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Autore: bluemary    20/02/2011    2 recensioni
La donna sollevò lo sguardo senza rispondere, rivelando gli occhi che fino a quel momento si erano rivolti altrove. Incapace di muoversi, la guardia la fissò sconvolto. L’iride nerissima era frammentata da piccoli lampi di grigio, come delle ferite che ne deturpavano l’armonia, donando al suo sguardo una sfumatura intensa quanto inquietante; ma era stato il centro stesso dell’occhio ad aver attratto da subito l’attenzione dell’uomo, che adesso la fissava quasi con terrore, le mani strette convulsamente alla lancia ed il respiro affannoso: al posto del nero della pupilla, si stagliava il bianco tipico degli Oscuri.
Cinque sovrani dai poteri straordinari, una ragazza alla ricerca della salvezza per una razza intera, un umano con la magia che sembra stare dalla parte sbagliata. Benvenuti su Sylune, una terra dove la speranza è bandita e dove gli ultimi uomini liberi lottano per non soccombere.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sylune' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Ringrazio tutti quelli che passano per di qua, e in particolare chi mi lascia un commento. Un grazie speciale a visbs88, a cui dedico questo capitolo, per aver segnalato questa storia per le scelte con una splendida recensione; grazie mille, cara!




-Capitolo 14: Tre stelle contro l’oscurità-

Le parole di Alista rimasero ad aleggiare per qualche secondo nella stanza prima che Rafi, distolta la sua attenzione dall'Etereo, rivolgesse il suo sguardo verso di lei. Il suo corpo si rilassò impercettibilmente, mentre la mano si allontanava dall'impugnatura della spada e, con le dita chiuse a pugno, tornava a poggiarsi sul suo fianco.
- Che proposta? - le domandò, con la voce pervasa dalla rabbia di essere stata fermata proprio quando aveva deciso di porre termine all'alleanza con Kilik nella maniera più drastica.
- Ti darò quello che mi hai chiesto e cercherò di aiutarvi a raggiungere il castello di Ghedan.
La smorfia scettica con cui l'Etereo aveva accolto queste parole non sfuggì all'anziana donna, che si rivolse a lui con un sorriso.
- Sai, un tempo ero una guaritrice piuttosto rinomata e ancora adesso, grazie al mio lavoro, ho un discreto numero di conoscenti e informatori tra i servitori di quell'Oscuro.
- E cosa pretenderai in cambio? - la interruppe Rafi, senza reprimere l'ostilità presente nelle sue parole.
Alista tornò a fissarla, sostenendone lo sguardo furioso.
- C’è una persona che ha un obiettivo simile al vostro. Voglio che la portiate con voi.
Nonostante tutti i suoi sforzi la voce le tremò leggermente non appena il volto di Sky comparve nei suoi pensieri. Durante quei pochi giorni in cui l'aveva curata aveva imparato ad amarla come una figlia, sapeva già che avrebbe sentito la mancanza di quei sorrisi sinceri che le scaldavano il cuore e della sua voce instancabile e allegra, con cui aveva nascosto abilmente la sofferenza alle ferite e la paura, tuttavia era consapevole di non poterla trattenere all’infinito nella sua casa; già quella mattina, dopo essersi tolta la fasciatura al braccio destro, Sky aveva affermato di essere guarita e di voler partire nella sua missione di salvataggio e solamente le sue preghiere l’avevano convinta a posticipare di un giorno i suoi propositi. Facendola viaggiare assieme a Rafi e all’Etereo sperava almeno di aumentare le sue possibilità di sopravvivere ad una guerra che pareva persa in partenza.
- Chi sarebbe? - chiese la voce brusca della giovane assassina.
- Una ragazza di cui mi sono occupata in questi giorni. Adesso è uscita per una commissione, ma tra breve dovrebbe tornare.
- E tu credi davvero che io accetterò di fare da balia ad una mocciosa?
