Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: LiliViolet    31/01/2011    0 recensioni
Una ragazza tormentata dallo stesso sogno,un deserto in piena notte,e poi un bianco abbagliante.Ma un giorno il sogno continua,e diventa un sogno di corvi.
Ci pensai su un attimo “Credo di non essere più completamente in me quando…faccio determinate cose.E’ come se qualcuno agisse al posto mio” presi un respiro “Sta diventando più di quanto io possa sopportare”
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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6)
La pallina tintinnò dolcemente nel silenzio della mia camera,rotto solamente dal mio respiro affannoso.
Il suo suono rimase per un po’ echeggiante nell’aria.Mi rannicchiai a disagio,sul letto.
Non riuscivo a pensare a nulla,anche se di colpo le ferite dell’ultimo scontro con l’angelo si erano fatte di nuovo pungenti.
Guardavo oltre le tendine con un misto crescente di ansia e sollievo.In fondo,stavo pur sempre andando tra le braccia di uno sconosciuto.Ma era l’unica cosa plausibile da fare,quindi mi misi il cuore in pace,per quanto possibile,e stetti lì,a osservare il cielo imbrunire.
Ci fu un forte frullio d’ali e un’ombra passò veloce davanti alla mia finestra.Mi alzai di botto e la aprii,velocemente.
Dal secondo piano vidi Aaron che,con aria incuriosita,girottava nel giardino.Non potendo urlare presi una gomma dalla mia scrivania e gliela lanciai addosso.
Con un’imprecazione alzò lo sguardo alla mia finestra e mi sorrise. Ridacchiai beffardamente di rimando “Spero di non averti fatto male “ gli dissi.
Fece una faccia offesa “Che demone sarei se queste idiozie mi ferissero?” poi spiccò un balzo e si poggiò al mio davanzale “Ad ogni modo “ proseguì più serio “ti sei ricreduta?”
Speravo quasi che non mi ricordasse il motivo per cui era arrivato là “Ho dovuto farlo,per forza “ sospirai.
“Prima scommessa vinta!” fece un gesto di trionfo,cercando di sdrammatizzare “Comunque prepara la tua roba,starai via per un po’”
Annuii con il cuore pesante e presi a girare per la stanza,raccattando oggetti vari e vestiti e mettendoli dentro un borsone. Al pensiero di dover mollare tutto per un po’ le salirono le lacrime agli occhi.
Nael! Avrei dovuto lasciar stare anche lui!
Chissà se si sarebbe accorto stavolta della mia assenza…
“Aaron,perché mentre ero da te nessuno si è accorto che mancavo?” chiesi perplessa,dandogli le spalle.
“Perché nessuno ti ama,non gliene frega niente di te nemmeno al tuo amichetto”
Mi girai di scatto,gli occhi sgranati “Che cacchio di risposta è?” sbraitai indignata.
In tutta risposta fece mostra di una perfetta faccia da schiaffi.Che tipo fastidioso!
“A parte gli scherzi “ riprese tornando serio “in casi come questi,in cui devi lasciare il tuo normale luogo di residenza per un po’ e fermare tutte le attività che svolgi normalmente,i nostri poteri fanno in modo che nessuno se ne accorga, risparmiandoti seccature”
“Questo vuol dire che anche d’ora in poi nessuno se ne accorgerà?”
“Sino a che rimani perfettamente nascosta ai loro occhi si. Se per caso qualcuno dovesse vederti,questo…incanto,chiamiamolo così per ora, finirà bruscamente,e tutti si accorgeranno della tua scomparsa” finì teatralmente lui.
Perfetto,questo voleva dire che,nel caso in cui non fossi riuscita a reggere la lontananza, avrei dovuto farmi in quattro per poter spiare un po’ della normale vita dei miei conoscenti,onde evitare un vero disastro.
Ora ero veramente isolata dal mondo.Buttai gli ultimi vestiti nella borsa alla rinfusa,sgualcendoli.
“Ah e cosa mi dici riguardo a quel ragazzo che ti aspettava fuori da casa?” continuò Aaron, con una curiosità quasi infantile.
“Fatti gli affaracci tuoi”
Si sgonfiò come un palloncino “Quello che dico io è: ma come fa a sopportarti?Povero ragazzo…” concluse scuotendo la testa.
Presi un portamatite e glielo lanciai,mancandolo purtroppo di qualche centimetro. Mi fissò con finta aria spaventata “No dai,non puoi uccidermi così,non lo tollero!”
