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Autore: ornylumi    07/02/2011    9 recensioni
Un immaginario capitolo extra di Harry Potter e i Doni della Morte, posto subito dopo la fine della battaglia di Hogwarts. Un viaggio nei ricordi di Bellatrix, visti attraverso gli occhi di Harry, alla ricerca della vera ragione per cui è diventata quello che era: la più spietata e fedele Mangiamorte.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Narcissa Malfoy, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Rodolphus/Bellatrix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Era ormai sera, quando Harry si svegliò nel suo letto nella torre di Grifondoro. Intorno a lui non volava una mosca: chi c’era dormiva, chi mancava era probabilmente in Sala Comune o ancora in giro per il castello. Aveva avuto un sonno agitato, com’era immaginabile; popolato degli eventi che erano accaduti uno dopo l’altro quella notte, e che non gli avevano dato fino in fondo il riposo di cui aveva bisogno. Si alzò lentamente, consolandosi con l’idea che tra qualche ora avrebbe potuto dormire ancora. Senza sapere bene perché. si nascose sotto il Mantello dell’Invisibilità prima di uscire; forse la morte di tutte quelle persone, sebbene non fosse stata vana, era ancora troppo difficile da accettare, e sentiva il bisogno di stare da solo.

Pochi passi e fu evidente che l’aria di festa aleggiava ancora, dopo ore dalla fine della battaglia. Insegnanti, studenti e loro familiari erano riuniti a commentare l’accaduto, e a fare progetti su un futuro certamente migliore. Rivolse loro un sorriso che non potevano vedere, poi continuò a camminare per i corridoi senza una meta precisa, fino a che i suoi passi lo condussero in Sala Grande o in quel che ne restava; le mura sarebbero state ricostruite senza difficoltà, pensò, ma i corpi che ancora ospitavano avrebbero lasciato per sempre lì la loro memoria. Una volta varcato l’ingresso, Harry si rese immediatamente conto di non essere solo: c’era anche Neville, accanto al tavolo di Grifondoro, che sembrava intento a posizionare su di esso una serie di fiale dal contenuto bianco-argento. Vinto dalla curiosità, Harry si tolse il Mantello e si avvicinò. Ciò che contenevano era proprio quello che si aspettava, e l’etichetta posta su ciascuna di esse ne dava la conferma.

“Ehi, Harry” lo salutò Neville, leggermente sorpreso di vederlo lì.

“Ciao, Neville. Che cosa fai?”

“Oh, raccolgo pensieri” rispose, con noncuranza. “È incredibile, vero? Quante persone decidano di lasciare al mondo i propri ricordi, prima di morire”.

“Quindi, tu… sai che i pensieri possono essere conservati? Conosci il Pensatoio?” Harry era leggermente sorpreso della cosa.

“Sì. Ne ho visto uno nell’ufficio di Silente, una volta. Ho capito subito cos’era, perché mia nonna ne ha uno quasi identico. Dice che usarlo, ogni tanto, l’aiuta a ricordare quello che col tempo dimentica!” I ragazzi risero insieme, mentre l’idea della nonna di Neville che si affacciava in un liquido lattiginoso prendeva forma nella loro mente.

“Sai, credo che dovremmo darli ai loro familiari. Forse, lì dentro c’è qualcosa che avrebbero voluto dirgli ma non hanno avuto il tempo di fare”.

Harry annuì con tristezza, scorrendo uno a uno i nomi su quelle etichette. Pensava a Fred, a Lupin e Tonks… e al loro bambino, che sarebbe cresciuto senza i suoi genitori. Nessuno meglio di loro due in quella stanza poteva sapere che cosa significasse.

“Quello che fai ti fa onore, Neville” si complimentò.

“È solo un’idea, così”.

Harry stava per salutarlo e lasciarlo alla sua missione, quando una scritta in particolare gli capitò sotto gli occhi: un nome e un cognome, chiari e lampanti sull’etichetta, gli ultimi che si sarebbe aspettato di vedere lì.

“Lei?” gli chiese, con una nota di rancore nella voce. “Perché? Cosa vuoi farne dei ricordi di Bellatrix Lestrange?”

Neville si voltò silenzioso, serio, come se si aspettasse da un momento all’altro quella domanda. “Voglio sapere, Harry. Voglio conoscere la ragione per cui ha fatto quello che ha fatto”.

“Ma non c’è una ragione! Era una Mangiamorte, come tutti gli altri. Eseguiva gli ordini di Voldemort”.

