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Autore: VaniaMajor    10/02/2011    4 recensioni
Dopo la morte di Soichiro, sembra che Sesshomaru non debba far altro che prendere possesso del Regno dell'Est. Al suo interno, però, si nasconde una trappola micidiale, in cui il Signore dell'Ovest cade insieme al fratello Inuyasha. Stavolta toccherà a Kagome e Anna trovare un modo per salvarli...da loro stessi! Terzo capitolo della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga di 'Cuore di Demone''
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Author's note: I nostri si avventurano nel Regno dell'Est. Sarà una buona idea? Soprattutto: riusciranno Sesshomaru e Anna a non litigare fin da subito?! La vedo dura...Fatevi sentire, cominciano le danze! ^__^

Anna aprì gli occhi a fatica, uscendo da un brutto sogno che aveva disturbato il suo sonno, quindi si stiracchiò per bene, togliendosi di dosso stanchezza e rigidità. Si alzò, facendo leva sulla corteccia del Goshinboku, e si guardò attorno.
Non era ancora sorto il sole e la temperatura era gelida. Il cielo era coperto da nuvole pesanti, che promettevano neve. Anna non se ne curò. Nella sua forma demoniaca, il clima doveva fare una gran fatica per agire in qualche modo sul suo corpo. Guardò alla sua sinistra e vide Sesshomaru poco distante, in piedi su uno dei rami più alti a braccia conserte, che scrutava l’orizzonte.
«Ti sei svegliata.- constatò il demone, senza voltarsi- Ti senti più riposata?»
«In qualche modo, sì…anche se ho fatto un brutto sogno.» rispose Anna, saltando sui rami fino a lui. Il demone le scoccò un’occhiata interrogativa, ma Anna scosse la testa, sorridendo, dando ad intendere che non era niente di importante. Sospirò, fermandosi accanto a lui e scrutando a sua volta l’orizzonte.
Erano fermi al Goshinboku dal giorno prima. La logica avrebbe voluto che passassero la notte insieme agli amici, nel caldo rassicurante della casa di Kaede, ma con Sesshomaru la logica diventava un’opinione. Lui, infatti, non si sarebbe mai e poi mai abbassato ad entrare e soggiornare, anche solo per qualche ora, in un villaggio di insulsi esseri umani. Ecco perché Inuyasha e Kagome erano andati al villaggio da soli e Anna si era rassegnata a passare quella notte all’aperto. Non avrebbe mai lasciato Sesshomaru ad attendere da solo, sapendo quant’era suscettibile per il suo rapporto d’amicizia con ‘quegli idioti al seguito di Inuyasha’. Che Sango e Miroku avessero dato una mano considerevole nell’ultima battaglia contro Soichiro, a Sesshomaru non importava granché. Poteva anche rassegnarsi al viaggiare in loro compagnia, ma non avrebbe mai diviso con loro la stessa stanza.
«Testa dura…» borbottò Anna, appoggiando il capo sul braccio di Sesshomaru.
«Potrei portarti numerosi esempi in cui la mia testardaggine è stata battuta dalla tua.- disse Sesshomaru, impersonale- Non mi costringere a farlo.»
Anna borbottò ancora qualcosa, ma non si fece scoraggiare dal tono e gli si fece più dappresso, apprezzando in calore del suo corpo. Dopo qualche istante, Sesshomaru cedette e le passò un braccio attorno alle spalle, permettendole di stargli più vicina.
«Il Goshinboku ha conservato il tuo odore.- mormorò Anna, alzando lo sguardo sul suo viso- E lo conserverà a lungo. Nell’epoca di Kagome è ancora presente.»
Sesshomaru si limitò ad annuire, senza rispondere. Durante la battaglia contro Soichiro, Sesshomaru aveva rischiato di perdere la vita. Aveva combattuto in forma umana, poiché aveva donato ad Anna tutta la sua energia, e le ferite che aveva riportato lo avevano quasi dissanguato. Il suo sangue aveva impregnato la terra attorno alle radici del Goshinboku e ora l’albero conservava il suo odore, come conservava quello di Inuyasha, che vi era rimasto inchiodato per cinquant’anni.
«Se Inuyasha tarda ancora molto, lo uccido.» sentenziò Sesshomaru, stringendo appena gli occhi ambrati.