- Non l'ho mai vista combattere, ma ti assicuro che si sa difendere bene. - rispose la donna, memore dei numerosi soldati che giacevano attorno a lei privi di vita quando l'aveva trovata ad Huan - Non credi di doverla almeno conoscere prima di esprimere giudizi affrettati?
- Se anche fosse come dici, per quale motivo dovrebbe venire con noi?
- Assieme avrete più possibilità che da soli. - replicò la guaritrice, mentre la guerriera taceva senza cercare in alcun modo di nascondere la propria espressione scontenta.
Kilik rimase in silenzio, immerso nei suoi pensieri.
Nonostante gli sembrasse fuori luogo chiedere ad una ragazza di aiutarli in quella missione quasi suicida, qualunque novità fosse causa d'irritazione per la sua compagna era la benvenuta. Si permise anche un sogghigno appena percettibile quando incrociò lo sguardo corrucciato di quegli occhi di giada, annotando mentalmente che la guaritrice, nonostante la sua inquietante conoscenza riguardo gli Eterei, con quella proposta si era meritata almeno in parte la sua stima.
Un rumoroso bussare interruppe le sue riflessioni.
Alista andò ad aprire la porta e tornò poco dopo accompagnata da una ragazza di bassa statura con i lunghi capelli castani trattenuti da un nastro nero e l'espressione allegra.
- Lei è Sky. - la presentò, mentre la nuova arrivata li guardava con un’aria incuriosita, sorridendo amichevolmente, quindi si voltò verso di lei, indicandole i due ospiti - Loro sono Rafi e Kilik. Vogliono sconfiggere gli Oscuri.
La giovane fece un passo avanti con un cenno di saluto; nonostante le parole di Alista e le due spade che portava alla cintura, sembrava poco più di una bambina, di certo non una guerriera da coinvolgere in missioni tanto pericolose o combattimenti all'ultimo sangue.
Kilik la vide fissarlo con attenzione, mentre con un sussulto quasi impercettibile scopriva il colore dei suoi occhi; stranamente la sua curiosità non gli diede alcun fastidio, il sorriso gentile con cui lei lo stava studiando era una dimostrazione di calore tale da sciogliere qualunque diffidenza si fosse ripromesso di ostentare nei riguardi di un'umana. Con la timidezza di chi non è abituato a certe manifestazioni di amicizia, le sorrise di rimando, abbandonandosi ad utopistici pensieri in cui questa ragazza allegra prendeva il posto di Rafi come sua compagna di viaggio.
Si voltò verso la giovane donna bionda per vedere come avrebbe accolto questa novità, e rimase impietrito.
Invece dell'espressione scontenta che si aspettava, la guerriera stava fissando la nuova arrivata in modo ben diverso: i suoi lineamenti dimostravano uno stupore tenuto a freno solo dal suo ferreo autocontrollo, perfino i suoi occhi gelidi erano stati attraversati da un lampo di sorpresa, mentre tutto il suo volto esprimeva un interesse che in un'altra persona sarebbe apparso normale e appena percettibile, ma in Rafi, solitamente atteggiata ad un’indifferenza quasi disumana, risaltava quanto il sangue nella neve.
- Immagino che tu sia una spadaccina. - disse con uno strano tono di voce, indicando le due armi che la giovane portava legate alla cintura.
Sky distolse l'attenzione dall'Etereo per guadarla negli occhi, senza smettere di sorridere.
- Hai indovinato.
- E vuoi uccidere gli Oscuri.
La ragazza annuì.
- E voi?
- A costo della vita. - rispose Rafi, con un sorriso ironico che Sky interpretò semplicemente come una forma di disprezzo per il pericolo o per i propri nemici.
Nonostante fino a quel momento Kilik fosse rimasto in disparte, la giovane spadaccina si rivolse anche a lui quando decise di mettere in chiaro la loro situazione.
- Allora, siamo alleati?
La guerriera bionda non rispose, incrociando le braccia al petto senza distogliere lo sguardo da lei. La studiò in silenzio per diversi secondi, forse per soppesare le sue capacità o trovare un'esitazione nel suo volto infantile, ma Sky continuava a guardarla negli occhi con un’espressione decisa.