Neville sussultò un istante nell’udire quel nome. Harry si chiese quanto ancora ci sarebbe voluto perché la gente smettesse di averne paura, anche adesso che lui non c’era più.

“Be’, non proprio. Era una donna, una delle poche. Ed era anche la più terribile. Ha preso le iniziative da sola, qualche volta. Il suo… capo era scomparso, quando torturò i miei genitori”.

Harry abbassò i toni, cercando di essere comprensivo. “Stanotte li hai vendicati egregiamente, Neville. Hai dimostrato il coraggio di un vero Grifondoro, e hai ucciso il serpente. Non immagini nemmeno quanto questo sia importante…”

“Lo so, abbiamo vinto, e sono felice. Ma quella domanda mi perseguita da tutta la vita. Adesso che è tutto finito, e che ne ho la possibilità, voglio cercare la risposta”.

Le sue parole sembravano non lasciare scampo ad alcuna opposizione. “Sei proprio sicuro, Neville?”

Il ragazzo annuì con solennità. Harry, invece, aveva un sacco di dubbi: temeva che quell’idea non avrebbe portato a niente di buono, e che, anzi, gli avrebbe procurato solo un dolore inutile.

“Non hai… paura di vederla, mentre usa la Maledizione Cruciatus sui tuoi genitori?” non poté fare a meno di chiedergli.

Quella volta, Neville non mostrò la stessa sicurezza di un attimo prima. “In realtà, è l’unica cosa di cui ho paura. Ma potrò scappare via, no? In fondo è solo un ricordo, non può intrappolarmi”.

Harry era abbastanza d’accordo, ma non ancora convinto. “Lascia che lo faccia io, allora” decise. Neville lo guardò senza capire. “Sono abbastanza abituato ad entrare lì dentro, e a vederci un mucchio di cose, anche spiacevoli. Se mi sembrerà che ne valga la pena, ti restituirò la boccetta. Almeno sarai preparato”.

Neville esitò un istante, forse per valutare se era il caso di dargli fiducia. “Te la darò, te lo prometto” lo rassicurò Harry.

“Va bene” decise infine. Raccolse la boccetta con i ricordi di Bellatrix e la consegnò a Harry.

“Torno tra un minuto”.

Mentre ritornava, per la terza volta in poche ore, nello studio del Preside, Harry si chiese se aveva fatto la scelta giusta. La tentazione di uscire in giardino e lanciare tutto alle ortiche era forte, doveva ammetterlo, ma aveva fatto una promessa a un amico e l’avrebbe mantenuta. La verità era che l’idea di entrare nella mente di quella pazza gli dava la nausea, ed anche un certo timore. Per quanto abituato a vedere la morte e il dolore, ciò che quella donna aveva fatto nella sua vita doveva avere dell’inimmaginabile, e lui non era sicuro di sentirsi pronto. Temeva di rivedere il momento in cui aveva ucciso Sirius, che per lei doveva essere stato di una gioia incontenibile. Harry la odiava con tutto se stesso, e niente al mondo gli avrebbe fatto cambiare idea.

Tentò di chiedersi, ancora una volta, se almeno quello sforzo avrebbe portato a un risultato. Che cosa poteva esserci di buono, quale possibile attenuante ai crimini che aveva commesso, nei ricordi di una persona del genere? Odiava anche Piton, quando aveva raccolto la sua memoria, ma lì era diverso: cercava una risposta che poi aveva trovato, e che aveva incredibilmente cambiato ogni cosa. E adesso, in effetti, anche Neville voleva una risposta. Facendosi coraggio, tirò un profondo respiro e si avvicinò al gargoyle di pietra.

Note:

Ciao a tutti! È la prima volta che pubblico una storia qui (in realtà, è la prima volta che ne pubblico una in generale) ma è un'idea che avevo in mente da un po', almeno da quando ho scoperto l'esistenza di questo sito.

Il personaggio di Bellatrix, sebbene sia una "cattivissima", mi affascina molto, specialmente dal punto di vista del suo rapporto con Voldemort, ed è per questo che ho deciso di raccontare la loro storia così come la immagino. Ho notato che non sono l'unica ad aver avuto questa idea, e che in molti qui avete scritto di loro, anche egregiamente (come non citare Circe, adoro letteralmente "Sgath"!). Ci tenevo a specificare però che, per non farmi influenzare, ho evitato di leggere tutte le storie che potessero riferirsi al passato di Bella; ogni eventuale riferimento ad altri racconti, insomma, sarà puramente casuale :)

Grazie a chi leggerà e vorrà lasciarmi magari un commento.

   
 
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