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Autore: Epicuro    10/02/2011    6 recensioni
«Sai qual è il tuo problema G.S.? È che manchi d’autorità! I Gold Saint non ti vedono come un effettivo superiore!» disse Doko.
«L’avevo previsto. Siccome non ho un cosmo, credono che senza l’intervento di Atena io non abbia mezzi per comandarli a bacchetta! Ma si sbagliano di grosso!» sorrise subdolo il nuovo Grande Sacerdote.
Per ottenere il rispetto dai propri sottoposti ci sono molti modi...e il nuovo G.S. del Grande Tempio di Atene sa che nella vita bisogna saper dosare zucchero e veleno per ottenere ciò che si vuole!
Una storiella molto demenziale su come mettere nel sacco una cozzaglia di valorosi guerrieri, senza che questi se ne accorgano!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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HALLOWEEN PARTY

Mai dire G.S.!

 

Tempio del Cancro

31 Ottobre ore 21:30....

 

Il giorno tanto atteso era ormai giunto e nel Tempio del Cancro erano state allestite a tema tre capienti sale. L’androne colonnato era stato scelto per ospitare il tavolo con il rinfresco ed erano stati collocati diversi divani, sedie e tavolini. Il salone, con un’ampia volta, (usato come sala di tortura da Death), che si apriva alla sinistra dell’androne, era invece stato scelto come zona disco. Le macchine di tortura erano state spostate contro le pareti e messe in sicurezza, mentre dal soffitto, oltre alle luci psichedeliche, scendevano ragni, pipistrelli, teste umane e cappi. Infine il salone personale di Death Masck era stato usato per allestire un’area più tranquilla con un grande tavolo per i giochi di società, poltrone per fare salotto e una TV con la play. Ed era proprio in questo ambiente che Atena, gasata come una bomboletta di cola, spiava l’androne della casa del Cancro da dietro la porta.

Saori: «Quand’è che arrivano? Non vedo l’ora di divertirmi un po’ e farmi due risate...chissà che costumi avranno scelto...soprattutto Seiya!» sospirò la dea, immaginando il cavaliere di Pegaso vestito alla Rambo con un coltello fra i denti, che le faceva l’occhiolino.

Doko: «Pazienza divina Atena, e si ricordi, noi dobbiamo entrare per ultimi, in modo da fare un ingresso teatrale!»

Epicuro: «Scusate, io vado un attimo in bagno! Torno subito»

Intanto Death, messo a fare gli onori di casa, prese un mezzo infarto per colpa di Shaka, che era apparso dal nulla, avvolto da del fumo nero. Denti aguzzi, rivolo di sangue alla bocca, smoking nero e mantello, poco da fare, il biondino vestito da Dracula faceva la sua figura.

Death: «A li mortacci tua! Mi hai fatto prendere un colpo!»

Shaka: «Ci sei solo tu?»

«Sì, sei il primo come al solito!»

«Dannazione, mi sono giocato l’entrata d’effetto!»

«Ve l’avevo detto sommo Shaka di aspettare!» intervenne Luca, il suo assistete, arrivato nell’androne poco dopo il cavaliere (vestito da pipistrello): «Bel costume da zombi Sommo Calogero, fate veramente ribrezzo! Come la vostra casa, sembra il set di un film splatter!»

Death: «Modestamente, di orrido me ne intendo!»

Shaka: «Già, senza alcun dubbio, ma mi spiace, non hai la mia classe e portamento!» e il sant della Vergine si accomodò senza tanti complimenti su uno dei divani dell’androne.

Luca: «Lo scusi per il suo comportamento altezzoso...le feste lo rendono nervoso. Potrei sapere dov’è vostro cugino Salvatore?»

Death: «In cucina con Palmira, Carlos e le comparse di bronzo, raggiungilo pure.» poi bofonchiando tra se e se: «Shaka, ringrazia che per te scendere all’Ade è un viaggio di piacere, altrimenti ti ci spedivo dritto filato!»

Nel frattempo erano giunti anche Aldebaran, vestito da Hulk, che era andato a cercare di attaccar bottone con il santo della Vergine (che, in risposta, aveva cambiato posto), Mu, Kiki, Mario, e Leda.

Leda: «Doko, mi ha fatto portare la tombola, visto che è stata allestita una sala per gli amanti dei giochi da tavola!»

Mu, Mario e Kiki: «Lascia perdere sorella! Abbiamo di meglio!» e sfoderarono risiko, cluedo, twister e una borsata di videogiochi per la play.

