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Autore: samy_97_    25/02/2011    3 recensioni
[Due sorelle venute dall'Italia, una rossa tutta pepe, tre bellissimi ragazzi conosciuti nella nuova scuola. Mescolate tre etti di amicizia, due d'amore, un pizzico di gelosia, e...] "La storia che mi appresto a narrarvi inizia dopo cinque anni di assoluta “sorellanza” tra me e mia sorella, precisamente il 9 Giugno dei nostri 17 anni. Destinazione Fell's Church." AGGIUNTO IL PROLOGO AL PRIMO CAPITOLO
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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7.


Fissavo il mare di capelli rossi a fianco a me.

Ci mancava solo questa.

Ero incredula.

Mi girai per guardare Elena, poi guardai Stefan e Damon, poi mia sorella.

Non ci potevo credere.

Violet mi trascinò in una stanza, probabilmente una ex aula di disegno, e strappò in piccoli pezzi un foglio di carta.

Poi ci mise la mano sopra, a pochi centimetri dalla carta e quest’ultima si sollevò da sola. Violet la fece volteggiare per un pò e poi la lasciò andare;

-Adesso ci credi?-

-Direi proprio di si. Ma che altro sai fare?-

-Per ora niente di che, credimi. Solo qualche cosuccia, come per esempio, chessò, chiudere le porte con il pensiero o sollevare oggettini. Mia nonna non è stata molto specifica al riguardo.-

Annuii pensierosa e stetti attenta a non andare a sbattere sull’estintore appeso al muro.

Mi scansai appena in tempo ma finii addosso a Damon, che se non mi avesse tenuta lui mi avrebbe tenuta il pavimento.

Lo ringraziai e mi infilai in classe dopo Stefan, cercando di arrossire dopo che se ne fu andato.

Stefan, sentendo il mio rossore, mi guardò, ma io girai la testa facendo finta di parlare con un ragazzo, Cedric Smallwood, il figlio del sindaco di Fell’s Church.

Era molto carino, ovviamente molto meno di Damon, ma era dolce ed era piacevole chiacchierare con lui.

Quando sorrideva sentivo il rossore che mi si diffondeva sulle guance e il cuore incominciava a battermi forte.

Quello stesso pomeriggio lo rincontrai uscendo da scuola.

Ero con Elena che se ne stava andando a caccia con Stefan e mi stavo mettendo d’accordo con lei per andare al Grill una di quelle sere.

Una seratina tra amiche a spettegolare di ragazzi qualche volta serve!

Dicevo, quando lo vidi (Cedric, non Damon che era già a fianco a me) stava uscendo dal portone principale con qualche amico, tutti grandi e grossi come armadi a tre ante.

Lo riconobbi dal modo che aveva di passarsi le mani tra i capelli, oltre che dalla voce.

Gli corsi incontro tenendomi stretta la borsa con una mano.

-Ciao Ced!-

-Ciao Katherine! Stai andando a casa?- sorrise guardando i miei amici da dietro le mie spalle.

-Si!- risposi sistemandomi una ciocca di capelli dietro all’orecchio. Alyssa diceva che era sexy.

-Allora ci... vediamo domani.-

-Certo, ciao Ced!-

Lo salutai con una mano, andando verso casa con i miei amici.


-Ciao Ced!!! Ma ti pare?-

Lo guardai, mani sui fianchi e sguardo scioccato.

-Si. E se non ti va bene, Damon Salvatore, puoi tranquillamente uscire di qui che i popcorn me li finisco da sola. E già che ci sei non farmi il verso che dà sui nervi- lo guardai mettendomi in bocca una manciata di popcorn.

Rotolò giù dal letto e andò vicino alla mia libraria iniziando a curiosare.

