Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Stella94    14/02/2011    4 recensioni
Il sole e la luna, l'acqua e il fuoco, gli opposti che irrimediabilmente si cercano e si compensano.
Ed è così anche per Damon ed Elena, due anime avverse, ma unite dal filo invisibile del destino.
Ma la malvagità, la cupidigia e la sete di potere rischiano di recidere la loro unione e di distruggere ciò che di buono c'è in Damon.
Ad Elena, Damon e Stefan non resta altro che combattere per la difesa dei loro sentimenti, nella speranza di ritornare a vivere, di ritornare a respirare...
Spero vi piaccia è una Delena. Grazie a chi leggerà e lascierà un commento.
BUONA LETTURA!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
querto capitolo                                                                               Desiderio
                                                           4  



Caro diario
Oggi mi sento diversa. Qualcosa sta cambiando in me, qualcosa brulica nel mio esile corpo.
Non so cosa sia, ma la sento.
Il mio corpo non sta reagendo bene al cambiamento di città. Ho spesso piccoli giramenti di testa e a volte le orecchie fischiano così forte che sembri stiano per scoppiare.
Bonnie dice che è solo causa dello stress e Caroline afferma che la miglior cura sarebbe quella di uscire con un ragazzo.
Non mi vengono in mente altri nomi se non quello di Stefan. Il dolce, premuroso, taciturno Stefan.
Mi sono ritrovata spesso a fissarlo nell'ora di storia europea, non so il perché ma è cosi...cosi... affascinante.
Di lui so ben poco, tranne che ha un fratello estremamente arrogante e cinico, ma vorrei tanto scoprire di più...
Damon... caro diario non so il perché ho scritto questo nome, ma la penna sembra essersi mossa da sola, eppure ero io a guidarla.
Non l'ho più visto da quel giorno fuori dal liceo e vorrei...vorrei rivederlo!
Oh Dio! Forse sto impazzendo, non mi è mai capitato di pensare a due ragazzi contemporaneamente, ma nel cuor mio sento che...

 
Elena smise di scrivere quando la professoressa Nelson la richiamò a gran voce.
 Si mise a sedere corretta e si scusò con l'insegnante per il comportamento poco opportuno.
Non era più lei.
Scriveva spesso sul suo diario, per lei era un piacere, ma non avrebbe mai pensato di farlo nell'ora di trigonometria.
Si sentiva così superficiale e vuota, come quelle ragazzine alle prese con le prime cotte.
Era assurdo. Era arrivata a Mystic Falls da poche settimane e già fantasticava e si perdeva nei suoi pensieri amorosi.
E su chi poi? Su un ragazzo superbioso come Damon ed uno timido e impacciato come Stefan.
Forse voleva solo dimenticare. Usare le nuove conoscenze per cancellare per sempre gli spettri del suo passato. Come Matt.
Il suo primo ragazzo, il suo primo amore, il suo primo tutto.
Ma non era così.
C'era un legame tra di loro, come una sorta di filo invisibile, come una calamita.
Quel giorno Elena si perse spesso nei suoi pensieri, osservando trasognata l'etere celeste che si intravedeva dalla finestra.
Ma c'era qualcosa sul davanzale. Elena lo osservò incerta prima di riconoscerlo.
Era un corvo. Lo stesso volatile che poche sere prima aveva bussato alla sua finestra. Quegli occhi scuri e lucidi non potevano essere dimenticati.
La fissavano, ancora, immobile, come se fosse un oggetto da esposizione, privo di vita, un essere senz'anima.
Elena non sapeva, in fondo, se anche gli animali possedessero un'anima, ma quel corvo doveva averla di certo.
La scrutava attraverso gli opachi e sporchi vetri della classe e nel suo silenzio le suggeriva impercettibili congetture.
All'improvviso il suo istinto ebbe la meglio. Senza accorgersene, lasciò il suo piccolo banco e, sotto una qualche forma nuova di trance, mosse alcuni passi verso il torvo uccello.
Elena avvertiva lo sguardo impietrito e dubbioso dei suoi compagni di classe e della professoressa Nelson, ma non se ne curò.
Non poteva curarsene. Anche se era sbagliato, lei avvertiva di doverlo raggiungere, di doverlo toccare.
Qualcuno mormorò il suo nome, ma alle orecchie di Elena giunse solo come un brusio smorzato.
Vagava, come una sonnambula tra le grinfie di Morfeo, verso il corvo nero e lucente, che quieto sembrava attenderla.
Quando raggiunse la finestra, Elena avverti il calore del sole pizzicarle il viso e un leggero bruciore nei suoi occhi.
Aprì, dunque, la finestra e un leggero venticello le fece svolazzare i lunghi capelli castani, regalandole una sorda emozione.
Le sue dita si mossero incontrollate, stavano per sfiorare l'animale, ma qualcosa la trattenne.
Era la signorina Nelson, che la strattonò via, chiudendo la finestra in un botto che rimbombò in tutta la classe.
<< Signorina Gilbert, ma cosa stava cercando di fare? >> Imprecò isterica la professoressa Nelson.
<< Mi scusi professoressa io... >>
<< Torni al suo posto! E la prego di assumere un comportamento più consono! >>
Elena si rimise a sedere con la coda tra le gambe. Si sentiva così ridicola. Ma cosa diavolo le era saltato in mente?!
Il ridacchiare di alcune compagne non la aiutava di certo, me se le meritava tutte.
Anche Bonnie sembrava sconcertata, ma non la derideva.
<< Elena ma che stavi facendo? >> Le sussurrò sporgendosi dal suo banco.
<< C'era un corvo sul davanzale... >>
Bonnie aggrottò la fronte e sembrava fissarla come chi sta cercando di appurare la sanità mentale del suo interlocutore.
Ma volle crederle. Si volse verso la vetrata ma non scorse alcun volatile.
<< Non c'è nessun corvo, Elena. >>
<< Ma prima c'era. >> Assicurò Elena.
<< Silenzio! >> La professoressa Nelson gridò più forte che poteva, anche se la maggior parte degli studenti sapeva che poteva fare di meglio.
Elena si accucciò sul suo quaderno e cominciò a scarabocchiarlo.
Ne era sicura: c'era un corvo sul davanzale.