«Che fretta hai?- lo sgridò Anna, contrariata- Non ci corre dietro nessuno.»
«Non ho tutto questo tempo da perdere.» disse Sesshomaru, secco.
Anna sbuffò e Sesshomaru le lanciò un’occhiata ammonitoria.
«Va bene, starò zitta.- disse Anna, scuotendo la testa- Ma tu non attaccare briga con Inuyasha.»
Sesshomaru non promise nulla, riprendendo ad osservare i dintorni in perfetto silenzio. Anna osservò il volto del suo amato. Come sempre, la sua gelida bellezza le catturava il cuore e le faceva scappare via i pensieri come tante farfalle impazzite. I silenzi gelidi, però, continuavano a freddare i suoi entusiasmi. Per quanto Sesshomaru avesse detto e provato di amarla, la maggior parte delle loro giornate non erano granché differenti da quelle che Anna aveva passato come semplice sottoposta di lui.
Se Anna si faceva venire in mente qualche idea per movimentare la loro vita, o finché chiacchierava allegramente, l’atmosfera tra loro somigliava a quella di qualsiasi coppia di innamorati. Appena lei si prendeva un attimo di pausa, però, Sesshomaru non faceva alcuno sforzo per non essere da meno. Era una situazione un tantino frustrante, ma Anna si scrollava sempre di dosso il pensiero non appena compariva. Essere amata da Sesshomaru era tutto ciò che desiderava e ogni suo più piccolo gesto era per lei una gioia immensa. Non importava se tra un gesto e l’altro c’erano pause piuttosto lunghe. Prima che lei e Rin entrassero nella vita di Sesshomaru, il demone non aveva mai provato amore nel suo cuore.
“Lo amo così com’è.” pensò, sorridendo.
«E adesso che hai da sorridere come una sciocca?» chiese Sesshomaru.
«Ma insomma!- sbuffò Anna- Non si può nemmeno tentare di essere felici?!»
Sesshomaru la guardò con una certa sorpresa negli occhi, quindi chiese: «Sei felice?» Il sorriso di Anna gli riscaldò il cuore fin nel profondo.
«Ma certo che sono felice.- mormorò Anna- Sto per fare il primo viaggio di piacere con tutti i miei amici al gran completo, senza che guerre e combattimenti ci attendano dietro l’angolo.» Sesshomaru fece una piccola smorfia, contrariato, ma Anna continuò a parlare. «Ma sopra ogni altra cosa, sono qui, accanto  all’uomo che amo, attendendo l’alba.- disse, con una luce particolare negli occhi- Sono al sicuro tra le sue braccia, e non vorrei trovarmi in nessun altro luogo che questo.»
Sesshomaru alzò una mano e le accarezzò una guancia, mentre il suo viso si addolciva impercettibilmente.
«Questa risposta è di mio gradimento.» sussurrò, per poi avvicinare il proprio viso a quello di lei, che chiuse gli occhi. Fece appena in tempo a sfiorare le sue labbra, che l’odore di Inuyasha e compagnia gli colpì il naso. Sesshomaru si scostò, suscitando un gemito di disappunto di Anna, e guardò verso il villaggio con aria contrariata. «Quegli sciocchi stanno arrivando.- disse, sprezzante- Come sempre, al momento sbagliato.»
«C’è sempre tempo per finire quello che hai cominciato.» asserì Anna, afferrandolo con audacia per la veste e tirandoselo vicino. Sesshomaru scoprì che Anna aveva ragione.

***

«Oh! Guarda, Inuyasha! Il primo fiocco di neve!» esultò Kagome, stendendo la mano e raccogliendo il fiocco sul palmo, per poi mostrarlo a Inuyasha.
«Feh! Che c’è da stare tanto allegri se si mette a nevicare?» disse Inuyasha, di cattivo umore.
Kagome sospirò e osservò il piccolo pezzo di soffice ghiaccio sciogliersi sui suoi guanti. Erano partiti da qualche ora e l’euforia sembrava già essersi smorzata. Come poteva essere altrimenti, quando Sesshomaru e Inuyasha esibivano facce così contrariate?
«Tanto più che a te il freddo non fa bene per niente.- continuò Inuyasha, imperterrito- Ti devo ricordare che sei un essere umano? E se ti ammali, come farai?»