-Non mi piace quello lì.- prese in mano uno dei miei libri e lo rigirò, guardandolo. –Cime Tepestose che fine ha fatto?-

-Mi causava incubi e non lo leggo più. E non me ne frega niente di quello che pensi tu, li so segliere da sola i miei amici.-

-Certo, e la prossima volta cosa saranno? Licantropi? O altri vampiri?-

-Non sono comunque affari tuoi. E poi Ced è umano, altrimenti avreste sentito il suo Potere.-

-Non mi piace comunque.-

-Non me ne frega comunque.- appoggiai la ciotola ormai vuota sulla scrivania e mi girai verso Damon che aveva ancora il mio libro in mano.

-Vuoi qualcosa da bere?-

Scoppiai subito a ridere per l’assurdità che avevo detto e, senza attendere una risposta mi diressi in cucina.

Salutai mia madre che era sul divano a leggere, ignara del pseudo-battibecco con un vampiro che avevo avuto appena un secondo prima.

Presi due bicchieri di Coca e li portai in camera.

Quando aprii la porta, vidi Damon alla finestra e il suo viso diventava sempre più preoccupato e serio.

-Cos’è successo?- gli chiesi preoccupata appoggiando i bicchieri di Coca sul comodino e porgendogliene uno.

Fece di no con la testa. –Ho sentito una stilettata di Potere tremendo. Vado a vedere, tu dormi. Ti chiamo domani mattina.-

E saltò fuori dalla finestra. Tanto per precauzione guardai in basso per vedere se si era spiaccicato, ma vidi innalzarsi un grosso corvo nero, che immaginai fosse Damon trasformato.

Poi, non so come mi venne in mente il corvo che mi aveva lasciato quel bel regalino sul braccio e mi resi conto solo in quel momento che quel maledetto corvo assomigliava in modo impressionante al caro Damon.

Moro, tu sei ufficialmente morto.


♥ ♥ ♥


La mattina dopo, appena alzata, mi sono messa davanti al cellulare, preparandomi il discorso che assomigliava a un: -Damon, se TU mi hai lasciato questa cicatrice, ti inficco un paletto nel cuore e poi ti butto in un fosso.-, anche se non sapevo se avesse sortito l’effetto desiderato.

Però, al massimo, gli avrei fatto dono di un vocabolario. Si.

Mi chiamò circa dopo un’ora che mi ero alzata.

-Katherine?-

-No, la fata turchina. Come è andata ieri? Hai trovato la sorgente del Potere?-

-Si, ma vi devo spiegare di persona. Chiama Alyssa e Violet e venite qui al più presto.-

Chiusi la telefonata e andai a chiamare mia sorella e Violet.

-Caspita, doveva essere proprio preoccupato se ha messo giù così. La chiamo io Violet, ok?-

-Certo...-


Prendemmo la strada più veloce, quella che si dilungava per il bosco, visto che la macchina l’avevano presa i nostri genitori.

Passammo vicino ad un fiume, vicino a Wickery Bridge, e mi ricordai quando Stefan, a biologia mi aveva raccontato che, più i vampiri erano potenti, più facevano fatica ad attraversare i corsi d’acqua, specialmente impetuosi come quello.

Ma non mi soffermai molto su quello, dopotutto Damon aveva detto che era grave.

No era una bugia. Io non vedevo la stramaledetta ora di vedere i suoi occhi, il suo viso... Ok, ok, Katherine, basta.

Superammo i confini del bosco e vedemmo la pensione. Violet era già arrivata, vedevo la sua macchina bianca in lontananza.

Io e Alyssa affrettammo il passo.

Quando Stefan ci aprì, aveva una faccia decisamente preoccupata.

Entrammo nella casa, salimmo due rampe di scale ed entrammo nel piccolo appartamento di Stefan ed Elena, dove ci aspettava anche Damon insieme a Viò.

-Ma brave, un pò più tardi e facevamo i vermi.-

-Oh, ma piantala per una buona volta Damon.- lo riprese Elena.

