Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: XShade_Shinra    25/02/2011    2 recensioni
Clotilde e Tancredi, entrambi impiegati nella stessa azienda, non si sopportavano, e ciò era un dato di fatto.
[ Storia partecipante alla challenge "The COW-T - Seconda settimana" indetta su maridichallenge ]
[ Classificata 3° al contest "Vendetta! - Perché mi va." indetto da -pracchan- sul forum di EFP ]
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Attriti... ufficiosi '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-With a Vengeance-
Clotilde e Tancredi, entrambi impiegati nella stessa azienda, non si sopportavano, e ciò era un dato di fatto.

Storia partecipante
alla challenge "The COW-T - Seconda settimana" indetta su maridichallenge
Classificata 3° al contest "Vendetta! - Perché mi va." indetto da -pracchan- sul forum di EFP 

-Titolo: With a Vengeance
-Autore: XShade-Shinra
-Genere: Generale, Comico, leggero Dem.    
-Rating: Verde    
-Capitoli: One-Shot 
-Prompt: Vendetta  
-Disclaimer: Lo scritto ed i personaggi sono interamente di mia proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d’altronde i fatti in essa narrati.
-Note: Sarebbe un continuo dell'altra mia storia "Guerra Intestina(le)", ma si può leggere anche senza conoscerla. ^^
Il titolo è un gioco di parole, perché vengeance significa vendetta e "with a vengeance" significa "abbondantemente, eccessivamente, a oltranza"



With a Vengeance -
 
 
Clotilde e Tancredi, entrambi impiegati nella stessa azienda, non si sopportavano, e ciò era un dato di fatto.
Era odio a pelle e nessuno sapeva il perché, a parte Agenore, il migliore amico di Tancredi, che conosceva quali erano stati i due episodi che avevano dato il via a quella guerra fatta di sottili e mirate vendette.

Quel pomeriggio, Clotilde stava finendo di chiudere una pratica sulla quale era ferma da almeno mezz'ora perché il programma - per qualche improbabile motivo che solo una testa di silicio come un computer può sapere - si rifiutava di accettare un dato che la donna non riusciva ad imputare nemmeno con la forza.
« Porco cane. » ringhiò, guardando lo schermo a cristalli liquidi in maniera talmente furente che nessuno dei presenti si sarebbe meravigliato se il povero ed innocente monitor fosse esploso.
« Che c'è, Chloe? » le chiese Samantha, la più vicina alla sua scrivania.
« C'è che questo affare non funziona! » berciò, lanciando all'aria il mouse, che rimase a ciondoloni, attaccato per la presa USB come un impiccato. “Meglio la morte che sopportare oltre quella strega!”, sembrava dire.
Proprio in quel momento stava passando Tancredi, che si dirigeva fuori dall'ufficio che condividevano, sicuramente per andare alla macchinetta del caffè insieme al suo amico del secondo piano.
« Beh, vorrà dire che resterai qua a sudarti gli straordinari, per una volta. » non poté mancare una sua frecciatina a riguardo.
Clotilde lo guardò in tralice, rispondendogli a tono:
« Tsk. Guarda che io me li sudo gli straordinari! »
« Certo, in un modo che io, in quanto maschio, non posso permettermi. » Era sulla bocca di tutti che Clotilde non fosse proprio una puritana e le malelingue aggiungevano che era arrivata al suo ruolo proprio grazie ai favori che faceva alle alte sfere.
« Beh, è compito di una brava segretaria essere a disposizione del capo. » E il fatto che lei non smentisse quelle voci, confermava sempre più le ipotesi...
Tancredi fece una smorfia e stava per passare oltre la scrivania, quando Clotilde vide un depliant che gli spuntava dalla tasca.
« Vai al cinema, stasera, Tancré? » gli chiese, di colpo interessata.
« Sì. 
» rispose l'uomo, fermandosi un attimo « Vado a vedere Titanic con un amico. »
« Oh, buona visione. » disse lei, sorridente «Tre ore di film per poi vedere Di Caprio che schiatta mentre la sua bella vive... Ma se vi piace il genere... » ghignò malefica.
L'uomo rimase di sale per un minuto, capendo solo dopo che la sua angelica collega gli aveva rovinato non solo il finale, ma proprio tutto il film!
« Tu... » soffiò come un serpente, facendo per avvicinarsi a lei.
« No, non voglio venire con te stasera al cinema, grazie. Come vedi ho già visto il film. » sorrise sorniona, recuperando il mouse e riprendendo a lavorare, ignorandolo totalmente.
L'uomo fece per parlare, ma poi ci rinunciò, andando alla macchinetta a prendere un buon tè o non sarebbe arrivato a fine giornata.
« Quando la smetterete di fare i bambini? » domandò Samantha, testimone alla scena.
« Quando chiederà il trasferimento dal mio ufficio. » disse la segretaria, riprendendo a lavorare alla sua pratica, ma non prima di essersi alzata e aver nascosto una cosa presa dalla giacca del collega.

