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Autore: samy_97_    26/01/2011    4 recensioni
[Due sorelle venute dall'Italia, una rossa tutta pepe, tre bellissimi ragazzi conosciuti nella nuova scuola. Mescolate tre etti di amicizia, due d'amore, un pizzico di gelosia, e...] "La storia che mi appresto a narrarvi inizia dopo cinque anni di assoluta “sorellanza” tra me e mia sorella, precisamente il 9 Giugno dei nostri 17 anni. Destinazione Fell's Church." AGGIUNTO IL PROLOGO AL PRIMO CAPITOLO
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ma ciaoooo! Sono così felice che sia finito il primo quadrimestre!!! Faccio i salti di gioiaaaa =)

E aggiorno, anche! Mi spiace per aver messo quell'avviso, anche io li odio, ma era solo per avvertirvi!

Devo dire che questo capitolo mi piace molto, in particolare il finale! Poi capirete perchè U.U

Beh, spero di aggiornare un po' più in fretta del solito, anche perchèdal prossimo chappy arriverà l'azione! Cosa pensavate, che fosse tutto così palloso? Mannooooo xD

Ok, ammetto che mi sto dilungando per non fare i compiti -.-”””

Beh, vi auguro buona lettura!


6.

Stavo letteralmente sclerando quando la porta di casa mia si aprì con molta fatica da parte di mia sorella. Causa serratura difettosa.

-Certo che mi potevi anche aprire!- mi urlò dietro Alyssa, mentre faceva entrare il corteo.

Io spensi la tv e cercai Violet con lo sguardo.

Era bianca, come se si fosse messa un quintale di cipria, peccato che quello fosse il suo colore naturale.

Dopo di lei entrarono Stefan ed Elena e per ultimo Damon.

Tutti si misero in fila e mi fissarono.

Come un branco di bravi soldatini che guardano il loro generale, pensai in un misto tra timore, ironia ed imbarazzo.

Visto che non sapevo che fare, mi concentrai sulla rossa che in quel momento sembrava stesse per svenire e la invitai a sedersi. Probabilmente apprezzò parecchio quel gesto perchè mi sorrise.

Io e lei ci sedemmo vicine, per darci forza, dopotutto eravamo solo noi due a dover sentire quel “racconto”, quello di una vita durata per secoli e secoli, di cui, magari, non si ricordavano neanche tutti i particolari. Ma quelli più importanti sarebbero giunti alle nostre orecchie di lì a poco, senza interruzioni e sarebbe stato a noi decidere cosa farne. Elena si strinse a Stefan sul divano, mentre Damon si appoggiò al muro, dietro di loro, fissandomi con i suoi penetranti occhi color del ghiaccio.

Mi piaceva il suo sguardo su di me, mi faceva sentire importante e, non guardarlo, era per me una piccola vendetta per fargli provare almeno un decimo di quello che lui aveva fatto provare a me.

Quando vidi Stefan che apriva la bocca, spostai tutta la concentrazione su di lui e mi apprestai ad ascoltarlo attentamente, non volevo perdere neanche un piccolo particolare.

-Kathy, Violet, lo so che siamo stati imperdonabili, tutti e tre... quattro- aggiunse guardando Alyssa, -a nascondervi così a lungo questo segreto, e non abbiamo parole per esprimere il nostro rammarico. Ma volevamo che sentiste le nostre ragioni. Dirvi la verità sulla nostra natura, sul fatto che siamo vampiri, voleva dire farvi entrare in un altro mondo, un mondo pieno di pericoli e di difficoltà, specialmente per voi che siete umane. Noi abbiamo accettato di diventare vostri amici e di mettervi in pericolo solo perchè Elena ci teneva davvero tanto.- e guardò la ragazza al suo fianco con un amore infinito che lei ricambiò. Per un attimo provai una gelosia infinita in quell’occhiata, perchè avevo riconosciuto quelle che si lanciavano Alyssa e Alessandro.

-Ora, prima di raccontarvi la nostra storia, che per quanto avvincente è anche molto lunga, vi proponiamo di fare una scelta: se decidete di accettare questa storia noi continueremo a starvi vicino, e sarà più o meno tutto come sempre. Ma vi capiamo se deciderete di non continuare questa amicizia, in tal caso tutti e tre ce ne andremo dalla vostra vita per sempre.-

Quando finì lo vidi guardarci determinato in attesa di una risposta. Elena, con il passare del tempo, sembrava sempre più sull’orlo delle lacrime. Si vedeva che ci teneva a questa amicizia.