«Inuyasha, sei davvero noioso.- disse Miroku, che camminava dietro di loro, sospirando- Se Kagome-sama non si lamenta, non vedo perché tu debba assillarla a quel modo.»
«Oi! Io non la assillo!» sbottò Inuyasha, poi vide che Kagome stava applaudendo alle parole del monaco e si intristì. «Andiamo, Kagome! Vuoi dire che sono assillante?» chiese, stupefatto.
«Certo che lo sei!» asserì Shippo, seduto sulla spalla di Kagome. Un secondo dopo, un grosso bernoccolo gli si gonfiò sulla testa. «Ahia!!» strillò Shippo, tenendosi la testa dolorante.
«Inuyasha! Non picchiare il povero Shippo!» gridò Kagome, arrabbiata.
«Feh! La prossima volta imparerà a stare zitto.» sentenziò Inuyasha, a braccia conserte. Sango, in groppa a Kirara, sospirò.
«Inuyasha non cambierà mai.» disse, scambiando un’occhiata con Miroku e scuotendo il capo.
«Il che è ad un tempo il suo pregio e il suo difetto.» aggiunse il monaco. Inuyasha gli scoccò un’occhiata omicida.
«Si sparla di me, o sbaglio?» ringhiò.
«Via, Inuyasha, sii un po’ più ilare!- lo incitò Miroku, dandogli una pacca sulla spalla- E’ il nostro primo viaggio dalla morte di Naraku. Cerchiamo di divertirci.»
«Divertirci? Con quel ghiacciolo di Sesmpfhgh?!» cercò di protestare Inuyasha, prima che le mani di Kagome gli tappassero la bocca. Sesshomaru camminava parecchio avanti rispetto a loro, ma tutti sapevano che udito fine avesse e non avevano nessuna voglia di assistere a uno dei soliti combattimenti tra i due fratelli.
«Santo cielo, che diplomazia scarsa.- disse Sango, sconcertata- Kagome-chan, ma come avete fatto a restare al castello di Sesshomaru tanto a lungo?»
«Non me ne parlare, è stata una tortura.- disse Kagome, sospirando- Litigavano tutti i giorni. Un vero strazio!»
«Io non ho capito dove stiamo andando.» disse Shippo.
«Perché sei scemo.» sentenziò Inuyasha.
«Perché ieri sera dormiva.- ribatté Kagome, lanciando a Inuyasha un’occhiata di avvertimento- Stiamo andando alla Grotta dell’Eco, Shippo-chan. Sono quattro giorni di marcia.»
«Che particolarità ha questa Grotta dell’Eco?- chiese Sango, curiosa- Ci hai detto che Sesshomaru ha fatto una lista di luoghi di potere.»
«A essere sinceri, non lo so.- ammise Kagome- Inuyasha, Sesshomaru t’ha detto qualcosa in più?»
«Non molto.- disse Inuyasha- Mi ha detto che in quella grotta si possono sentire gli echi del passato e, se si è fortunati, del futuro. Non so né che voglia dire, né a che cosa gli possa servire, ma non ho la pretesa di capire la sua mente contorta.»
In quel momento, Anna si avvicinò al gruppo, sorridendo e tenendo le mani a coppa.
«Guardate! Nevica!- disse, allegra, facendo svolazzare attorno a sé la veste bianca e oro- Questo fiocco è uno spettacolo...ah! Si è già sciolto, peccato!»
«Ecco un’altra stupida a cui piace la neve.» borbottò Inuyasha.
«Cosa?! Ho appena sentito questa boccaccia darmi della stupida?!» disse Kagome con voce terribile, strattonandogli un orecchio. Inuyasha guaì e ritrattò.
«Non darmi della stupida, fratellino.- disse Anna, facendogli una linguaccia- Sto solo cercando di divertirmi, cosa che voi due non parete in grado di fare.» Scoccò un’occhiata alla figura di Sesshomaru, che continuava a camminare in solitudine, sordo alle loro voci e apparentemente ignaro della loro presenza.
