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Autore: FunnyPink    17/02/2011    16 recensioni
La mia storia, mi dispiace ma non ho saputo trattenerla mi è venuta e ho dovuto scriverla, le parole sono uscite con vita propria.
Edward e Bella sono destinati a incontrarsi, lei non ha avuto una vita facile, vive per strada, neanche lui ha conosciuto subito la felicità, ma l'ha trovata grazie e a Esme e Carlisle, ma quando entrerà nella sua vita Bella...
Sono umani, sono giovani, cosa hanno da perdere, tutto e niente!
Dal -Capitolo 10-:
-Dopo qualche secondo la sua voce mi arrivò agli orecchi
"aiutami, ti prego, Edward, aiutami"
Crollò, le sue gambe cedettero, e sentii, il suo peso scivolare giù, le feci forza sul suo corpo tenendola, in un attimo mi ero chinato, e le avevo passato un braccio dietro i ginocchi, la sua testa stava appoggiata di lato al mio braccio, senza forze, ma sveglia, sentivo il respiro e lievi gemiti
"Edward, ti prego"
"ci sono io, non ti preoccupare ci sono, io, ti aiuto io"-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve ragazzi, in queste sere non sono mai riuscita ad avere un po' di tempo per mettermi e postare la mia storia. Internet il giorno mi è precluso, ho una tariffa per la chiavetta solo serale, in più in questi giorni mi sta dando non pochi problemi, perché non c'è tanto segnale.

Avessi l'adsl...ma no a casa mia non vogliono passare questi benedetti cavi, c'è una ditta che installa wi-fi, ma non essendoci competizione e essendo l'unico ne approfitta con prezzi da strozzino.

 

 

Pov Bella

 

 

 

Il risveglio di questa mattina, è esattamente come quello precedente, sono sola. Mi sono accorta di cominciare a dormire più profondamente e anche meglio, gli incubi sembrano meno o, se ci sono, meno violenti. Dopo quel particolare sconvolgente della mano non ho ricordato altro, un brivido mi attraversa al solo pensiero. E' difficile questa situazione, vorrei ricordare, vorrei sapere e far prendere alla polizia quei bastardi che mi hanno fatto del male, ma ho paura di quello che continuo a scoprire. E' difficile anche da accettarlo del tutto, so cosa mi è successo, e per quanto sia terribile sono riuscita anche più volte a dirlo ad alta voce. Cazzo, mi hanno violentata. Ma il fatto di non ricordare, mi fa sentire più sicura, nell'ignoranza di come fosse successo vivevo meglio, e lo faccio ancora, ma solo il pensiero, il ricordo di quella mano brusca che mi afferrava il braccio, mi sento fremere. Fortuna che ho riconosciuto fin da subito la differenza tra quel tocco rude, e la dolcezza di coloro che mi stanno accanto, i miei amici, la mia nuova famiglia e di Edward.

 

Ieri mi avevano promesso che sarebbero tornati, Edward e Jasper, giusto per l'ora di pranzo e purtroppo avrebbero avuto un turno di notte. Ero un po' spaventata da questa cosa, ma speravo di essere abbastanza forte da dormire per una notte senza di lui.

Avevo pulito la cucina, il frigorifero, spolverato e rimesso a posto la camera, che era già pulita, e rifatto il letto della camera di Jasper e Alice.

Ero uscita poi sotto il patio con l'mp3 di Edward e mi ero seduta osservando il cielo, nuvoloso ma senza scariche di pioggia. In compenso il giardino ancora umido, appariva di un vivido verde intenso e emanava un particolare profumo di fresco, rilassante.

 

Il ritorno dei ragazzi, fu molto più calmo di quello della sera precedente, niente spade finte stavolta. Cuocemmo gli ultimi pezzi di carne presenti nel congelatore in un padellino, e mangiammo semplicemente quello.

A fine pasto, cominciarono a guardarsi in maniera complice, come per mettersi d'accordo su qualcosa, non ci feci caso e continuai a sparecchiare.