In quanto a me trovavo spaventosa, se non impossibile, l’idea di stare lontana da Damon, anche solo per qualche giorno. Ora che mi ero convinta di amarlo non avrei sopportato la nostra separazione.

Alzai gli occhi e incontrai i suoi che, glaciali, mi fissavano ancora come se mi volessero leggere dentro e prevedere la mia risposta.

Ma io, nei suoi, non ci lessi nulla, solo l’indifferenza più totale.

Capii.

E qualcosa dentro di me si spezzò. Volevo disperatamente che mi amasse come io amavo lui, ma a quanto pare non era così. Quindi anche se fossero andati via non avrebbe fatto differenza.

Mi accasciai sul divano.

Per quella volta avrebbe scelto qualcun altro per me.

-Io non voglio che ve ne andiate- mia sorella era determinata. Bene, quella sarebbe stata anche la mia scelta.

-Sono sicura che saremmo protette qui con voi, e nessuno ci farà del male.-

Poi guardò me e Violet. Quest’ultima, che nel frattempo aveva preso un pò di colore, annuii vigorosamente e lo feci anche io.

Dopo di che vedemmo un tornado biondo saltarci addosso e abbracciarci forte, poi ritornare vicino al fidanzato, e tutto nel giro di pochi secondi.

Sia io che Violet restammo scioccate, mentre Alyssa scoppiò a ridere e Stefan ed Elena ridevano con lei.

Poi, Stefan, iniziò a raccontarci la loro storia.

-Io e Damon siamo nati verso il 1500 a Firenze. Per farla breve, un giorno nella nostra villa venne ospitata una ragazza, di cui sia io e Damon ci innamorammo, solo più tardi scoprimmo che era una vampira. Il suo nome era Katherine.-

Io rimasi basita da quell’affermazione. Ora si collegava tutto: ecco perchè tutti e tre, quando mi avevano conosciuta erano rimasti traumatizzati, ed ecco perchè Damon mi aveva trattata così male. Stafan aveva trovato la sua anima gemella in Elena, ma Damon no e probabilmente il mio nome gli ricordava in suo amore di 500 anni prima.

-Lei era una doppiogiochista: stava con tutti e due dicendo di amarci. Noi, però, le chiedemmo di scegliere un marito tra i due. La sera della scelta, se la memoria non m’inganna, ella scambiò il sangue sia con me che con mio fratello. In quel caso, anche se fossimo morti, invece di smettere di esistere saremmo diventati vampiri, come lei.

E forse è proprio quello che voleva che succedesse quando ci disse di aver scelto tutti e due.

Poi, vedendo che non accettavamo la sua scelta ci fece trovare i suoi vestiti in mezzo a della cenere e al suo anello –che ci serve per non bruciare alla luce del sole- e ci fece credere di essersi voluta suicidare per portare pace tra noi due. Noi, colti dall’ira, ci uccidemmo a vicenda e diventammo così vampiri.

Ci separammo, ma Damon mi promise un’eternità di sofferenza. Così, quando incontrai Elena, e me ne innamorai, ci fu anche lui e, sebbene lei avesse scelto me, beh... diciamo che lui non si arrese e cercò di conquistarla, a volte anche con la forza.-

Il suo sguardo si indurì e sembrò fare un salto nel passato. Credo di aver capito perchè so odiassero così tanto.

Continuò a parlare Elena. La sua voce era contrapposta a quella del suo ragazzo, ma avevano un timbro simile, innamorato, dolce.

-Loro, o almeno Stefan, era stato colpito da me per via della mia grande somiglianza con Katherine. Il suo cuore, come quello di Damon dopotutto, era ancora spezzato per la sua scomparsa ed erano incuriositi da me. Io mi innamorai di Stefan , ma avevo anche una seria attrazione verso Damon.

Dopo tutti gli avvenimenti che successero nella nostra vita, mi ritrovai ad amare di più Stefan. Con lui mi sentivo meglio, più al sicuro, e lo amo tutt’ora di più, sebbene nutra anche una profonda amicizia e fiducia verso Damon.-

Chiuse qui il suo discorso. Sapevo di che “avvenimenti” parlava: quelli che l’avevano coinvolta, la trasformazione, la rinascita e tutto ciò che mi aveva raccontato quella mattina Alyssa.