Damon Salvatore si era appena svegliato, ma al dire il vero non aveva chiuso occhio per tutta la notte.
La sua presenza a Mystic Falls insospettiva parecchi, sopratutto Stefan che non perdeva occasione per fargli svuotare il sacco.
Ma lui non l'avrebbe fatto, mai, per nessuna ragione al mondo.
Questa volta sarebbe stata sua, sua e di nessun altro, per questo Stefan non poteva saperlo.
Avrebbe dato la vita per lei, scalato le montagne, affrontato i fiumi in piena, sfidato il fuoco.
Non avrebbe ceduto, non questa volta, l'eternità li avrebbe uniti per sempre e lei gli sarebbe stata grata e per questo lo avrebbe amato.
Lo avrebbe amato questa volta, come lui meritava, ne era certo.
Perché se il suo cuore apparteneva ad una donna lei era l'unica a possederlo, a custodirlo, a meritarlo.
Aveva atteso per lunghi secoli, ma ne era valsa la pena.
A pochi passi dal raggiungimento del suo obbiettivo, Damon già avvertiva l'intrepidazione di averla, di amarla, di sentirsi libero.
Niente poteva ostacolarlo e se è vero che da qualche parte esiste una giustizia, Damon l'avrebbe raggiunta, perché egli credeva di meritarla.
Riempì il suo bicchiere quasi fino all'orlo di sangue.
Ne aveva bisogno quel giorno, ne aveva bisogno tutto.
Lo bevve in un sol sorso e, chiudendo gli occhi ed ispirando, assaporò la gioia che quella malsana bevanda gli regalava da secoli.
Ora era pronto. Indossò la giacca di pelle e raggiunse la sua auto.
Accese il motore e sfrecciò alla velocità della luce.