Alla fine si fermarono davanti a me, e non potetti più ignorare il fatto che avessero in mente qualcosa. Li guardai dubbiosa.

cosa c'è?”

ci sarebbe una missione da compiere”

cos'è un'altra delle tue trovate Edward, un'altra spada o questa volta userai l'arco?” mi sorrise tranquillo,

non è una brutta idea, l'arco intendo, ma non metterò mai la calzamaglia di Robin Hood, intendiamoci subito.” precisò alzando un dito minaccioso

ma non era questa la missione, dobbiamo andare a fare la spesa, e tu, verrai con noi”

Fu istintivo, spalancai gli occhi, e mi schiacciai alla cucina.

cosa?”

Bella non devi temere nulla, nessuno ti farà del male, e ci saremo io e Edward con te”

ma io, no perché adesso?”

lo hai visto anche tu, non abbiamo mai avuto la cucina così vuota”

ma io non voglio”

mi dispiace Bella, devi fare questa cosa, e noi non andremo a fare spesa finché non verrai con noi. Abbiamo scelto questo momento apposta, all'ora di pranzo il negozio è quasi vuoto”

Jazz non puoi farmi questo” piagnucolai

non ti sto facendo nulla Bells, non ti ci porterò con la forza, tu devi venire con noi, altrimenti restiamo qui, non c'è problema ma continueremo ad essere a corto di cibo”

Mi stavano mettendo alle strette, ma lo sapevano che io non volevo uscire, mi volsi verso Edward, la sua espressione era un po' più sofferente al mio panico.

Edward per favore non me la sento ancora”

Piccola non te la sentirai mai spontaneamente se non ti daremo qualche spinta, e poi è veramente semi-deserto a quest'ora. Sei stata brava all'ospedale e quando siamo andati da Rosalie, non è cambiato nulla io starò qui con te, Jasper da bravo omino spingerà il carrello e tu stai con me” sbuffai frustrata e agitata.

ma mi state costringendo a fare qualcosa-”

no Bella, possiamo anche non andare te l'ho detto, solo bisogna arrangiarci con quello che abbiamo, ti stiamo mettendo in un vicolo cieco lo so, ma non è una cosa brutta, ti aiuterà a prendere confidenza con il mondo e poi il supermercato è un bel posto, nessuno farà caso a te, perché tutti saranno presi dalla loro spesa”.

Era vero ero all'angolo, dovevamo andare per mangiare e se ci sarebbero andati solo con me, mi sarei dovuta sforzare. Era una parola, stare così all'aperto, esposta con quella gente...un brivido, e ancora uno.

nessuno ti toccherà, nessuno ti si avvicinerà, se qualcuno dovesse solo sfiorarti, gli taglierei la mano Bella” mi sussurrò Edward che dopo i miei brividi si era fatto più vicino e aveva le mani sulle mie braccia.

Jasper stava facendo finta di nulla era in salotto e aveva acceso la televisione come se nulla fosse, una cosa gliela dovevo riconoscere, non mi stava pressando.

Ci pensai ancora qualche minuto, nonostante la paura però cedetti.

ok, andiamo”

sicura?”chiese Edward guardandomi negli occhi, e confermai “Jasper prendi tutti i sacchi per fare spesa, dobbiamo caricare un bel po' di roba, la cucina è vuota”. Disse e semplicemente l'altro eseguì.

Indugiai un po' troppo sulla porta, e salii timorosa nel sedile posteriore insieme a Edward della Mercedes.

Il supermercato era un grande capannone e aveva un immenso parcheggio,   semivuoto, non mi stavano mentendo. Da quando scesi dallo sportello della macchina in quell'immenso spazio aperto mi attaccai al braccio di Edward, non mollandolo neanche un secondo, e lui non disse niente.

Mi sembrava tanto un territorio alieno, straniero, non era la mia casa, le mie mura, il giardino. Tutto cemento, macchine, qualcuno in lontananza e questo grande capannone con un'insegna molto visibile e luminosa. Jasper si muoveva piano, aveva preso il carrello e stava subito dietro di noi, mi sentivo le spalle coperte sapendolo dietro, chissà se era tutto studiato, o no. Sospirai quando arrivammo all'entrata e sussultai quando le porte si aprirono da sole prima che potessimo arrivarci a causa di una persona che nello stesso momento stava uscendo. La persone che stava uscendo si era fermata al tempo stesso, con il suo carrello pieno, trattenni il fiato, ma poi la guardai, in quel secondo realizzai chi fosse, e anche Edward lo fece tanto che mi portò con se di lato, cedendole il passo e facendo un gesto della mano.