Lui ritornò serio. -Ieri ho trovato la fonte del Potere che abbiamo sentito, Katherine. E' una vampira di nome Gisèle, che incontrai circa trecento anni fa, durante un viaggio. E' una donna, che avrà circa cento anni in più di me.-

Ed è quindi più forte...

Ci passò una foto, in bianco e nero, in cui c'era questa fantomatica Gisèle: bellissima, con una bocca carnosa, gli occhi penetranti, e i capelli che sparivano dietro le spalle. Aveva i capelli rossi, ci disse Damon.

Più guardavo quella foto, più mi sembrava di averla già vista da qualche parte.

-E tu te la sei portata a letto.-

Violet stava squadrando Damon con una sopracciglia alzata e le braccia conserte, aspettando una risposta.

-Può essere.-. Un uomo che rimaneva sul vago in un discorso del genere non era mai un bel segno.

Sorrise sornione. Quanto ci godeva a vantarsi del suo immenso fascino dovevo ancora capirlo.

Tornai a riconcentrarmi sulla foto di Gisèle, cercando di capire dove l’avessi vista, ma non mi venne in mente niente.

Però dovevo dire che aveva un viso maligno, proprio da vampiro...

Viso maligno... vasca dei delfini...

-Ma certo!- esclamai all’improvviso, -Ecco dove l’avevo già vista!-

Vidi dieci occhi puntati addosso e mi affrettai a spiegare. –Quando siamo andati al Luna Park, quando siamo usciti dalla vasca dei delfini, c’era una donna che parlava con l’addestratrice, e quando si è girata l’ho vista. Ne sono sicura.-

-Molto brava, ma chère-

Ci girammo e ci trovammo davanti la fotocopia vivente della foto che avevo in mano.

I capelli color del fuoco le ricadevano leggeri lungo le spalle e il vestito nero aderente mostrava il suo fisico slanciato. Gisèle si inchinò verso di noi e andò a raggiungere Damon sul divano, senza nemmeno essere invitata e si strinse a lui. Poi si rivolse a me.

-Tu devi essere la piccola Katrinè.- ridacchiò, -Dàmon ti pensa toujours!-

La guardai e alzai un sopracciglio. E sarebbe con questa sottospecie di pagliaccio che Damon si era trovato la notte scorsa?

-Gisèle, per l’ennesima volta: cosa se venuta a fare qui?-

-Per l’ennesima volta, mon amour, sono venuta ici per te.-

E adesso si sarebbe messa a dire Je t’aime? Ma per favore!

Mi girai verso Elena e ci scambiammo uno sguardo complice e per poco non ci mettemmo a ridere.

-Ma ora,- disse rivolgendosi nuovamente a noi, -passiamo alle présentations. Tu devi essere Stèfan e tu Elenà, oui ? Poi Alyssa e Violèt, una strega, giusto? Oui, oui, mi sono documentata! Visto che brava, mon amour?-

Ok, iniziavo a non divertirmi più. Come cavolo si permetteva quella di parlargli così, come se fossero stati fidanzati da sempre?

Odiosa bambolina di porcellana del cavolo.

-Vattene Gisèle. Qui non sei gradita.-

Ooooh, bravo Dam, fagli vedere chi sei!

Il viso di Gisèle si tramutò da zuccheroso ad arrabbiato. Ad una velocità sovrumana, tanto che non riuscì praticamente a vederla, ruppe la gamaba di un tavolino da salotto, e la piantò sullo stomaco di Elena. Si sentì un urlo agghiacciante e Stefan rimase paralizzato per un attimo, ancora incredulo per quello che era successo. Poi si catapultò su di lei e gli tolse il paletto insangiunato.

Solo allora mi resi conto che era di legno, e che quindi doveva averle fatto veramente male.

Gisèle si ergeva in tutta la sua altezza davanti a Damon.

-Ricordati, Dàmon, che sono più forte di tutti voi messi insieme. Posso uccidere tutti i tuoi amici quando voglio. Quindi ti conviene fare quello che ti ho chiesto ieri. Altrimenti la prossima potrebbe essere la cara Katrinè.-

Rise e se ne andò, veloce com’era venuta.