Dopo di loro arrivarono Camus e Milo con i servi di quest’ultimo: Nestore e Cassandra. L’ingresso dei due amici provocò diverse risa nella sala, che nel frattempo si stava riempiendo non solo di altolocati cavalieri, ma anche di abitanti del santuario di estrazione più umile, tra cui Antonio, l’elettricista, Ugo, il postino e Riccardo il fisioterapista (vestiti dai tre moschettieri).

Milo a Camus: «Te e la tua mania del risparmio! Il tuo costume da yeti è veramente ridicolo!»

Camus: «Pensa per te cactus!»

Milo a Nestore: «Ma sei veramente sicuro che il mio costume sia all’ultima moda?»

Nestore, vestito da Alessandro Magno: «Certo, il costume da cactus è il più quotato in assoluto! Non ti fidi più del tuo servo che ti ha cresciuto come un figlio?»

Cassandra, vestita da calciatore e con un pallone in mano: «Scusa Death, dov’è la sala adibita ai giochi?»

«Non provate e giocare a calcetto in casa mia o vi disintegro!» ringhiò il saint del Cancro sequestrandole il pallone.

Cassandra e Milo: «Uffa!»

Camus: «L’ho scampata!»

Deth: «Camus, sei da solo? Natalia, la tua ancella, non viene?»

Camus: «No, si è licenziata per intraprendere la carriera di modella»

Ugo: «Di piuttosto che ti ha scaricato in grande stile!»

Camus: «Maledetto postino, farti una vagonata di ghiacci tuoi, no?» e anche loro si accomodarono nell’androne.

Oltre a loro, anche Aiolos era riuscito a suscitare scalpore con il suo costume da centauro in carta pesta. Assieme a lui, la zia Aiolina, e i servitori del fratello: Galan e Lythos.

Death: «Aiolos! Mi, che sbattone che ti sei fatto!»

Aiolos: «Sì, ma ne è valsa la pena! C’è solo un unico problema...non riesco a sedermi, dovrò rimanere tutta la sera in piedi»

Aiolina: «Secondo me stavi meglio vestito da principe azzurro. Così magari ti trovavi la ragazza! Quand’è che metti su famiglia e mi sforni un paio di marmocchi? Hai quasi trent’anni ormai! Quando aspetti!»

«Zia, smettila che mi metti in imbarazzo!» sibilò il cavaliere del Sagittario tra i denti, poi si girò verso Lythos che stava cercando di attirare la sua attenzione. «Dimmi!»

Lythos (vestita da fatina dei denti): «Non è che mi fai fare un giro in groppa? Non sono mai salita su un pony!»

Galan (vestito da zucca), tappando la bocca alla ragazzina: «Ecco, a proposito di commenti imbarazzanti, ci mancavi solo tu! Mi sembrava logico» e la comitiva si accomodò nella sala.

Il gruppetto fu seguito dall’arrivo di Shura in completo da torero (cosa che fece andare letteralmente in bisbiglio il genere femminile presente), Afrodite e, sfortunatamente, Misty insieme a tutto il gruppo dei santi d’argento (rigorosamente vestiti da super eroi, in particolare; Shaina da catwoman e Marin da wonder woman).

Misty ed Afrodite si squadrarono dall’alto in basso e poi iniziarono ad insultarsi a vicenda dandosi rispettivamente del copione. Infatti si erano entrambi travestiti da Mortisia della famiglia Adams.

Shura: «Ehi! Prime donne, dateci un taglio! O volete che lo faccia io?»

Afrodite e Misty, indicandosi a vicenda: «Ma mi ha copiato!»

Shura, pragmatico: «Quante storie! Uno di voi faccia Pandora! Intanto avete il vestito simile a quello portato dalla sacerdotessa di Ade in Lost Canvas!» Cosa che fece partire una fitta diatriba tra i due, per decidere chi fosse Mortisia e chi Pandora.

«Gli inconvenienti di comprare i costumi fatti in serie nei negozi!» commentò Death, con aria da filosofo.

E per concludere il gruppo più atteso da tutte le adolescenti presenti in sala; ovvero le star di bronzo della serie!. Hyoga, vestito da cosacco, venne subito attorniato da un nugolo di ragazzine, mentre Shun (in costume medioevale) fu salvato da June, vestita da dama settecentesca, che aveva estratto la frusta per rimarcare il suo territorio. Shiryu era invece vestito da samurai ed era accompagnato da Shunrei travestita da geisha, mentre Seiya.... beh, il saint di Pegaso non era esattamente in costume. Infatti indossava i suoi soliti jeans e maglia rossa. Si era solo disegnato un paio di cicatrici sul volto a pennarello, ma d’altronde lui è Seiya e si può permettere tutto, alla faccia di Shaka (essere il protagonista di una serie porterà pure a dei vantaggi no?)

