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Autore: Katniss85    04/02/2011    4 recensioni
Raccolta di one-shot,dedicate all'amore.
Estratto da il giorno:
Scuoto la testa.-Tutto bene. Solo non me l'aspettavo-dico. E non me l'aspettavo davvero. Perché nei romanzi che ho letto non c'era scritto che potrebbe arrivare un ragazzo della tua età, senza nessuna esperienza, esattamente come te, e farti un regalo per il tuo compleanno.
-E' per farti sapere che ti penso e che mi piacerebbe passare del tempo con te- dice, con l'intenzione di giustificare il suo regalo.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una piccola antologia di racconti che hanno come tema l'amore. Sono racconti scollegati tra loro e autoconclusivi.

Buona Lettura.

Silvia.

Farfalle

 

Quando suona la sveglia,Rachele vorrebbe girarsi dall'altra parte e tornare a dormire. Sa che sarà impossibile. Il suo dormire è ormai irrimediabilmente interrotto. Vorrebbe sforzarsi, stringere gli occhi talmente tanto da costringere quell' assopimento, che ancora pervade il suo corpo e la sua mente, come una fitta nebbia,a trasportala di nuovo nell'antro caldo e accogliente dell'incosciente sonno.

-Rachele, tesoro,è tardi-. Una voce, ovattata, a causa del cuscino che le circonda le orecchie,e che tiene stretto, stretto a sé, la fa sospirare. Deve alzarsi. Controvoglia. Possibile che nessuno possa tenere conto dei desideri di una sedicenne?Solo obblighi:scuola,compiti, pulizia della camera e altri piccoli lavoretti che la mamma la costringe a fare.

Rachele, la sera prima, non ha fatto una richiesta così sconvolgente ai genitori,tanto da non poter essere accettata. Solo di rimanere, per un giorno,un misero giorno del lunghissimo anno scolastico, a casa. A letto. Senza pensare. Anche se Rachele sa che stare a casa"senza pensare" è impossibile. Penserà molto,invece, se i suoi genitori le lasciassero la giornata libera. Ma non cedono.

-Non c'è nessun motivo per non andare a scuola,domani- le disse suo padre, mettendo il sale nell'insalata.

-Non stai male!-aveva aggiunto sua madre,appoggiando, palesemente l'opinione del marito.

Possibile che non capissero?Non ci arrivavano proprio. Non sapevano distinguere il male fisico,evidente, che si espletava attraverso febbre o orribile muco dal naso,nel caso si trattasse di un semplice raffreddore, dal male interiore,dall'inadeguatezza che la spingeva con tutta la forza che poteva a desiderare di rimanere a casa da scuola.

-Se vuoi davvero saltare le lezioni, dacci un motivo valido- le aveva detto il padre.

Era la cosa peggiore che potesse uscire dalla sua bocca. Il motivo valido,per lei, c'era eccome. Ma era assolutamente certa che non sarebbe stato valido per i suoi genitori.

Abbassò il capo,triste. Non avrebbero capito.

-Domani è San Valentino- aveva spiegato solamente,illudendosi, solo per un istante, che i suoi genitori capissero senza dover aggiungere ulteriori spiegazioni.

-E allora,non sei contenta di ricevere qualche regalino da qualche ragazzo della tua scuola?- aveva continuato ad infierire il padre.

Era proprio quello che non capiva. Non ci sarebbe stato nessun regalo per lei. Ne era certa. Pensava di non essere così carina,e neppure così socievole, da ricevere lettere di ammiratori. Anche se avrebbe voluto. Eccome se avrebbe voluto.

Ma non era solo questo che la impensieriva a tal punto da voler rimanere tutto il giorno sotto le calde coltri del suo letto. La questione era un'altra. Le sue care compagne di classe avevano deciso, per rendere la situazione ancora più umiliante nei confronti di chi non aveva nessun ammiratore segreto, di creare una cassetta della posta, costruita dalle stesse, di cartone e con sopra disegnati dei stomachevoli cuoricini rossi, per raccogliere le lettere degli ammiratori o delle ammiratrici. In questo modo,secondo la loro logica, che non era del tutto fuori luogo, anche i più timidi, avrebbero trovato il coraggio di "imbucare"la loro posta del cuore, evitando il greve imbarazzo della consegna a mano.

Neppure questo però,l'avrebbe spinta a desiderare di stare a casa.

Sono state delle parole bisbigliate ad ingrossare di timore il suo animo.

Le sue care compagne volevano aprire la cassetta di fronte a tutti e, come se non fosse sufficiente,volevano stilare una classifica, direttamente sulla lavagna, per vedere chi,tra tutte, conquistava più lettere e,dunque, ammiratori.

Ma come poteva spiegare queste motivazioni ai suoi genitori?L'avrebbero considerata sciocca,superficiale,una ragazzina.

