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Autore: DreamGirl91    21/02/2011    10 recensioni
Rachel è stata definitivamente lasciata da Finn e sembra proprio che non riesca a farsene una ragione... ma è davvero Finn il ragazzo adatto a lei? [Puck/Rachel]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LOST WITHOUT YOU


4. If I Didn't Believe In You

Puck sospirò pesantemente guardando Rachel sgranare gli occhi mentre Finn la interrompeva.
Sapeva che quella storia non sarebbe finita bene.
In effetti, l'aveva anche detto a Rachel che non sarebbe finita bene, ma lei l'aveva ascoltato? No, naturalmente. No, lei doveva fare di testa sua...
"M-ma..." balbettò Rachel.
Puck la guardò. La sua espressione era talmente triste e ferita che lui dimenticò totalmente ogni discussione, dimenticò di essere scocciato perché lei non lo voleva ascoltare, dimenticò di essere arrabbiato con lei perché non capiva di essere troppo in gamba per stare dietro a Finn... rimanevano solo quegli occhi così dannatamente persi, e l'incontenibile desiderio di prendere Finn a pugni.
"No, niente ma!" disse Finn con un tono che Puck non poté che definire mentalmente da emerito stronzo mentre lei continuava a guardarlo con quegli occhi sgranati infinitamente tristi. "Devi metterti in testa che è finita. Io non ti potrò mai perdonare per quello che mi hai fatto."
Rachel si guardò intorno, chiaramente sul punto di piangere.
Puck pensò che somigliasse incredibilmente a un cerbiatto spaventato.
Finn era il cacciatore senza cuore, naturalmente.
Lei sembrava cercare qualcosa, qualsiasi cosa alla quale aggrapparsi per non impazzire. Una piccola ancora di salvezza.
Non sembrò trovarla, perché si voltò e iniziò a correre.
"Rachel..." tentò senza troppa convizione il professor Schue, ma lei non lo ascoltò.
Nessuno in realtà si aspettava che l'avrebbe fatto.
"Finn, non sei stato affatto carino con lei," lo rimproverò Schue, voltandosi verso di lui. "Non mi interessa se non andate d'accordo, ma pretendo che tu vada a scusarti per oggi, sono stato chiaro?"
Finn annuì, palesemente scocciato.
A Puck bastò una semplice occhiata agli altri per capire che nessuno in quella stanza credeva veramente che si sarebbe scusato.
"Molto bene, andiamo avanti allora."
Puck dovette mordersi le labbra per non replicare. Scoccò un'occhiata rabbiosa a Finn.
Sempre.
Lui se la cavava sempre.
"Ehi, un momento," disse una voce da dietro. Puck si voltò e vide il volto di Mercedes contratto dalla rabbia. "E se la cava così?"
Puck sentì un improvviso moto d'affetto verso di lei. Ben detto, pensò, non può averle sempre tutte vinte!
Schuester sospirò stancamente.
"Finn ha promesso di scusarsi, Mercedes, in fondo non è successo nulla di grave. Più tardi cercherò Rachel e le parlerò anche io."
"Questo non è per niente giusto," insistette lei. "Non è successo nulla di grave? Ma l'ha vista la faccia di Rachel?"
"Ha ragione!" le diede man forte Puck, incapace di trattenersi oltre.
"Perché così preoccupato, Puckerman?" domandò Finn. "Ora verrà da te a consolarsi e potrai portartela a letto, in fondo è questo il tuo obiettivo, no?"
"Ritiralo!" urlò Puck, livido di rabbia, alzandosi tanto di scatto da far cadere la sedia per terra.
"Ragazzi!" li ammonì Schuester guardando ansiosamente da uno all'altro.
"Perché dovrei?" domandò Finn con disprezzo, come se il professore non avesse parlato. "E' solo la verità."
"Vuoi davvero che ti spacchi quel bel faccino?" sussurrò Puck avvicinandosi minaccioso.
"Adesso basta!" si impose il professore. "Non sono disposto a tollerare risse al Glee! Calmatevi immediatamente."
"E' lui che deve calmarsi!" protestò Finn furioso.
"Smettila Finn. Anche tu Puck. Sedetevi subito, anche ai due lati opposti della stanza se proprio non riuscite a comportarvi da persone mature."
"Sa che cosa le dico?" disse Puck, tremante dalla rabbia. "Risolvo io il problema. Me ne vado, non intendo rimanere nella stessa stanza con lui un secondo di più."
"Vai a cercare la tua amichetta?"
Puck respirò a fondo prima di rispondere. Cercò di tenere bene a mente che non poteva picchiare Finn se non voleva tornare in riformatorio.
E decisamente non voleva.
Gli rubavano sempre i muffin...
"E anche se fosse?" disse alla fine facendo attenzione a non guardarlo per evitare di scoppiare. "Non è affar tuo quello che faccio o non faccio... e, per essere precisi, non lo è nemmeno quello che fa o non fa lei."
"Puck, cerca di ragionare..." tentò il professor Schuester.
"No, ha ragione lui," intervenne Mercedes, alzandosi e raggiungendo Puck. "Mi dispiace, professor Schue, ma per oggi non credo nemmeno io di poter stare qui con... certe persone."
Guardò con estremo disprezzo Finn, poi uscì fuori insieme a Puck ignorando le deboli proteste del professore.
Quando furono fuori portata d'orecchio dall'aula del Glee, Puck si voltò verso Mercedes.
"Perché hai preso le mie parti?" domandò. "Non che mi lamenti, è ovvio..."
"Guarda che non l'ho fatto per te," replicò lei. "Nessuno può attaccare una diva e passarla liscia. E a proposito di dive... stiamo andando da Rachel, vero?"
"Certo," rispose lui annuendo.
"Magnifico. Da dove si inizia?"
Puck alzò un sopracciglio.
"Che vuoi dire?"
"La ricerca, Puck. Da dove iniziamo a cercare Rachel?"
"Cercarla?" domandò ancora lui confuso. "Non abbiamo bisogno di cercarla."
"Sai dov'é?" chiese Mercedes.
"E' chiaro... la conosco," disse Puck come se fosse la cosa più naturale del mondo. "E' a pezzi, c'è solo un posto in cui le verrebbe in mente di andare. Seguimi."
Mercedes lo seguì, lanciandogli uno sguardo di puro stupore.