- Rafi, so di non avere l’aspetto di una guerriera, ma ti assicuro che sono in grado di combattere. Io attaccherò gli Oscuri comunque, sta a te decidere se mi vuoi al tuo fianco.
L'assassina parve esitare, poi l’ombra di un sorriso comparve sulle sue labbra.
- Preparati, tra qualche minuto partiamo.

Qualche ora dopo i tre giovani erano in viaggio verso Darconn, la tetra capitale in cui il più spregevole degli Oscuri aveva stabilito la sua dimora.
Alista aveva insisto per offrire loro almeno il pranzo e alcune provviste per il viaggio, in modo da poter discutere in tutta calma del piano per arrivare al cospetto di Ghedan. Come promesso si era prodigata per ricordare ogni informazione in suo possesso riguardo il mago, inoltre aveva consigliato loro di chiedere aiuto ad un suo amico che lavorava a palazzo in qualità di servitore, così il trio, decisamente rinfrancato da questa notizia, era partito nel primo pomeriggio, con la speranza di giungere a destinazione entro il giorno successivo.
Rafi, come in precedenza, faceva strada avvolta nel suo solito silenzio, mentre gli altri due ragazzi rimanevano a parlare qualche metro più indietro.
Per Kilik la giovane spadaccina era stata una gradevole novità alla sola compagnia della taciturna guerriera bionda con cui si era ritrovato a viaggiare nell'ultimo periodo; nonostante la sua avversione per gli umani si fosse notevolmente accresciuta dopo il tradimento di quella vecchia, la spontaneità e l’allegria di Sky gli avevano impedito di rinchiudersi in se stesso come nei giorni precedenti. In quelle brevi ore trascorse assieme aveva scoperto quanto fosse piacevole conversare con lei, lasciandosi cullare dalla sua voce allegra che riusciva a metterlo di buon umore anche quando la mente sfuggiva al suo controllo e indugiava nei tristi pensieri seppelliti dentro il suo cuore. Perfino raccontarle di Kohori e dell'incontro con Rafi gli parve una cosa incredibilmente semplice e normale, prima di chiederle per quale ragione volesse intraprendere un viaggio tanto pericoloso.
- I soldati degli Oscuri hanno distrutto il mio villaggio, uccidendo tutti. - mormorò Sky, con un'ombra nella voce - E' lì che Alista mi ha trovato.
Sollevò la testa per guardare la giovane donna davanti a lei, con un nuovo sorriso che le accarezzava le labbra, scacciando quel breve momento di tristezza.
- Tu, Rafi, come l'hai conosciuta?
Ancora una volta Kilik si stupì della familiarità con cui Sky si rivolgeva alla guerriera bionda, come se non si accorgesse del muro fatto di silenzio ed occhiate minacciose con cui l'assassina proteggeva la sua solitudine, o semplicemente non le importasse.
Rafi si volse, e l'Etereo attese la solita frase sferzante che riservava alle domande sul suo passato.
- Anni fa ha curato anche me. - rispose invece.
Accelerò il passo, come se volesse distanziare i due ragazzi dietro di lei ed i loro discorsi che intaccavano il suo isolamento, tuttavia, pochi metri più avanti, si fermò ad attenderli al centro esatto di una radura, guardandosi attorno con aria d'approvazione
- Questo è il luogo adatto. - commentò, non appena i suoi compagni la raggiunsero.
Sguainò la spada all'improvviso, con un gesto tanto rapido e minaccioso che Kilik non fece nemmeno in tempo ad afferrare i pugnali nascosti sotto il mantello e si chiese se la magia sarebbe stata abbastanza veloce da proteggerlo, prima di realizzare a chi l'assassina stesse realmente mirando.
- Mostrami quello che sai fare. - ordinò a Sky, mentre la sua lama le sfiorava la guancia.
La ragazza non si mosse, stupita.
- Che intendi dire?