«Ma è di cattivo umore?» chiese Shippo. Anna si strinse nelle spalle e gli altri sospirarono. Per quanto ne sapevano loro, Sesshomaru era sempre di cattivo umore.  Quando il gruppo si era riunito, quella mattina all’alba, Anna aveva accolto tutti con gioia. Sesshomaru non li aveva degnati nemmeno di un cenno del capo, limitandosi a ordinare loro di mettersi in marcia, poiché, testuali parole, ‘non voleva passare con quell’accozzaglia di idioti più tempo di quanto fosse necessario’. Così, la povera Anna faceva la spola tra Sesshomaru e i suoi amici, cercando senza molto successo di passare la stessa quantità di tempo con entrambi.
«Anna, se ti crea problemi stare con noi, torna pure da Sesshomaru.- disse Sango, comprensiva- Non vorrei che se la prendesse con te.»
Anna fece un gesto vago con la mano.
«Non preoccupatevi.- disse, sorridendo- Io e Kagome abbiamo tanto insistito perché viaggiassimo tutti insieme. Non ho intenzione di non godere della vostra compagnia solo perché lui ha deciso di fare il solitario.»
Sesshomaru colse le ultime parole di Anna e scoccò un’occhiata omicida alla bionda, che incassò la testa fra le spalle, avvertendo il pericolo.
«Vado in avanscoperta.- disse il Principe dei Demoni, con più di una punta di acredine nella voce- Il vostro odore umano mi appesta.» Ciò detto si alzò in volo.
«Ehi! Sesshomaru!- gridò Anna, rincorrendolo- Dove vai? Come facciamo a ritrovarti se…»
«La strada la sai anche tu. Usa il fiuto, per trovarmi.- le rispose Sesshomaru, già allontanandosi- A meno che la compagnia di quegli umani non abbia inebetito le tue facoltà.»
Anna si fermò, stringendo i pugni e lanciando fulmini dagli occhi verso la schiena di Sesshomaru, che si allontanò e scomparve alla vista.
«Ecco, l’ha fatta arrabbiare.» sospirò Inuyasha, osservando la schiena rigida di Anna.
«Non so perché faccia così.- borbottò Kagome, contrariata- E’ così dolce con lei, quando sono soli.»
«E tu che ne sai?» chiese Inuyasha, sollevando un sopracciglio.
«Me l’ha detto Anna.» rispose Kagome.
«Sesshomaru deve imparare ancora molto su come si tratta una donna.» disse Miroku, annuendo alle proprie parole.
«Anche tu hai parecchio da imparare, hoshi depravato.» ringhiò Sango, fingendosi arrabbiata.
«Sango! Un colpo al cuore!» si lamentò Miroku, tragico, per poi sorridere e accarezzare affettuosamente la mano di Sango...e quindi il suo fondoschiena.
«Anna, tutto bene?» chiese Sango alla demone bionda, che li aveva aspettati, mentre tirava un tremendo pizzicotto alla mano invasiva. Anna sospirò, ma annuì.
«Ma sì, ma sì…tanto sapevo che sarebbe finita così.- disse, rassegnata- Abbiate pazienza, ha un caratteraccio. Stasera cercherò di tirargli su il morale.»
«Ma chi te lo fa fare?» borbottò Inuyasha. Anna rise e non rispose. Non ce n’era bisogno. Sapevano tutti quant’era profondo il sentimento che legava i due inu-yokai. Anna batté le mani, assumendo un’espressione decisa.
«Molto bene, in questo caso…- disse, alzando un dito- è ora di cominciare a giocare! Preferite le rime o gli indovinelli?»
Kagome scoppiò a ridere.
«Che bello! Sembra davvero una gita scolastica!» disse.
«Cos’è una gita scolastica?» chiese Sango.
Ripresero la marcia, mentre attorno a loro cadevano pigramente piccoli fiocchi di neve.

***

Quando calò la notte, Sesshomaru si trovava nel folto di un bosco, seduto sul leggero strato di neve che si era depositato durante il giorno, con la schiena appoggiata a un tronco. Il suo umore era pessimo. Non c’era niente da fare: proprio non riusciva a sopportare la vista di Anna che sorrideva a quegli inetti. Vederla sorridere a qualcuno che non era lui era frustrante e faceva montare la sua ira a livelli altissimi. Possibile che quella sciocca non lo capisse?! Forse si aspettava che glielo dicesse? Beh, in quel caso poteva aspettare ancora qualche millennio.
