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Autore: dalastor    20/01/2011    4 recensioni
Una piccola one shot sulla bellezza dei sogni ^^ spero che vi piaccia o che almeno vi trasmetta qualcosa di bello.
Hermione Granger aspetta sul ponte coperto il ritorno di Harry, del suo Harry, non del prescelto o del bambino sopravvissuto, non dell'eroe, ma di Harry, del ragazzo che ama. Dedicata a tutti gli auror del mondo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Just Like Heaven to my Hermione

 

Introduzioni:
 Salve, queste due storie sono state scritte in passato, separatamente. Oggi le vogliamo riproporre unite per dare un prequel ad una ed un finale all’altra.

Tre anni fa , agli albori degli anni di noi auror , feci un sogno particolare. Sognai di ballare abbracciata a qualcuno, il sogno finì prima che potessi capire chi era.  Ma la sensazione restò per tutta la mattina. Così, a pomeriggio inoltrato scrissi l’idea di una one shot e scelsi la canzone più romantica che conoscevo come colonna sonora.   La settimana dopo finalmente riuscì a scriverla , riportai il mio sogno nella storia e lo donai a Hermione, in modo che lei potesse avere il suo lieto fine.  Ed ecco che così nasce Just Like Heaven ^_^ la mia primissima One Shot.

Argentlam

 

Le mie one short nascono spesso da sensazioni, ispirazioni come una frasi, un film, una canzone o da uno stato d’animo di un determinato momento. La mia Hermione “nacque” dopo la lettura di Just like Heaven della mia cara amica e scrittrice Arg. Pensai di descrivere il ritorno di Harry dalla lotta contro Voldemort, il ritorno dalla donna che amava. 

Dalastor


 
 
Dicono che i sogni siano la proiezione di ciò che desideriamo più di ogni altra cosa, ma QUEL sogno sotto ogni aspetto era qualcosa di più, qualcosa di diverso. Qualcosa che lei non riuscì a capire. Ricordava ogni particolare, ogni singolo istante di quella visione fantastica che aveva invaso la sua mente come un fiume in piena: ricordava la musica, quella bellissima e dolcissima melodia che risuonava come un coro perpetuo ancora nelle sue orecchie, stava ondeggiando sinuosamente, danzava seguendone le dolcissime note. Ricordava il giardino, gli alberi in fiore, il sole che scompariva oltre l’orizzonte,  che coi suoi raggi colorava d’oro tutto ciò che era intorno a lei. Ricordava che stava ballando, ma non era sola. Il calore di un abbraccio,un sussurro nell’orecchio. Lui era li. Lo sentiva vicino come se fosse reale, sentiva le sue braccia cingerla, in quella danza infinita. Gli passò una mano tra i folti capelli neri, sentendolo rabbrividire la fece scendere sulla sua schiena mentre con la testa gli si appoggiava sul petto. Era proprio come il paradiso…..
 

 

*******
 


Hermione si svegliò improvvisamente, qualcosa l’aveva richiamata dal torpore cui era abbandonata. Era la voce di qualcuno che la chiamava. Ginny, forse era già ora di alzarsi. Hermione si stiracchiò un po’, sbadigliando.
-uhm…che ore sono Gin?- disse tirandosi su
-Sono quasi le otto Herm, scendi a fare colazione dobbiamo essere in classe tra un’ora!- e in un battibaleno era già sparita nelle scale del dormitorio. Hermione si alzò finalmente dal letto e corse a farsi una doccia, ripensando al sogno dolcissimo dal quale era stata spinta via velocemente…. “troppo velocemente” si disse, avrebbe voluto restare in quella piccola parte della sua mente per il resto della sua vita se avesse potuto e non riusciva a spiegarselo. Non riusciva a capire nemmeno quella strana presenza accanto a lei, il ragazzo che ballava con lei stringendola come se si stessero dicendo addio. Lei sapeva chi era, ma non voleva accettarlo. Non POTEVA accettarlo! Come era possibile che di punto in bianco potesse esplodere in lei un sentimento cosi forte e cosi spaventoso? Era come se il suo cuore si fosse acceso di una nuova luce, la luce dell’amore, che fin ora era sempre stata spenta come una stella appena nata ansiosa di manifestare tutta la sua luce e il suo splendore. Però la parte razionale del suo cervello cosi maledettamente intelligente le diceva di lasciar stare, e di dimenticare quello che era successo. D’altronde niente era successo, era solo un sogno!
La giovane strega decise che avrebbe saltato la colazione, più evitava di vederlo e meglio sarebbe stato per la sua salute mentale. Del resto era ovvio: Harry stava con Ginny, la amava e lei amava lui. Lei non poteva certo andare li e dirgli “sai Harry ti ho sognato e credo di provare qualcosa per te!”, sarebbe stato ridicolo e stupido. Harry era il suo migliore amico, e tale sarebbe rimasto per il bene di entrambi.
-Hermione- Ron le mise una mano sulla spalla facendola voltare.
-Ron, ciao…- disse sorridendogli
-Ma che fine hai fatto? È tutto il giorno che non ti fai vedere- sembrava preoccupato
-Ho avuto un po’ da fare sai com’è, i compiti e tutto il resto-
-Herm…io ti conosco- disse ammiccando –che c’è che non va?-
-Ecco Ron…sono solo preoccupata. Tutta la faccenda degli Hocrux mi ha scombussolato un po’. Harry continua a dire di voler andare da solo e ma io penso che sia una pessima idea capisci!- era una bugia improvvisata, ma c’era una piccola verità infondo. Hermione era seriamente preoccupata per la decisione di Harry di voler partire solo senza nessun altro. Ron prese un sospiro prima di parlare nuovamente.
-Lo so, ma ne abbiamo già parlato lui non cambia idea. Partirà presto, forse è il caso che gli parli prima che vada via-
-Forse….bè ora devo andare, ci vediamo dopo Ronald- gli diede un bacio sulla guancia e poi si diresse verso l’enorme lago ai piedi del castello.Mentre camminava i caldi raggi del sole le riscaldavano il viso e una lieve brezza le scompigliava i capelli. D’un tratto scorse due sagome intente a passaggiare mano nella mano a pochi metri dalle sponde del lago, non ci volle molto per riconoscerli. Erano Harry e Ginny, Hermione si nascose in fretta dietro un grande albero per evitare di farsi vedere. Non c’era dubbio, la sua sanità mentale stava vacillando e se non avesse trovato un rimedio avrebbe finito per crollare. Però non poteva, doveva superare quel supplizio. Doveva prendere quello che aveva dentro e nasconderlo in un angolino del suo cuore per sempre, o almeno finchè non fosse tutto finito.
 
