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Autore: Azrael Nightroad    21/02/2011    2 recensioni
Per gli studenti della Shibusen tutto iniziò con una missione apparente normale normale. Non potevano immaginare che gli eventi di quella notte erano solo il preambolo di una battaglia che avrebbe chiamato in causa forze molto più grandi di loro...
Genere: Azione, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Perdonate il tempo spropositamente lungo che ho impiegato per buttare giù questo capitolo. Le idee sono tante e scegliere quella giusta è difficile...
Questo capitolo non mi convinceva e non mi convince tutt'ora, ma se non mi muovevo a finirlo non avrei pubblicato più niente, spero di far meglio la prossima volta.
Infine grazie a tutti quelli che seguono questa storia e in special modo a chi ha recensito.


 

Capitolo 3
Thunderstorm

 

 

 
 
Due settimane dopo lo scontro d’allenamento.
Laboratorio del Dottor Stein.


Il professore sedeva al contrario sulla sua solita sedia. –Allora? Come si comporta il nostro nuovo acquisto?-
chiese ai sette ragazzi di fronte a lui.
A prendere la parola fu Kid –Fin’ora ha partecipato a cinque missioni: una con me Liz e Patty, una con Black Star e Tsubaki, una col gruppo di Ox e due in solitario. Tutte compiute al 100%.
In battaglia è un alleato formidabile ma ha un carattere a volte troppo arrogante e sicuro di se,  tratta le uova di Kishin con estrema leggerezza, come se non gli interessassero davvero. Inoltre nonostante si comporti sempre gentilmente con i compagni di missione, mantiene sempre un certo distacco. Si nota che è abituato ad agire da solo.-
Aspettò qualche secondo ma l’unica reazione di Stein fu quella di girare un paio di volte la sua grande vite e vedendo che gli altri non aprivano bocca continuò il rapporto. –Si è stabilito in una villa a poco meno di un chilometro da casa di Maka e Soul e chiedendo un po’ in giro abbiamo scoperto che è affittata dall’accademia Cerberus. Non ha legato particolarmente con nessuno studente nonostante sia molto apprezzato come guerriero e parecchio popolare tra le ragazze. Si sposta prevalentemente in moto. Niente che possa far concretamente sospettare di lui.-
-Gli piace leggere!- Maka capì di averlo detto e non solo pensato troppo tardi.
-Beh… spesso l’ho visto starsene in disparte con qualche libro in mano…-
Arrossì leggermente per aver espresso quel dettaglio inutile, beccandosi un occhiataccia da parte di Soul.
Il professore sorrise leggermente vedendo quella scenetta, poi tornò serio –Una cosa interessante è che il sommo Shinigami gli ha concesso carta bianca per qualsiasi missione, quindi quelle a cui ha partecipato fin’ora sono state scelte per qualche motivo da Shadow stesso… Avete notato qualcosa di particolare durante lo svolgimento?-
-Si, io qualcosa l’ho notato!- esclamò Black Star.
Tutti si girarono verso di lui, che quello stupido avesse notato qualcosa che a loro era sfuggito era inconcepibile…
-Per un grande come me è stata fin troppo facile, dovrebbero riservarmi le missioni più pericolose!-
Nella camera calò un silenzio di tomba mentre Tsubaki arrossiva per l’imbarazzo.
-Che avete da guardare? Non siete d’acc…-
Stein lo zittì con un pugno in testa.
Kid represse una risata, poi disse –in effetti qualcosa c’è, anche se non so se possa essere definita sospetta.-
L’attenzione si concentrò su di lui.
-In tutte queste missioni il nemico  era definito come“Sconosciuto”, cioè si era determinato che ci fosse qualcosa che creava problemi ma non si sapeva di cosa effettivamente si trattasse. Potrebbe essere solo una coincidenza dato che missioni di questo genere sono molto frequenti, ma da quello che ho visto e che mi hanno raccontato il suo comportamento cambiava radicalmente quando il nemico veniva scoperto. Durante la ricerca era molto interessato, cercava con la percezione dell’anima con molta meticolosità, poi arrivati a contatto con l’uovo di Kishin, appariva come deluso e scocciato, come se non avesse trovato quello che cercava.-
-In effetti è vero- disse Tsubaki –Durante la nostra missione, quando abbiamo dovuto affrontare l’avversario, ha chiesto a noi due se potevamo cavarcela da soli mentre lui controllava una cosa. Black Star come al solito lo ha sfidato chiedendogli se avesse paura, e lui per risposta ha decapitato quell’essere malvagio con un solo colpo. Poi è sparito per una decina di minuti e, al suo ritorno, non ha voluto spiegare dove fosse stato, ha solo detto “Non preoccupatevi è tutto a posto”.-
-Bene!- Esclamò il professore. –Possiamo ipotizzare con una certa sicurezza che Shadow è qui per cercare qualcosa che riguarda le uova di Kishin o il Kishin stesso, per conto della Cerberus.-
-Quindi come ci muoviamo?- Chiese Soul.
-Per ora non cambieremo nulla, semplicemente continuate a tenerlo d’occhio. Dovrebbe essere semplice visto che  accompagnerà te e Maka nella vostra missione dopodomani.-
La ragazza abbassò gli occhi. Aveva già visto l’annuncio sulla bacheca.
Dopo qualche altro minuto il dottor Stein li congedò.
 