Ma come faceva a dire tutte quelle cose davanti Damon? Dopotutto aveva appena detto che gli aveva spezzato il cuore. Di nuovo.

-Elena mi ha fatto innamorare, e non per il suo aspetto, ma anche per il suo coraggio, la sua intraprendenza e il suo amore. Lei ha guarito le mie ferite.- concluse Stefan guardando nuovamente Elena con sguardo innamorato, protettivo e anche un pò possessivo.


<3 <3 <3


Mi strinsi più forte il cappotto sulle spalle e contollai di avere il cappello ben calcato sulla testa. Mi misi una mano sotto la sciarpa e, come facevo da due settimane circa, mi accertai per l’ennesima volta di avere anche quella mattina il ciondolo pieno di verbena.

Stava arrivando il freddo, e agli inizi di novembre non si poteva certo aspirare alle temperature estive.

Ma, accidentaccio, anche con questo gelo bisogna andare a scuola?

Mi ricacciai il ciondolo sotto la sciarpa e chiusi la porta di casa, controllando che Alyssa fosse veramente dietro di me.

Tendevo ad assere un pò troppo maniacale nell’ultimo periodo.

All’incrocio della prima via incontrammo Violet che veniva nella nostra stessa direzione, e poco dopo anche i fratelli Salvatore ed Elena.

Con Elena avevo avuto una recente chiacchierata, di quelle che lei chiamava “da donna a donna”, anche se avrei voluto farle notare che avevo appena 17 anni. Però mi era sembrato scortese.

Tornando alla conversazione, credo che il succo del discorso fosse che si era accorta che mi piaceva Damon, anche se mi aveva assicurato che Stefan “Si interessava poco di quello che riguardava suo fratello” in poche parole non lo sapeva. Poi mi aveva lanciato uno sguardo complice, solo due secondi prima che entrasse nella stanza Damon e se ne era andata.

E sempre, anche in quel momento mentre camminavo diretta a scuola, con il vento che mi sfarzava il viso, ogni volta che guardavo Damon sentivo un brivido dietro la schiena, che finiva per farmi rabbrividire di piacere.

Non era di per se una sensazione fastidiosa, ma piuttosto imprevedibile che mi coglieva sempre impreparata e mi faceva annegare in quegli occhi color del ghiaccio.

Mi girai un secondo verso di lui e lo vidi chiacchierare con Violet. Sembrava rilassato e tranquillo, anche se pensandoci bene l’avevo visto veramente teso solo quando Stefan ci ha parlato dei suoi sentimenti per Elena.

Non capivo perchè per certe persone si vergognavano dei propri sentimenti passati... anche se adesso ci penso bene non ero convinta che avrei mai avuto il coraggio di dire a Damon che mi piaceva.

Oh, santo cielo, mi sono persa di nuovo nei miei pen...

/ SPLAT /

Sentì qualcosa di umidiccio che mi si spiaccicava in faccia.

Solo quando i miei amici e mia sorella scoppiarono a ridere mi resi conto che si trattava di una foglia verde tutta bagnata dal recente acquazzone.

Me la tolsi dalla faccia disgustata e cercai di pulirmi il viso, azione inutile, almeno fino a quando Stefan, da gentil uomo qual era, mi passò un fazzolettino di stoffa.

Poi sentimmo la campanella della scuola suonare in lontananza e ci mettemmo a correre.

Mi resi conto che il profumo di Stefan era mille volte meno buono di quello del fratello.

Caramello e Menta.

E io preferivo di gran lunga la menta.


Guardai l’orario, per nulla interessata alle materie che avrei avuto quella mattina, però mi toccavano, per cui tanto valeva accettarlo e basta.

Per quanto io odiassi con tutto il mio cuore la ginnastica, amavo arte e le due ore passate a fianco ad Elena la settimana prima avevano fatto si che aspettassi con ansia la prossima lezione.

Entrate in classe io ed Elena ci sedemmo al solito posto e tirammo fuori i nostri disegni.

Mentre la professoressa passava a controllare che avessimo svolto i compiti a casa bene, Elena iniziò a bombardarmi di bigliettini.