Un ora dopo Violet andò a casa. Avevamo deciso che quella sera sarebbe venuta a dormire da noi, e Damon avrebbe tenuto d’occhio la nostra casa.

Stefan aveva dato ad Elena una sacca di sangue umano e si era ripresa quasi subito.

-Il sangue umano da più energia, e quindi fa guarire più in fretta.- aveva detto.

Guardai Stefan che coccolava Elena, cercando di calmarla e rassicurarla, trasmettendole tutto il suo grande amore.

Senza far rumore sgattaiolai nella stanza di Damon, dove si era rintanato dopo che ci eravamo messi d’accordo sui turni per la nostra sicurezza.

Sembrava che il fatto che Gisèle ci avesse minacciati per causa sua l’avesse ferito più del previsto, e quindi io stavo andando a vedere come stava. Solo quello.

Bussai una volta e aspettai risposta, ma quando quella non venne aprii la porta senza troppi complimenti. Al massimo lo avrei trovato nudo.

Che non sarebbe stata neanche una brutta cosa

Invece, con mio grande disappunto, era perfettamente vestito ed era buttato sul letto. Quando entrai non mi degnò di uno sguardo.

-Non credevo di averti detto che potevi entrare.-

-Beh, tu lo fai sempre, per cui...-

Andai a stendermi a fianco a lui e stetti zitta. Doveva sapere che se avesse voluto parlare io serei stata lì per lui. Dovevo dimostrargli che, per una volta, non era solo e non lo sarebbe stato più.


♥ ♥ ♥


Quella sera mi strinsi al piumino, ben sapendo che fuori dal tepore della mia camera c’era Damon che teneva d’occhio la situazione.

Quindi cercai di addormentarmi, senza avere pensieri per la testa.


Stavo correndo, ancora, dietro ad un ragazzo.

Avevo un vestito lungo e leggero, che mi volteggiava sulle caviglie e correvo cercando di non inciamparci.

Quella volta, però, mi resi subito conto che stavo sognando, ma continuai a correre lo stesso. Le mie gambe sembrava non volessero fermarsi.

Ma mi accorsi che l’uomo che stavo inseguendo era diverso dall’ultima volta. Era più basso e, forse, un pò più minuto.

Aveva un portamento fiero e disinvolto, come di uno che è molto sicuro di sè.

Non lo raggiunsi, ma in confronto alle altre volte, quando si girò vidi il suo volto. Non mi sorpresi quando scoprii che era Damon, dopotutto lui era sempre nei miei pensieri, quindi perchè non anche nei miei sogni?

Pensai di raggiungerlo, e iniziai a muovere qualche passo più veloce verso di lui. Ma non appena mossi il primo passo vidi una donna, Gisèle, che veniva verso di me.

Si avvicinò al mio collo senza che io potessi fare niente e mi morse.


Mi svegliai urlando a squarciagola e, inizialmente, non capii dove mi trovavo.

Poi vidi i muri della mia stanza, la mia scrivania, la mia finestra e mi resi conto che ero nella mia stanza al sicuro.

Sentii dei passi e poco dopo Alyssa si catapultò in camera.

-Cosa c’è? Cosa è successo?- si avvicinò allarmata e mi guardò.

-N-niente, ho fatto un incubo credo-

Sentì un colpo dall’altra parte della stanza e mi girai di colpo.

Era Damon, e anche nella semi oscurità, vidi che aveva una faccia alterata.

-Dannazione Katherine,- disse infatti subito dopo - Non devi urlare per niente, sciocca-

Rimasi basita. Vidi che mia sorella stava per rispondere, ma lui sparì nel buio.

A passi pesanti andò a chiudere la finestra, poi mi prese tra le braccia e potei finalmente scoppiare a piangere.