 

******


 
Erano passati quasi due mesi. In quel lungo lasso di tempo sembrava che Hermione avesse dimenticato tutto quello che era successo, anche se la sua amicizia con Harry sembrava essere meno approfondita di prima aveva ripreso a parlargli e a stargli vicino, cercando informazioni utili sulla sua prossima ricerca degli Hocrux. Non aveva più sognato nulla su di lui, e infondo era stato un bene, era stato molto più facile per tutti.
Una sera si ritrovarono tutti in sala grande a festeggiare l’ultimo giorno prima delle vacanze di primavera, Fred e George stavano come al solito battibeccando con Ron a proposito di uno dei loro soliti scherzi ai danni del povero ragazzo, Luna era seduta accanto a  lui e non poteva fare a meno di ridere sorbendosi un sacco di occhiatacce da parte sua. I due neofidanzati erano troppo teneri agli occhi di Hermione e, a giudicare dall’occhiata eloquente che si scambiarono lei e Harry , non era l’unica a pensarlo.
-Andiamo Ron!- disse Fred  -Ti basterà farti uno sciampo e vedrai che torneranno come nuovi-
-ihihihi…- ridacchiò George –Ma perché non ti levi quel cappello Ronnie?- Ron si scansò tenendo con decisione il berretto in testa mentre il fratello tentava di levarglielo.
-Devo ammetterlo….con quella tonalità sembri proprio Tonks!- aveva esclamato Harry davanti alle colorazioni violacee sulla testa di Ron, suscitando le risate fragorose di tutti. Ma la felicità come si suol dire dura poco, e infatti più tardi ci fu il triste annuncio: L’indomani mattina sarebbe dovuto partire.
Hermione dovette trattenersi dal piangere, difatti aspettò che fossero tornati in camera prima di sfogarsi silenziosamente sotto le coperte del baldacchino di grifondoro. Quella notte non chiuse occhio, e per la prima volta sopo settimane desiderò di fare ancora quel sogno che l’aveva perseguitata tanto nei mesi precedenti. All’alba scese in sala comune e si diresse fuori dal castello, bisognosa di distendere i nervi con una passeggiata. Mentre camminava il sole si levava colorando il cielo di rosso e oro, come i colori della sua casa. Il viottolo sul quale passeggiava era decorato da splendidi alberi in fiore, la loro fioriritura le provocò un moto di gioia. Le foglie sfavillavano sotto i raggi del sole: rosse, gialle,rosa, arancio. Era incredibile come la natura potesse creare delle cose così meravigliose, Hermione si fermò ad osservarli, respirando l’arietta primaverile che veniva da essi e perdendosi nei ricordi dei tanti anni passati. Poi senti una mano dolce posarsi sulla sua spalla che la riscosse dai suoi pensieri.
-Harry!- esclamò sorpresa. Il ragazzo stava li davanti a lei sorridendole dolcemente, come lei, non portava la divisa. E i suoi occhiali rotondi riflettevano la luce come uno specchio.
-Ciao Herm- disse tranquillo, continuava a sorriderle -…cosa fai alzata cosi presto?-
-Potrei chiederti lo stesso Harry- disse lei alzando un sopracciglio. Lui rise
-Ti ho visto dalla finestra mentre uscivi…e ti ho seguito-
-Oh…capisco- sospirò la ragazza. –è bellissima vero?- continuò indicandogli l’alba sorgente a pochi passi da loro. Harry sorrise guardandola, i suoi occhi verdi sembravano brillare mentre si voltava e sorrideva ancora a lei, quello sguardo la trafisse tanto che dovette abbassare lo sguardo. Poi lo vide chinarsi a prendere qualcosa ai piedi di un grande albero per poi avvicinarsi a lei. Quasi trasalì sentendo la mano del ragazzo infilarsi tra i suoi capelli, quando la tolse si accorse che gli aveva infilato un piccolo fiore bianco tra i capelli. Sorrise sfiorandolo con le mani.
-Ti sta bene- sussurrò.
-Grazie- mormorò lei arrossendo. –Allora partirai oggi?- chiese con una nota di inevitabile malinconia.
-Sì….e spero tanto di poter tornare presto Hermione- mormorò abbassando lo sguardo triste.Lei ci sperava mille volte più di lui: aveva bisogno che lui tornasse, anche se sarebbe tornato da un'altra, sarebbe tornato vivo. Rimasero in silenzio per qualche minuto finchè Harry non parlò di nuovo.
-Ho lasciato Ginny- Hermione sussultò a quella frase.
-C…Come? Perché l’hai fatto?- disse mettendogli una mano sul braccio guardandolo negli occhi.
-Perché era giusto cosi…io non la amavo più da molto ormai. E non potevo lasciarla con un’illusione, ma sta bene credimi, le passerà- Hermione non poteva crederci. Ma non volle dire altro a riguardo, non avrebbe sprecato gli ultimi minuti con lui parlando di Ginny. Prima che se ne andasse doveva condividere qualcosa con lui, qualcosa che avrebbe ricordato se lui non fosse più tornato. Anche se non avrebbe mai trovato il coraggio di dirgli quanto lo amava. Perché lei lo amava, e lo avrebbe amato sempre.
-Harry?-
-Sì..Hermione-
-Ti va….di ascoltare una canzone?-
-Una canzone?- disse con occhi sospettosi.
-Col mio Mp3, è la mia canzone preferita….. e prima che tu vada via, vorrei che la ascoltassi con me- Il ragazzo le sorrise dolcemente, carezzandole la guancia. Aveva capito che cosa voleva, e accennò un sì con la testa. La ragazza tirò fuori il suo piccolo aggeggio babbano, porgendo una cuffia a Harry e infilando l’altra nel suo orecchio. Poi iniziò la canzone.
 
