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Autore: Paolo Ciraolo    16/02/2011    3 recensioni
Tutti i fanciulli chiedevano alla lampada di esaudire un loro desiderio.
Solo uno non ebbe il coraggio di farlo.
Ma al momento giusto quando tutto era perduto...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fiabe Leggendarie'
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Racconto:

I piccoli e la lampada dei desideri.
 
Collana: Fiabe Leggendarie.

 

Se un’emozione vuoi avere, questa fiaba devi ascoltare …

C'erano una volta... in una terra esotica, proprio molto lontana, dei bambini e una lampada dei desideri.
Un giorno andò dalla lampada un bambino che chiese in cambio delle sue tante monete d'oro, la felicità; da essa fuoriuscì un arcobaleno di luce che trasformò le monete in un villaggio ricco di divertimenti e attrazioni che facevano la felicità del piccolo.
Poi andò dalla lampada un altro bambino e chiese in cambio dei suoi giocattoli tanti amici; la lampada trasformò i giocattoli del ragazzo in tante biciclette con sopra tanti nuovi amici per lui.
Un giorno andò dalla lampada un bambino un po' cicciottello e chiese di diventare molto snello, e ricevere dei vestiti di piccola taglia; essa si smaterializzò e comparve un genio che con un cenno della mano fece dimagrire il ragazzo e, con un fischio fece comparire dei vestitini di piccola taglia adatti per la sua nuova misura.
Poi fu la volta di due bambini, un maschietto e una femminuccia, che volevano una bacchetta dei desideri perché i loro dieci fratellini, il babbo e la mamma erano poverissimi e volevano salvarli dalle ristrettezze; dalla lampada usci una fata che regalò ai ragazzi la bacchetta magica.
Per ultimo andò una bambina che aveva perso l'uso della parola e quindi non poteva studiare a scuola e nemmeno fare i compiti per i suoi fratellini più piccini; dalla lampada uscì un dottore saggio e illuminato che gli restituì il dono della parola.
Solo un piccino, molto timido, di nome Tobia stava vicino alla lampada, senza avere il coraggio di chiedere nulla.
Un cattivo giorno, in quella piccola terra lontana, la Strega dalle Sette Trecce Nere fece arrivare una brutta carestia.
Per tale ragione tutti i piccoli non poterono andare più a chiedere nulla alla lampada dei desideri poiché erano diventati troppo deboli.
Tobia che era rimasto l'unico vicino alla lampada, ebbe la forza e il coraggio di chiedere un tappeto volante: voleva andare a sconfiggere la Strega.
Tobia ottenne il suo tappeto e in un batter d'occhio, volò fuori nei cieli della galassia a caccia della strega cattiva.
Il piccolo non sapeva proprio, dove trovarla e chiedeva, un po' a tutti quelli che incontrava, informazioni su come raggiungerla, anche se nessuno gli seppe indicare la via giusta.
Poi si fermò di fronte al meteorite di un Vecchio Saggio, e chiese a lui, dove si potesse trovare la Strega dalle Sette Trecce Nere; il Saggio lo mandò in direzione dell'orizzonte degli eventi, vicino un buco nero.
Tobia andò proprio in quel posto ma a un tratto cadde in un ingorgo spaziale, che risucchiava tutto al suo interno proprio come quando si tira il tappo dalla vasca da bagno.
Il ragazzo cadde allora nel risucchio e arrivò in uno spazio tutto buio, ad eccezione di mille fiaccole che indicavano la presenza di altrettante streghe sopra le loro scope.
Tobia cercò e ricercò la sua strega e, quando la trovò, non aveva nulla per poterla rendere inoffensiva. A un tratto vide una megera che aveva in mano delle forbici, Tobia s'impossessò di queste ultime e con esse tagliò i capelli alla Strega dalle Sette Trecce Nere, che in tal modo, perse tutti i suoi poteri.
Il piccolo tornò nel suo mondo con il tappeto volante, trionfante per avere battuto la strega cattiva e avere salvato la sua gente. A gran voce tutti pregarono la lampada di esaudire tutti i sogni di Tobia e così fu, e da quel giorno in quella terra esotica regnò per sempre la felicità.



Morale della fiaba: se volete vivere felici e contenti state insieme a chi volete bene, anche solo per affetto, perché i vostri desideri possono essere esauditi lo stesso.

   
 
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