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Autore: Strega_Mogana    03/01/2006    5 recensioni
Un'unione tra magia e Sailor Moon...
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ancora notte... ancora quel cimitero...

La stessa cripta bianca... lo stesso uomo in nero...

- Robert, Robert...- borbottò Zakar – hai messo Mamoru sulla strada di Usagi, perché? Hai un piano vero? I morti hanno sempre un piano... ma io sono superiore anche ai morti.

 

***

Mamoru borbottò la sua approvazione mentre Usagi gli baciava ed accarezzava il petto, lentamente salì fino alle sue labbra per sfiorargliele con un delicato bacio.

- Sei bello.

Mamoru sorrise e l’avvolse in un caldo e amorevole abbraccio.

- E tu sei splendida. – le disse desideroso solo di coccolarla per tutta la notte.

- A volte vorrei che il mondo si restringesse a questa stanza, solo noi due... e il nostro amore. – sospirò poggiando il capo sul suo petto - Sono così stanca... Adreiu mi priva di tutte le energie.

- Piacerebbe anche a me amore mio, - cercò di consolarla il mago – ma Adreiu fa del suo meglio per farti diventare la guida futura delle streghe bianche, hanno bisogno di te.

Usagi sbuffò mettendosi a sedere sul letto, raccolse le gambe con le braccia e posò la testa sulle ginocchia.

- Non lo so Mamoru... io non sono una strega esperta... da sola cosa posso dare a quella gente?

Il mago si sedette accanto e lei e le circondò le spalle con un braccio.

- Speranza. – soffiò dolcemente baciandole la schiena nuda.

- Speranza in cosa?

- In un futuro. Guarda me... fino a qualche mese fa ero solo un mago sperduto alla ricerca della sua vendetta e ora...

- Ora?

Mamoru sorrise tornando a baciarla dolcemente.

- Ora sei tu il mio futuro Usako.   

La strega sorrise e lo abbracciò forte.

- Anche tu sei il mio futuro Mamo-Chan.

- Ho una cosa per te.

Mamoru si allungò fino al comodino, aprì il cassetto e ne tirò fuori una scatoletta nera che porse alla ragazza al suo fianco.

Usagi corrugò la fronte prendendola in mano, su richiesta di Mamoru l’aprì.

Dentro c’era un anello d’oro banco finemente decorato, ed incastonata c’era un’ametista che luccicava sotto la fioca luce della candela.

- Mamo... Mamo-Chan...- balbettò Usagi con il fiato che le mancava nei polmoni.

- Era di mia madre, - spiegò il mago con gli occhi lucidi, togliendo il gioiello dalla sua custodia – me l’ha dato lei qualche giorno prima che morisse. Mi disse che quest’anello dovevo darlo alla donna del mio cuore, portandolo al dito é come se mi avessi sempre al tuo fianco Usako.

- Tu vuoi che lo tenga io Mamo-Chan?

- Sei tu la donna del mio cuore... solo tu... e voglio che resti per sempre al mio fianco.

Le mise l’anello al dito e unì le loro labbra in un lungo e passionale bacio, che durò a lungo fino a quando entrambi non rimasero senza fiato nei polmoni.

- Ti amo Mamo-Chan.

- Ti amo Usako.  

 

***

Il Monaco Superiore camminava lentamente per i corridoi del castello.

Quel posto non gli piaceva.

Quei maghi non gli piacevano.

Perfino Usagi non gli piaceva.

Non era la strega che si era immaginato, era troppo suscettibile a quello che Mamoru le diceva, invece di pensare al futuro della sua gente, pensava solo a quel mago.

Così non andava bene.

Quella piccola streghetta doveva capire cosa significava, dividere il letto con il figlio di Zakar: con il nemico.

Usagi doveva seguire i suoi consigli, quegli di uno stregone esperto, quelli di un amico di suo padre e non quelli del figlio di uno dei demoni più crudeli che esistono sulla faccia della terra.

- Adreiu,- lo bloccò una voce profonda alle sue spalle – posso parlarle?

Il monaco si voltò, Mamoru stava avanzando verso di lui con passo svelto.

- Non ho tempo da perdere con te Mamoru. – tagliò corto lo stregone per nulla propenso a parlare con lui.