- Dobbiamo scontrarci contro i più forti esseri di Sylune, non ho intenzione di lottare a fianco di chi non si sa difendere.
- Non ti fidi delle mie parole?
- La fiducia è per gli sciocchi. Battiti con me!
Sky scrollò le spalle.
- Come preferisci. In fondo è da un po' che non combatto.
Lentamente sguainò la spada con la mano destra, passandola poi nella sinistra con una smorfia, mentre Kilik la guardava preoccupato, pronto ad intervenire qualora quello scontro di prova si fosse trasformato in qualcosa di più pericoloso. Fin dall'inizio aveva provato una forte perplessità a viaggiare con quella ragazza dall'aspetto fragile che era più bassa di Rafi di quasi tutta la testa e, accanto a lei, pareva ancora più bambina di quanto fosse in realtà, e solo il pensiero di vederla combattere contro quella spietata assassina gli stringeva il cuore in una morsa angosciante.
Le due giovani donne si posizionarono una di fronte all'altra, la spada in pugno e l'espressione concentrata di chi si sta preparando al duello e attende quell'invisibile segnale che ne decreterà l'inizio.
Fu Rafi ad attaccare per prima, una stoccata debole ma precisa per sondare le capacità della sua avversaria, che venne parata senza alcun problema, quindi toccò a Sky farsi avanti, dimostrando una maestria ed una sicurezza proprie solamente dei veri spadaccini.
Scambiarono qualche altro colpo di prova, incrociando le spade quasi con pigrizia, poi Kilik vide un pericoloso sorriso prendere forma sulle labbra dell'assassina, e un brivido gelido gli corse lungo la schiena.
Rafi attaccò all'improvviso, mirando al cuore della spadaccina con un affondo di tale potenza che avrebbe trapassato un'armatura ed in nessun modo quell'esile ragazza sarebbe riuscita a parare. Inorridito, l'Etereo fece un passo avanti, attendendo che cadesse a terra in una pozza di sangue, ma Sky era illesa, e stava già contrattaccando. Consapevole di non poter rivaleggiare in forza con la sua avversaria, si era limitata a deviare il colpo che l'avrebbe trafitta al petto, spostandosi di un passo a lato, e poi aveva approfittato della sua guardia scoperta per costringerla in difesa.
Kilik respirò a fondo, mentre il cuore che gli batteva come impazzito nel petto cominciava gradualmente a rallentare, incredulo di vedere l'assassina in leggera difficoltà. Sotto i suoi occhi le due ragazze si separarono, pronte a scontrarsi ancora, stuzzicandosi, scambiando stoccate con crescente accanimento, per poi tornare a qualche metro di distanza prima del nuovo attacco.
Non comprese l'esatto momento in cui avevano smesso di studiarsi e si erano decise a fare sul serio, ma all'improvviso i colpi che la guerriera bionda sferrava nel tentativo di rompere la guardia della sua compagna si erano trasformati in affondi violenti e più consoni ad un combattimento contro un nemico rispetto ad un semplice duello di prova. Lampi di acciaio e cozzare di spade si susseguirono sempre più rapidi mentre Rafi cercava di trovare un varco nella perfetta difesa della sua avversaria, mirando alla testa o al cuore, ma ogni suo attacco, per quanto furioso, si infrangeva contro la lama che Sky continuava ad opporle.
Al contrario delle sue aspettative, quello a cui stava assistendo non era una lotta impari, ma un duello tra due grandi combattenti, era l'esperienza contro il talento, la forza contro la destrezza.
Rafi manovrava la sua grande arma, pesante anche per un uomo, come se si trattasse di un lungo pugnale, utilizzando nei suoi attacchi indirizzati verso punti vitali tutta la sua esperienza di assassina, ma Sky era l'agilità impersonificata, era il lampo, il guizzo imprevedibile di una lama sottile e letale, come se il suo stesso braccio fosse tagliente e la spada ne rappresentasse unicamente il naturale prolungamento.
