Nick Autore (sul forum e su EFP):
Pocahontas@Effie/EffieSamadhi
Titolo: “Non Esiste Nessuno Che Sappia
Amare Più Di Un Uomo Che Sappia Unire Il Cervello Al Cuore”
Personaggio del Primo Ordine: Remus
J. Lupin
Personaggio del Secondo Ordine: Arthur
Weasley
Prompt usati: Bambino, Cuore, Dolore, Opportunità
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Non Esiste Nessuno Che Sappia Amare
Più Di Un Uomo
Che Sappia Unire Il Cervello Al Cuore
Grimmauld
Place era deserta.
Non
era mai stato un quartiere molto vivace, ma nell’ultimo periodo la situazione
era andata sempre peggiorando. Solo il numero dodici sembrava dimostrare un po’
di vitalità. Peccato che i Babbani non potessero vederlo.
“Feccia,
nella casa dei miei padri! Ibridi, Mezzosangue, traditori della purezza! Nel
letto di mia madre, nelle stanze di mio figlio!”
Malocchio
tirò un sorso dalla sua fiaschetta e accennò col capo alla porta socchiusa.
“Walburga è nervosetta, oggi.”
Arthur
sbirciò in corridoio. “E non solo oggi… oh, è appena entrata Ninfadora. Parola
mia, non riesco a capire come quella ragazza abbia potuto superare gli esami di
Segretezza” sospirò, richiudendo l’uscio e tornando a sedersi.
“Credimi,
Arthur, quella ragazza sa come rendersi invisibile, quando vuole.
Piuttosto, ha ancora i capelli da ratto?”
Il
signor Weasley annuì, mentre buttava giù un sorso di the bollente. “Se intendi
che sono ancora grigi, allora sì. Ha i capelli da ratto.”
“Per
tutte le maledizioni Cruciatus, è questo che dovrebbe preoccuparci, non se sia
in grado di entrare in casa senza fare rumore.”
“Non
credo di capire. Perché dovremmo preoccuparci dei capelli di Tonks?”
Moody
non diede segno di averlo udito, e continuò a borbottare, l’occhio normale
fisso sulla pagina sportiva del Profeta e l’occhio magico che saettava
di qua e di là. “Mai innamorarsi, l’ho sempre detto. Amare qualcuno sì, ma non
innamorarsi mai. Gli innamorati abbassano la guardia, poi salta fuori un
Mangiamorte e zac!, ti rifila una bella maledizione Imperius e in men che non
si dica di ritrovi dalla parte del Male.”
Ad
Arthur andò di traverso il the. “Tonks sarebbe innamorata? E di chi?”
“Andiamo,
Weasley, non dirmi che nessuno si è accorto della faccia che fa quella ragazza
quando Lupin è nei paraggi. Dannazione, devo sempre dirvi tutto io?”
“Oh”
fu il commento, piuttosto sorpreso, di Arthur. “E tu come fai a saperlo?”
“Dimentichi
che ho un occhio magico” ribatté Moody, in tono ovvio. “E poi, certe cose un
uomo le capisce al volo.”
“Ah.
E… e credi che lo abbia capito anche lui?”
“Perché
diavolo credi che quel ragazzo abbia iniziato a girare al largo da qui?”
“Ah.”
Arthur sorseggiò un altro po’ di the, poi rimase immobile a contemplare la
tazza appoggiata sul tavolo.
Il
silenzio calò sulla cucina del numero dodici di Grimmauld Place. Ora tutto il
quartiere era immerso nel silenzio.
“Alastor”
disse finalmente il signor Weasley, schiarendosi appena la voce e interrompendo
la quiete, “tu hai combattuto già una volta nell’Ordine della Fenice. Com’era?”
“C’eri
anche tu, mi pare” ribatté Moody, alzando l’occhio magico su di lui, carico di
sospetto.
“Non
sono stato molto presente, allora. Lo sai. Insomma, c’era chi faceva più di me.”
Moody
tirò un altro sorso dalla fiaschetta, forse per aiutarsi nel sopportare il
dolore del ricordo. “Erano tutti molto giovani. Dannatamente giovani. James,
Lily, Sirius, Peter, Remus… tutti così giovani. Un po’ come adesso.”
“Ma
i ragazzi non fanno parte dell’Ordine” lo corresse Arthur.
“Solo
perché tu, Molly e Silente non permettete loro di prestare giuramento. Ma il
loro cuore appartiene già all’Ordine. Se solo fossero liberi di scegliere…
Silente sta facendo un errore enorme, ma non importa. Le cose stanno così.” Si
chiuse nel silenzio, come a voler cercare una risposta per una domanda
inespressa. “Minus era un codardo” riprese all’improvviso. “Minus era un
codardo, James e Lily erano maledettamente determinati a sconfiggere il male, e
Sirius combatteva con tutto se stesso contro la cecità della sua famiglia.