- Io credo, invece, che avrete tutto il tempo per discutere con me vecchio.

Adreiu lo fulminò con lo sguardo.

- Attento come parli mago... sarò anche vecchio ma sono molto più potente di te.

- Di questo non ne sarei così sicuro.

- Vuoi una dimostrazione?

Mamoru socchiuse gli occhi... lui conosceva la forza delle streghe bianche ma non aveva mai visto tutta quella cattiveria.

- Voi streghe bianche dovreste avere il cuore puro...- rifletté ad alta voce – non avevo mai incontrato uno stregone che provasse così tanto odio.

- Quello che tu rappresenti Mamoru, farebbe infuriare anche gli dei. – replicò l’altro.

- Io pago per le mie colpe, non per quelle di mio padre.

- Il suo sangue scorre nelle tue vene... questo ti rende colpevole quanto lui. Ti rende uguale a lui.

- Non sono qui per parlare di Zakar. – tagliò corto il mago, ben sapendo che, di questo passo, avrebbe perso nuovamente il controllo.

- Sei qui per Usagi?

- Ti ha chiesto di ipotizzarla di nuovo vero?

Adreiu annuì.

- L’hai già fatto?

Un altro segno d’assenso.

- Ha visto in faccia l’assassino dei suoi genitori?

- No.

- Usagi urla vendetta Adreiu, mi ha chiesto di insegnarle la magia oscura. – spiegò Mamoru.

Il Monaco Superiore sgranò gli occhi... stupida ragazzina...

- Non l’avrai fatto vero stupido mago?

- Non sono uno sprovveduto!- urlò di rimando l’altro – Non le insegnerò nulla. Ma mi sembrava giusto dirvelo... Usagi é intenzionata a vendicarsi.

- Non lo farà.

- Come fai ad esserne certo?

- Perché lei é una strega bianca.

- Sarà quello che vuoi vecchio – ribatté Mamoru – ma lei é diversa da tutti voi.

- Senti anche tu la sua aurea Mamoru... – fece Adreiu – Usagi diventa forte ogni giorno di più. Ormai é questione di tempo prima o poi capirà che il suo posto non é qui, capirà chi é in realtà.

- Si sbaglia invece, - sibilò Mamoru deciso e pronto a lottare per la sua donna – l’unico posto dove deve stare Usagi é proprio accanto a me.

Il mago si voltò e tornò indietro: il suo dovere l’aveva fatto.

Adreiu strinse i pugni e socchiuse gli occhi.

- Sei la vergogna dei maghi Mamoru.

 

***

Il Monaco Superiore aveva ragione, Usagi migliorava giorno dopo giorno, ormai non si stancava più dopo aver formulato un semplice incantesimo, era diventata forte ed abile e, in più di un’occasione, era riuscita a sostenere in piccolo duello con Elson e Adreiu.

Mamoru era orgoglioso di lei, la piccola Usagi che cresceva e diventava forte.

Ma, se da una parte era fiero della sua donna, dall’altra era preoccupato per la piega che la situazione stava prendendo.

La sua Usako non si dava pace, chiedeva vendetta e non riusciva a dare un volto all’assassino dei genitori, era già stata ipnotizzata altre tre volte, con risultati disastrosi, stava male, la notte era tormentata dagli incubi, non sorrideva più come un tempo e lui non sapeva cosa fare per aiutarla. Era uno strazio per il suo cuore vederla soffrire e non sapere cosa fare per alleviare il suo dolore, le stava accanto ma sapeva che non bastava.

In più c’era il Monaco Superiore che continuava a dirle che quel castello non era il suo posto, che l’abbazia delle streghe bianche era quello che faceva per lei, che doveva finire di istruirsi dove c’erano le sue radici e i suoi ricordi. Usagi sembrava non cedere, gli rispondeva che il suo posto era accanto all’uomo che amava, che non se ne sarebbe mai andata ma era così stanca e provata che Mamoru aveva il terrore che, un giorno, lei decidesse di partire solo per far star zitto Adreiu.