Lei una volta mi aveva detto che mi avrebbe parlato anche con il pensiero se non avessi indossato la verbena, ma che comunque avrebbe usato i bigliettini. Non mi sarei tolta quella collana neanche dopo morta.

-“Allora, hai pensato a quello che ti ho detto?”- la grafia di Elena era minuta e ordinata e la rispecchiava in un modo quasi assurdo.

-“Cosa?”-

-“Quello che ti ho detto a proposito di Damon”-

-“Cioè?"-

-“Katherine, non fare la finta tonta! Quella parte in cui dicevo che Damon è interessato a te!"-

-“E tu te la ricordi, vero, quella parte in cui ti dicevo che non era per niente vero?”-

Elena non mi rispose per un pò, ma quando mi arrivò un bigliettino, esso era bianco.

Non c’era niente da dire.

Io sapevo cosa ne pensava lei, e sotto sotto lo speravo anche io, ma ero sicura che così non fosse. Io non ero nulla in confronto ai suoi precedenti innamoramenti, e di sicuro mai sarei stata al centro dei suoi pensieri. Non come Elena per lo meno. E nemmeno come la donna che lo aveva trasformato.

Scossi la testa ed Elena mi passò una mano sul braccio per consolarmi, anche se è inutile dire che non era servito a nulla.

Presi un pastello e iniziai a colorare il prato del mio paesaggio: raffigurava un melo, in primo piano, e una bambina che cercava di raccoglierne i frutti per lei troppo alti.

Mi sentivo così anch’io a volte. Mi sembrava sempre di cercare di raggiungere qualcosa ma di non riuscirci mai. Era una bruttissima sensazione.


L'ora dopo mi stavo avviando verso la palestra con una faccia da funerale, mancavano solo i vestiti neri e sarebbe sembrato che fosse morto qualcuno.

Odiavo fermamente fisica, e la cosa non sarebbe mai cambiata. Era la materia più brutta del mondo, anche se Alyssa mi contraddiceva: secondo lei era la materia più brutta dell'universo.

Non che facesse molta differenza in effetti.

Andai negli spogliatoi e mi cambiai lentamente, sperando di perdere più tempo possibile.

E intanto pregavo anche Babbo Natale perchè mi desse una grazia e non mi facesse incontrare Damon.

Infatti da quando avevo saputo che era un vampiro non ci parlavamo più, anche se a dirla tutta ero io che lo evitavo: perchè dovevo farmi del male da sola illudendomi, parlando con lui per essere felice solo qualche ora per poi ricadere in una tristezza di volta in volta più terribile?

Non lo avrei fatto e basta. Il mio amore per lui era un amore che faceva più male che bene, cresciuto lentamente ma inesorabilmente e passando in un attimo dall'odio all'affetto più assoluto.

Mi pizzicarono gli occhi, così li chiusi e presi un respiro profondo e uscì dalla porta.

Mi unii al gruppo che stava correndo senza sosta intorno alla palestra, e dal fiatone credevo anche da parecchio.

Sorrisi ad Anne, una ragazza molto simpatica che avevo anche nel corso di matematica e storia; ci avevo già parlato qualche volta, durante qualche assenza o nella ricreazione e avevo appurato che fosse molto simpatica.

-Ciao- mi salutò subito infatti.

-Ciao.-

Stemmo in silenzio per un pò, tutte e due con il fiatone per la corsa che la gentilissima professoressa non accennava a farci smettere.

Iniziavo veramente a stancarmi: correndo la coda di cavallo che mi ero fatta oscillava a destra e a sinistra solleticandomi il collo in un modo più che fastidioso, sentivo le guance andare a fuoco, e dovetti aprire leggermente la bocca per respirare meglio.

-Ehi, problemi con la corsa bambola?-

Mi girai e incontrai lo sguardo strafottente di Damon.

Accanto a me sentivo che Anne tratteneva il respiro.

Patetico

-Non tutti siamo super dotati come te- gli risposi acida.

-Giusto,- disse ridendo ed esibendosi in un’espressione da “tutte-le-donne-cadono-ai-miei-piedi-sto-già-provvedendo-con-la-tua-nuova-amica” che, tra parentesi, si stava sciogliendo.