Passarono il resto del pomeriggio giocando  a basket, mentre la shokunin leggeva un libro su una panchina.
A sera, mentre percorrevano la strada di casa chiese a Soul –Di un po’… non ti sembrba che Shadow assomigli un po’ a Chrona?-
La buki pensò che la sua maister si fosse bevuta il cervello –A me pare l’esatto opposto.-
 –Stupido non parlo del suo carattere! Parlo della sua anima… sotto quello strato di oppressiva potenza mi è parso di percepire un grande dolore misto a rabbia verso qualcuno o qualcosa…- disse accigliandosi.
L’altro sbuffò scocciato –Che cazzo ne so. A me non sembra, ma sei tu quella con la percezione dell’anima ipersviluppata. E poi anche se fosse, con Chrona non è finita bene, a quest’ora sarà di nuovo con Medusa.-
Si pentì di quelle parole nel momento stesso in cui le pronunciava.
-Questo non c’entra niente. E tu sei un maledetto bastardo!- Accelerò il passo e non rivolse la parola alla sua arma per il resto del tragitto.
Arrivati a casa stava per chiudersi in camera sua quando Soul la fermò dicendo –Senti… mi dispiace per prima, sono stato un vero stupido, ma non so perchè questa storia mi infastidisce terribilmente…-
-Lo trovi così antipatico?-
Il ragazzo cominciò a grattarsi la testa –Non è questo… sarebbe tutto più semplice se fosse così… ma io credo che in fondo sia un tipo a posto…-
Lei si voltò verso la camera –Già… comunque non preoccuparti. In fondo avevi ragione, non sono riuscita a fare niente per Chrona.-
-Aspetta non era questo che intendevo dire…-
Ma lei si era già chiusa dentro.
Rimase qualche secondo a fissare la porta poi sbottò –Cazzo!- andando a dormire.
Maka rimase sveglia nel letto per un bel po’, forse avrebbe dovuto dire al professore di quelle sue sensazioni.
Aveva taciuto anche un altro dettaglio…

