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Autore: 9Pepe4    30/01/2011    7 recensioni
A Regulus non sono mai piaciute le inespressive biglie di vetro che gli orsi di peluche hanno al posto degli occhi.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Occhi di vetro

A Regulus non sono mai piaciute le inespressive biglie di vetro che gli orsi di peluche hanno al posto degli occhi.
Quando era piccolo – molto piccolo, perché era disdicevole che un Black, superati i tre anni, si trastullasse con giochi infantili – gettava quei pupazzi dalle pupille troppo fredde oltre il bordo del letto, coprendosi la faccia con una mano mentre, per non essere costretto a guardarli, li afferrava con le dita dell’altra.
E ora che muore, per ironia della sorte, non riesce a vedere altro.
Mentre la pozione del padrone che ha rifiutato gli brucia le viscere e gli incendia la gola, mentre Kreacher piange penosamente prima di Smaterializzarsi, mentre le mani scheletriche e gelide di cadaveri oscenamente vivi lo afferrano, Regulus si vede sfilare nella mente tutti i momenti più brutti della sua vita. Da quello in cui si ruppe il suo giocattolo preferito a quello in cui venne Marchiato da Lord Voldemort. Da quello in cui perse un’importante partita di Quidditch a quello in cui per la prima volta sentì l’odore acre di una casa in fiamme. Da quello in cui Sirius se ne andò di casa a quello in cui assistette – partecipò – alla tortura di un essere umano.
Su tutto torreggiano le immagini dei suoi famigliari, e nel dolore è impossibile rispettare l’obbligo di scordarsi di avere un fratello, così anche Sirius è lì. E sono loro – tutti loro – ad avere occhi di vetro, e lo fissano crudeli con quelle biglie indifferenti.
Non si accorgono che lui sta morendo?
Non si rendono conto del fatto che gli Inferi lo stanno trascinando nel lago?
Perché vogliono fargli ancora più paura?
Ma la parte peggiore è rendersi conto che non sono diversi dalla realtà, con quello sguardo fisso e vuoto. Suo padre e sua madre (sta annegando? Sta davvero annegando?) hanno sempre avuto occhi di vetro.
Non respira!
Il solo nella famiglia di Regulus che abbia mai avuto degli occhi veri, vivi, è Sirius. Strano rendersene conto, dato che suo fratello è sempre stato quello sbagliato.
E invece era l’unico da poter guardare senza spaventarsi.
Erano così, gli occhi di Sirius: ribelli, caparbi, autentici.
I polmoni gli bruciano, sembrano sul punto di scoppiare. Regulus apre inutilmente la bocca; cerca disperatamente aria, ma è acqua gelata, salmastra (putrefatta), quella che gli entra dentro. Inghiotte acqua, respira acqua gorgogliando, dall’acqua è accecato e annega nell’abbraccio freddo degli Inferi.
Una paura gli sale alla gola che ormai non esiste più – acqua, c’è solo acqua, ogni cosa è fatta d’acqua – e ben presto si trasforma in un urlo di orrore che non ha fine.
Perché Regulus si vede, vede se stesso, lo vede guardarsi allo specchio, vede il proprio riflesso… E capisce che anche i suoi, di occhi, alla fine dei conti, erano fatti di vetro.
Ma la superficie del lago è di nuovo piatta, come se non fosse successo niente.









Spiegazione – più o meno seria – di quanto precede:
Questa storiella ha preso vita dalle due alle tre di stanotte (questione che tra l’altro inizialmente mi aveva indispettita: perché diamine l’ispirazione soggiunge alla mia porta in orari tanto assurdi?! Comunque, dato che mi faceva rabbia la prospettiva di perdere l’idea, ho preso il cellulare e mi son messa a scrivere lì sopra). La pubblico subito perché temo che se aspettassi qualche giorno non potrei fare a meno di cedere alla tentazione di inserire qualche frase per “alleggerire” il contenuto, per dare un minimo di consolazione a Regulus (tra l'altro è la prima volta che scrivo sulla sua morte). E poi sentivo la mancanza di questo fandom...
In ogni modo, penso di dover aggiungere che la pubblico all’insegna dell’anniversario della nascita di Livia Drusilla, ovvero la moglie di Augusto, uno dei pochissimi personaggi storici che m’abbia impedito di annoiarmi a morte. (Oddio, non posso credere di aver dedicato una One Shot su Harry Potter alla moglie di Cesare Ottaviano. Sono pazza.)
  
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