano aveva finito per farci
l’abitudine e perfino desiderarla, seppure Antonio restasse sempre in silenzio:
tra loro vi era una sorta di tacito accordo che non prevedeva l’uso della
parola. Probabilmente il ragazzo si recava come lei al fiume per ritagliarsi
uno spazio tutto per sé e anche per sentirsi contraddittoriamente confortato dalla
silenziosa presenza di un altro individuo.
Quel
giorno, però, Antonio ruppe il silenzio.
-
Fra due giorni parto per la guerra – le annunciò, chiudendo di scatto il libro
che teneva tra le mani.
Teresa
alzò lo sguardo verso di lui, stupita dal fatto che le avesse rivolto la
parola. Compreso a fondo il senso di quella frase, però, la sua sorpresa si
tramutò in tristezza. Doveva immaginarlo: anche i suoi tre fratelli maggiori
dovevano andare in guerra, così come la maggior parte dei ragazzi del paese.
Sospirò,
pensando che le sarebbe mancato. Non capiva esattamente il perché, ma sentiva
che non sarebbe stato più lo stesso recarsi al fiume senza trovarlo lì o senza
attendere il suo arrivo.
-
Buona fortuna – gli augurò, desiderando ardentemente che lui tornasse. Per quel
poco che sapeva, si trattava di una guerra rapida, destinata a concludersi
entro l’estate. In autunno, dunque, avrebbe potuto rivederlo: quel pensiero la
rassicurò.
Su
di loro piombò di nuovo il silenzio, questa volta carico di imbarazzo.
-
Vuoi sposarmi? – chiese poco dopo Antonio, risoluto, rompendo la quiete per la
seconda volta nel giro di poco tempo.
Teresa
lo fissò a bocca aperta, non sapendo cosa dire. Anche lui sentiva qualcosa per lei, dunque? L’unica
differenza era, però, che lui aveva saputo dare un nome, a quel qualcosa. E l’aveva tradotto in quella
semplice domanda, che richiedeva un’altrettanto semplice risposta. Bastava un
‘sì’ oppure un ‘no’, stava a lei la decisione.
-
Non devi rispondermi subito – la rassicurò il ragazzo, quasi le avesse letto
nel pensiero. – Posso aspettare fino a domani, se vuoi – aggiunse e si alzò,
tenendo il libro tra le mani. – Mi farò trovare qui, come sempre. E aspetterò
che tu venga. -
Detto
ciò le diede le spalle, ma prima di addentrarsi nel bosco si voltò un’ultima
volta verso di lei.
-
Avrei voluto fare le cose per bene – le disse, quasi per giustificarsi. – Era
da tanto che volevo farti questa proposta, ma mi è sempre mancato il coraggio
–; fece un sospiro e scosse la testa, prima di riprendere: - Ora è il tempo che
mi manca. Ho dovuto far tutto di fretta, con la guerra. Mi spiace. -
Sparì
nel bosco, lasciando Teresa sola con i propri pensieri.
Il giorno dopo Teresa si recò al
fiume, nonostante la pioggia.
Era
inzuppata da capo a piedi e si sarebbe buscata un bel raffreddore, ma poco le
importava. Doveva andare da Antonio
che, ne era sicura, la stava aspettando.
Aveva
avuto modo di riflettere e di prendere una decisione. Si era tenuta tutto per
sé, per paura di rovinare tutto.
Si
addentrò nel bosco, dove la pioggia era più rada. Percorse di corsa il sentiero
che conduceva al fiume, e, una volta giunta a destinazione, trovò Antonio,
anch’egli fradicio, seduto sul suo
sasso e rivolto verso il bosco. Non appena la vide si alzò e le venne incontro,
con un’espressione di speranza dipinta in viso.
-
Sì – gli disse Teresa, semplicemente. – Ti sposo – aggiunse, gettandogli le
braccia al collo.
Antonio
la strinse a sé e mantennero quell’abbraccio a lungo, interrompendolo soltanto
per un bacio, l’acqua come silenziosa testimone del loro amore.
7 Aprile 1941
Teresa
tornò bruscamente alla realtà, richiamata dalla voce gracchiante della radio
che annunciava l’occupazione di Addis Abeba da parte degli inglesi, avvenuta il
giorno prima.
Chiuse
gli occhi, a quella notizia.
Antonio
si trovava sul fronte nordafricano.
Di
riflesso, strinse la catenina che portava al collo, alla quale era appeso
l’anello che Antonio le aveva dato. Non lo portava all’anulare perché avevano
deciso di tenere il fidanzamento nascosto fino al suo ritorno.
-
Farò le cose per bene – le aveva promesso lui. – Ho un buon motivo per non
farmi uccidere, ora che mi hai detto di sì. Tornerò per te – le aveva poi
garantito, stringendola tra le braccia.
Teresa
riaprì gli occhi, sperando ardentemente che Antonio potesse mantenere la sua
promessa, nonostante in lei si facesse strada un insidioso interrogativo.
E
se Antonio fosse caduto nelle mani del nemico?