Damon non ebbe tempo di parlare oltre perchè la prof ci fermò e ci annunciò che qul giorno ci saremmo allenati con la pallavolo.

Ma vieni! Finalmente qualcosa dove non cado, non rischio di morire, non faccio fiugure di merda e compagnia bella!

Anne mi venne vicino.

-Ti và di stare in coppia con me per fare gli esercizi?-

-Certo...-

-...che no!- le disse Damon, -Lei è con me.-

Mi girai e lo guardai strabuzzando gli occhi.

-Ma sei pazzo? Hai una malattia rara che colpisce solo i vampiri? Deficenza, magari?-

-No, ho solo voglia di fare gli esercizi di pallavolo con te. Mi stai evitando. Ma spero che tu sia abbastanza brava-, riprese poi, -perchè sappi che ti darò del filo da torcere.-

Ghignai e mi tenni pronta a ricevere la sua palla.


-Credevo che fossi bravo solo nel football, come tutto il resto degli uomini in questa scuola.-

Eravamo appena usciti dagli spogliatoi, dopo due estenuanti ore di fisica (non si sa ancora per quale ragione attaccate), ed io ero diretta nell'aula di storia, mentre Damon in quella di biologia.

-Tu non sai tante cose di me, principessa.- e via con un altro degli odiosi epiteti che mi aveva dato.

-Damon?- lo chiamai e mi fermai guardandolo.

-Io ho capito tutto, ma per piacere il mio nome di battesimo è Katherine, e magari mi farebbe piacere se mi chiamassi così altrimenti i miei mi avrebbero dato un altro nome, okay?-

-No. Ti chiamo come voglio io. Se ti volessi chiamare Genoveffa ti chiamerei così e tu non ti potresti opporre.-

-E se io lo facessi?-

-Non ti conviene, credimi.-

Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi. Non sapevo bene perchè, forse perchè la sua frase faceva intendere che non avrebbe avuto problemi a farmi del male, o perchè mi ero resa conto che mi ero lasciata andare un pò troppo.

Lo superai ed entrai in classe lasciandolo fuori, andandomi a sedere a fianco ad Alyssa e stando bene attenta a tenere gli occhi bassi per non farle vedere che li avevo lucidi.

Vidi con la coda dell'occhio Stefan che si sedeva vicino ad Alyssa e ci salutava.

Feci finta di cercare qualcosa nello zaino e aspettai che gli occhi si asciugassero, poi mi girai verso Stefan e lo salutai con un sorriso, dopotutto non era colpa sua se era fratello di Damon.

Quel giorno consegnammo le ricerche.

Sorrisi al pensiero che avevo fatto la stessa ricerca di Stefan, ma che di sicuro avrei preso molto meno di lui considerando che lui ci aveva vissuto nell'epoca che aveva descritto.

Beh, alla fine la giornata passò abbastanza tranquilla e al pomeriggio Stefan ci portò addirittura a bere una deliziosa cioccolata calda al bar.


<3 <3 <3


Alyssa era davanti a me con un’aria furibonda.

-Ok,- dissi buttandomi di peso sul letto, -qual è il problema?-

-Katherine, tu ti rendi conto che ti stai facendo male da sola? No, e non sbuffare. Lo sai che ti fai paranoie incredibili che ti fanno solo soffrire. E, come cavolo te lo devo dire che Damon non ti odia, non ti farebbe mai del male e, sopratutto, ti vuole bene? E te l’ha detto anche Elena che, se permetti, lo conosce da ben più di noi. Ma tu no, con la tua testardaggine cerchi di allontanarlo con delle futili scuse. Perchè hai paura di soffrire? Se non ci provi non saprai mai cosa comporterà la cosa.-

Mi guardò, ma visto che non rispondevo continuò con il suo monologo.

-Perchè lo mandi sempre via, ogni volta che cerca di avvicinarti con delle frecciatine? Se ti feriscono le battutine che fa lui, sai che è fatto così e che scherza...

Oh santo cielo, Katherine, è perchè è un vampiro? O che cos’altro? Mi rispondi?-

-E’ perchè ho paura- sbottai, quando per l’ennesima volta mi chiese di risponderle.

