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Autore: DreamGirl91    09/02/2011    9 recensioni
Rachel è stata definitivamente lasciata da Finn e sembra proprio che non riesca a farsene una ragione... ma è davvero Finn il ragazzo adatto a lei? [Puck/Rachel]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LOST WITHOUT YOU

2.Shiksa Goddess

"Noah?" domandò Rachel incredula, guardando Puck dritto negli occhi.
Puck poteva praticamente vedere le mille domande che affollavano la mente della ragazza riflesse nei suoi enormi occhi castani, più grandi che mai per la sorpresa.
Non aspettò che lei ne formulasse alcuna.
"Tuo padre mi ha fatto entrare e mi ha detto che eri qui," disse semplicemente. "Bella canzone," aggiunse poi.
Quelle parole sembrarono riscuotere lievemente Rachel.
"E' Still Hurting," balbettò, distogliendo lo sguardo. "Di The Last Five Years."
Puck storse lievemente il naso, staccandosi dallo stipite della porta e avvicinandosi a Rachel.
"Che razza di band può scegliersi un nome del genere?"
"Noah!" strillò Rachel oltremodo indignata. "Non è una band, è un musical meraviglioso di Jason Robert Brown!"
"Rilassati, Berry," rispose Puck, riuscendo a stento a trattenere un sorrisetto divertito. Quanto era buffa Rachel quando si infervorava in quel modo... "Non tutti possiamo essere ossessionati dai musical."
"La mia non è affatto un'ossessione!" protestò lei.
Lui immaginò dal suo sguardo che ritenesse il non conoscere quel musical The Last qualcosa poco meno di un abominio... probabilmente era uno dei suoi preferiti. Si morse le labbra per evitare di ridere.
"Da quanto sei qua comunque?" chiese lei, altezzosa.
Puck alzò le spalle.
"Più o meno da quando hai iniziato a cantare."
"E... perché sei qua?" domandò ancora Rachel.
Puck alzò di nuovo le spalle.
"Passavo da queste parti."
Lei lo guardò alzando un sopracciglio con aria scettica. Lui restituì lo sguardo cercando - senza molto successo, ne era consapevole - di assumere un'aria innocente. In fondo il fatto che né casa sua né i posti che frequentava abitualmente si trovassero in alcun modo vicino a casa di Rachel non era importante, no?
Ma Rachel non sembrava affatto intenzionata a lasciar cadere l'argomento.
"E perché mai, passando da queste parti, ti è venuto in mente di... smettila di alzare le spalle!"
Puck si bloccò e lanciò un'occhiataccia a Rachel.
"Siamo un po' acide oggi, eh?" commentò con aria di superiorità. "Volevo controllare come stessi. Ma se ti dà tanto fastidio vedermi me ne vado..."
Puck fece per andarsene, ma  Rachel lo trattenne per un braccio.
"Aspetta..." disse con un sospiro. "E' solo che... sono un po' nervosa oggi."
Ancora una volta, lui dovette fare uno sforzo per non ridere.
Un po' nervosa?
Un po' nervosa non era nemmeno lontanamente vicino alla realtà.
Pazza, isterica e depressa, forse. Ma decisamente non un po' nervosa.
"Sarebbero delle scuse, queste?"
Rachel sbuffò, lasciandolo andare.
"Sì, come vuoi..." borbottò. "Ma perché sei qui?" domandò poi nuovamente, questa volta con più calma.
Puck non rispose subito. Invece si sedette sul letto di Rachel, accarezzando distrattamente quel copriletto fin troppo familiare. Sembrava passata una vita da quando era entrato per la prima volta in quella camera. Era tutto così diverso... era innamorato di Quinn, allora... e lei era incinta... e Finn credeva di essere il padre...
"Noah...?"
La voce di Rachel lo risvegliò dai suoi pensieri.
"Te l'ho detto, volevo controllare che stessi bene," disse semplicemente. "Eri triste stamattina."
Lei abbassò lo sguardo, arrossendo lievemente. Era chiaro che non ci tenesse particolarmente a parlarne. Ma Puck non desistette.
"E' ancora per quell'idiota di Finn, non è vero? Sì, l'ho capito la trentesima volta che l'hai nominato cantando..." fece una smorfia. Come facesse una sveglia come Rachel a farsi mettere sotto da uno come Finn, proprio non l'aveva mai capito. "Dovresti smetterla di pensarci..."
"Parli come se fosse facile," sbottò Rachel, irritata. "Le persone che si amano non si dimenticano con uno schiocco di dita, sai? Non funziona così."
"Nemmeno se sono degli stronzi che non hanno mai fatto altro che farti soffrire?"
"Non parlare di Finn in questo modo!" strillò lei rossa dalla rabbia, la voce parecchie ottave più alta del normale.
"Dico solo quello che tu non hai le palle per ammettere: la verità!" protestò lui. "Al diavolo, Rachel... non me ne frega niente di quanto tu sia pateticamente innamorata di lui, non puoi essere così ottusa da non capire che non meritavi di essere lasciata così. Finn è stato uno stronzo, ed è anche un idiota, se proprio vuoi saperlo. In effetti dovresti essere felice di non averlo più tra i piedi!"
"Ma io non sono felice, va bene?" urlò Rachel. La voce le si ruppe, e calde lacrime iniziarono a scendere sulle sue guance. "Non lo sono! Sono assolutamente devastata! Non mi interessa quello che pensi di lui, io rivoglio il mio Finn e... e..."
Ma non finì mai la frase. Proprio mentre il dolore minacciava di farsi incontrollabile e il groppo alla gola sembrava renderle impossibile parlare, Rachel sentì due braccia circondarla completamente e stringerla con una forza e una dolcezza sconosciute.
"Lasciami!" protestò debolmente. Puck non allentò la presa.
"Ti odio," disse ancora lei, ma invece di divincolarsi, si aggrappò a lui. "Perché non mi lasci stare?"
"Perché sono tuo amico, stupida," sbottò lui. "Cioè, naturalmente lo sono solo perché l'ho promesso a Dio..."
Rachel fece un buffo suono simile ad una risata.
Si divincolò dalla presa di Puck e questa volta lui la lasciò andare.
Si sedette sul letto con un gran sospiro, asciugandosi le lacrime, subito seguita da lui.
"Sono una scema," commentò debolmente.
"No," la contraddisse lui. "Finn è scemo. E non lo dico tanto per dire. Ha un cervello grande come una nocciolina. Se no come spiegheresti il fatto che abbia creduto di aver messo incinta Quinn senza aver mai fatto sesso?"
Rachel fece un'altra lieve risatina.
Puck rispose con un piccolo sorriso.
"Credimi, è lui lo scemo," ripeté convinto. "E se non vuole più stare con te... beh, è lui che ci perde."
Rachel abbozzò un sorriso di gratitudine.
"Sei gentile," disse tristemente. "Ma non credo che sia così. Il contrario, semmai."
"Starai scherzando!" protestò Puck con veemenza.
"No, dico semplicemente la verità. E tu non dovresti mentire solo per farmi stare meglio."
Puck la guardò stranito. Ma di che cosa stava parlando ora quella stupida Berry?
Era davvero convinta di non essere degna... di Finn?
Finn?
Davvero?