Tre giorni prima mentre tornava dal supermercato lo aveva visto su una panchina con un libro in mano, ma i suoi occhi  guardavano altrove come se stesse pensando a qualcosa di molto triste.
Contro tutto quello che la ragione le urlava in testa si era avvicinata. –Ciao…-
Lui si riscosse dai suoi pensieri –Ciao.-
-Sono nella tua stessa classe…-
-Certo. Maka Albarn, maister della falce Soul Eater Evans.-
-Ah, mi hai riconosciuta… posso sedermi?- Si chiedeva che diavolo stesse facendo.
-Se ti va fa pure.- disse l’altro riaprendo il libro.
-Cosa leggi?-
-Cerulean Sins di Laurell K. Hamilton.-
-Ah… “La Sterminatrice”*. L’ho letto anch’io, è una bella serie!-
-Si, è una delle mie preferite-
Chiacchierarono così per un po’, finchè lui non si alzò dicendo –Beh, perdonami ma ora devo andare, è stato un piacere Maka Albarn.-
Saltò in piedi anche lei – Ah… Si anche per me… ciao allora….- Poi quasi involontariamente aggiunse –E chiamami Maka.-
-Ok, allora ci vediamo in classe… Maka.-


No, sarebbe stato inutile e imbarazzante raccontare questo aneddoto durante il rapporto,  e poi non sarebbe stato semplice spiegare il perché gli si fosse avvicinata.  Lo aveva visto spesso leggere in disparte e non poteva fare a meno di immaginarlo combattere nella stessa condizione… “solo”.
Lei aveva sempre Soul ed suoi amici al suo fianco. Non poter contare su nessuno doveva essere tristissimo.
Inoltre c’erano i suoi occhi, tanto verdi quanto quelli di Soul rossi e ugualmente profondi. Entrambi conducevano ad un abisso di oscurità sconfinata…
-Ma perché diavolo li sto paragonando?- Si chiese.
Comunque ormai aveva preso una decisione, e l’avrebbe messa in atto con o senza l’aiuto dei suoi amici.


Il giorno seguente, dopo le lezioni il gruppetto di amici si stava salutando.
-Voi cosa farete nel pomeriggio?- Chiese Liz
-Noi siamo liberi...- le fece eco Kid –Perciò se vi va di andare da qualce parte…-
Patty intanto urlava –Le giraffe! Voglio andare a vedere le giraffe! Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti prego!-
-Non lo so…- rispose Black Star. –Io avevo intenzione di allenarmi un po’.-
Soul gli diede un amichevole pugno sulla spalla –Ti alleni troppo tu!-
-Perché? Esiste qualcosa di meglio? E poi dove vorreste andare sentiamo?-
A quel punto Maka si fece avanti –Io avrei un’idea…-
L’attenzione di tutti si focalizzò su di lei.
-Andiamo a trovare Shadow a casa sua.-
Calò un silenzio pesante, durante il quale tutti passavano lo sguardo dalla maister alla sua buki.
Fu Black Star ad interrompere quel circolo –Sei, impazzita?- disse con cautela.
-Perché? Visto che verrà con noi in missione è così strano che voglia sapere qualcosa di più su di lui?-
-No,ma… non mi sembra il caso…- Mormorò Liz.
Tsubaki guardò il volto serio della sua amica. –Secondo me dovremmo andarci, invece!-
Maka si voltò a guardarla con speranza.
-E poi…- continuò la spada demoniaca –Non sarebbe utile per le nostre indagini vedere il posto in cui vive?-
Kid prese ad accarezzarsi il mento –Anche questo è vero… Ok io ci sto!-
Liz annuì piano mentre Patty saltava – Chissà se ci saranno delle giraffe?!?-
-Io non verrò di certo!- Sbottò Black star.
La sua arma, sapendo come prenderlo, lo guardò con espressione saputa –Non avrai mica paura di entrare in casa di un tuo rivale?-
Gli occhi dello shokunin si fecero di fuoco –Il magnifico me non ha paura di niente! Certo che verrò!-
Infine si voltarono tutti verso Soul, il quale scuro in volto guardò Maka e disse –Ok… allora andiamo.-


Nel pomeriggio si incontrarono sotto casa della maister e della falce e si incamminarono verso la direzione dove sapevano si trovasse la casa di Shadow.
La villa in stile gotico si trovava in disparte dalle altre abitazioni nelle vicinanze ed era circondata da un giardino a sua volta recintato da una lunga serie di sbarre di ferro intarsiate con un grande cancello davanti.
Guardandola mentre si avvicinavano Liz mormorò –è proprio grande… io avrei una cazzo di paura a viverci da sola!-
Il resto del tragitto lo percorsero in silenzio, mentre il suono di musica rock si faceva sempre più forte nell’aria.
Arrivati davanti al cancello esitarono, ora si riuscivano a capire le parole della musica che proveniva dal retro della grande villa.