Poche ore dopo, dal campanile della chiesa là vicina, si udirono i rintocchi delle campane delle cinque, ora di passare il proprio badge e tornare a casa.
Piano piano l'ufficio si svuotò, e gli unici due che rimasero furono proprio i due litiganti.
Clotilde non si curò di quel fatto, poiché ben sapeva che il collega non le avrebbe torto un capello o avrebbe passato guai ben più seri che una chewing gum attaccata alla sedia o la tastiera smontata.
« Clotilde? » la chiamò Tancredi « Ma hai davvero finito o stai facendo orario perché non hai nulla da fare a casa? »
« Ora stampo e me ne vado. » disse offesa, mentre rileggeva per l'ultima volta i moduli prima di inviarli alla stampante.
« Ok. » rispose l'uomo, continuando a digitare numeri.
Dopo qualche minuto, la donna completò la rilettura e mandò in stampa il documento.
Attese uno, due, cinque, dieci secondi, ma la fotocopiatrice aziendale non dette segni di vita.
« Uhn? » fece, alzando un fine e curato sopracciglio castano, in contrasto con la tinta bionda appena fatta.
Borbottando qualcosa di incomprensibile, si diresse verso quel "catorcio da quattro soldi bucati" per controllare cosa avesse, e sul display comparse la scritta: Vassoio 2 Vuoto.
Sbuffando come un toro, andò all'armadio della cancelleria a prendere la carta A4, dando così le spalle a Tancredi che fu libero di agire: spense velocemente il proprio computer, si alzò, prese la giacca dall'attaccapanni - c'era solo la sua, da quando Clotilde si era ritrovata un rospetto nella tasca interna della eco-pelliccia non l'aveva mai più appesa assieme a quella degli altri, preferendo tenerla attaccata alla spalliera della propria sedia -, e camminò spedito verso l'uscita per compiere così la propria vendetta. 
« A domani! » la salutò, mentre passava davanti al suo pc, e, senza fermarsi, allungava una mano, pigiando il tasto di accensione/spegnimento del computer della collega così da arrestarlo forzatamente.
« Ciao. » lo salutò Clotilde, di spalle, mentre si accucciava per prendere la risma di fogli.
"Stasera io e Agenore guarderemo un DVD, mi sono risparmiato i soldi del cinema." pensò Tancredi, mentre scendeva le scale fischiettando e cercando nelle tasche della giacca il proprio cartellino, senza però trovarlo.
"Oh, no..." pensò, capendo che era stata proprio Clotilde a farglielo sparire, mentre un grido acuto proveniente dal terzo piano gli perforava i timpani.
Sarebbe dovuto tornare in ufficio a prendere il proprio badge aziendale, ma le imprecazioni della donna al proprio indirizzo gli fecero capire che non sarebbe stata una scelta saggia.
« Tancrediii! » urlò Clotilde, scendendo le scale come un razzo nonostante i suoi vertiginosi tacchi da dodici « Sii uomo, e vieni qua! » gridò come una Banshee, mentre il diretto interessato metteva le ali ai piedi e correva giù verso il parcheggio, come se avesse il Diavolo stesso alle calcagna vestito con un tailleur Versace, una capiente borsa Dolce & Gabbana, e delle scarpe Alexander McQueen.
« Non salvavo dalla pausa pranzo! Io ti uccido! » ruggì la fiera, pronta a balzargli alla gola.
« Aiutooo! » urlò lui, ben conscio che quella volta Clotilde avrebbe preferito la prigione che non compiere una pesante vendetta carnale su di lui per sfogare tutta la rabbia che aveva in corpo per aver perso una mezza giornata di lavoro.
Per la legge della giungla, se avessero continuato con quelle vendette, prima o poi, uno dei due ci avrebbe lasciato le penne, e data la velocità con la quale Tancredi si stava frugando nelle tasche per cercare le chiavi della macchina, il primo a morire sarebbe stato lui.

§Fine§
XShade-Shinra 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: XShade_Shinra