Fortunatamente in quel periodo cadeva il solstizio d’autunno, una festa con balli e musica dove si festeggiava l’arrivo della stagione autunnale. Makoto coinvolte Usagi nella preparazione della sala e, per un po’, i suoi pensieri furono deviati da un’altra parte.

La festa era riuscita molto bene, tutti eleganti e felici, la sala era stata decorata con colori autunnali, piccole fate incantate svolazzavano sul soffitto, foglie d’orate e ramate ornavano il lungo tavolo del buffet, l’orchestra suonava molto bene mentre i maghi e le streghe, venuti da ogni parte del mondo, ballavano al centro del grande salone.

Mamoru era andato a prendere da bere, Usagi aveva perso l’entusiasmo della festa, stava in un angolo fingendo di divertirsi.

- Va sempre peggio vero?- chiese Yaten alle sue spalle.

- Sì, - sospirò Mamoru prendendo due coppe d’idromele – é come persa nel suo mondo. E io non so più cosa fare.

- Credo che l’unica cosa possibile sia quella di restarle vicino Mamoru.

- Lo so, ma ho come l’impressione che non basti.

Cercando una soluzione Mamoru si avvicinò alla ragazza e le porse un bicchiere.

- Tieni... é fresco.

Usagi sorrise teneramente e allungò la mano per prendere il bicchiere.

Le loro dita si sfiorarono appena ma successe qualcosa di insolito: Usagi iniziò a perdere la percezione della realtà, tutt’intorno a lei divenne sfuocato, irriconoscibile, i rumori e gli odori sparirono... si sentiva trascinare via, come se qualcuno la stesse portando a qualche altra parte. Una forte luce la investì, quando riuscì a vederci di nuovo si guardò attorno e sbiancò: era la sua camera da letto, quella quando aveva dieci anni.

L’aveva vista nelle sue visioni e la ricordava molto bene, solo che, questa volta, non era sotto ipnosi. La porta si spalancò all’improvviso facendole fare un salto spaventata, vide se stessa a dieci anni e sua sorella Sarah che entravano di corsa in stanza, sbarrarono la porta e si accucciarono in un angolo. Usagi sapeva cosa sarebbe accaduto, aveva rivisto quella scena più di una volta ma sempre in prima persona, rivivendo quei momenti come quando aveva dieci anni: ora era solo uno spettatore esterno. Vide il mago sfondare la porta e uccidere sua sorella, vide suo padre entrare e uccidere il mago poi l’arrivo dell’altro mago. Accade tutto molto velocemente, Usagi, quella grande, osservò attentamente l’uomo che stava pugnalando suo padre, osservò ogni movimento odiandolo dal profondo del suo cuore, sapendo che presto sarebbe stato smascherato, sapendo che la sua vendetta sarebbe stata dolorosa. Vide il mago pugnalarlo di nuovo e, mentre l’Usagi di dieci anni veniva mandata dalla nonna, quella grande restò nella stanza osservando il viso che suo padre aveva scoperto con le sue ultime forze.

Non poteva crederci... era assurdo... impossibile... sentì le calde lacrime bagnarle il viso... e tutto divenne offuscato, si sentì ancora trascinare, i rumori tornarono a riempire le sue orecchie mentre la gente tornò a ballare sotto i suoi occhi.

Ma lei non vedeva nessuno... nei suoi occhi c’era solo il volto dell’assassino di suo padre.

- Usagi stai bene?- chiese Mamoru visibilmente preoccupato – Stai... stai tremando.

La strega lo guardò un attimo, poi corse via.

Mamoru lasciò cadere i due bicchieri destando l’attenzione dell’intera sala poi corse dietro alla ragazza: sembrava sconvolta... le era successo qualcosa.

Usagi stava nel giardino, ignorando la prima aria pungete dell’autunno, era appoggiata ad un albero e singhiozzava forte.

- Usako...- mormorò lui venendo avanti – cos’é successo?

- Non so spiegarlo...- mormorò lei piangendo – ma... ho... ho visto in faccia l’assassino di mio padre.

Il mago fece un altro passo in avanti. 

- Chi é Usagi?

La strega si voltò velocemente, aveva il viso rigato dal trucco colato, lo sguardo lucido e una scintilla d’odio negli occhi blu.

- Eri tu.

   
 
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