Pochi minuti dopo, Puck e Mercedes stavano entrando nell'auditorium... e Rachel era lì, naturalmente, seduta sul palco che singhiozzava e cantava una canzone che Puck sapeva di avere già sentito, anche se non ricordava esattamente quando o dove.
Mentre lui e Mercedes si avvicinavano, Rachel nemmeno li notò. Quando furono abbastanza vicini, Puck riconobbe la canzone: era la stessa che Rachel stava cantando due settimane prima, quando lui era andato a trovarla.
"Ehi Berry," disse in tono scherzoso. Lei sussultò lievemente, e il suo sguardo si riempì di stupore mentre vedeva Puck e Mercedes avvicinarsi sorridendo. "Ma allora ti piace proprio questo musical The Last quello che è... qualcosa di più allegro no?"
Rachel sbuffò.
"The Last Five Years, Puck." accidenti. Puck. Ma allora era grave... "E nel caso non l'avessi notato, non sono dell'umore per cose più allegre."
"E invece dovresti esserlo!" esclamò Mercedes sedendosi vicino a lei e passando un braccio attorno alle sue spalle. "Guarda che Finn ti ha fatto solo un favore, ti sei liberata di un peso inutile..."
"Esatto! E' quello che cerco di dirle da due settimane..."
Rachel si asciugò gli occhi.
"Probabilmente avete ragione..." disse tristemente. "Ma... ma io lo... lo amo..."
E riprese a singhiozzare.
Ancora.
No, quando era troppo era troppo.
E per Puck la soglia del troppo era stata superata nel momento in cui Finn aveva interrotto la canzone di Rachel.

Okay, stop, listen to me
Did you think this would all be much easier
Than it's turned out to be?
Well, then talk to me

"Ok, ora basta, questa cosa sta diventando ridicola," disse Puck, severo. "Smetti subito di piangere. Tutto questo non ha senso."
Mercedes lo guardò in malo modo, ma lui non ci badò. Rachel aveva bisogno di un bello scossone e lui gliel'avrebbe dato.
"Io ti avevo avvisato," continuò imperterrito. "Te l'avevo detto che non sarebbe servito a nulla cantare una canzone... pensi davvero che sia così facile convincere quel cretino? Non lo è! Perché, appunto, è un cretino! E non guardarmi così! Ho ragione e lo sai anche tu! Smettila di fare così, smettila di farti del male e smettila di chiuderti nel tuo mutismo! Parli sempre il triplo del necessario, proprio adesso devi decidere di fare il voto del silenzio? Parla, Rachel, dannazione... parla con me!"
"Rachel, per quanto brusco," intervenne Mercedes scoccando un'occhiata di rimprovero a Puck. "Credo che Puck abbia ragione. Parlane con noi, sfogati, starai meglio..."
Ma Rachel non parlava. Rachel piangeva, e si torceva nervosamente le mani, lasciandosi a volte sfuggire dalle labbra un'unica parola: Finn.
Puck sentì salire il sangue al cervello.
"Cazzo, Rachel!" urlò arrabbiato, facendola sussultare. "Parla! Di' qualcosa! Urla, se devi, ma di' qualcosa! Io sono qui per te, ho quasi preso a pugni Finn rischiando di tornare in riformatorio per te, e tutto questo non per un'assurda promessa fatta a Dio ma perché tu sei mia amica! La mia fottutissima amica che se ne sta qua a piagnucolare per un idiota come se fosse una stupidissima oca invece della ragazza forte e intelligente che è!"

I don't want you to hurt
But you know what I think?
I think you'll be fine!
Will you listen to me?