La persona non era altro che una signora molto anziana, piccola e con un'espressione carina, sorrise ad Edward per ringraziarlo. Non avevo paura di quella signora. Era una bella sensazione non avere paura di un'estranea. Entrammo anche noi, guadai a lato vedendo 4 cassiere lavorare con la spesa di alcuni clienti, una delle cassiere era immobile e nell'attesa si limava le unghie, spingendomi avanti avanzammo per la corsia.

Se fuori era tutto un mondo alieno e grigio, qui regnava il colore.

Pacchetti e pacchettini, sacchetti e sacchetini, scatole, maxi-confezioni, barattoli e bottiglie, tutto era estremamente colorato e confuso. Ebbi quasi un giramento di testa quando incontrai tutta quella roba davanti a me, chissà come facevano le persone a capacitarsi, a scegliere.

Ci pensai un attimo e capii notando una bottiglia di coca-cola, anche io conoscevo la coca-cola, forse tutti nel mondo, ma compresi che grazie alla fama di alcuni prodotti, alla pubblicità in televisione, il prezzo, i cartelloni degli sconti riuscivo già a selezionare alcuni prodotti rispetto ad altri.

Edward mi sorrise quando mi vide a scrutare tutta quella fila di roba esposta. Ero diventata curiosa.

lo sai che ci ha appena sorpassato una donna, con un bambino sul seggiolino del carrello e tu non te ne sei neanche accorta, da quanto sei presa con tutte queste scatole?” lo fissai e cercai nella corsia, notando più avanti la donna descritta. Non ci guardava, anzi era presa da molte cose, la borsa sulla spalla, la lista in una mano e la penna nell'altra, il bambino che si spenzolava e si muoveva, in più doveva caricare delle bottiglie di vetro nel carrello. La osservammo insieme per un po', immobili, mentre si muoveva a prendere un po' di cose. Ad un certo punto la vedemmo in difficoltà perché non arrivava ad una confezione in alto, e già stava sulle punte.

Jasper le daresti tu una mano?” propose Edward indicando la donna, lui si fece subito avanti

signora serve una mano?” lei si volse lo fisso e annuì

per favore grazie, mi serve quella scatola arancione...ma perché fanno gli scaffali così alti, chi come me non è alto cosa deve fare?”

In effetti non potevo che darle ragione alcune cose erano fuori portata anche per me che invece ero alta. Suppongo fosse perché il supermercato volesse esporre più merce, di quella che lo spazio a portata di mano fosse in grado di contenere. Vidi Jasper porgerle la scatola, lei lo ringraziò un paio di volte e continuò, mentre Jasper venne verso di me.

Era un'estranea, mai vista in vita mia, le avresti mai rifiutato un aiuto? Ha anche un bambino piccolo da sorvegliare e non poteva raggiungere una scatola, che avresti fatto?”

Devo dire che aveva ragione per quanto avessi paura delle persone, quella donna l'avrei aiutata, senza pensarci avrei preso anche io quella scatola.

l'avrei aiutata” gli dissi, lui annuì e continuammo.

Li ringraziai mentalmente per queste loro dimostrazioni di gentilezza e altruismo, che mi dimostravano una volta di più che potevo fidarmi degli altri e del mondo esterno. Il locale continuava ad essere abbastanza deserto, anche se ogni tanto incrociavamo qualcuno, un uomo ci passò accanto con un cestino della spesa, a passo spedito e il cellulare all'orecchio, altre donne per lo più con figli, o anziane, dei ragazzini con una cartella e delle caramelle in mano, pochi uomini Jazz ed Edward con me erano delle eccezioni. Insieme scegliemmo i cereali che preferivo di più e i cornetti della colazione, il latte in offerta che era più economico, scegliemmo le carni migliori con meno grasso, e litigammo se fossero più buone le patatine o i pop corn, discussione inutile visto che entrambe finirono nel carrello. Trovai anche tante cose che non conoscevo, Edward cercava di stare dietro a tutte le mie domande, dovetti sembrargli una bambina curiosa, ma nonostante tutto non mollai mai il suo braccio.

Quando arrivammo infine in una delle ultime corsie, Edward mi disse

quando posso evito questa corsia, è abbastanza imbarazzante per noi uomini stare qua”

guardai cosa contenesse e vidi che erano tutti prodotti per lo più rosa, rosina, lavanda e viola, era decisamente un settore femminile, e gli sorrisi.