Tolto quel brutto ratto, erano tutti straordinari.”
“Non
hai detto niente di Lupin” osservò Arthur. “Che tipo era lui?”
“Remus?”
L’ombra di un sorriso si dipinse sul volto segnato del vecchio Auror. “Remus è
sempre stato l’unico ad avere le idee perfettamente chiare.”
“Le
idee chiare? In merito a che cosa?”
Moody
chiuse il Profeta e rassettò grossolanamente le pagine, l’occhio magico
che saettava qui e là, in cerca di spie. “In merito a quello che voleva.”
“E
che cosa…”
“Un’opportunità”
lo interruppe Moody. “Ecco quello che voleva. Voleva solo un’opportunità.
Voleva dimostrare a se stesso e a tutto il mondo magico di valere qualcosa, di
non essere uno scarto della società.”
“Chi
poteva considerarlo così? Insomma, Remus è…”
“Praticamente
tutti. So anch’io che Remus è un uomo eccezionale, ma nessuno era disposto a
fidarsi di un lupo mannaro. Allora era esattamente come oggi, o forse anche
peggio. Nessuno si fidava di nessuno, nemmeno del proprio fratello.”
“A
parte Silente.”
“A
parte Silente” ripeté Malocchio, soppesando le parole. “È esattamente quello
che disse quel ragazzo, quando gli chiesi perché volesse a tutti i costi
entrare nell’Ordine. È una domanda che ho fatto a tutti.”
“La
ricordo bene, la facesti anche a me” sorrise Arthur.
Moody
lo ignorò. “James e Lily risposero che volevano debellare il male alla radice,
sconfiggere Voldemort e riportare la pace nel mondo magico. Sirius rispose che
desiderava vendicare tutto il male perpetrato dalla sua famiglia nei confronti
del resto della società magica. Quel codardo di Minus disse che avrebbe seguito
Potter e Black fino alla fine, che avrebbe coperto loro le spalle fino
all’ultimo.” Fece una pausa e si passò una mano sugli occhi, cancellando forse
una lacrima che non voleva fosse vista. “Remus, invece, mi rispose che era il
suo cuore a volerlo, e che il suo cuore non sbagliava mai. Disse
che nessuno si era mai fidato di lui, tranne Silente, Potter e Black. Disse che
era stato il suo cuore a suggerirgli di fidarsi di Potter e Black, e
disse che il suo cuore non lo avrebbe mai tradito. Era un ragazzo molto
maturo per la sua età.”
Arthur
decise di non interrompere il silenzio. Nella quiete della stanza, l’occhio
magico di Moody si mosse in fretta, indugiando per qualche secondo sulla porta.
“Remus
Lupin era e resterà sempre un uomo eccezionale, Arthur” proseguì l’Auror, prima
di bere ancora dalla fiaschetta. “Non gli è stato concesso di essere un bambino
come gli altri. Fenrir Greyback gli ha strappato l’infanzia, ma non è riuscito
a completare l’opera. Gli ha lasciato un cuore. E attraverso quel cuore
Remus ama, odia, prova dolore. Quel povero ragazzo sa soffrire,
esattamente come tutti noi. Dio solo sa quanto ha sofferto quando James e Lily
sono morti. Non credo abbia avuto l’occasione di provare un dolore
altrettanto grande, nella sua vita. Sono cose in grado di distruggere un uomo.”
Fece una pausa, e l’occhio tornò sulla porta. “Eppure, quel giorno, mentre gli
domandavo perché volesse far parte dell’Ordine, era fermo, deciso. Era pieno di
gioia, come un bambino al suo primo giorno a Hogwarts. Un uomo senza cuore
non avrebbe potuto provare tutta la gioia che dimostrò lui quel giorno.
‘Voglio solo un’opportunità’, mi disse. ‘Voglio dimostrare a tutti che
sono dalla parte del bene, e che lo sarò sempre’.” Fece un’altra pausa. “È la
risposta migliore che abbia mai sentito.”
Arthur
annuì. “Credo anch’io che sia un uomo eccezionale. Non ho mai dubitato di lui,
nemmeno per un istante.”
Moody
annuì. “Lo so, Arthur. È che la gente spesso scambia il silenzio per codardia,
e un rifiuto per mancanza di amore” disse, l’occhio magico di nuovo fisso sulla
porta della cucina.