Sesshomaru soffocò un sospiro seccato, passando le unghie sulla propria, morbida coda. A volte, tornava a sentire il legame che lo univa ad Anna come un peso, forse perché era l’unica cosa che non sapesse gestire e ricondurre a regole chiare e precise. Eppure…stare lì seduto, ora, senza avere accanto il suo corpo caldo, senza poterla guardare dormire, lo faceva sentire più freddo della neve su cui era seduto.
“Io, il grande Sesshomaru, ridotto così da una donna.- pensò, per vecchia abitudine, quindi fece un piccolo sorriso- Non farei cambio con la vita di un tempo nemmeno in punto di morte.”
Il pensiero lo colpì e lo fece riflettere. Era vero. Non sarebbe tornato sui suoi passi nemmeno potendo. Anna era speciale e riscaldava il suo cuore. Sentì l’odore di lei prima ancora di avvertire il suono dei suoi passi.
«Allora?- chiese, senza guardarla- Ti sei stancata di stare con quella gente?»
«Quella gente è amica mia.- sussurrò lei, con quella nota di cocciutaggine così irritante nella voce- Quello che hai fatto oggi non è giusto.» Sesshomaru, sempre senza guardarla, alzò appena un sopracciglio con un’espressione sarcastica. «Sto parlando del tuo tentativo di costringermi a scegliere con chi stare.- continuò Anna, sospirando- Non è giusto. Io desidero stare sia con te, che con loro.»
«Allora torna pure da loro.» sentenziò Sesshomaru.
«Stupido.» ribattè Anna.
Sesshomaru la guardò, corrugando la fronte, e vide che stava sorridendo, mentre lo osservava a braccia conserte. Come sempre, il sorriso di lei gli riscaldò il sangue nelle vene. Quando sorrideva, Anna era pura luce, l’incarnazione stessa dell’estate.
«Posso restare con voi, Sesshomaru-sama?» chiese Anna, con una luce maliziosa negli occhi.
Sesshomaru sospirò, trattenendo un sorriso. Ebbene sì. Lei era in grado perfino di farlo sorridere.
«Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?» disse invece, burbero, allungando un braccio verso di lei. Anna fu lesta ad accettare l’invito.
“Non allontanarti mai da me.- pensò Sesshomaru, stringendola a sé e baciandole la testa bionda- Non farlo mai, Anna.”
Poco distante, due occhi gialli balenarono nel buio, intenti a scrutare la coppia, poi scomparvero di fretta. Né Anna, né Sesshomaru ebbero modo di accorgersene e i due si addormentarono l’uno nelle braccia dell’altro.

***

Sesshomaru uscì con passo deciso dal folto, indi si fermò, contemplando il paesaggio grandioso che stava davanti ai suoi occhi.
“Eccolo.- si disse- Lo strapiombo della Grotta dell’Eco.”
Pur se reso spoglio dall’inverno, lo spettacolo naturale che lo circondava era meraviglioso a vedersi. Il Principe dei Demoni si trovava su un’unghia di roccia che cadeva a strapiombo per metri e metri. A destra e a sinistra, compiendo un ampio arco, la roccia digradava e di fronte a lui si ergeva un altipiano più basso di quello su cui si trovava, ove si sviluppava una nuova foresta, ampia a perdita d’occhio. Da esso, si gettava nel vuoto un torrente turbolento e il rumore di questa cascata riempiva l’aria. Il freddo sole novembrino, che da un paio di giorni aveva preso il posto delle nuvole cariche di neve, faceva luccicare l’acqua come una distesa di diamanti. Il torrente finiva nella conca sottostante, formando un piccolo lago dalle acque schiumose, che si inoltrava in una cava, diventando sotterraneo.
Quella cava era la Grotta dell’Eco.
Sesshomaru non sapeva esattamente cosa si aspettava di udire, là sotto. Non gli importava quel granché. Il passato, per lui, aveva un significato relativo, e il futuro era in grado di costruirselo con le proprie mani, giorno per giorno. D’altronde, non utilizzare le nuove risorse che Soichiro, morendo per mano sua, gli aveva così gentilmente donato, sarebbe stato un deprecabile spreco.
