La donna lo guardò a lungo, poi mise la mano nella sua borsetta e gli diede una lettera.

 

Caro Shinici,

forse questa è la mia ultima lettera, spero solo che tu ora stia bene.

Ascoltami, gli uomini in nero, mi hanno trovato, narcotizzata e mi hanno condotta nella loro base. Non ti preoccupare, sto ancora bene, questa ragazza è un’amica della mia cara sorellina. Gli ho dato io questa lettera in caso mi avessero catturato.

Ora ascoltami bene, prendi Ran e Goro, e nascondili;poi (se non ti dispiace) vienimi a salvare! Nel frattempo, cerco di liberarmi e trovo l’antidoto.

Vai al vecchio porto e cerca un’entrata, la base è lì!

               

                                                                                                  Ai

 

 

Appena finì di leggere, Conan corse verso Ran, la prese per mano e la trascinò fuori dalla porta. Arrivarono dal dott.Agasa. Conan vide il suo studio in fiamme. Temeva il peggio. Poi vide una sagoma barcollante, dirigersi verso loro. Era il dott.Agasa. Cadde al suolo, e Conan disse Ran di accudire il dott. e le raccomando di non seguirlo. Il ragazzino partì con il suo skate come una furia. Ran non riusciva ancora a focalizzare l’accaduto. Le cose si erano svolte troppo velocemente.

Nel frattempo la donna era rimasta in quella casa. Prese lo specchietto e si passo uno strato di rossetto sulla labbra. Sul suo viso apparve un gigno e poi esclamò:

-Ci è cascato! Ora potremo vendicarci! Non può raccontare alla polizia che l’abbiamo rimpicciolito noi a causa di uno sbaglio di quell’idiota dottorina Shiho Miyano! Tanto ora Gin e Vodka hanno perfezionato l’APTX 4869! E per quei due ficcanaso saranno guai!-.

Intanto Conan era arrivato al vecchio porto. Per la prima volta in vita sua senti un brivido percorrergli la schiena. Aveva paura. Si,forse era paura, che quella lettera fosse una trappola. Ma lui doveva salvare a tutti i costi AI.

Andò sul retro e trovò una porta, si guardò attorno per vedere se c’era qualcuno, ma fu tutto inutile. In quel momento pensò a Ran, la sua piccola Ran. Come avrebbe voluto dirle l’accaduto, il suo rimpicciolimento, gli uomini in nero e tutto quello che era successo dall’ultima volta che lei lo aveva visto al parco. Poi ripercorse tutti i suoi più bei ricordi, trascorsi con Ran. Lui l’aveva sempre voluta bene, ma non si era mai accorto, quanto l’amasse.

Si diede un pizzico e si accinse sicuro ad entrare.

Nel frattempo Ran riacquistando la ragione, disubbidendo alle raccomandazioni di Conan, si diresse correndo da lui, senza sapere neanche il perché. Per lei ormai Conan era diventato una specie di fratellino, ma a volte il suo viso le ricordava Shinichi e la loro infanzia(Ma guardaa!). Intanto Conan era entrato nella base, entrò in una stanza buia e all’improvviso senti un forte dolore, colpirlo alla nuca. Erano Gin e Vodka.

Quando Conan riprese conoscenza si trovò legato. Si guardò attorno e vide Ai, priva di conoscenza. Iniziò a chiamarla, però senza risposta.

 

-è tutto inutile! Forse sarà morta non credi! Shinici Kudo!- disse una voce dietro un pilastro. Era Gin, che rivolgendosi a Vodka esclamò:

-Perché non gli facciamo raggiungere la sua amichetta?-.

Intanto dietro alla porta, era sopraggiunta Ran, che ascoltò tutto…

 

 

P.S. Spero che ad sempai-nana91 e ad Francesca Akira89 piaccia! A me così piace e spero anche a voi!