Ma lo era.

E forse sua madre si era dimenticata come ci si sente a sedici anni.

Il cuore batte forte. Il cuore è giovane, è vulnerabile. Si ferisce facilmente. E ci mette molto tempo a guarire.

A causa di uno sguardo non ricambiato, o di un'attenzione non ricevuta.

E il cuore di Rachele batteva forte. Per Samuele.

Samuele è bello. E' alto un po' più di lei,e i capelli che gli ricadono spettinati sulla fronte, andando a coprire i suoi grandi occhi azzurri.

Samuele è bello e Rachele passava ore intere a guardarlo, sperando che lui si voltasse nella sua direzione e che le sorridesse. Sarebbe bastato quello per infiammare il suo viso,e ingrossare il suo cuore.

Ma non c'era mai stato quell'incrocio di sguardi a curare la ferita del suo cuore.

***

Rachele forza la mano sulle lenzuola. Le alza, le accartoccia di lato,perdendo all'istante il calore che portavano con sé, e, uno alla volta, con fatica, sospinge i piedi fuori dal letto e li appoggia sulle pantofole,ordinatamente lasciate alla sera prima, ai piedi del letto.

Le fa male la pancia. E' certa che non riuscirà a mangiare nulla per colazione. Ha altro che le circola per lo stomaco:farfalle e timore. Si sforza, come spesso ha dovuto fare,e lascia,infine,il suo letto. Quel caldo rifugio che la teneva lontana e protetta da quel maledetto quattordici febbraio.

Scende in cucina. Beve un po' di succo. Non ascolta la madre che la prega di mangiare qualcosa. Si chiude in bagno. Si lava il viso,i denti. Si veste,si pettina ed esce dal bagno ancora meno desiderosa, di quanto non lo fosse già prima, di andare a scuola.

Vorrebbe tentare e pregare di nuovo i genitori di lasciarla a casa. Ma la madre è così indaffarata da accorgersi solo che non ha fatto colazione, e non del suo stato d'animo. E il padre è altrettanto assente, immerso e concentrato nella lettura del suo attesissimo giornale.

Rachele saluta appena. Si infila scarpe, giubbotto,sciarpa, berretto e zaino, e si avvia,affranta e incompresa, in quella scuola che quel giorno si rivelerà una tortura maggiore di quanto non lo sia già.

Come si aspetta, appena entra in classe le sue care compagne stanno trillando-strillando felici attorno alla cassetta dell'amore- per loro-la cassetta del nulla- per lei.

-Aspetteremo l'ultima ora ad aprirla-cinguetta Laura,l'ideatrice di quell'infernale scatola.- Non si sa mai ci sia qualche spasimante ritardatario.-

Rachele sospira:altre cinque ore di apparente normalità. Poi l'umiliazione.

Passano in fretta. La lancetta dei minuti gira inesorabile all'interno del quadrante del suo orologio. Neppure il tempo sembra provare pietà per lei.

E quando arriva l'ultima ora, a quindici minuti dallo scadere, Laura propone all'insegnante di fermare a quel punto la lezione per dare l'opportunità di aprire la cassetta.

L'ultima speranza per Rachele. Spera che l'insegnante si opponga, ma,anche lui accetta senza lasciare altra illusione.

Laura, pomposa nella sua sicurezza, appoggia la cassetta sulla cattedra.

La apre, ed inizia ad estrarre le buste,alcune piccole,altre più grandi.

-Questa è per me- dice, appoggiandola sulla cattedra.-Questa è per Marta- continua, gongolando , verso la sua migliore amica.-Queste due ancora per me,un'altra per Marta,una per Camilla, una per Stefano,una per Samuele e una per Lorenzo- conclude, consegnando ad ognuno la loro busta.-Dunque sembra che sia io ad aver ricevuto più lettere in assoluto,non serve stilare una classifica alla lavagna-decreta.

Rachele, conscia del risultato, appoggia il viso sul banco pregando che almeno la campanella venga a salvarla. Ci sono solo quattro ragazze nella sua classe;lei è l'unica a non aver ricevuto nessuna lettere.

-Per te nulla?- le chiede Laura. E' cattiva. Si diverte a mettere in imbarazzo Rachele, più di quanto non lo sia già.

Lei scuote la testa, sperando-non può fare altro- che la campanella suoni.

-Peccato,sarà per il prossimo anno- la canzona infine Laura.

Ma pochi istanti prima che la campanella trilli,e quando ancora gli occhi dell'intera classe sono puntati su di lei,Samuele si avvicina. Si china su di lei e le lascia un bacio sulla guancia.

-Questo è per te. Non sono riuscito a metterlo in una busta.-

E il cuore di Rachele batte forte.

 

 

   
 
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