Altro grande atteso era Ikki, che non deluse le aspettative del gentil sesso. Vestito da pirata...spopolava!

Doko, spiando dalla porta con Saori: «Direi che ci siamo! Sono arrivati praticamente tutti! Anche Brunilde, la nuova infermiera bionda e Penelope, la tua nuova avvocatessa!»

Saori: «Doko, dov’è Epicuro? ha detto che andava in bagno, ma non è ancora tornato!»

Epicuro: «Scusate il ritardo, ci sono!»

Doko: «Ma come ti sei conciato?!»

Saori: «E perché parli come Saga?»

Epicuro: «Non fateci caso. Forza entriamo!» e il top del top del Grande Tempio si accinse ad entrare in scena.

Fumo nero e verde rancido si sprigionò per tutto l’androne della Casa del Cancro, mentre due riflettori si accesero su tre figure inquietanti. Quando il fumo si diradò ai presenti prese un mezzo infarto; non tanto per Doko, vestito da panda, non tanto per Saori vestita da strega, ma per Epicuro...vestito come Saga Grande Sacerdote nell’anime!

I timori iniziarono a prendere consistenza quando il G. S., dando il benvenuto a tutti, iniziò a parlare con la stessa voce di Gemini e diventarono quasi certezza quando venne notata la pericolosa assenza del cavaliere dei Gemelli in sala.

Seiya, Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki, in assetto da guerra: «Allontanati da Atena e butta la maschera, maledetto impostore!»

Gli altri saint: «Ancora?! Ma allora è un vizio!»

Aiolos: «Saga, questa volta, ti stimo!»

Milo a Camus, nel silenzio drammatico della situazione: «Finalmente Atena ha rivelato la sua vera natura: quella di una strega!!!»

Atena: «Milo, ti ho sentito!»

Milo: «Do!»

Saga: «Scusate il ritardo, ma perché tutta questa tensione? Non dovrebbe essere una festa?»

L’intera sala si girò prima in direzione del saint di Gemini, che era su una carrozzella spinta da Lucio (vestito da morte), poi verso il Grande Sacerdote che, ridendo insieme a Saori e Doko, si era tolto i pesanti paramenti, scoprendo una lucente armatura da centurione.

«Epicuro, ma Vaf@@@@@lo!!!»esclamarono tutti i presenti, per poi scoppiare e ridere.

Doko: «G.S, scherzo riuscito alla perfezione!»

Epicuro: «Modestamente! SIA APERTO IL BUFFET E SPACCAOSSA, FAI PARTIRE LA MUSICA! CHE LA FESTA ABBIA INIZIO! BUON HALLOWEEN PARTY A TUTTI!»

Le comparse di bronzo, vestite da paggetti, entrarono con vassoi pieni di ogni ben di dio, mentre Palmira, Carlos, Salvatore e Luca distribuivano bicchieri e spumante. Quando però Jabu e compagnia bella finirono di mettere in tavola tutto il rinfresco, si accorsero di una presenza oscura e misteriosa...una testa bianca, rotonda, con due occhini neri e un sorrisone da una parte all’atra dell’ossuto cranio, un ragno come papillon e uno smoking nero spuntavano infatti da dietro ad una colonna. Le comparse di bronzo capirono subito di chi si trattava e, senza farsi prendere di sorpresa, saltarono addosso all’intruso, all’urlo di Jabu:

«Jack Skeletron! Non ti lasceremo rapire Saori! Ragazzi corchiamolo di mazzate!»

All’urlo seguì una breve zuffa dalla quale emerse che il malmenato altro non era che un povero sfigato che aveva avuto l’idea di vestirsi in quel modo.

«Ah! Ma è solo Tatsumi, non c’è da preoccuparsi, randellatelo pure quanto vi pare!» commentò la dea e poi, alzando il calice: «Un brindisi al nostro nuovo G.S

«Al G.S!» e, dopo aver bevuto, tutti si divisero nelle tre sale per divertirsi a proprio piacimento.

