Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: ignorance    14/02/2011    4 recensioni
« Così con un bacio…Io muoio. »
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Commenti dell'autrice: e torno nuovamente con un storia fresca di battitura sul mio OTP. Le Wolfstar mi mancavano così tanto °A° Comunque la solfa è sempre la stessa, non sono affatto soddisfatta. Se non altro mi son divertita ;D Come al solito l'ardua sentenza ai posteri :D
Disclaimer: I personaggi non mi appartengono D:

***

Girò cautamente la maniglia, cercando di rimanere il più silenzioso possibile. Fece un gran respiro, trattenne il fiato ed entrò.
Con passo felpato superò il primo pezzo del corridoio e aggirò il salotto, ma all’altezza della cucina le chiavi tintinnarono, mandando in fumo ogni sua possibilità di rimanere nell’anonimato. Maledetta idea di tenere le serrature Babbane. Fece in tempo ad iniziare un’imprecazione che…
« Bentornaaato, Remie! » Sirius sfrecciò in avanti, catapultandosi contro il suo sterno e mandandolo lungo disteso contro il parquet, regalandogli un bernoccolo allucinante e una o due virili lacrimucce di dolore.
« Sei sempre così delicato, Pads » bofonchiò Remus, schiacciato contro i virilissimi ottanta chili del compagno, con l’aggiunta di un mal di testa incombente e una fame vorace « Attento, potrei dubitare della tua mascolinità »
Sirius ridacchiò contro il suo collo, lasciandovi un bacio delicato.
« Avevo solo tanta voglia di vederti » mormorò, rialzandosi; si spolverò i pantaloni con un paio di manate e sorrise, offrendo la mano a Remus, che l’accettò con le labbra arricciate.
« Ehi, Remie, ho fatto una torta! » esclamò, non appena le stelline e gli uccellini che Remus vedeva –sperando con tutto il cuore che fossero solo allucinazioni- scomparvero.
Black fece un passo verso di lui e subito tornò indietro, con un sorriso che faceva due volte il giro della testa.
Remus sbatté le palpebre, notando il grembiulino che sfoggiava il compagno: una cosa sobria, di color rosa shocking, con la scritta a caratteri cubitali “Kiss the Cook”. Si astenne dal fare commenti, pensando che una parrucca bionda ci sarebbe stata a pennello, e ricacciò indietro una risata, seguendo il compagno nella cucina.
« Ta dà! » Il sorrisetto che comparve sulle labbra di Remus non sarebbe potuto sembrare più circostanziale di così: una torta –o quella che sarebbe dovuta essere una torta, insomma- posata in un piatto incredibilmente pacchiano, lo fissava dal piano-cucina, con tutta l’aria di star dicendo “Non mangiarmi!”. Come se non bastasse l’aria bruciacchiata e miserevole della povera torta, completava l’effetto sfigo-chic un tristissimo spruzzo di panna da cucina –di quella già zuccherata, per intenderci- e un tentativo di farlo passare per una “R”, collegata ad una cucchiaiata di cioccolata mascherata da “S”.
Remus si lasciò scappare un singulto al pensiero che avrebbe dovuto ingurgitare quella roba, ma riuscì a dissimularlo con un accesso di tosse ben piazzato e si dipinse un sorriso cortese sulla faccia.
« Oh. Beh, come dire, è…bellissima! » esclamò « E che buon odore! Non vedo l’ora di mangiarla »
Si accorse di aver esagerato anche prima che Sirius lo fissasse per un lunghissimo istante, e le sue labbra s’incurvassero all’ingiù.
« Non serve mentire, lo so che fa schifo » commentò questi freddamente, socchiudendo le labbra « Almeno ci ho provato »
Fece per girare i tacchi, ma Remus lo bloccò stringendogli forte un polso.
« Ehi, non ci pensare. Adesso io, te e la torta abbiamo un impegno »
Sirius sbatté stolidamente le palpebre una o due volte.
« Un impegno improrogabile, che comprende un coltello e un paio di forchette. Non vorremmo far credere alla torta che siamo razzisti, vero? » Remus aspettò pazientemente che il pensiero folgorasse la cavità vuota che era la scatola cranica di Black, e sorrise quando vide la felicità fare ritorno sul suo volto.
