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Autore: kymyit    20/02/2011    6 recensioni
Tutto finì quando Satch trovò quel frutto...
-Ace, guarda cos’ho trovato!- il capitano della quarta divisione richiamò l’attenzione del giovane Portgas su di sé.
Aveva un frutto in mano. Uno strano frutto dagli acini puntuti. Appetitoso a vedersi quanto disgustoso al palato.
-E’ un frutto del diavolo.- disse, infatti, Satch –Ma non so che potere abbia.-
-Assaggialo no?- lo sfidò Ace.
-Devo pensarci… poi chi ti salverà quando cadrai in mare, Ace?-
Il più giovane sbuffò –Non sono così sprovveduto, Satch!-
Marco, il capitano della prima flotta, gli diede una sonora pacca sulle spalle –Ahahaha, certo certo, Ace. Ma i tuoi attacchi di narcolessia dove li mettiamo?-
-Ricordi il mese scorso?- rise Satch, con le lacrime agli occhi –Ancora rido, ahahaha!-
E rise, rise tanto fino a piegarsi in due e dare il ritmo alla risata battendosi la mano sulle ginocchia. Era troppo, troppo buffo, Ace Pugno di Fuoco.
-Ad ogni modo, ci farò un pensierino dopo cena!- esclamò ancora l’uomo, prima di sparire, inghiottito dal buio della rampa di scale che portava sottocoperta.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Portuguese D. Ace, Satch
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non scherzare… ti prego…



-Ace, guarda cos’ho trovato!- il capitano della quarta divisione richiamò l’attenzione del giovane Portgas su di sé.
Aveva un frutto in mano. Uno strano frutto dagli acini puntuti. Appetitoso a vedersi quanto disgustoso al palato.
-E’ un frutto del diavolo.- disse, infatti, Satch –Ma non so che potere abbia.-
-Assaggialo no?- lo sfidò Ace.
-Devo pensarci… poi chi ti salverà quando cadrai in mare, Ace?-
Il più giovane sbuffò –Non sono così sprovveduto, Satch!-
Marco, il capitano della prima flotta, gli diede una sonora pacca sulle spalle –Ahahaha, certo certo, Ace. Ma i tuoi attacchi di narcolessia dove li mettiamo?-
-Ricordi il mese scorso?- rise Satch, con le lacrime agli occhi –Ancora rido, ahahaha!-
E rise, rise tanto fino a piegarsi in due e dare il ritmo alla risata battendosi la mano sulle ginocchia. Era troppo, troppo buffo, Ace Pugno di Fuoco.
-Ad ogni modo, ci farò un pensierino dopo cena!- esclamò ancora l’uomo, prima di sparire, inghiottito dal buio della rampa di scale che portava sottocoperta.
Era il tramonto, ormai. La missione della quarta divisione aveva richiesto più tempo del previsto e persino Barbabianca cominciava a preoccuparsi del ritardo dei suoi figli. Poi la vela di una delle navi della flotta comparve all’orizzonte e Satch e i suoi uomini rimisero piede sulla vecchia cara Moby Dick.
La sala da pranzo era enorme e gremita di uomini e donne festanti. Si alzavano calici colmi di liquore e si mangiavano le squisitezze preparate dai cuochi.
-Satch è in ritardo…- fece a un certo punto Jaws e Marco non poté contestare.
-Vuol fare la star.- sorrise Ace.
-Avrà mangiato il frutto e starà cercando di capire che poteri gli ha conferito.- aggiunse Haruta –Per fare una degna entrata in scena.-
-Tsk…- commentò Izou –Il solito esibizionista.-
E tutti lì a dire la loro sul perché il comandante della Quarta Flotta fosse in ritardo.
Le ipotesi più accreditate erano quelle inerenti al fantomatico frutto che, a seconda dei pareri, aveva o un potere troppo difficile da controllare o troppo ridicolo come quello, suggerito da Curiel, di far crescere i peli del corpo.
-Potrebbe farsi crescere i baffi come il Babbo e diventare il suo sosia!- esclamò Vista carezzandosi i suoi di baffi.
E giù a ridere come scemi. L’atmosfera che regnava nella sala era perfetta.
Il Babbo stava meglio del solito, infatti, le infermiere gli avevano accordato il permesso di levare flebo e tubicini vari per godersi la cena in santa pace.
Era tutto troppo bello.
Ma passarono venti minuti e Satch ancora non arrivava. A un certo punto qualcuno si accorse che non era il solo a mancare in sala.
-Ace, ma Teach sta ancora dormendo?- chiese uno degli uomini della Seconda Flotta al suo comandante, il quale si era sul serio dimenticato di andare a chiamare il panzone per la cena.
-Ehm… forse….- disse con la faccia basita da pesce lesso.
E tutti risero.
-Se era per te, comandante, Teach diventerebbe una top model!-
-Ok, ok, vado a svegliarlo!- fece Ace, alzandosi solenne.
Altre risatine generali. Poi il silenzio carico d’attesa.
Il ponte era deserto.
Sottocoperta idem.
Non c’era una luce che fosse una. Tutte le cabine erano buie e vuote.
Ace iniziò a sentirsi inquieto. Poi passò davanti alla cabina uno della quarta divisone. La porta era socchiusa.
Ace ridacchiò, quasi per incoraggiarsi. Quella situazione doveva essere normale. Da quando era così paranoico?
Mah…
-Vediamo che combina…-
S’intrufolò in sordina pronto a sorprendere l’amico e a schernirlo per chissà quale bizzarro potere, quando trovò Satch.
Ma non come se l’aspettava.
-Satch?- domandò mentre il sangue gli si gelava nelle vene.
Sul pavimento c’era un corpo martoriato.
-Satch…-
Silenzio.
-Satch, se è uno dei tuoi scherzi, non fa ridere.-
Nulla. Neppure un fiato.
Satch non era buono a reggere gli scherzi. Rideva subito.
Ma Ace non udì nessun malcelato risolino.
Si guardò intorno.
Si avvicinò, allora, e tastò il corpo del compagno.
Era freddo.
-Non scherzare, Satch… non… ti prego…-


Non avrebbe più scherzato, Satch.
   
 
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