Arthur
iniziò a chiedersi se l’atteggiamento dell’Auror fosse dettato solo dalla sua
proverbiale paranoia, o se davvero ci fosse qualcuno dietro la porta.
“Remus
è uno dei migliori elementi dell’Ordine della Fenice” proseguì Moody. “Niente
di ciò che fa è avventato o casuale. Prima di prendere una decisione, ci
riflette su per giorni e giorni. Non è il tipo che si lascia abbindolare da ciò
che gli dice il cuore.”
“Non
credo di capire. Poco fa hai detto che…”
“E’
vero, l’ho detto. Ma quella è stata l’unica volta che Remus Lupin abbia seguito
completamente il cuore. Non credo che gli capiterà più una cosa simile.
Forse invece sì, e allora spero che saprà cogliere al volo quell’opportunità.
Non esiste nessuno in grado di amare più di un uomo che sappia unire il
cervello al cuore.”
Arthur
non era sicuro di aver compreso fino in fondo l’ultima parte del discorso, ma
rinunciò a comprendere.
L’occhio
magico di Alastor lasciò la porta e si concentrò sulla prima pagina del Profeta,
così come l’occhio normale. La cucina ripiombò nel silenzio.
“Sporca
Mezzosangue, figlia di una traditrice! Sudicia mezza strega!”
Nell’udire
la voce del quadro, Arthur si alzò. “Ninfadora dev’essere uscita” osservò,
affacciandosi nel corridoio e trovandolo deserto.
“Sì,
dev’essere così” fu la risposta dell’Auror. Meno male, non ne potevo più di
vederla origliare. Spero sia andata a cercare quell’imbecille di cui è
innamorata.
***
Riporto, a onor di
cronaca, il giudizio di Lu_Pin, che è stata davvero corretta e celere, e che
ringrazio.
Anche se sono delusa.
Non da Lu_Pin, intendiamoci.
Sono delusa da me
stessa.
QUARTA CLASSIFICATA:
Pocahontas_Effie “Non esiste nessuno in grado di amare più di un uomo che
sappia unire il cervello al cuore”
Totale: 60/65
Stile: 7.5/10
Lo stile non è male, ma non è impeccabile. Ho trovato ripetizioni di verbi e
sostantivi a distanza di poche righe e questo sicuramente toglie ricchezza al
racconto.
L’unica frase che mi ha dato un po’ fastidio, perché ha rallentato la lettura è
stata quella da “Remus, invece, mi rispose che era il suo cuore a volerlo (...)
che il suo cuore non l’avrebbe mai tradito”. In questa frase hai ripetuto
davvero troppe volte la parola cuore.
Grammatica: 8/10
La grammatica è quasi perfetta, ho trovato però un errore di sintassi: “Amare
qualcuno sì, ma non innamorarsi mai” è sbagliato. Avresti dovuto scrivere:
“Amare qualcuno sì, ma innamorarsi mai o mai innamorarsi”.
Ci sono poi alcuni errori di punteggiatura, perché quando usi le virgolette
dovresti mettere il punto fuori, così: “Ciao”. E non così: “Ciao.”
Caratterizzazione: 8/10
Assolutamente fedele la caratterizzazione di Ninfadora, anche se appare in
poche righe, complimenti! Anche Arthur è abbastanza IC, anche se l’ho trovato
un po’ freddo.
La caratterizzazione di Malocchio è quasi sempre fedele al personaggio, tranne
quando dice ad Arthur che il cuore dei ragazzi appartiene all’Ordine e che lui,
Molly e Silente stanno facendo un errore a non ammetterli; sinceramente io non
credo che Malocchio la pensasse così, dopotutto non ha mai espresso la sua
opinione a questo proposito.
La descrizione di Remus va abbastanza bene, anche se penso che tu abbia un po’
ripetuto le stesse cose nel discorso di Moody.
Originalità: 9/10
Sebbene il racconto di Moody fosse un po’ prevedibile, mi ha colpito e mi ha
fatto sorridere l’ultima scena con Tonks... Brava!
Attinenza al tema: 10/10
Beh, credo non ci sia nulla da dire! Hai centrato perfettamente quello che
intendevo nel bando del contest, non posso che farti miei complimenti!
Utilizzo dei prompt: 5/5
Direi che hai utilizzato bene tutti i prompt, anche se li hai ripetuti un po’
troppo spesso.
Gradimento personale: 7.5/10
La storia mi è piaciuta, ma devo ammettere che non brilla. Ne ho lette
assolutamente di peggiori, ma ne ho lette anche di migliori, per questo ti ho
dato un 7.5! Tutto sommato brava, hai fatto un buon lavoro!