I cinque saint di bronzo e Saori si erano fiondati in discoteca insieme ad Afrodite, mentre Aldebaran faceva spola tra il tavolo del buffet e la zona disco. Ogni tanto si caricava un vassoio pieno di stuzzichini in spalla e poi se li pappava con calma tra passi di samba, di cui era un ballerino fenomenale. Invece Afrodite aveva agguantato un povero soldato semplice per esibirsi in un tango con tanto di rosa fra i denti (vi lascio immaginare i tentativi disperati del soldato di svignarsela da ogni parte: la sua unica colpa? Era travestito da Gomez! Ironia del destino...).

Nel frattempo Shun e Shiryu ballavano con le rispettive consorti, mentre Hyoga, felice come una pasqua, aveva solo l’imbarazzo della scelta.

Anche Ikki aveva la sua bella scorta di ammiratrici, ma, invece di esserne entusiasta come il Cigno, era infastidito da tutte quelle ragazzine che gli si strusciavano addosso cercando di rimediare il suo numero di cellulare e decise di recarsi alla sala del buffet...finendo dalla padella alla brace. Infatti appena ritornò nell’androne venne accalappiato da Shaka, che praticamente lo costrinse a sedersi in sua compagnia.

Shaka: «Ikki! Il mio pupillo preferito! Dobbiamo parlare della tua formazione!»

Ikki: «Eh?! Formazione? Quale formazione? Vorrei ricordarvi, sommo Shaka, che l’addestramento per diventare saint l’ho concluso già da un pezzo!»

«Io parlo di formazione spirituale Ikki della Fenicie! Ma non preoccuparti mi occuperò personalmente di colmare le tue lacune!»

«Ehm! Sommo Shaka...la ringrazio, ma veramente...non è necessario...poi lei sarà sicuramente un uomo impegnato!»

«Non sentirti in imbarazzo! Lo so che all’inizio avere un insegnante del mio livello può mettere in soggezione e demolire l’autostima, ma vedrai che ci farai l’abitudine!» e il cavaliere della Vergine fece partire un sermone sulle varie tecniche di meditazione zen. Peccato che a Ikki la cosa non interessasse minimamente, anzi, per disperazione, si era attaccato ad una bottiglia di birra.

Epicuro, notando la scena decise quindi di intervenire in favore della povera Fenice e, passando vicino al ragazzo, gli face scivolare in tasca dei tappi per le orecchie. Ikki guardò il G.S. con immensa gratitudine.

Nel frattempo Saori era uscita trafelata dalla discoteca e si rivolse a Saga, parcheggiato di fianco al tavolo del rinfresco:

Saori: «Saga, hai visto Seiya? Tra poco iniziano i lenti!»

Saga: «Sì, è uscito a fare due passi verso l’arena!»

«Allora ogni tanto servi a qualcosa pure tu!» e Atena partì in quinta verso l’uscita del tempio del Cancro.

«Grazie mille Saga!» esclamò Seiya, uscendo da sotto il tavolo «Saori, quando ci si mette, è peggio di una cozza! Ma mi è già andata bene che Shaina ha smesso di perseguitarmi per quella faccenda della maschera, finalmente ha capito che forse un 13 enne non è adatto come marito!».

«Scusa Seiya non è che mi puoi passare una fetta di torta?» chiese speranzoso il saint di Gemini, ma il giovane era già sparito oltre la porta della sala discoteca.

«Tieni Saga, gradisci anche del malvasia?» Epicuro impietosito, gli passò il dolce richiesto.

«Oh! Sì.!»

«Certo che il tuoi colleghi e il tuo servo sono proprio simpatici! Conciato come sei non riesci nemmeno ad arrivare al tavolo del buffet, figuriamoci servirti da solo! E guardare tutto sto ben di dio deve essere una tortura!» commentò il G.S.

«Puoi dirlo forte! Non so perché, ma credo che ce l’abbiano con me per quello che ho combinato mentre ero Grande Sacerdote!»

Epicuro guardò Saga chiedendosi seriamente se ci era o se lo faceva, ma disse: «É il destino di chi ha avuto la sfortuna di beccarsi la parte del cattivo sclerato in una serie. Fatti forza Saga, fatti forza» e lasciò il cavaliere dei Gemelli alla sua torta.

Intanto Ikki e Shaka erano stati raggiunti da Palmira e Carlos (i due chef) con un drink color oro in un vassoio.

Carlos: «Sommo saint di Virgo, abbiamo inventato un coktail superalcolico dedicato a voi!»

Palmira: «L’abbiamo intitolato Tenbu Hōrin, in onore al vostro colpo più potente.»