…Cause now I see that I
took what I hated and made it a part of me
(never goes away)
(never goes away)
and now
you’ve become a part of me
you’ll always be right here
you’ve become a part of me
you’ll always be my fear
I can’t separate
myself from what I’ve done
giving up a part of me
I’ve let myself become you…



Fu Maka a prendere coraggio e bussare al citofono.
La musica cessò di botto e il led posto sotto la telecamera dell’apparecchio si accese.
Dopo qualche secondo il cancello iniziò ad aprirsi.
Stavano percorrendo il breve viale che conduceva alla porta principale quando Shadow uscì e andò loro incontro.
Indossava una maglietta a mezze maniche, dei polsini, un pantalone di tuta e scarpe da ginnastica, tutto naturalmente in nero ed era abbastanza sudato.
-Beh… per quanto gradita, devo dire che questa è una versa sorpresa, posso esservi utile in qualche modo?- disse osservando il gruppetto.
La shokunin bionda fece un passo avanti –C…ciao… in realtà siamo semplicemente venuti a trovarti… cioè ti abbiamo visto quasi sempre da solo quindi pensavamo che ti avrebbe fatto piacere un po’ di compagnia…-
Il ragazzo passò in rassegna i volti di fronte a lui: passavano dall’imbarazzo (Tsubaki), al disagio (Liz), allo scocciato (Black Star) e così via. -Si… certo…- disse lentamente. Poi riprendendosi –Ok! Allora prego, entrate in casa. Se mi aveste avvertito della visita mi sarei fatto trovare in condizioni migliori. Ero nel giardino sul retro per allenarmi un po’.
L’interno era in stile gotico come l’esterno ma il nuovo inquilino aveva sostituito i vecchi mobili di legno intarsiato che sicuramente c’erano prima, con altri dallo stile moderno in un trionfo di acciaio plastica e vetro.
Li fece accomodare nel salone appena dopo la porta principale, su un grande divano situato di fronte ad un tavolino di cristallo, poi uscì e dopo un paio di minuti tornò rinfrescato, con un asciugamano intorno al collo, e un carrellino pieno di bibite e cose da mangiare. –Se volete qualcosa servitevi pure.-
Mentre gli altri prendevano a turno qualcosa Black Star cominciò a strafogarsi –Sai? Adesso mi sei già più simpatico!- Disse con la bocca piena di cibo.
L’altro rise sedendosi su un divano identico all’altro posto all’altro capo del tavolo –Mi fa piacere.-
Quando tutti presero posto Kid si guardò intorno –Complimenti una gran bella casa. Molto simmetrica!-
-Mi lusinga detto dal figlio del sommo Shinigami, ma non ti nascondo che è un po’ esagerata per me. Infatti ho sistemato solo le stanze che mi servivano, il resto sono ancora sottosopra.-
-è quella roba che ascoltavi prima? Era forte! Ottima per dare la carica!-  Chiese il maister con i capelli azzurri.