Sesshomaru gettò due rapide occhiate a destra e a sinistra, corrugando appena la fronte. Non vide nulla, ma rimase all’erta. Era qualche giorno che provava la strana sensazione di essere osservato. Eppure, alle sue narici non arrivavano altri odori che quelli dell’acqua, della terra e degli alberi spogli. E quelli della compagnia che si stava avvicinando, certo. Nei dintorni non c’era nessun altro…eppure quella fastidiosa sensazione non lo abbandonava.
Inuyasha, essendo stupido, non aveva dato segno di aver sentito qualcosa di strano. Anna era troppo immersa nella discutibile gioia di stare insieme ai suoi amici per aver avvertito le sue stesse sensazioni, ma Sesshomaru l’aveva vista lanciare un paio di occhiate di ghiaccio nei dintorni, segno che anche a lei qualcosa non tornava.
“Mi chiedo di che si tratti.- si disse, seccato- Comincio ad infastidirmi.”
«Ehilà! Trovato qualcosa?» chiese una voce che risultò appartenere a Inuyasha, il quale giunse a grandi balzi e si fermò accanto a lui. Sesshomaru fece una breve smorfia e scosse il capo. Riflettere quando nelle vicinanze si aggirava quella zecca di suo fratello era impossibile.
«Puoi vederlo da te.- rispose, sarcastico- Che ci fai così avanti? Non dovresti stare con la tua congrega di umani?»
«Sono venuto a vedere com’era qua nelle prime file.- disse Inuyasha, fulminandolo con un’occhiata, poi si fece serio- Di’…tu non hai una strana sensazione?»
Sesshomaru sollevò appena un sopracciglio. Così, alla fine se ne era accorto perfino Inuyasha? Fraintendendo la sua espressione, Inuyasha storse la bocca.
«Intendo dire che mi sento osservato.- spiegò, acido- Ma non sento nessun odore particolare. Tu come la spieghi?»
«Non la spiego.- disse Sesshomaru, incrociando le braccia sul petto- Ma ho anch’io questa sensazione, da giorni. Non ho una spiegazione, quindi cerchiamo di ignorare questo fastidio e di tenere gli occhi aperti.»
«Su questo sono d’accordo.- ammise Inuyasha, quindi si portò verso lo strapiombo, guardando di sotto- Però! Un bel salto! E la Grotta dell’Eco…»
«E’ quella in fondo allo strapiombo.» tagliò corto Sesshomaru. Inuyasha fischiò, impressionato.
«Sarà difficile arrivare là sotto.- borbottò Inuyasha, valutando l’altezza- Chissà se Kirara ce la fa a portare anche Kagome?»
«La miko e compagnia bella resteranno quassù.- sentenziò Sesshomaru, sprezzante- Quella grotta è per i demoni, non per dei miseri esseri umani.»
«Non può venire nemmeno Kagome?! Che storia è questa?» sbottò Inuyasha, voltandosi di scatto con aria bellicosa.
«No, non può venire.- disse Sesshomaru, seccato- Perché credi che avessi ordinato solo a te di seguirmi?»
Inuyasha mormorò qualcosa di molto poco elegante, ma Sesshomaru decise di soprassedere. Non aveva voglia di litigare, anche perché sentiva che Anna era ormai vicina. I rapporti tra loro erano sereni da giorni e non voleva dare alla ragazza motivo per adirarsi. La preferiva di gran lunga quando sorrideva.
«Ascoltami bene, idiota.- disse, gelido- In quella Grotta andremo tu e io. Nessun altro. Anna, la tua miko e il resto della marmaglia ci aspetteranno qui e non ci saranno discussioni. Chiaro?»
«Fai restare qui anche Anna?» chiese Inuyasha, sorpreso.
Per tutta risposta, Sesshomaru lanciò un’occhiata nei dintorni e Inuyasha capì. Se i ragazzi fossero rimasti in gruppo, non sarebbe successo loro nulla di male. Inoltre, quella strana sensazione aveva colpito in particolare lui e suo fratello, il che significava che, qualunque cosa li stesse osservando, aveva preso di mira essenzialmente loro due. Lui e Sesshomaru avrebbero potuto andare e tornare in poco tempo, limitando al minimo qualsiasi problema potesse insorgere. Come Inuyasha voleva tenere Kagome lontana dal pericolo, così desiderava Sesshomaru per Anna…benché il pericolo, in quel momento, si limitasse ad una sgradevole sensazione.