« Vuoi davvero mangiarla? Anche se fa schifo? » domandò Sirius, guardandolo con il labbro inferiore sporgente « Anche se dopo avrai bisogno di una o due lavande gastriche? »
Remus gli posò un bacio sul naso e ridacchiò.
« Anche tre, se necessario » assicurò, conducendolo su una sedia e cominciando a tagliare la torta, che si sgonfiò con un ‘pof’ non molto incoraggiante. Non demorse, e tagliò due fette enormi depositandole con non poche difficoltà in due piatti. Uno lo fece scivolare verso Black e l’altro lo tenne per sé. Senza neanche sedersi, brandì la forchetta come un’arma e l’affondò nel dolce, tirandone su una quantità sufficiente ad uccidere un elefante di grossa taglia.
« En garde! »
Sotto lo sguardo apprensivo di Sirius, si ficcò in bocca la forchetta e masticò.
Tenne gli occhi chiusi, pensando che, se fosse morto, l’ultima cosa che avrebbe visto sarebbe stata…Un momento, l’ultima cosa che aveva visto era stata quella torta venefica che gli avrebbe tolto la vita!
Li spalancò e lanciò uno sguardo terrorizzato a Sirius, cercando di memorizzare i contorni del suo viso, le labbra piene, i capelli spettinati e la barba non fatta di due giorni, che suo malgrado lo rendevano estremamente affascinante e dannato come un Dio, le ciglia a mezzaluna come nero merletto e le curve delle sue spalle larghe, e ingoiò.
Melodrammaticamente, si trascinò morente fino al capezzale di Sirius che -dannato!- non s’era mosso di un millimetro e cercò le sue labbra come un disperato nel deserto cerca l’acqua.
Prima di posarle sulle sue, leggere come ali di farfalla, mormorò:
« Così con un bacio…Io muoio. »
Si posò, sconfitto da una stupida torta, sul grembo dell’amato e, con un ultimo singulto, cadde in silenzio.
« Remie? » Sirius lo scosse, prima delicatamente, poi più forte, ma non ricevette nessuna risposta.
« Remus? Oh Santa Morgana, per tutti i calzini spaiati di Merlino, Remuuuuuus! »
Guaì come un cucciolo che perde la madre, ululò come un lupo che perde la sua compagna, pianse come una coppa di gelato al cioccolato senza la panna, come un albero di Natale senza regali, come una piscina senza canotto, come…Un Sirius Black senza Remus Lupin, e si ritrovò distrutto come una casa in rovina senza ristrutturatore.
« Oh, mio amato Remus, lo sapevo che avrei dovuto mangiarla io, quella torta. Sarei morto felice sapendo che tu saresti stato bene anche senza di me. Ma io…Io senza di te non posso vivere! »
Sirius prese la forchetta rimasta nelle mani di Remus e la affondò nella sua fetta di torta. La tirò su e la fissò con astio, avvicinandola alle labbra. Le socchiuse, pronto a morire, e…
Ci fu un lunghissimo sospiro e un colpetto di tosse.
« Tu, dannatissimo canide idiota. Credi davvero che mi farei uccidere da una torta? » Remus socchiuse gli occhi e tossì nuovamente « Per quanto imbecille tu possa essere, non credevo dubitassi tanto delle tue capacità culinarie. »
Sirius lasciò cadere la forchetta nel piatto e si affrettò a tirare Remus sulle sue gambe.
« Tu…Remus, sei vivo! » si affrettò ad asciugare due delle virilissime lacrime che gli colavano dal naso e lo strinse a sé.
Questi gli lanciò uno sguardo di compatimento, assestandogli una pacca leggera d’incoraggiamento sulla spalla.
« E non riesco a credere che tu abbia veramente pensato che senza di te sarei stato bene comunque » berciò, stringendo il suo maglione tra le dita; poi tirò su con il naso, mormorando: « È una cosa talmente stupida da dire! »
Sirius lo strinse più forte e ridacchiò.
« Lo so che sono stupido. Ma se c’è una cosa che abbiamo imparato oggi, è che non proverò mai più a cucinare una torta »
Le labbra di Remus si arricciarono.
« Giusto. Se non dopo un dettagliato corso di cucina da professionisti. »

------------------------------------------------------------------
Il titolo è tagliuzzato da Requiem for a Dream :3 Credetemi, vale la pena vederlo anche solo per Jared Leto.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ignorance