-Si sentiva eh? Di solito mi alleno nella palestra al piano di sotto ma oggi era una bella giornata e mi sono trasferito sul retro…-
L’altro spalancò gli occhi –c’è una palestra al piano di sotto?-
-Si…-
-Attrezzata?-
-Si c’è tutto l’occorrente…-
-Potrei darle un’occhiata?-
-Certamente, li in fondo ci sono le scale, la prima porta sulla destra, se vuoi ascoltare qualcosa lo stereo è affianco ai bilancier…-
-SENTO CHE POTRESTI DIVENTARE IL MIO MIGLIORE AMICO!- disse abbracciandolo e poi correndo di sotto.
Shadow si voltò con aria interdetta verso gli altri –Fa sempre così?-
Lo risposero in coro e con aria rassegnata –Sempre.-
Eliminata la fonte di disturbo chiacchierarono tranquillamente del più e del meno fin quando Soul non commentò –Tutto questo deve costare molto, devi essere ricco.-
-No, in realtà questa casa è stata affittata dalla mia accademia, dato che alla Cerberus i fondi non mancano e ha molti meno studenti della Shibusen ci viziano un po’… Anche se come sapete la squadra alla quale appartengo è un po’… “particolare”-
Kid si accigliò –Cosa intendi con “come sapete”?-
-Qualche giorno fa mi hanno riferito che qualcuno si è infiltrato nei nostri database e ha rovistato tra i file degli studenti. Non sono in molti capaci di riuscirci e il mio arrivo qui avrà sicuramente acceso molte domande. Voi siete l’elite della Shibusen quindi ne sapete certamente qualcosa.-
Gli altri sgranarono gli occhi, ma Kid restò calmo. –Diciamo che il nostro professore si è divertito a scoprire il vero motivo della tua visita.-
Shadow sorrise –Ma non ha scoperto niente.-
-Come fai a dirlo?-
-Perché i documenti relativi alla mia squadra non finiscono nei normali database. Vengono salvati su delle macchine che poi vengono scollegate dalla rete, quindi dalla distanza è impossibile leggerli.-
-Perché non ce ne parli tu?-
-Non posso. E prima che tu me lo chieda, il motivo è che non sono sicuro che quello che cerco sia qui. Tuttavia vi posso assicurare che non sono vostro nemico, e che la missione che mi è stata affidata non recherà alcun danno alla vostra accademia. Quindi vi prego di fidarvi di me.-
Il figlio di Shinigami ci pensò un po’ su, poi tendendo la mano disse –per adesso ci basta.-
Shadow gliela strinse –Ne sono contento.-
Dopo di quello la tensione si smorzò considerevolmente.
Parlarono amichevolmente per un altro po’, poi scesero tutti nella palestra dove trovarono Black Star intento a massacrarsi con gli attrezzi –Soul questo lo devi provare per forza!-
Pochi minuti più tardi furono tutti così indaffarati da non accorgersi dell’uscita del padrone di casa dalla stanza.
Solo Maka lo vide sparire dietro una porta e lasciarla socchiusa e un paio di minuti dopo, vedendo che non tornava, lo seguì.