Puck non era stupido. Sapeva che Rachel non era solo la diva egocentrica e sicura di sé che mostrava al mondo... sapeva dell'esistenza di una seconda Rachel, dietro quella maschera... una Rachel meno sicura, più fragile... una Rachel che avrebbe potuto fare di un ragazzo come Finn tutto il suo mondo.
Ma da lì a credere di non essere degna di Finn...
Puck si chiedeva dove fosse finita la Rachel forte e combattiva che aveva imparato a conoscere e apprezzare. Avrebbe avuto tanto bisogno del suo aiuto per risollevare questa Rachel qui...


But the minute I first met you
I could barely catch my breath
I've been standing for days with the phone in my hand
Like and idiot, scared to death

"Berry..." iniziò incerto su che cosa dire. Aveva davvero bisogno della forte, coccuta, irritante Rachel...
La sua Rachel, la sua amica Berry.
Ricordava quando per la prima volta l'aveva conosciuta davvero.
E il ricordo del breve periodo in cui erano stati insieme, quando, si vergognava di ammetterlo, era stato quasi spaventato dal fatto che quella sciocca Berry con i suoi orribili maglioni potesse piacergli così tanto, fece scattare quacosa dentro di lui, e seppe che cosa dire.
"...queste sciocchezze mi offendono."
Rachel si voltò a fissarlo metà stupita e metà oltraggiata.
"Secondo te Finn sarebbe meglio del grande Puckzilla?"
"Mai detto niente del genere," protestò lei.
"Hai insinuato che una ragazza che è stata con me sia indegna di lui. E' lo stesso," ribatté lui. "Secondo te a uno come me sarebbe potuta piacere una ragazza indegna di Finn?"
"Stavi con me per far ingelosire Quinn," gli ricordò Rachel.
"Tu mi piacevi," replicò Puck. "Cavoli se mi piacevi. Ascoltami, Berry, se lo dirai a qualcun'altro io lo negherò fino alla morte, ma ero persino spaventato dal fatto che mi piacessi così tanto. Non capivo come uno bello e popolare quanto me, pieno di pollastre e mamme super sexy ai suoi piedi, potesse anche solo avere il tempo per guardare una sfigata del Glee... ma tu sei forte, Rachel. Voglio dire... davvero forte," evitò accuratamente di lasciarsi sfuggire che, dopo la loro rottura, era stato per due giorni buoni a fissare il cellulare, indeciso se mandarle un messaggio, chiamarla, chiederle di provare a stare insieme sul serio... stupidamente spaventato di un suo rifiuto, ma in qualche modo ancora di più del fatto che le accettasse.
E c'era Quinn, allora...