Mi fermai davanti a uno scaffale, abbassando il volto rabbuiata.

per uno di questi pacchettini io e Leah abbiamo dovuto rubare” dissi indicandogli gli assorbenti femminili. Stavolta non era imbarazzato, ma rattristato e diede una stretta alla mia mano.

tranquilla non è stato un gran reato, nessuno te ne fa una colpa, non sarai più costretta a rubare nulla adesso”.

Alla fine fu piacevole, e non lo avrei mai confessato ma un po' mi divertii.

Il momento peggiore fu alla cassa, mentre Jasper sistemava i prodotti sul nastro, la ragazza mi fisso più volte, questo mi diede molto fastidio e mi sentii intimorita, nonostante non la stessi guardando capii che continuava a farlo mentre passava alla cassa la nostra spesa. Mollai il braccio di Edward solo per caricare la spesa nei sacchetti di tela che ci eravamo portati da casa, e una volta completato lui stesso mi riavvicinò prendendomi in vita e uscimmo dal locale. Mi accorsi della maggiore presenza di macchine rispetto al nostro ingresso. Una volta salita in macchina sospirai più tranquilla. E senza che ci pensassi esclamai

che nervi quella cassiera”

Edward e Jasper presero a ridere.

Mi sa che ti fissava per colpa mia sai”mi disse Edward

perché scusa?” gli chiesi ingenuamente

suppongo fosse gelosa Bella”mi disse Jasper lanciandomi un'occhiata dal retrovisore

gelosa? di me?”

certo, perché oltre ad essere una bellissima ragazza, e solo per questo dovrebbe invidiarti, eri a braccetto con un bell'imbusto come me” sgranai gli occhi istintivamente, la ragazza era attratta da Edward e ci guardava invidiosa. Era assurdo che qualcuno fosse invidioso di me, Edward era un bel ragazzo posso capire, ma io... La mia espressione deve aver fatto ridere ancora i due che continuarono irritandomi un po'.

Varcando il cancello ritrovai quella sensazione di tranquillità e di benessere che ormai mi trasmetteva quella casa, la mia casa.

I ragazzi mi diedero una mano e scaricammo la spesa sistemandola.

Ma poi decisero di andare a riposare qualche ora perché in serata avrebbero iniziato il turno per tutta la notte.

Io invece mi misi a sfogliare un libro di cucina, per capire come cucinare tutto quel cibo che adesso riempiva gli scaffali e il frigorifero.

Alice tornò giusto in tempo, per salutare il suo ragazzo ed Edward che partivano per il loro turno.

Prima di uscire Edward mi ricordò più volte di chiamarlo per qualsiasi cosa, al massimo si sarebbe rifugiato in bagno.

La cena tra me e Alice non fu molto entusiasmante, entrambe sentivamo la mancanza dei ragazzi. Continuammo il nostro silenzio anche in salotto davanti alla tv. A tratti Alice mi raccontava di un problema con una collega a lavoro, ma tutto si spegneva a causa della nostra poca loquacità.

Quando andammo a letto eravamo entrambe abbastanza timorose. In camera cercai di leggere il libro da sola, ma era diverso rispetto a come lo raccontava Edward.

 

 

 

 

Pov Alice

 

 

NO, no, lasciami, LASCIAMI IL BRACCIO, no... NOO”

Mi alzo di scatto dal letto, queste urla!

Oddio no Bella.

Mi butto dal letto, cadendo in ginocchio, mi rialzo e corro nella sua stanza.

Quando apro la sua porta la trovo sul letto che si dibatte, nell'incubo si è girata e il lenzuolo le si è arrotolato attorno al corpo, come un bozzolo.

Sibila e grida, singhiozzando disperata, e io sono ancora qui ferma sulla soglia, non riesco a muovere un muscolo terrorizzata dalle grida e da quello che sta succedendo.

Vorrei andare ma non ce la faccio, quello che faccio è correre in camera a prendere il cellulare. Non posso chiamare i ragazzi a lavoro, non arriverebbero mai. E allora digito l'unico altro numero che mi viene in mente, le mani mi tremano e per riuscire a trovare il numero faccio fatica.

Attendo almeno tre-quattro squilli prima che risponda la voce roca e incazzata di Emmett.