♥ ♥ ♥


La mattina dopo avevo due occhiaie da paura.

Quando ci alzammo, Violet mi chiese subito cosa avevo ed io l’aggiornai sui fatti di quella notte.

-Ancora? Oh, santi incubi... io l’ho sempre detto che leggere fa male alla salute-

Io e Alyssa scoppiammo a ridere e andammo a fare colazione.


Finiti il latte e i biscotti decidemmo di andare a fare shopping, chiedendo anche ad Elena se voleva venire, e poi fermarci a mangiare in un bar.

Andammo prima in un negozio di abbigliamento e facemmo il pieno di vestiti.

A me non piaceva fare shopping, almeno non tanto che come a mia sorella, ma con la compagnia giusta riuscivo perfino a divertirmi.

Elena e Violet mi fecero provare tutte le maxi-maglie, camicie, gonne, scalda-cuore, e tutte il genere di cose che si potevano indossare, e che erano della mia taglia.

Inutile dire che alla fine della mattinata eravamo tutte e quattro piene di borse, io e Alyssa più di tutte. Mi venne da piangere a pensare a quanti soldi avevamo speso, ma oramai il nostro guardaroba era pieno.

Andammo a pranzare ad un fast-food e ci mettemmo d’accordo che quella sera avremmo cenato tutti a casa Salvatore, con la presenza dei due fratelli.

Speravo che Damon non rovinasse la serata e non mi trattasse male.

-Cavolo, speriamo che Damon e Stefan non abbiano litigato visto che oggi li ho lasciati da soli.-,

disse Elena mettendosi in bocca una patatina.

Continuai a mangiare il mio panino ascoltando quello che diceva Violet.

-Ma perchè cosa si fanno?-

Elena ridacchiò. –Allora, una volta sono tornata a casa e ho trovato Stefan con un coltello piantato sullo stomaco, una volta li ho visiti darsele di santa ragione, e un’altra Damon se ne è andato e ho dovuto convincere Stefan a chiedergli scusa...-

-Quindi alla fine è Stefan che ci rimette sempre, no?- si intromise mia sorella.

Scoppiai a ridere e guardai le mie amiche, pensando che mancava solo una cosa perchè fossi pienamente felice in quel momento.

E parlavo di Jessica, Nicola e Alessandro, eh!

...Ok, non mentivo neanche a me stessa!

Pagammo velocemente il conto, e andammo a casa, per cambiarci.

-Allooooora,- iniziò mia sorella –considerando che ci vorrà tutto il pomeriggio...- oh, ti prego no... –Elena e Viò staranno qui,- poi si girò a guardarmi –E noi inizieremo la missione...- terminò Violet.

-Q-quale missione?- chiesi, facendomi piccola piccola.

Elena ghignò e mi prese per un braccio, portandomi in bagno e mettendomi davanti uno shampoo alla pesca, un bagnoschiuma, un macello di creme idratanti e mettendomi di forza dentro la vasca da bagno.

Lei e le altre iniziarono a sfregarmi il corpo con il bagnoschiuma e mi lavarono i capelli, come se non fossi capace di farlo da me.

Poi mi asciugarono e in men che non si dica avevo le braccia e le gambe tutte appiccicose per via della crema.

Mi lasciarono li e andarono a vestirsi anche loro.

Quando fui sola in camera mia, con una semplice canottiera e un paio di slip addosso, iniziai a compatire le bambole che dovevano subire tutti i giorni ciò che quelle tre pazze scatenate mi avevano appena fatto.

Presi l’Ipod e lo attaccai alle casse, lo accesi e iniziai a canticchiare una canzone a caso.

I am a woman in love
And I'd do anything
To get you into my world
And hold you within
It's a right I defend
Over and over again
What do I do…”

E immancabilmente i miei pensieri partirono a briglia sciolta e a me non restava altro che seguirli. Quando mi soffermai su Gisèle rabbrividì… faceva veramente sul serio quando diceva che avrebbe fatto del male a tutti noi solo perché Damon non stava con lei, ne ero certa.