Show me how you do that trick
The one that makes me scream he said
The one that makes me laugh he said
And threw his arms around my neck
Show me how you do it
And I promise you I promise that
I'll run away with you
I'll run away with you

Spinning on that dizzy edge
I kissed his face and kissed his head
And dreamed of all the different ways I had
To make him glow
Why are you so far away? he said
Why won't you ever know that I'm in love with you
That I'm in love with you

 
La strega lo vide sorridere mentre a occhi chiusi iniziava a dondolare sentendo quelle dolci note, anche lei sorrise chiudendo gli occhi. Li riaprì un attimo dopo quando sentì le braccia di lui serrarla e invitarla a ballare con lui. Lentamente appoggiò il capo sulla sua spalla richiudendo gli occhi e riaprendoli ogni tanto per vedere gli alberi che giravano intorno a loro mentre ballavano. Poi la rivide: la visione che per tanto tempo aveva popolato la sua mente …..la musica che risuonava nelle sue orecchie, il sole che si levava irradiando con la sua luce tutto ciò che toccava. Lui era li. Lo sentiva vicino, sentiva le sue braccia cingerla, in quella danza infinita. Gli passò una mano tra i folti capelli neri, sentendolo rabbrividire la fece scendere sulla sua schiena mentre con la testa gli si appoggiava sul petto ascoltando il battito del suo cuore. Rideva…
-Perché ridi?- chiese lui. Lei scosse la testa riappoggiandola sulla sua spalla.
-è solo che....è come un sogno che ho fatto…- disse. Lui non volle dirle altro, voleva solo godersi quel momento, voleva che non finisse mai. Continuò a stringerla a se mentre tutto intorno a loro era pervaso da un’insolita armonia, tutto era in pace,  tutto era armonia: solo lui, lei e il loro piccolo mondo.
 