Lo trovò seduto a terra al centro di una stanza costruita in modo da creare una mezza sfera, interamente lastricata di marmo bianco e nero e con venature simmetriche che si diramavano per tutte le superfici e che brillavano di una leggera tonalità di blu.
Stava li col palmo destro rivolto in alto sul quale fluttuavano tre cristalli fatti dello stesso materiale della sua spada, e li osservava con aria malinconica.
Parlò senza voltarsi a guardarla –Scusa se mi sono allontanato. Non sono abituato ad avere ospiti che non siano i miei compagni d’accademia.-
-Non preoccuparti, si stanno divertendo tutti. Sono contenta di averli convinti a venire.-
Il ragazzo si accigliò –Quindi sei stata tu…-
-Ah… eehmm… si. Spero non ti dispiaccia…- Rispose incasinando le parole.
-No, mi fa piacere avere per casa qualcuno che non sia stato assunto dalla Cerberus per i servizi domestici.-
Dopo qualche secondo di silenzio Maka fece qualche passo avanti. –Che strana stanza…-
-Serve per concentrarsi e allenarsi col Soul Control, le venature che vedi sono fatte di Soul Crystal e al loro interno scorre il Soul Element. Credo tu sappia di cosa sto parlando.- Metre parlava faceva cambiare forma varie volte ai frammenti che aveva in mano, poi li univa e li separava di nuovo.
-Si, il professor Stein ci ha spiegato come funzionano i vostri poteri, anche se nel tuo caso le spiegazioni non coincidono con quanto ho visto.-
Shadow si voltò di scatto a guardarla. –Non mi farai dire cose che non ho detto ai tuoi amici.-
-No, non volevo dire questo… scusa…-
Dopo averla osservata in silenzio per qualche secondo, fece sparire i cristalli e si sedette nella posizione del loto. –Vieni, siediti, voglio farti vedere una cosa.-
La maister esitò, guardò verso la porta, ma poi gli andò a sedersi di fronte nella stessa posizione.
Lui chiuse gli occhi ed espirò lentamente.
Il leggero bagliore delle venature si spense.
Imbarazzata da quell’intima oscurità Maka stava per alzarsi, ma una luce molto più intensa di prima si sprigionò da quei solchi e come tanti treni seguì i suoi binari e ricoprì tutta la camera.
Attorno a loro iniziarono a comparire tanti punti di energia blu, che si condensavano a formare i cristalli neri che ormai lei conosceva e dai canali energetici iniziarono a partire scariche simili a fulmini che si diramavano di frammento in frammento, passando vicino a loro, ma senza mai colpirli.
Quando questi iniziarono a ruotare sempre più velocemente fu come trovarsi nell’occhio di una tempesta elettrica.
Le scariche si rincorrevano, si allontanavano, si univano e si dividevano creando un disegno ipnotico in continuo movimento.
-Sono bellissime…- Mormorò la shokunin smettendo di guardarsi intorno e posando lo sguardo sul ragazzo.-
I suoi occhi ora avevano lo stesso colore dell’energia che turbinava nella stanza.
-Si, crearne così tanti e così piccoli è molto più difficile di farli comparire come una spada.-
-Quindi questi tutti sono parte della tua anima?- Chiese lei allungando la mano a toccarne uno di quelli che giravano più lentamente.
 -FERMA, NON FARLO!-
Troppo tardi.
Appena lo sfiorò fu pervasa da una sensazione di enorme potere, che fu subito sostituita da un abisso nero di rabbia dolore e disprezzo molto simile alla pazzia.
Il tutto durò una manciata di secondi, quando tornò cosciente Maka si ritrovò stesa nella strana camera che aveva ripreso la normale luminescenza azzurra. Shadow le teneva la testa fra le braccia.
-Sapevo che non avrei dovuto farlo…- Disse questi tristemente.
-Tu… quel buio… odio… rabbia…-
La aiutò ad alzarsi. –Sarà meglio che torni dai tuoi amici…-
-Aspetta… perché?-
-Vai… Vi raggiungerò tra poco.-
 La shokunin andò verso la porta osservandolo andare verso una parete e tirarle un pugno.
Uscì dalla stanza chiedendosi cosa potesse spingere qualcuno ad odiarsi così tanto.


Essendo passati pochi minuti nessuno aveva fatto caso alla sua assenza, Soul stava facendo una gara di flessioni con Black Star mentre gli altri tifavano per uno o per l’altro.
Shadow tornò poco dopo, ma per il resto della visita non la degnò di uno sguardo.

Quella sera lei e la sua buki si stavano preparando per la missione di domani, entrambi erano stranamente taciturni.
Fu quest’ultimo a rompere il silenzio. –Oggi sei sparita per un po’…-
La maister distolse lo sguardo. –Ah, si… sono andata un attimo al bagno… Tu piuttosto, che ne pensi?-
Al ragazzo quella risposta non convinceva per niente, ma ricordandosi della discussione del giorno prima non disse niente.
-Credo ci si possa fidare come compagno, ma mantiene sempre quell’aria di fredda cortesia… Durante questa missione vedremo.-
Lei annuì pensierosa -Già… hai ragione…
Poco dopo andò a dormire domandandosi perché non parlasse al suo compagno di sempre di quello che era accaduto. 



*Nella serie la protagonista Anita Blake vine anche chiamata "La Sterminatrice".
 La canzone che ascolta Shadow è Figure 09 dei Linkin Park

 

   
 
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