«Beh, tutti insieme sono molto forti. Non accadrà loro niente di male.» disse, accettando implicitamente di chiudere la discussione. Sesshomaru annuì. In quel mentre, il gruppetto di coda sbucò dagli alberi, chiacchierando con entusiasmo.
«Kyaaa! Che posto strano!- esclamò Kagome, ammirata- Ma è davvero stupendo!»
«E’ vero, ha un’atmosfera particolare.- disse Sango, sorridendo- E pensare che non è poi così lontano dal villaggio…»
Anna corse avanti e si mise a fianco di Inuyasha, guardando oltre l’orlo. L’altezza le strappò un brivido.
«E’ maestoso, ma fa un po’ impressione.- ammise, quindi guardò Sesshomaru- E’ la grotta qua sotto?»
Sesshomaru annuì.
«Andremo solo io e Sesshomaru.» disse subito Inuyasha, cercando di prevenire l’inevitabile discussione tra Anna e suo fratello.
«Come, prego?» chiese infatti la demone bionda, osservandolo in cagnesco.
«Ci avete portati solo per farci godere del panorama?» chiese Miroku, che si era aspettato una cosa del genere fin dal principio.
«Inuyasha, che significa?- chiese Kagome, contrariata- Perché non possiamo venire giù con voi?»
«Già, perché?!» disse Shippo, facendole eco.
«La discesa è ripida.» disse Inuyasha, indicando il dirupo.
«Kirara potrebbe portare anche Kagome e non credo che Anna abbia problemi.» obiettò Sango, pratica.
«Quella grotta è fatta per i demoni, non per voi insulsi esseri umani.- disse Sesshomaru, sprezzante- E con questo la questione è chiusa.»
«Ma non è giusto!» disse Kagome, arrabbiata, pestando il piede per terra.
«Dai, Kagome, è inutile discutere…» cercò di placarla Inuyasha.
«Ah, certo, è inutile discutere! Solo perché non riguarda te, vero?!» disse Kagome, indignata. Inuyasha fece mezzo passo indietro, riconoscendo il lampo pericoloso che le brillava negli occhi. Kagome si stava davvero infuriando nel vedere che la meta della gita che aveva tanto desiderato le stava scappando da sotto il naso.
«Senza contare che io sono un demone.- disse Anna, con voce pericolosamente bassa, appuntando uno sguardo di ghiaccio su Sesshomaru- Adesso che scusa mi inventerai, o Sommo Principe dei Demoni?»
Sesshomaru sospirò, seccato.
«Vieni con me.» disse, gelido, afferrandola per un gomito e portandola a una certa distanza dal gruppo, che stava spalleggiando Kagome a spese del povero Inuyasha.
«Ebbene?» chiese Anna, liberandosi dalla stretta e guardandolo con occhi fiammeggianti. Sesshomaru la osservò per un attimo. Gli piaceva quel suo carattere così passionale, anche se spesso, come in quel momento, gli causava dei problemi. Iniziava a imparare, però, che a volte far leva sul cuore sentimentale di Anna era un buon modo per arginare il problema.
«Sono preoccupato.» disse, e immediatamente, come aveva previsto, l’espressione di Anna cambiò.
«Cosa intendi dire?» chiese lei, subito preoccupata a sua volta. Sesshomaru mantenne un’espressione dura e fredda.
«Non hai avvertito nulla, in questi giorni?- chiese, e non si stupì nel vedere nei suoi occhi un lampo particolare- Ritengo che qualcosa abbia appuntato la sua attenzione su di noi.» Anna annuì piano, cupa. «Desidero sbrigare questa faccenda il più velocemente possibile.- continuò- Se resterai con gli umani, credo non avranno nulla da temere.» Vide il volto di lei venarsi di giusto sospetto e aggiunse: «Non ho intenzione di sorbirmi i lamenti di Inuyasha se accadesse qualcosa alla miko o ad uno dei suoi stupidi seguaci.»
«Questo posso capirlo.- disse lei, parlando lentamente, quindi sospirò- Va bene…in questo caso, ti aspetterò qui con gli altri.»