Lo guardai gelidamente “Sei un rompiscatole”
“Lo posso considerare il tuo ragazzo?”
Non riuscii a nascondere un sorrisetto quindi mi chinai sulla borsa,fingendo di sistemare le ultime cose.”Non so…vedi un po’ tu!”
Fece finta di pensare “Allora si,è il tuo ragazzo.Poooovero ragazzo!” ripetè scuotendo ancor di più la testa.
Stavolta presi la borsa intera e gliela lanciai sopra,senza però sbagliare mira. ”Ho finito!” dichiarai ad alta voce.
“Sicura o devi prendere qualche altro armadio?” mi chiese mentre la soppesava. Notai che aveva lo stesso codino dell’altra volta,e mi ricordai che non ero riuscita a sostenere il suo sguardo per più di qualche secondo.
Mi avviai verso la finestra aperta,respirando l’aria aperta. ”Cosa devo fare?”
“Dato che non posso portare sia te che la borsa in viaggio,a causa del peso di entrambe, credo sarò  costretto a farti la prima lezione qua”  constatò “La trasformazione volontaria” aggiunse a voce sicura.
Immaginavo solamente quello che mia mamma avrebbe potuto sentire dal piano di giù.
Si mise al centro della stanza,camminando avanti e indietro nel piccolo spazietto tra il letto,l’armadio e la scrivania
“Tu devi desiderare veramente trasformarti,altrimenti ogni altro aiuto è inutile” si piazzò davanti a me,fissandomi con i suoi occhi penetranti “Tu devi desiderare trasformarti,perché trasformarti è l’unico modo per volare,parliamoci chiaro. E chi non desidera volare?”
Aveva ragione,ecco un ottimo motivo per desiderare di trasformarmi.
Se proprio lo dovevo desiderare.
“E poi,perché il cielo decida di trasformarti,tu ti devi protendere verso esso,come se ti allungassi per cercare di toccarlo con un dito. Perché noi siamo demoni del cielo,e noi desideriamo,almeno una volta nella vita,poter toccare il luogo da dove proveniamo” detto questo, si affacciò dalla finestra e,con una serie di movimenti fluidi e eleganti, si inarcò rivolgendo la faccia verso il cielo ormai blu scuro. Potei per un attimo vedere i suoi occhi rapiti da quel blu prima di osservarlo spiccare il volo.
Era stata questione di istanti,ma come aveva fatto? C’era un qualcosa di estremamente affascinante nei suoi movimenti.
“Visto come è facile?” mi disse da fuori “Questo ti basterà a poterti trasformare!”
Decisi di provare. Mi sedetti sul davanzale per non dover stare in una posizione assurda.
Poi mi resi conto di soffrire di vertigini e essere seduta sul ciglio di un vuoto che iniziava a muoversi.Se mi fossi protesa un po’ verso il cielo sarei caduta da quattro metri.
Aaron si sedette affianco a me,e mi afferrò saldamente per la vita.
Fu strano come in quel tocco sentii una forza enorme trattenuta,e ora trattenere dolcemente me.Lo guardai un attimo, sicura di stare arrossendo, quindi mi girai verso la volta celeste.
Cercavo di fissarla,ma la sensazione che tutto traballasse era troppo forte.
Non capendo più dove si trovavano la destra e la sinistra tornai indietro con la schiena,cercando un miglior sostegno.
Solo dopo essermi adagiata comodamente mi resi conto,con una mia enorme figuraccia,che quel qualcosa a cui mi ero poggiata era Aaron,rimasto a bocca aperta.
In effetti potevo capirlo.Prima gli lancio addosso ogni genere di cosa poi mi ci sdraio sopra!
In un impeto di vergogna mi sporsi in avanti,troppo in avanti,con gli occhi completamente sbarrati al cielo,poi ebbi l’orribile sensazione di stare per cadere.
“Perché mi molli?” urlai terrorizzata.
“Perché non hai più bisogno di un sostegno!” mi giunse la sua voce da dietro.
Mi girai sbalordita a osservarlo,e in effetti non soffrivo più di vertigini.
Non avevo neanche sentito il solito dolore perforarmi la schiena mentre mi spuntavano le ali.Presi a svolazzare piano nel giardino,coperta dalle tenebre.
“Ti senti tranquilla? Possiamo andare ora?” chiese Aaron mentre prendeva la mia borsa da oltre il davanzale.Mi avvicinai  e chiusi la finestra.
“Ora si” e volammo via nella notte.

  
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