"Adesso mi sembra che tu stia esagerando..." disse Mercedes accigliata.
Puck scosse la testa.
"No, non è affatto vero. Dico solo quello che lei non ha le palle di ammettere a se stessa."
"Ma così finisci solo per ferirla!"
"Non voglio ferirla!" replicò Puck piccato. 
"La smettete di parlare di me come se non fossi qui?" strillò Rachel, tutta rossa per la rabbia. "Io esisto, ho dei pensieri e dei sentimenti, anche se come ha dimostrato molto bene Finn è facile dimenticarselo..."
"Adesso smettila, Rachel," le disse Puck severo. "Smettila. Devi piantarla di piangerti addosso. Finn ti ha ferito? Reagisci! Sai che cosa credo? Credo che se la smettessi anche solo un attimo di fare queste scenate da regina del dramma scopriresti che puoi stare bene anche senza di lui... magari anche meglio!"
"Beh, non posso smettere di fare scenate!" urlò lei di rimando. "Sono fatta così, quando sto male mi comporto così!"
"Ma allora non mi vuoi ascoltare!" replicò lui con rabbia. "Non hai ragione di disperarti e sono stufo di sentire le tue assurde lagne per nulla!"
"Puck!" lo rimproverò Mercedes, ma ormai il danno era fatto.
Rachel lo stava guardando con il volto totalmente contratto dalla rabbia, Puck pensò che da un momento all'altro gli sarebbe arrivato uno schiaffo, ma non aveva intenzione di lasciar perdere. La questione andava risolta, e andava risolta subito.
"Scusa se le mie sofferenze ti provocano fastidio," disse Rachel freddamente. "Credevo che fossimo amici, ma evidentemente mi sbagliavo. Evidentemente per te non sono nulla di più di una scocciatura. Mi spiace di essere un così gran peso, Puckerman."
Accidenti, di male in peggio... Puckerman
di solito era per quando faceva davvero lo stronzo...
Puck rimase a guardarla a bocca aperta, totalmente sconvolto. Quindi pensava davvero di non contare nulla per lui?


If I didn't believe in you
We wouldn't be having this fight
But I never could let that go
Knowing the things about you I know
It never took much convincing
To make me believe in you

"Ascoltami bene," iniziò Puck con più calma. "No, ascoltami!" aggiunse, perché Rachel aveva aperto la bocca per parlare. "Non interrompermi, e soprattutto ascoltami davvero, non fare solo finta, come il tuo solito. Se fossi solo una scocciatura, non sarei qui adesso. Mettiti in testa che se non fossi mia amica non perderei tempo a litigare con te! Ma non posso lasciar perdere, perché ci tengo, perché credo troppo in te per non sapere che non hai bisogno di un idiota come Finn!"
"Puck ha assolutamente ragione, Rachel," disse Mercedes annuendo. "Tu sei forte, intelligente, piena di talento... sei una diva! Non hai bisogno di nessuno, tantomeno di uno come Finn."
Rachel non rispose subito. Rimase per lunghi minuti con lo sguardo basso mentre si torceva nervosamente le mani.
Quando finalmente alzò lo sguardo, Puck fu sollevato dal vedere che i suoi occhi non sembravano più arrabbiati, e nemmeno troppo tristi... sembravano semplicemente immensamente... grati? Certamente erano pieni di affetto.
Rachel guardò alternativamente Puck e Mercedes almeno una decina di volte prima di parlare.
"Avete ragione," disse alla fine, con un filo di voce. "Assolutamente ragione. Non so come mi sia venuto in mente di rendermi ridicola in quel modo prima... Finn non se lo merita... ed è vero, me la sono sempre cavata benissimo da sola... non ho bisogno di lui... vi prometto che d'ora in poi non sentirete più il nome di Finn uscire dalla mia bocca. E... grazie per credere così tanto in me."
"Questa è la mia diva..." disse Mercedes abbracciandola. "Non c'è di che."
"Ovvio che crediamo in te, stupida imbecille," disse Puck accennando un sorriso. "Chiunque ti conosca anche solo la metà di come ti conosco io crederebbe in te... voglio dire, sei una pazza logorroica con inquietanti manie di protagonismo e una tendenza al dramma che non ha nulla di normale, ma sei piuttosto forte, a modo tuo... mai come Puckzilla, naturalmente..."
"Noah, sei proprio un cretino senza speranza," replicò Rachel fintamente offesa, prima che tutti e tre scoppiassero a ridere.
E in quel momento, Puck fu certo, completamente certo, che tutto sarebbe andato a posto.
Noah.
L'aveva chiamato Noah.



AUTHOR'S NOTES

Bene, mi sento molto fiera di me, anche questa volta ho aggiornato senza far passare mesi... *si dà una pacca sulla spalla*
Sono incredibilmente intenerita dal povero Puck che si vede rubare tutti i muffin al riformatorio... amorino caro... xD
Come al solito, spero che il capitolo vi sia piaciuto... e naturalmente ringrazio tutti di aver letto... e ovviamente chi ha commentato e aggiunto a preferiti, seguiti e da ricordare... vi adoro, lo sapete!:))
Hugs&Butterfly Kisses
DreamGirl<3
  
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