I'm your Hebrew slave, at your service
Just tell me what to do

"E poi Quinn non c'entrava nulla," continuò Puck. "L'avevo fatto per mia madre che voleva una nuora ebrea. Ma è bastato poco, e ebrea o non ebrea non me ne importava più nulla. Perché tu sei forte, e quando uno come me ti dice che sei forte e che gli piacevi, crederti indegna di uno come Finn è davvero un insulto."
Rachel sorrise, e Puck pensò che quel sorriso fosse decisamente più convinto del precedente.
"Anche tu sei forte, Noah. Davvero forte."
"Oh, ma io lo so benissimo, Berry. Su questo non ci sono dubbi."
Lei alzò gli occhi al cielo, ma una risatina sfuggì dalle sue labbra. Poi si adombrò di nuovo.
"Ascolta, Noah... posso chiederti una cosa?" domandò.
"Ehi, Berry..." replicò lui con un sorriso ironico. "Fai di me quello che vuoi. Sono il tuo schiavo ebreo, completamente al tuo servizio. Puoi fare domande, parlare per ore e ore di musical, saltarmi addosso..."
Lo sguardo storto che gli lanciò fu decisamente poco convincente.
"Credo che passerò."
Puck alzò le spalle.
"Non sai quello che ti perdi..."
"Credi che smetterò mai di soffrire per Finn?" domandò Rachel a bruciapelo, torcendosi nervosamente le dita e senza guardare Puck.
Lui era alquanto sconvolto.


I think that I could be in love with someone
Like You

"La vera domanda è: come puoi avere dei dubbi in proposito?" replicò molto seriamente. "Appena capirai quanto lui sia scemo e quanto tu sia forte ringrazierai il buon Dio che lui ti abbia lasciata. E lui invece rimpiangerà il suo errore tutta la vita. Puoi fare molto, molto meglio di Finn, credimi... hai quasi avuto me! Questo dovrebbe dirti qulcosa!" Rachel rise ancora. Puck si finse offeso. "Beh, che c'è da ridere? E' la verità. Se uno come me si è interessato a te... allora puoi avere chi vuoi. Chiunque ti vorrebbe."
"Tranne Finn," gli fece notare tristemente Rachel.
"Dimentica Finn, è un idiota, te l'ho già spiegato!" esclamò Puck spazientito. "Diciamo allora che chiunque sia sano di mente ti vorrebbe. E sarebbe anche fortunato ad averti."
Lei sorrise ancora, e a lui fece piacere vedere che ogni sorriso sembrava un po' più sincero del precedente.
"Grazie davvero, Noah," disse. Esitò qualche secondo, arrossendo lievemente. "Quindi... quindi... dicevi sul serio?"
Puck la guardò interrogativo.
"Intendo... alle Provinciali," specificò lei "Quando hai detto che... che ti piacevo."
Sul viso di lui si allargò un sorriso che non aveva nulla di rassicurante.
"Ma questo è ovvio Berry, sei in cima alla mia lista di ragazze da portare a letto."
"Cretino..." sbottò Rachel arrossendo. "Io dicevo sul serio."
"E allora? Anche io," replicò Puck, sempre con quel sorrisetto. "Sei sexy, single e sei una delle poche ragazze a scuola con cui non abbia ancora fatto sesso. Bisogna rimediare al più presto."
Lei, sempre più rossa, fece un verso scandalizzato, ma non riuscì a trattenere una risatina e nello sguardo storto che gli lanciò, il ragazzo colse una sfumatura molto dolce di gratitudine.
Mentre la guardava soddisfatto per essere riuscito a risollevarle un po' il morale, Puck si disse che non aveva mentito. Era vero che chiunque avesse anche solo un po' di cervello sarebbe stato decisamente interessato a una ragazza come Rachel.
Persino il grande Puckzilla si sarebbe potuto innamorare di una come lei.
Ovviamente non era quello il caso.
No, per niente.
Però una cosa del genere sarebbe stata plausibile... a livello teorico, naturalmente.
Rachel gli piaceva, ovviamente... ma come un'amica.
E questo non sarebbe mai cambiato.



AUTHOR'S NOTES

Mercoledì: come promesso, ecco il nuovo capitolo! :D
Spero che vi piaccia, e ringrazio ancora tutti dei bei commenti... ne approfitto inoltre per ringraziare chi ha aggiunto la storia tra le preferite, le seguite e le storie da ricordare... grazie, davvero! Grazie anche a tutti quelli che leggono pur non commentando!;)
Prometto che farò tutto il possibile per aggiornare almeno una volta a settimana, ma non posso promettere che ci riuscirò... purtroppo è un periodo molto intenso per me... ma tenterò!^^
Hugs&Butterfly Kisses
DreamGirl<3
  
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