«É devastante uguale, ciucca garantita!» concluse Carlos porgendo il bicchiere al cavaliere d’oro. Shaka guardò sconcertato prima il bicchiere e poi i due chef, che stavano aspettando che lo bevesse per averne un commento e, non sapendo se sentirsi offeso o onorato, rispose:

«Ehm! Comprendo la devozione che volete esprimermi con il vostro gesto, ma io non bevo queste cose!»

Carlos e Palmira: «Eh!? Ma lei non alza il gomito alla grande ogni fine settimana! Tanto da essersi meritato il soprannome di Bacco giù in piazza ad Atene?»

Shaka, sconvolto: «Cosa!? Chi è il pazzo che ha messo in giro un’assurdità del genere? Il mio corpo e la mia anima sono un tempio immacolato!»

I due chef: «Luca! Il vostro servo, per questo credevamo... ci scusi tanto!»

«Capisco...» l’illuminato cercò di mantenere la calma, anche se un impercettibile tic al sopracciglio destro tradiva un certo nervosismo.

«Ciao bel biondino! Mi è giunta voce che sei intenzionato a provarci con me! Bhe, sono disponibile quando vuoi, anche qui, ora!!!» Brunilde, l’infermiera bionda vestita da Alice nel paese delle Meraviglie (una sorta di valchiria appassionata di body building, con tanto di baffi) si era avvicinata con fare suadente ed ammiccante al santo della Vergine, che, per la prima volta in vita sua, ebbe seriamente paura, ma mantenne la calma:

«Mi scusi signora, ma quello che gli è stato riportato non corrisponde a verità. Posso capire che il mio fascino, altamente superiore a quello degli altri saint, possa indurre in tentazione, ma io sono ben lungi da provare quel genere di stimoli!»

«Ma Luca lo ha raccontato per tutto il Santuario, sottolineando che ero il vostro territorio di caccia privato!» protestò Brunilde, delusa.

«Luca...sempre lui...» il tic del cavaliere era peggiorato. Shaka si alzò con garbo dal tavolo e, dopo aver preso congedo da Ikki (che avendo i tappi manco lo calcolò), aprì lentamente gli occhi e puntò con uno sguardo terrificante il suo servo, intento a rimorchiare delle giovani fanciulle.

«Signorine...scusate la scortesia, ma non posso più trattenermi in vostra compagnia!» Luca, conscio dell’imminente sfuriata del suo padrone, si avviò lentamente verso l’uscita del tempio cercando di non farsi notare, ma invano.

«LUCA BRTUTTO PEZZO DI M@@@A! QUESTA É LA VOLTA BUONA! TI AMMAZZO!» Shaka lo aveva infatti visto benissimo e aveva iniziato a rincorrerlo lungo le scalinate che portavano verso la casa del Leone.

«Alla faccia della favella celestiale del saint di Virgo!» commentò il G.S «Ma lo capisco, quel servo fa scappare la pazienza anche ai santi...ad ognuno la sua croce!»

«G.S., gradisce un drink?» chiesero a quel punto Palmira e Carlos

«Certo!» ed Epicuro senza farsi troppe domande si scolò il Tenbu Hōrin, cosa che lo fece andar fuori di testa in pochi secondi. E fu così che il Grande Sacerdote fece partire un maxi trenino (cantando “PE PE PEPEPE!”e “A E I O U Y”) per le 12 case.

 

Intanto i restanti gold saint si erano rifugiati nel più tranquillo salotto privato di Death Masck a dedicarsi ai giochi di società.

Mu, Mario, Doko e Shura erano impegnati in una partita a risiko. I soldatini neri erano le armate di Ades, manovrate da Mario, quelli gialli, quelle di Atena, comandate da Doko, quelli verdi di Nettuno, comandati da Mu e infine quelli rossi erano le armate sovietiche, gestiti da Shura.

Shura: «Ehm, ragazzi! Cosa centrano le armate comuniste con quelle di Atena, Ades e Nettuno?»

Mario: «Non è colpa nostra se le divinità nel manga sono solo tre! E i soldatini rossi, per tradizione, sono sempre stati i sovietici!»

Kiki: «Se non ti piacciono i carormatini rossi lasciami pure il posto Shura!»

Mu: «Non essere ridicolo Kiki! Questo è un gioco di guerra molto violento, non va bene per i minorenni!»

Doko: «Già! Piuttosto perché non ci porti degli stuzzichini?»