Nonostante tutti i suoi sforzi, l'Etereo non riuscì a comprendere se una delle due ragazze fosse superiore all'altra e se entrambe stessero combattendo al meglio delle loro possibilità, quasi affascinato continuava a guardare quel fluido susseguirsi di affondi, stoccate e parate, quasi simile ad una danza di morte che solo un esperto schermidore avrebbe potuto seguire appieno.
Dopo qualche minuto, la guerriera bionda abbassò la spada, subito imitata dalla ragazza più giovane, che si appoggiò all'elsa per riprendere fiato.
Kilik sorrise, sollevato che quello scontro violento si fosse risolto senza alcuno spargimento di sangue e piacevolmente sorpreso di aver scoperto una valida alleata: nonostante i suoi timori, Sky aveva dimostrato un'abilità degna di lode, che smentiva in pieno l'apparente debolezza del suo fisico minuto.
La guerriera bionda, tuttavia, si era resa conto di un dettaglio che all'Etereo era sfuggito.
- Tu non sei mancina. Perché non hai utilizzato la mano destra o entrambe le spade? - chiese sferzante alla sua avversaria.
Sky la fissò a bocca aperta.
- Come hai fatto a capirlo?
Rafi rinfoderò l'arma e si appoggiò al tronco dell'albero più vicino.
- Il modo in cui ti muovi, la tua guardia, qualche esitazione nel colpire. Non sono cose molto evidenti, ma dimostrano che sei abituata a combattere con due spade e che per gli affondi e gli attacchi particolarmente pericolosi ed efficaci ti affidi alla mano destra, più potente ed allenata, mentre la sinistra la utilizzi principalmente per parare e difenderti. - fece una pausa, ricordando distintamente quando avrebbe potuto sorprendere la sua avversaria con una stoccata al cuore, forse l'unico momento in tutto lo scontro in cui la possibilità di batterla era stata tanto nitida - Capire i punti deboli dell'avversario prima di mostrare i propri è il vantaggio che garantisce una vittoria anche in una situazione d'inferiorità.
Tacque all'improvviso, come consapevole di aver parlato troppo, ed una volta di più Kilik ebbe l'impressione che la vera Rafi fosse riuscita a far capolino attraverso quella facciata d'indifferenza da lei stessa costruita e sorprenderlo con una nuova sfaccettatura della sua imperscrutabile personalità. Quella ragazza appoggiata al tronco dell'albero non era l'assassina fredda e letale da cui era stato salvato, e nemmeno quell'entità crudele dal sorriso pervaso di follia omicida che talvolta compariva a turbarlo, ma una guerriera esperta quanto un veterano e tuttavia dall'espressione quasi umana.
Le si avvicinò, desideroso di cancellare quest'immagine; non ne comprendeva il motivo, ma sapeva con assoluta certezza che, se essa si fosse impressa nei suoi pensieri, odiare quella giovane dagli occhi di ghiaccio non gli sarebbe più stato tanto facile.
- E questa perla di saggezza da dove l'hai presa? - chiese ironicamente.
Rafi parve non accorgersi nemmeno del tono sarcastico con cui l'Etereo aveva parlato, continuava a fissare l'orizzonte alle sue spalle, persa in un ricordo lontano.
- E' stata la lezione di un grande maestro. - mormorò, apparentemente rivolta a se stessa.
Si riscosse quasi subito, ed immediatamente la solita maschera impassibile tornò a coprirle il volto, mentre i suoi occhi gelidi si posavano sulla ragazza di fronte a lei.
- Perchè non hai utilizzato entrambe le spade?
Con riluttanza, Sky scoprì il braccio destro fino alla spalla, mostrando la profonda cicatrice che lo attraversava, simile ad uno sbilenco ghigno del fato.
- Non posso più, ormai. - mormorò con un filo di voce, prima che il sorriso tornasse a nascondere quell'ombra di malinconia - Ma come vedi riesco a cavarmela anche solo con la sinistra.