Caroline Forbes si sentiva soddisfatta quel venerdì mattina; e la causa non era di sicuro la sua "A" in biologia o il fatto che Tyler Lockwood, il quarterback della squadra di football, la guardasse con occhioni languidi, ma ben si la festa di fine autunno che stava organizzando da settimane.
Lei e Bonnie avevano lavorato sodo per la sua riuscita ed avevano passato parecchie notte insonni nel progettarne i minimi particolari.
Armata di uno smagliate, ammiccante sorriso, si aggirava per i corridoi del liceo distribuendo volantini di propaganda, assicurando divertimento e birra gratis per tutti.
Elena parve non farci caso quando per puro caso la sfiorò, anzi, a dirla tutta, tentò di evitarla: le feste scolastiche non erano il suo forte.
La sala mensa era già gremita di gente, ma Elena prestò attenzione solo a Stefan.
Riempì il suo vassoio alla svelta e lo raggiunse in breve tempo, facendosi largo tra la folla.
Era solo, e questo facilitava il suo compito di abbordaggio, anche se, ad osservarlo bene, doveva essere preoccupato.
La sua testa era china sul piatto ricolmo di bontà, che molto probabilmente non sarebbero mai state consumate, e la sua espressione era cupa e malinconica.
Ad Elena parve riconoscere il suo riflesso nello specchio quando ripensava alla sua famiglia e alla sua vecchia vita ad Atlanta.
Convinta che stesse alla ricerca di conforto, Elena gli si avvicinò accomodandosi su una sedia vuota di fianco alla sua.
<< Quegli spaghetti devono proprio essere disgustosi. >>
Stefan parve riallacciare il contatto con la realtà. Sussultò appena e il suo sguardo si distese in un dolce sorriso quando incrociò quello  di Elena.
<< Sai, avendo origini italiane non posso confermare il contrario: sono davvero orribili. >>
<< Vale la pena provare. >> Rispose portandosene un porzione alla bocca.
Ma Stefan sembrava essere ricaduto nel suo stato di angoscia. Cos'è che poteva preoccuparlo così tanto? In fondo a lui non mancava niente. Era bello, intelligente e ricco a giudicare dalla sua giacca Dolce e Gabbana e dai suoi jeans Armani.
A lei invece sembrava mancar tutto. Aveva perso la sua famiglia e suo fratello e si ritrovava in un insulso liceo di una piccola città della Virginia con un ragazzo, che molto probabilmente, non l'avrebbe mai calcolata di striscio.
Già era proprio sfortunata, ma non egoista.
Mise da parte i suoi cupi e depressivi pensieri e ne riagganciò di nuovi nel tentativo di rincuorare il suo interlocutore.
<< Sembri preoccupato, cos'hai? >>
Stefan sospirò. La testa ancora china sul piatto e lo sguardo ancora spento.
Lei voleva sapere, ma lui doveva mentirle.
Non poteva di certo dirle che era un vampiro centenario, che si nutriva solo di animali e che suo fratello Damon, cioè il suo peggior nemico, si era fatto vivo dopo sessant'anni ed era in cerca di guai.
Una confessione da far gelare il sangue. Ma Stefan in qualche modo, sentiva di potersi fidare di Elena.
La conosceva da poco eppure aveva un'aria così familiare.
Katherine, in un certo senso gliela ricordava. Quel suo sorriso, quella sua andatura, quei suoi occhi che tralasciavano una vena di tristezza. Ma Elena non era Katherine, Stefan lo sapeva bene.
Non era una vampira assetata di sangue, un'assassina senza scrupoli, pronta a tutto per i suoi subdoli obiettivi.
Era Elena, Elena e basta, qualcuna che forse valeva molto più di Katherine.
<< E' a causa di mio fratello. >> Confessò << E' tornato dopo tanto tempo e questo mi preoccupa. >>
Suo fratello: Damon. Il cuore di Elena cominciò a battere quando ricollegò i fatti. Le sembrò quasi di rivederlo con quei suoi occhi azzurri come il cielo in primavera e torvi come le notti d'inverno.
Damon era di sicuro il più bel ragazzo che avesse mai incontrato, con molta probabilità ancora più affascinante di Stefan, ma lui aveva qualcosa che a Damon mancava. L'umanità? La generosità? Il rispetto? Chi era lei per etichettarlo come un buono a nulla? In fondo di lui sapeva solo il suo nome.
Ma quella era la giusta occasione per saperne di più e non se la fece scappare.
<< Cos'ha che non va? >>
<< Ha tutto che non va, Elena. >> Stridulò Stefan << Lui è il classico ragazzo da cui è meglio stare alla larga, perché sa essere pericoloso, molto pericoloso quando vuole... >>
Elena sentì un soffio gelido trapassarle il corpo quando Stefan scandì la parola molto.
Molto pericoloso. Cosa stava a significare?
Il ragazzo più pericoloso della sua vita era stato Eddy Carter all'età di cinque anni. Ancora lo ricordava con disprezzo e malincuore per aver squarciato il suo peluche preferito e per averle rubato le sue caramelle preferite, per non dimenticare, poi, quando ogni sacrosanta mattina le scioglieva le sue lunghe treccie castane, che la madre con cura le appuntava.
Ma molto probabilmente Stefan si riferiva a ben tutt'altre faccende.
<< Cos'è che fa? >>
Stefan deglutì rumorosamente << Cose brutte, Elena, cose molto brutte... >>
Se stava cercando di spaventarla ci stava riuscendo a meraviglia. Elena pensò che i ragazzi di Mystic Falls usavano queste storie per abbordare le giovani matricole, non c'era altra spiegazione per lei.
Ma mentre era in procinto di controbattere la voce stridula di Caroline Forbes la raggiunse per prima.
<< ...e naturalmente ci dovete essere anche voi! >>
Spiattellò il suo invito sul tavolo e attese risposta portandosi entrambe le mani suoi fianchi.
Elena ruotò gli occhi al cielo e per puro caso capì che anche Stefan stesse cercando una scusa per dileguarla.
Infatti il giovane Salvatore parlò per prima:
<< Caroline, lo sai che non sopporto i luoghi affollati. >>
<< Non mi importa Stefan, questa volta non mancherai. E anche tu Elena. >>
<< Ma Caroline... >> provò a ribattere Elena.
<< Niente ma! La festa di fine autunno è un evento al quale nessun studente può mancare. C'ho messo tanto impegno per preparala e voi dovete esserci! >>
Elena si portò una mano a nascondersi il viso. Lo sapeva già, qualunque cosa avesse detto non avrebbe avuto alcun affetto su Caroline Forbes.