Sesshomaru trattenne un sorriso di fronte alla sua vittoria e fu un bene perché Anna tornò subito a guardarlo in volto con aria supplichevole.
«Ma promettimi che ci torneremo insieme!- disse, con enfasi- Voglio tornare in questo posto assieme a te.»
Sesshomaru le sfiorò il volto con una mano, quindi, accertatosi che erano tutti troppo occupati a discutere per badare a loro, diede ad Anna un delicato bacio a fior di labbra.
«Te lo prometto.- sussurrò, spedendole un piacevole brivido lungo la schiena- Torneremo qui insieme, questa primavera.»
Anna sorrise, perdendosi nei meravigliosi occhi ambrati del suo amato, e annuì. Sapeva che le promesse di Sesshomaru non erano mai fatte al vento.
«Ora aiuta quello stupido di Inuyasha a tenere a bada quella banda di scalmanati.» disse Sesshomaru, tornando serio e gelido e spingendola senza troppa grazia verso il gruppo. Anna rise tra sé, scuotendo il capo, ma fece quanto le era stato richiesto. Di fronte alle sue parole ragionevoli, anche Kagome capitolò.
«Questa, però, me la lego al dito.- borbottò la ragazza, incrociando le braccia sul petto- Non è giusto che ci lascino qui.»
«Faranno più in fretta senza di noi, Kagome-sama.- disse Miroku, mettendole una mano su una spalla e sorridendo- Noi potremmo approfittarne per mangiare qualcosa.»
«Intanto, togli quella mano da lì.» disse Sango, scoccando al monaco un’occhiata mortale.
«Allora noi andiamo.- disse Inuyasha, portandosi verso il bordo del precipizio insieme a Sesshomaru- Non dovremmo metterci più di un paio d’ore.»
Guardò Sesshomaru per avere conferma e questo annuì. Inuyasha fece al gruppo un ultimo gesto di saluto e si preparò a saltare, quando Kagome, inaspettatamente, gli si gettò al collo, stringendolo forte.
«Ehi…Kagome!» esclamò Inuyasha, imbarazzato e sorpreso, vagamente conscio degli sguardi complici degli amici e di quello impaziente del fratello. Inuyasha si preoccupò quando sentì la tensione che pervadeva il corpo di Kagome. «Kagome…cosa c’è?» chiese, più piano, abbracciandola a sua volta. Kagome alzò lo sguardo, appuntandolo negli occhi di Inuyasha. L’amore che gli leggeva negli occhi le gonfiò il cuore…allora cos’era quella sensazione di cordoglio che l’attanagliava?
«Stai attento laggiù.- sussurrò, sentendosi al sicuro nel suo abbraccio- Ho una brutta sensazione.»
Inuyasha sorrise e il cuore di Kagome saltò un battito. Inuyasha aveva idea di quanto fosse bello quando sorrideva?
«Non preoccuparti, Kagome.- disse, passandole una mano tra i capelli corvini- Sarà una cosa veloce. E poi, cosa vuoi che ci succeda?»
«Non lo so, ma…» mormorò Kagome.
«Allora?! Diamoci una mossa.» disse Sesshomaru, con voce sferzante, e Inuyasha lasciò andare Kagome con un sospiro.
«Stai tranquilla, Kagome!- disse, sorridendole di nuovo- Ci vediamo tra poco.»
Ciò detto, saltò dal dirupo insieme a Sesshomaru.
«Stai tranquilla, Kagome-chan.- disse Sango, iniziando a tirare fuori le provviste- Quei due insieme sono imbattibili.»
«E coriacei.- aggiunse Miroku- Non accadrà loro niente di male.»
«Miroku ha ragione.» asserì Shippo, appropriandosi di un panino con marmellata di azuki. Kagome e Anna, silenziose, seguirono dalla cima i pochi balzi con cui i due fratelli raggiunsero il fondo della conca.
«Non accadrà nulla di strano, lo so.- disse Kagome, corrugando appena la fronte- Eppure non sono tranquilla.»
«Stiamo parlando di Inuyasha e Sesshomaru, Kagome.- disse Anna, mentre le due teste argentee sparivano all’interno della grotta- Non accadrà loro nulla di male.»
Il che dimostrò soltanto che nessuno di loro era in grado di prevedere il futuro.

   
 
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