Cazzo Alice sono le quattro che rompi-”

Emm-et” sussurro a voce spezzata interrompendolo

Alice che succede? Alice stai bene? Che..”

Emm che succede?” chiede una voce vicino a lui, Rosalie.

Emm, ti prego aiutami Bella sta...sta male ...un incubo, io non- siamo sole, io non... Emmett”

Arrivo subito piccola, arrivo subito, cerca di svegliarla, ti prego accendi la luce, chiamala, provaci arrivo subito” riattacca, e lo faccio anche io e corro nella sua camera.

Sulla soglia che ho lasciato aperta vedo che è più calma, ma ansima e piange e sussurra ancora -no- come se non avesse più voce per farlo.

Bella” chiamo, ma la mia voce esce così fievole e distorta che non riesce a sentirmi, e io stessa fatico a sentirmi.

Accendo l'interruttore della luce, e provo a richiamarla.

Bella, Bella ti prego svegliati è un incubo, è solo un incubo”

non ho il coraggio di arrivare fino a lei, però sento il suo ansimare diminuire, anche se singhiozza ancora, e la vedo finalmente aprire gli occhi. Gli sbatte diverse volte, a causa della luce, si volta e mi guarda.

Mi guarda con un'espressione così colma di dolore che credo di dimenticarmi di respirare per alcuni secondi. Un dolore immenso, che non riesco a trattenere, a gestire, non riesco...e abbasso lo sguardo.

Alice” sussurra.

In quel momento arrivano le grida e il rumore di passi veloci che ci stanno raggiungendo per il corridoio.

E finalmente fanno il loro ingresso Emmett, con dei pantaloni di una tuta e una maglia messa alla rovescia in ciabatte, e Rosalie, anche lei in pigiama. Mi guardano un attimo, poi si voltano verso Bella.

Fermandosi un attimo prima del letto, Emmett è veloce nel toglierle subito di dosso quell'intreccio di lenzuoli che la arrotola. Dovevo pensarci io a liberarla, e forse l'ho anche pensato ma non ci sono riuscita, come sempre sono inutile.

Una volta libera Bella, si muove subito, mettendosi a sedere di scatto e rannicchiandosi. Rosalie aggira il letto e le si siede accanto dall'altro lato. Emmett è in ginocchio sul materasso, è proprio lui a chiamarla, con voce bassa e tranquilla.

Bella”

Emmett”

Si Bella sono io, stai tranquilla era solo un incubo, qui nessuno ti farà male, tranquilla” le sussurra.

Bella tranquilla, adesso è tutto a posto” le disse Rosalie toccandole la mano, ma lei sussulta, prima di guardarla in volto

scusa Rosalie”

non preoccuparti va bene” si stringono la mano, l'altra viene stretta da Emmett, e si fanno vicini a lei seduti sul letto. Vedere il suo corpo distendersi, è come se riuscisse a calmare anche me, mi abbandono in terra, seduta con la schiena al muro.

Sono una maledetta incapace, ancora una volta non riesco...ho paura e mi blocco quando qualcuno ha bisogno di me.

Rimaniamo in silenzio, per un bel po'.

Bella riesci a dormire un altro po'?”

no io non credo”

servirebbe qualcosa per rilassarci un po'” spiega Emmett

Alice hai ancora le casse per l'mp3?” annuisco e mi alzo per andare in camera mia. Una volta prese però scendo giù a prendere qualcosa da bere per tutti.

In camera accendiamo l'mp3 a un volume basso e di sottofondo, e anche l'atmosfera si fa più calma, Bella beve e sembra finalmente più rilassata, i suoi occhi esprimono sempre sofferenza ma non con quella terribile nota di dolore che avevano prima.

stai qui con noi Alice”mi invita Rose, indicandomi il letto. Facendomi coraggio, aiutata dall'aria più calma mi avvicino e mi distendo ai loro piedi di lato, ascoltando la musica soft.

Ben presto, Rosalie e Emmett si riaddormentano, Bella è ancora tra di loro, è sveglia ma tranquilla, non si muove e ascolta la musica, a momenti ci guardiamo, scambiandoci delle occhiate mute. Passa qualche ora prima che spossata anche lei si riaddormenti, mentre io non ci riesco, e continuo ad osservare il soffitto, ascoltando la musica.