«Se ne approfittano tutti perché sono piccolo! Non è giusto!» e il fratello minore di Mu uscì dalla sala con un vassoio vuoto, per ritornare con uno pieno.

Nel frattempo, poco distante dal tavolo con la nuova guerra sacra in atto, tre idioti avevano dato origine ad un’inquietante scultura d’arte contemporanea vivente...giocando a twister.

«Nobile Cavaliere del Sagittario, non è che potrebbe gentilmente spostare il suo fondoschiena di cartapesta dalla mia faccia?» chiese Galan.

«Non riesco, sono incastrato!» rispose Aiolos e poi rivolgendosi a Milo: «Pungi!»

«Ma va? Sono vestito da cactus e i cactus, sai com’è, pungono!»

«Un centauro, una zucca e un cactus! Certo che siete proprio tre babbei a mettervi a giocare a twister con quei costumi!» commentò glaciale Camus, facendo una pausa per permettere a Death di sbollire l’arrabbiatura (l’italiano era stato sonoramente battuto ad una gara di macchine alla play dal francese e adesso stava valutando di passare ad un videogame di picchia duro per gonfiarlo virtualmente di botte).

«A proposito di babbei!» e Doko, dopo essere salito sul tavolo ed aver assunto un’aria da grande saggio, iniziò a raccontare una delle sue tremende barzellette, mentre i colleghi cercavano invano di fermarlo: «Ci sono tre signori: uno si chiama Niente, l’altro Nessuno e il terzo Babbeo. Il primo si butta dalla finestra, il secondo lo vede e il terzo chiama la polizia. “Polizia, Niente si è buttato dalla finestra e Nessuno l’ha visto!” “Eh? Ma lei è scemo?” “No, sono Babbeo!”»

Un silenzio glaciale calò sui presenti (nemmeno Camus con una “Aurora Execution” avrebbe potuto fare di meglio!).

«Ehm! Signor Doko, l’ora è tarda ed è meglio che l’accompagno al suo Tempio. Così prende la camomilla e si fa un bel sonno!» Leda, la badante del saint di Libra, si alzò dalla poltrona e, dopo aver salutato Cassandra, Shaina, Marin e Penelope, con cui stava discutendo sulle pari opportunità, accompagnò un delusissimo Doko a casa.

Doko: «ma ai miei tempi faceva ridere tutti!»

Leda: «Si, ma dalla penultima guerra sacra sono passati due secoli! Suvvia signor Doko...si aggiorni!»

La festa proseguì tranquilla fino a notte fonda quando tutti si recarono alle proprie dimore, tranne ovviamente Death Mask che si era addormentato sulla poltrona del salotto. Toccò a suo cugino Salvatore svegliarlo per farlo andare in camera da letto...rischiando, come al solito, di finire spedito nel Limbo (ma ormai ci era abituato a passare i fine settimana con i tre Giganti di Ade).

Anche il G. S. si avviò verso i suoi appartamenti, ciucco perso. Durante la salita delle scalinate incrociò però Shaka, seduto sui gradini dell’ingrasso del suo tempio.

«Shaka! Allora, sei riuscito ad ammazzare il tuo servo?» chiese Epicuro appoggiandosi ad una colonna per tenersi in equilibrio.

«Ma che! E poi chi lava, stira e cucina! Inoltre ho giurato a suo nonno, in punto di morte, che mi sarei occupato io di dare un’educazione a quella peste!»

«Capisco, bella gatta da pelare!»

«E che non so più come fare con lui! Davanti mi venera, ma appena giro le spalle mi devasta la reputazione!»

«Sono sicuro che meditandoci sopra troverai la soluzione appropriata!»

«Ottimo consiglio, lo farò sicuramente!»

E il G.S. lasciò Shaka (che come al solito aveva assunto la posizione del loto) ai suoi pensieri e proseguì barcollando per le scale fin quando non venne inghiottito dalle tenebre della notte di Ogni Santi.

 

THE END

 

XXXXXXXXXXXXXXX

 

Un ringraziamento a tutti coloro che hanno letto, recensito e inserito la storia tra le seguite, preferite e da ricordare; in particolare a Diana924 e titania76 che mi hanno fatto venire in mente l’idea.

 

Spero che questa festicciola sia stata di vostro gradimento e per chi lo desidera ci vedremo prossimamente agli inferi MUHAHAHA!

 

PERCHÉ QUANDO UNA MOGLIE ASSUME UN AVVOCATO IL MARITO TREMA!

  
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