-Ho paura che mi rifiuti e che si rovini quel rapporto poco stabile che si è creato tra di noi. Ho paura che se abbasso la guardia e sto un pò meno attenta, non riuscirò più a rialzarmi se le cose non vanno come vorrei che andassero. E poi si, anche l’immortalità sarebbe un pò un problemino.-

Mia sorella mi si avvicinò e mi abbracciò stringendomi forte.

-E’ che... che ogni volta che lo vedo che parla con Elena, con te o con Violet mi si stringe il cuore in un modo assurdo e mi viene un nodo in gola che sembra mi soffochi, perchè...-

-Perchè tu lo ami.-

-Si, perchè lo amo.-

Dirlo ad alta voce era strano, ma lo faceva sentire anche un pò più mio. Era una strana sensazione.

-Su, scendiamo, credo che la cena sia pronta.-


Dopo aver mangiato ed essermi fatta un bagno rigenerante mi diressi in camera, mi misi in pigiama e, dopo aver salutato mia sorella mi misi finalmente a leggere “Vampiri nella notte” il libro che avevo preso in mano dopo Cime Tempestose.

Era molto bello e lo avevo consigliato molte volte a mia sorella, ma era troppo grosso per i suoi gusti.

Ero decisamente immersa nella lettura quando sentii una folata di vento e alzai di scatto la testa per cercare la fonte. Dapprima mi girai verso la porta, ma vedendo che era chiusa mi girai verso la finestra.

Quest’ultima, invece, era quasi totalmente aperta, e mi sorpresi parecchio visto che ero sicura di averla chiusa prima di farmi il bagno.

Mi alzai di malavoglia da sotto le coperte per chiuderla. Girai la maniglia e tirai meglio le tende.

Quando mi girai, però, trovai Damon dietro di me che mi fissava.

Feci un salto e mi portai la mano al cuore per cercare di farlo calmare.

-Cosa ti è saltato in mente? Mi hai fatto prendere un colpo. Pazzo.-

Lui, come se lo avessi invitato con un sorriso, si buttò sopra il mio letto, facendo cadere il libro a terra.

Si tirò il morbido piumone sulle gambe, coprendosi per bene, e iniziò a sfogliare il libro con fare da esperto.

Quel suo comportamento mi iniziava ad irritare.

-Damon, mi dici almeno che cosa ci fai qui, tralasciando il fatto che sei entrato dalla mia finestra alle dieci di sera senza neanche essere invitato?-

Presi posto nella sedia girevole a fianco alla mia scrivania e mi soffermai a guardarlo. I suoi occhi azzurro ghiaccio mi squadravano con curiosità e risentimento, solo che non riuscivo a capire il motivo di quest’ultimo sentimento.

-Allora...- iniziò sfogliando le pagine del libro che aveva ancora tra le mani, -dimmi, chi è che dovresti amare?-

Lo guardai con gli occhi sgranati. Come faceva a sapere che...

-Lo sai che non si ascoltano le conversazioni altrui, vero?-

Si alzò e iniziò a frugare tra i cassetti con tranquillità fino a che, stizzita, non glieli chiusi davanti alla faccia.

Alzò gli occhi al cielo e mi guardò.

-Non hai ancora risposto.-

-E non lo farò. Non è affar tuo sapere di chi sono innamorata.-

Era palese che non mi credeva, ma diedi la risposta per buona: finche fossi stata abbastanza evasiva non avrebbe mai capito chi mi piaceva effettivamente. Almeno speravo.

-Hai intenzione di stare qui ancora per tanto?-

Si, dimmi di si...

-Come desidera lei, Lady Katherine!-

Lo guardai come se fosse un alieno.

Chi sei tu? Che ne hai fatto di Damon Salvatore?

Ma non lo dissi per non rovinare l’atmosfera.

Mi girai e mi diressi verso il letto per poi fargli spazio una volta distesa. Lui capì il messaggio al volo e si sedette a fianco a me.

Forse dovevo dare un pò più di retta ad Alyssa.

Pensai accoccolandomi addosso a lui. Ai rimorsi avrei pensato più tardi.


Prima di salutarvi, volevo ringraziare chi ha aggiunto questa storia tra preferite, seguite e da ricordare!

E invito i lettori silenziosi ad esprimere il loro parere. Oh, e anche i miei recensitori iniziali, che sono spariti tutti. Ma dove siete finiti??? O.o

Baci! ♥

°°Samirina°°


  
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