 

 

Pov Edward

 

 

Sono stanco, stressato, abbiamo avuto parecchi interventi stasera, non gravi fortunatamente, ma impegnativi. Ho dovuto aspettare anche venti minuti in più che anche Jasper finisse il turno. Anche se avevo una gran voglia di tornare a casa. Entrambi entriamo in casa rilasciando un sospiro, Jasper non ha avuto gran che da fare con i pazienti, i pazienti spesso dormono la notte il problema peggiore la sera e la notte sono i parenti in attesa, che a volte per la stanchezza danno il peggio di se. Entro di filata in camera, spogliandomi e buttando i vestiti malamente sul letto e indossando la mia tenuta da notte. Non faccio a tempo ad uscire che sento la voce di Jasper.

Alice? Alice?”

Alice non è in camera” mi dice con la fronte aggrottata e preoccupata, come lo è la mia adesso, con due passi veloci sono alla porta di Bella e la spalanco. Jasper mi è subito dietro.

Grazie la luce del comodino accesa, ci accorgiamo della gran quantità di gente in camera. Alice, Bella, ma anche Rosalie e Emmett?

Cosa ci fanno qui? la domanda che mi porgo è subito allarmata.

Mi avvicino al comodino e spengo l'mp3 ancora acceso, anche se basso.

In breve la figura di Alice si alza già sveglia, e si lancia verso mio fratello, lo abbraccia forte e gli prende la mano.

Il movimento di Alice deve però aver svegliato gli altri, vedo Emmett muovere un braccio e sfregarsi il volto.

Sono estremamente inquieto.

Edward? Meno male sei tornato, che ore sono?”

quasi le sette, ma cosa è successo?”

Edward?”chiede Rosalie

Rose dobbiamo sbrigarci, dobbiamo anche tornare a casa a prendere dei documenti che mi servono per domani” dice piano lui

Che succede Emmett?” riprovai più forte, visto che nessuno mi rispondeva, e mi stavo preoccupando seriamente.

Bella ha avuto uno dei suoi incubi e-”

Edward? Edward...” Bella si era svegliata sentendo la mia presenza e adesso si stava sbrogliando in fretta il lenzuolo.

Istintivamente mi buttai sul letto in ginocchio, e lei appena libera mi si butto tra le braccia, schiacciando il volto sul mio petto. La strinsi forte.

Merda un altro incubo, e stavolta io non c'ero. Non ero con lei, che stronzo che maledetto stronzo.

Ha sognato nuovamente quella sera?”chiese Jasper dietro

non lo sappiamo era nel panico e ci ha chiamati Alice verso le quattro”

credo di sì urlava, cercava di muoversi tra le coperte e io...” era triste il tono mentre lo diceva e ne soffriva ancora molto.

Sapevo della paura di Alice e le sue sofferenze, capisco che non fosse riuscita a calmare Bella. Quello era compito mio, ma io non c'ero.

Le peggiori imprecazioni mi passarono nella testa, mentre stavo iniziando a massaggiare lentamente la schiena di Bella per cercare di calmarla, per farle sentire che ero vicino.

Calma Bella, shhh, è tutto ok, sono tornato sono qui dimmi che è successo?” le chiesi piano sussurrandole vicino all'orecchio

il sogno” disse allontanandosi appena dalla mia maglietta, ma rimanendone sempre attaccata.

Lo sapevo, lo immaginavo, non dovevo accettare questo turno in cambio del pomeriggio libero, questa è davvero l'ultima volta, o almeno la prossima volta, se inevitabile, voglio esser sicuro che non coincida con quella di Jasper.

Hai dormito un po'?” le chiedo ancora

non molto mi ero appisolata da qualche minuto” annuii, e la feci scendere con me dal letto.

In quel momento tornarono Emm e Rosalie in camera rivestiti sicuramente nella loro camera accanto.

Noi dobbiamo scappare, Bella ti lasciamo a loro, e voi altri avvertiteci quando siete assenti, che dormiamo qui con loro almeno”

è stato un fatto eccezionale, non capiterà più”

grazie...io scusatemi” provò a dire imbarazzata Isabella

non lo dire neanche per scherzo”Rosalie si avvicinò e le baciò una guancia, lo stesso fece Emmett che la abbracciò. E se ne andarono.