You, soft and only
You,lost and lonely
You, strange as angels
Dancing in the deepest oceans
Twisting in the water
You're just like a dream
You're just like a dream

Daylight licked me into shape
I must have been asleep for days
And moving lips to breathe his name
I opened up my eyes
And found myself alone alone
Alone above a raging sea
That stole the only boy I loved
And drowned him deep inside of me

You, soft and only
You, lost and lonely
You, just like heaven

You, soft and only
You, lost and lonely
You, just like heaven

 
 
-è come il paradiso- sussurrò dopo qualche attimo, appoggiando la testa sulla sua.
-Sì…-  mormorò lei  –….è proprio come il paradiso- mentre fissava quei magnifici occhi verdi. Poi lui fece un gesto inaspettato: Le poggiò un dolcissimo bacio sulla fronte mentre accostava la mano nella sua.
Non avevano bisogno di parole, indirettamente si erano detti tutto quello che dovevano dirsi. Hermione sapeva che avrebbe ricordato quel momento per il resto della sua vita, ogni volta che avesse visto degli alberi in fiore, o ascoltato quella canzone,o guardato un alba sorgente lei avrebbe ricordato che era come il paradiso.
 
You, soft and only
You, lost and lonely
You, just like heaven

You, soft and only
You, lost and lonely
You, just like heaven


 ######
 

 

Harry era partito una notte per affrontare Voldemort da solo. Era partito senza salutare nessuno. D’allora era passato un mese, e nessuno aveva più saputo nulla della sorte del prescelto.
Ormai iniziava a girar voce che fosse morto, sacrificandosi nella lotta contro il re dei maghi oscuri.
Ma c’era chi non poteva credere nella morte di Harry, aspettando il suo ritorno; perché Hermione sapeva che sarebbe tornato.
Hermione Granger aspettava sul ponte coperto il ritorno di Harry, del suo Harry, non del prescelto o del bambino sopravvissuto, non dell'eroe, ma di Harry, del ragazzo che amava.
Ogni giorno a fine lezioni l'aspettava su quel ponte dove loro amavano scherzare, dove si erano detti addio, ballando per la prima volta sulle note di una dolce canzone.

Aspettava Harry ascoltando la loro canzone.
Un giorno mentre lei guardava l’orizzonte del lago nero, sentì dei passi e sorrise, aveva riconosciuto la camminata.
Ma lei non si voltò.
Lui si fermo a pochi passi da lei, la guardò e mormorò il suo nome: “Hermione.”
“Sei tornato, Harry?”
“Sì, sono qui. Ho dimenticato una cosa...”
“E lui?”
“Lui non c'è più.”
“Cosa hai dimenticato, Harry?.” gli domanda la ragazza sorridendo e piangendo al tempo stesso.
“Ho dimenticato il mio cuore, Hermione. Dovresti averlo tu. Ho dimenticato te, e questa volta voglio essere io a baciarti...”
“Harry...” disse la strega emozionata e si voltò a guardarlo.
“Dio che stupido che sono stato, avevo l'amore vicino e non lo mai visto. Se sono salvo è grazie a te. Lui mi aveva battuto, ero a terra e ho pensato che tu mi aspettavi, che non potevo lasciarti, il tuo volto, il tuo sorriso. Ho sentito un calore immenso che mi scaldava il cuore, il tuo ricordo, la tua forza, il mio... il mio amore...” disse il giovane mago abbassando lo sguardo.
“Ehm il tuo amore per me...” sussurrò lei al colmo della gioia, ma l'emozione era così grande che non poteva muoversi, le gambe erano pietra e gelatina nello stesso tempo.
“Allora ho capito, ho capito la profezia. Il potere che io avevo e Voldemort no, era l'amore, la magia antica, la stessa di mia madre. Ero in piedi, Hermione, non so come, ma ero in piedi. E lessi la paura nei sui occhi, lui mi lanciò una maledizione, ma l'avada non mi colpì, in quel momento ero sicuro che non mi avrebbe colpito, non per bacchette o altro. Era per te, solo per te, il tuo pensiero mi dava forza, la mia Hermione...”
La strega sussurrò con voce tremante, quasi un sospiro: “Oh Harry” e poi lo guardò.
Guardò il suo Harry, il suo Harry Potter era lì, non era un sogno era lì, davanti a lei.
“Hermione, l'avada è tornato indietro uccidendolo. Quello che provo per te mi ha salvato, il mio am...”
“No, Harry non il tuo amore, il nostro amore, ti ha salvato, il nostro amore ti ha fatto tornare da me. Ti amo Harry Potter, ti amo, ti amo.” disse la strega lanciandogli le bacia al collo e baciandolo.
Quando si lasciarono andare, Harry disse alla ragazza: “Ti amo anch'io, mia Hermione.”
“Ridillo.” Sussurrò lei.
“Ti amo mia Hermione.”
E dopo averle preso la mano percorsero insieme il ponte per rientrare nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.


Trailer di Just Like Heaven




  
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