- Già. - le concesse Rafi, prima di cambiare repentinamente argomento - E' stato tuo padre ad insegnarti a combattere?
Sky scosse la testa.
- Non lo vedo da quando ero piccola. Ormai sono più di dieci anni che non ho sue notizie.
- E tu quanti ne hai?
-Diciotto.-
La spadaccina attese invano una replica della compagna, apparentemente persa nei suoi pensieri e senza alcun desiderio di continuare la conversazione.
- Allora, ho superato l'esame? - domandò dopo qualche secondo di silenzio, con una gentile ironia ben diversa dal tagliente sarcasmo che Rafi instillava in ogni sua risposta.
- Ti manca l'esperienza, ma di certo sei più utile di quell'Etereo.
Sempre più sorpreso di quell'insolita loquacità da parte della taciturna assassina, Kilik non riuscì a trovare una replica adeguata a quell'insulto nei suoi confronti nemmeno troppo velato, così le diede le spalle e si rimise in marcia.
- Significa che adesso sono ufficialmente vostra alleata? - chiese ancora Sky.
La ragazza più vecchia sorrise senza alcun calore.
- Sarei una stupida a rifiutare il tuo aiuto. Ho conosciuto solo un'altra persona con il tuo talento.
- E chi sarebbe?
- Un grande guerriero. - replicò, senza aggiungere altro.
Le diede le spalle, pronta a riprendere la marcia, ma la voce della spadaccina la costrinse a fermarsi.
- Rafi. - la chiamò in tono esitante - Come sarebbe finito lo scontro se fossimo state nemiche?
- Questo particolare non ha nessuna rilevanza.
- Invece per me è importante. Io ho dato il massimo in questo combattimento, ma tu?
- Volevo testare le tue capacità e l'ho fatto, tutto il resto non ti deve interessare.
Sky strinse i pugni.
Da quando si era resa conto che avrebbe potuto fare affidamento solo sul braccio sinistro, un forte senso di sfiducia aveva cominciato a pervaderle i pensieri, minando suo malgrado tutte le sue sicurezze, e lo scontro con un'avversaria del calibro di Rafi non aveva fatto altro che acuire i suoi dubbi ed il timore di non essere all'altezza negli scontri futuri.
Le afferrò il braccio, il volto infantile contratto in un'espressione stranamente seria.
- Ho bisogno di saperlo. - mormorò, mentre le sue iridi castane riflettevano le sue paure senza riuscire ad occultarle.
Rafi si scostò bruscamente da lei, guardandola con gli occhi socchiusi in due fessure gelide.
- Te lo dirò una volta sola, a patto che dopo non mi disturbi più.
Attese di vederla annuire, quindi nascose ogni emozione dietro la sua maschera impassibile.
- In uno scontro serio ti avrei già uccisa, ma in leale duello probabilmente mi sconfiggeresti. Io confido sull'esperienza, tu sul talento, ed a lungo andare sarà quest'ultimo a prevalere. Anche se ti ho visto combattere utilizzando solo la mano sinistra, ne sono certa: con la spada mi sei superiore. - disse, dandole poi le spalle. Con le orecchie tese a captare i suoi passi sempre più lontani, portò la mano al petto, le dita richiuse a pugno e le nocche che, attraverso la camicia, sfioravano la cicatrice in corrispondenza del cuore mentre poche, impercettibili parole si perdevano nel vento.
- Proprio come tuo padre.

La città di Hoken si stagliava nel silenzio e nella desolazione, a fianco di una fitta foresta.
Ormai da anni ridotta ad un cumulo di polverose macerie, quel luogo che un tempo era stato il quartier generale dei Protettori e la culla dell'ultima speranza di Sylune rispecchiava adesso solamente il massacro avvenuto sotto gli ordini di Devil ed i segni brucianti della sua letale magia.
In quella tragica battaglia non erano stati risparmiati né bambini, né donne, né vecchi ed ora la brezza leggera vagava tra le pietre annerite ed i fantasmi di un lontano passato senza incontrare alcun vivente nel suo cammino.