Noi andiamo a letto, io dovevo lavorare a un progetto stamani, ma prima devo recuperare un po' di sonno”disse Alice sbadigliando appoggiata a Jasper.

Alice...”

non dirlo, buonanotte Bella”

ci mettiamo a letto anche noi, riesci a dormire un po'?” le chiesi, sembrava titubante ma si ristese sul letto.

Vai avanti fammi posto” la spinsi e mi distesi con lei, mi rimase accanto come un cucciolo che cerca affetto, e come un cucciolo cercai di accarezzarla per trasmetterle calore.

 

Quando ci svegliammo, erano quasi le undici, e Bella era immobile come quando si era addormentata tranquillamente stavolta.

La svegliai e in breve fummo in cucina a fare colazione.

Ehi buongiorno finalmente anche a voi” disse Alice dal tavolo mentre lavorava col suo portatile. In piedi Jasper sorseggiava ancora la sua tazza, e la alzò in segno di saluto, anche lui doveva essersi svegliato da poco.

Non mangiammo molto, mi sentivo abbastanza ammaccato, odiavo i turni di notte, e con Jasper decidemmo di andare un po' in palestra a scioglierci.

Ti lascio a giocare con Alice” dissi scherzando a Bella.

Alice batté le mani come se si apprestasse davvero a un gioco divertente.

oh si Bella dammi una mano, dobbiamo ri-preparare anche le vetrine”

ma non lo abbiamo fatto due settimane fa?”

Bella Bella, nei negozi grandi come il mio la vetrina si cambia continuamente, così che la gente si fermi sempre a trovare nuove ispirazioni, tu ti fermeresti davanti alla stessa vetrina? no! Quindi dammi una mano facciamo questo bel giochino”

Bella mi lanciò un'occhiata preoccupata, e le risposi alzandole il pollice e ridendo.

L'esercizio fisico mi aiutò molto, anche perché non avevo considerato l'ulteriore sforzo che feci nel pomeriggio con Bella quando l'accompagnai a casa di Emmett e Rosalie, per ripulirla e ordinarla in vista dell'arrivo dei servizi sociali. Cercai di tenere duro ricordandomi il loro prezioso aiuto della notte scorsa.

Inoltre non ero certo insensibile, volevo che facessero una bella figura e volevo che ottenessero l'affidamento del bambino. Mi persi a immaginare nella camera degli ospiti un lettino e tanti pupazzetti che avrei regalato a mio nipote una volta entrato in famiglia.

Purtroppo avremmo dovuto attendere la sera successiva a cena, per sapere come era andata, il giorno dopo avrei avuto il turno tutto il giorno.

Quella notte mi riaddormentai con una Bella timorosa, mi aveva spiegato che il sogno era sempre lo stesso, solo che stavolta, dopo essersi sentita trattenere, aveva cercato di tirare via dalla morsa il suo braccio, e quella persona l'aveva mollata in quel momento facendola capitombolare in terra malamente. In tutto questo non c'erano nuove voci, ne nuove facce, solo amare e tetre risate. Non potevo che immaginare quanto fosse sconvolta.

Il mio amaro pensiero prima di addormentarmi mi fece tendere duramente i muscoli delle braccia e stringere i pugni. Prima o poi avremmo avuto la nostra vendetta.

 

 

 

Le ultime parole famose...Anzi gli ultimi pensieri famosi di Bella. E' un po' che non ho incubi, e eccoli apparire appena Edward non c'è.

Edward aveva fatto a cambio di turno nel pomeriggio e il primo mattino successivo con un altra persona, beccandosi tutta la notte, per esser presente quando sarebbero andati a far spesa, una strana esperienza non pensate? Purtroppo aveva mal considerato i suoi problemi col sonno, che spesso son precari anche in sua presenza, e traumatici con la sua assenza.

Il pov Alice è tanto triste. Come ho detto più volte lei soffre per gli altri, ha paura del dolore degli altri e non riesce ad intervenire, ma almeno ha fatto la cosa migliore chiamando i ragazzi.

La giornata successiva è passava frettolosamente ma non era degna di nota.

Vorrei SCUSARMI di tutti gli errori grammaticali o di battitura che trovate nel testo, è difficile trovarli da soli, quando sei tu stessa a scriverli per sbaglio. Quindi scusate.

Ciao,ciao.

FP

 

   
 
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