Ma non sapevo cosa aveva intenzione di fare Damon. Che avesse lasciato che facessimo tutti la fine di Elena o peggio, o se per ci salvarci sarebbe andato con lei?

Nessuna delle due: la combatteremo!

Sentì distintamente la voce di Elena nella mia testa e mi accorsi di non indossare il bracciale alla verbena, ma non avevo assolutamente voglia di alzarmi dal letto per prenderlo. Ero stanca.

Non fisicamente, ma psicologicamente ero davvero sfinita. Avevo paura di ciò che riservava il futuro, avevo terrore di andare via da sola o di stare a casa senza Stefan, Elena o Damon.

Scossi la testa e aspettai pazientemente che le mie amiche e mia sorella tornassero e mi dessero i vestiti.

La prima che vidi fu Elena, e rimasi di sasso. Era bellissima.

Aveva una maxi-maglia azzurra, con le spalline larghe e sopra uno scalda cuore pesante. La maglia le cadeva larga in vita e irregolare sulle gambe, coperte da un paio di fuseaux neri e attillati che la slanciavano in un modo assurdo.

Il vestito le risaltava gli occhi azzurri, solo di qualche tono più scuri.

Ai piedi portava degli stivaletti bassi, che avevamo comprato quel giorno, neri e con un fiocco su un lato, e quando camminava si sentiva un lieve “toc-toc” dei piccoli tacchi.

Aveva lasciato i capelli sciolti che le ricadevano leggeri sulle spalle e al collo portava una collana nera.

Poi entrò mia sorella, anche lei bellissima.

Aveva un maglioncino che avevamo comprato quella mattina e che, di sicuro, nessuna descrizione poteva risaltarne la bellezza.

Era di varie tonalità di verde ed era un “finto doppio”; sembrava che ci fosse una maglia sottile sotto di cui si intravedevano solo le maniche, mentre la parte più visibile era un po’ più grossetta, con una cintura verde in vita ed era senza una spallina.

Poi indossava dei jeans a sigaretta stretti e ai piedi delle normali all star nere, regalo di mia madre per il suo compleanno. Aveva legato i capelli in una coda alta e aveva messo un po’ di ombretto rosa.

Spostai lo sguardo a Viò.

Aveva un maglioncino stretto a righe orizzontali bianche e nere e un paio di pantaloni neri che le ricadevano con eleganza sulle gambe snelle.

Portava un paio di graziosissime ballerine rosse e aveva lasciato i boccoli rossi liberi sulla schiena.

Sorrisi a tutte e tre e le fissai, chiedendomi perché stessero tutte e due ghignando.

Poi mi accorsi che ero l’unica senza vestiti.

Ohoh, tocca a me!




Eccomi qui con un altro capitolo!

Scusate per questo ritardo, ma piuttosto che scrivere cavolate ho preferito aspettare!

Comunque volevo fare una piccola precisazione: come forse avrete notato, nel mio racconto Damon ha gli occhi azzurri, mentre nel libro dovrebbe averli neri.

Ci sono due motivazioni: la prima è che con gli occhi azzurri è più figo. La seconda è che nella foto che ho messo nella "Scheda personaggi" Ian ha gli occhi azzurri, e dovevo rispettare questa piccola differenza!

Poi, un'altra cosa: per il capitolo che sto già scrivendo mi servirebbe il libro numero 4, per una descrizione. Purtroppo questo libro ce l'ha una mia amica e devo aspettare che lo finisca prima di riaverlo indietro. Per cui ci sarà un piccolo ritardo anche per la scrittura del capitolo.

Bene, per ora è tutto.

Comunque al solito ringrazio chi ha messo questa storia tra preferiti, seguite e da ricordare, e naturalmente chi ha recensito!

Baci e alla prossima.

°°Samirina°°


  
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