Fu in questa quiete quasi innaturale che l'uomo fece la sua comparsa.
Di statura leggermente superiore alla norma, con i capelli scuri tagliati corti ed un accenno di barba che gli conferiva un'espressione di estrema autorevolezza, si avvicinò in silenzio ai resti della città, lasciandosi avvolgere dagli echi di un glorioso passato sepolto sotto il sangue e la violenza. Aveva un bel volto, dai lineamenti marcati ma regolari, il cui particolare più evidente era rappresentato dagli occhi castani, di una limpidezza insolita per un guerriero. Il corto gilè di cuoio, lasciato aperto sul petto, non nascondeva in minima parte i muscoli temprati di un combattente nel pieno delle forze e ad ogni alito di vento lasciava intravedere un piccolo tatuaggio situato pochi centimetri sotto la spalla sinistra.
Quasi subito un'altra figura si staccò dal riparo degli alberi e lo raggiunse.
Al contrario dell'imponente guerriero, questo nuovo arrivato presentava un volto quasi efebico, senza la minima traccia di barba, contornato da lunghi capelli di colore biondo cenere che gli scendevano liberi fino alle spalle. Da lontano avrebbe potuto essere scambiato per una fanciulla tanto i suoi lineamenti erano dolci ed il suo incedere elegante, come se il suo corpo esile che sfiorava appena il terreno con passo aggraziato non avesse alcun peso.
Fu quest'ultimo a rompere il silenzio, con una voce armoniosa e velata di malinconia.
- Era proprio una bella città...
Negli occhi dell'altro uomo passò un lampo di collera.
- Gli Oscuri pagheranno anche questo!
- Hai intenzioni di sfidarli?
- Le nostre file continuano ad ingrossarsi, ma siamo ancora troppo pochi. Tuttavia, il momento della resa dei conti si sta avvicinando.
Si voltò a guardare l'amico con lo sguardo bruciante di determinazione.
- Sarai al mio fianco, Arhel?
- Come sempre, Ryon.
L'imponente guerriero sorrise.
Era ormai da più di due anni che assieme combattevano gli Oscuri ed i loro soldati, e non avrebbe potuto desiderare alleato migliore per quelle battaglie che si erano sempre concluse con un'insperata vittoria. A dispetto dell'apparenza fragile e dei lineamenti gentili, infatti, Arhel era un abile arciere dalla mira quasi infallibile, capace di centrare un uomo in movimento a parecchi metri di distanza; per Ryon, guerriero portato per lo scontro in mischia, aveva sempre rappresentato una preziosa copertura durante gli scontri in cui si erano misurati con i soldati dell'impero, oltre ad un valido alleato a cui appoggiare la schiena una volta che il nemico era giunto troppo vicino e l'arco diveniva inefficace.
Rimase in silenzio, grato della sua compagnia in quel luogo carico di desolazione e di morte.
I suoi occhi castani vagarono tra i detriti della città in cui l'ultima grande speranza di Sylune era stata soffocata nel sangue, insinuandosi tra le macerie ed i muri anneriti, come se cercassero un segno per il suo futuro o se quelle case crollate avessero conservato gli ideali e la forza di chi le abitava e lui ne potesse ricevere l'eredità.
Arhel gli sfiorò la spalla in un gesto di comprensione e contemporaneamente di scusa per aver interrotto quel momento di silenzio.
- Sei certo di voler proseguire nel tuo cammino?
Ryon contrasse istintivamente le mascelle, prima di distendere i lineamenti in un'espressione indecifrabile.
- Sai quali sono i due obiettivi della mia vita.
Si volse a fissare il cielo, il bel viso illuminato dal sole rifletteva una ferrea determinazione senza alcuna incertezza.
- Distruggere gli Oscuri, assieme a Devil e chiunque altro sia tanto stupido da seguirli di sua volontà.
Ahrel seguì il suo sguardo verso l'orizzonte, completando la frase per lui.
- Ed uccidere Beck.
   
 
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