Se Damon Salvatore puntava un obiettivo, ne era sicuro, prima o poi l'avrebbe centrato.
Quella volta non faceva eccezione.
Si sentiva al posto giusto al momento giusto e baciato dalla dea della fortuna. Anche in quell'occasione, a braccia conserte, era all'uscita del liceo di Mystic Falls, ma con le idee più chiare di un tempo.
La mira era stata già presa ora bisognava soltanto scoccare la freccia, e Damon era sempre stato un grande arciere.
Solo che questa volta era diverso. Si sentiva più la freccia che l'arciere, pronto a ferire mortalmente se la missione lo richiedeva.
Oh, lo richiedeva. Qualsiasi sacrifico non era mai abbastanza, avvertiva la mole del destino trapassare le sue forti mani.
Ora era li e i suoi occhi avevano puntato la preda più bella, più delicata, più preziosa per un cacciatore: Elena Gilbert.
Eccola, sorridente con le sue amiche. Era lontana ma Damon giurò di avvertire il suo dolce profumo e l'aroma del suo sangue pizzicargli il palato.
Oh Dio! Lei non poteva fargli quell'effetto! Non doveva! Ma per quanto Damon tentasse di dissuadersi da costoro pensieri, era già troppo tardi per far si che essi fuggissero fulminei dalle sue congetture.
Avevano artigliato le loro radici ed ora cresceva la pianta della discordia, cresceva e Damon l'irrogava con la sua ingordigia.
Sorrise Damon, sorrise, perché sapeva che tutto era nelle sue mani, che lui poteva cambiare gli eventi, modificarli e a suo piacimento distruggerli.
Ed ora, ora che anche i suoi occhi castani erano fissi su di lui, attecchiva la sua bramosia di vendetta e di potere.
Batteva il suo cuore, si, ma Damon era sicuro che palpitasse per ben altre ragioni, ragioni di rivincita.
Ah! Quanto si sbagliava, e una piccola parte della sua cupa anima glielo suggeriva. Ma Damon non volle ascoltare, lui non l'ascoltava da tempo e comprendeva solo le dicerie del suo spirito nero, quello che creava gioia e compiacimento.
Ma adesso pareva spento. Damon cercò di riaccenderlo, ma essi non parlava.
Allora capì che era diverso, allora capì che lei era diversa, ma questo non bastò per dissuaderlo dal suo intento.
D'altra parte anche Elena sembrava scossa. L'aveva rivisto, era li di fronte a lei, a pochi metri, a pochi passi, a pochi battiti di ciglia.
Ma d'improvviso le parole di Stefan le balenarono nella mente:"Sa essere molto pericoloso", allora trattenne il suo impeto di raggiungerlo. Lo fissò, la bocca schiusa, mentre lui le sorrideva.
Dio, com'era bello! Elena avrebbe dato la sua anima per sfiorare le sue labbra ed accarezzare la sua pelle.
Ma cosa ci faceva li? Cosa cercava? Stefan? Ma lui era già andato via da un pezzo. Forse cercava lei...
Oh! Che stupidaggini, cosa se ne farebbe un ragazzo bello e sexy di una piagnona come lei?
Eppure continuava a fissarla, immobile, quasi come non avesse vita, come quel corvo...
<< Elena, cosa stai guardando? >> Ci fu solo un secondo di distrazione che Bonnie aveva creato. L'attenzione di Elena calò sull'amica e poi di nuovo sul giovane. Ma lui era sparito, forse era solo un'allucinazione.
<< Oh...niente, credevo che... >> Bonnie aggrottò la fronte ed Elena si arrese << ...nulla di importante Bonnie. Torniamo a casa. >>

CONTINUA...

Scusate se ho fatto un pò di ritardo ma ho avuto una settimana un pò critica, infatti questo cap non si può dire di certo il mio capolavoro. Comunque che faccio raga? Continuo? Fatemelo sapere con un piccolo commentino, mi raccomando.
Alla prossima tanti baci dalla vostra
                                                                                                                            Stella94






   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Stella94