Anime & Manga > Sugar Sugar
Segui la storia  |       
Autore: _morph_    01/03/2011    5 recensioni
sono passati cinque anni da quando Pierre e Chocola stanno insieme, ma qualcosa non va per il verso giusto. qualcosa si insinua nel loro rapporto, in particolar modo, nella vita di Chocola.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
grandi e piccoli inconvenienti

Il ritorno a scuola non fu affatto piacevole. avevo i compiti in arretrato, continuavo a cercare un modo per liberarmi dagli incubi, purtroppo, senza risultati. i pomeriggi non li passavo più molto con Pierre, stavamo insieme al massimo mezz'ora, poi basta, e i sogni aumentavano, non mi davano  tregua, mi stremavano e non mi facevano respirare. ero finita col dormire con Vanilla, e lei, ogni santa notte, mi svegliava. ma non durò molto neanche quella situazione, le chiesi di poter dormire nuovamente sola, ma i miei tormentati sogni si stavano cominciando a manifestare più volte durante la notte, non lasciandomi spazio, non facendomi dormire.

 

Pierre mi circondava i fianchi con le braccia, sorridendomi gentilmente -non hai dormito bene questa notte?- chiese notando il mio viso stanco

-no... in questo periodo non ci riesco- abbassai lo sguardo infastidita dal suo palese disinteresse. solo adesso si preoccupava?! eppure non mi sembrava gli interessasse quando mi lasciava sola, oppure mi chiamava per incontrarci per soli dieci minuti

-i tuoi incubi?- abbassò il viso guardandomi

-i miei incubi- asserii nervosa

-d'accordo... ci vediamo domani- fece per baciarmi ma mi allontanai prontamente

-domani non posso- continuai mentendo, ma non avevo voglia di vederlo. non capivo il perchè, ma lui in quel periodo se ne stava fregando di me, perchè mi sarei dovuta preoccupare di incontrarlo?

-come mai?-

-ho da fare. devo trovare un modo per stare meglio...-

-va bene- si girò, ma lo fermai prendendolo per la manica della giacca

-va bene?! io non dormo perché continuo a sognare di non riuscire più a respirare e per te va bene?!- stavo urlando, ma non mi interessava, ero nella mia camera, facevo quello che volevo

-è una tua scelta avere ancora questi incubi- rispose impassibile. iniziai a piangere. lacrime di rabbia, tristezza, solitudine... disperazione.

-sai che ti dico?! non venire domani, neanche dopo domani, e il giorno dopo ancora. io non lo voglio un ragazzo che quando tutto va bene vuole stare con me, e quando c'è qualche problema mi lascia sola. hai capito?! io non voglio! credevo di fare la cosa giusta a stare con te, ma evidentemente mi sbagliavo!- il suo viso era stupito, ma il mio... il mio era una maschera di dolore -vattene! vattene via dalla mia vita, perchè se mi tratti così, evidentemente il nostro... il tuo, non è amore!- guardai il velo posato sui suoi occhi, quel velo ghiacciato, quel velo azzurro, frantumarsi miserabilmente

-vuoi dire che non vuoi continuare a stare con me?-

-a stare con te?! credi che quello che stavamo facendo era stare insieme?! eh?! per te stare dieci minuti con una persona è stare insieme?! fregarsene di lei, dei suoi problemi, di tutto quello che passa, è amare una persona?!- i singhiozzi di tanto in tanto mi fermavano, le sue pupille erano dilatate, gli occhi sbarrati

-sai che ti amo!-

-questo sarebbe amore?! tu non mi ami, non mi hai mai amata, ero io ad amare te!-

-vorresti dire che è finita?!-

sentii una fitta al cuore, che mi fece mancare il respiro -sì- sussurrai. ebbe la mia stessa reazione, come se tutto ciò in cui credeva, in cui aveva riposto le sue speranze si fosse... svuotato senza lasciare entrare nient'altro. il vuoto. quello in cui navigavo io ormai da tempo.

-credi che lasciandomi le cose si risolveranno?! sono i tuoi incubi che ci allontanano! e non dire che non me ne importa di te, perché mi sembra che quando non riuscivi a dormire ero io a tenerti tra le mie braccia, io a consolarti!-

-hai ragione, all'inizio era così, ma appena ti è stato detto che questo problema lo potevo risolvere da sola, allora ti sei allontanato. io ormai non dormo più, dopo che ho quei sogni non mi riaddormento. e tu lo sai perfettamente, ne sei cosciente, e non te ne importa! magari questa situazione è troppo per te, ma io ho bisogno di una persona presente!-

-io non riesco a starti accanto mentre soffri, urli, piangi! è una cosa che non riesco a fare! perché quando ti guardo, e capisco che tu potresti stare meglio, che potresti smetterla di avere questi incubi, io non posso non arrabbiarmi!-

-e allora vattene! vai via da me! se non mi vuoi vattene!-

-ma io non voglio andarmene da te, devi capirlo!-

mi calmai, ma era una quiete nervosa -mi avevi promesso che non mi avresti mai lasciata sola. era una bugia?-

-non era una bugia! è così difficile da capire, non riesco a vederti in questo stato, tu potresti stare meglio, ma non vuoi. non puoi pretendere che io resti qui a guardarti!-

-e allora vattene via!- la mia furia stava divampando, non volevo veramente lasciarlo, ma la nostra non era più una relazione, lui si stava allontanando da me

-bene- sussurrò voltandosi, uscì dalla finestra. mi sdrai sul letto. lasciando cadere le lacrime, che per troppo avevo trattenuto.

stringevo le lenzuola a pugno, trattenendole sulle mie labbra, in modo che i gemiti di dolore fossero soffocati. il mio cuore si stava lentamente frantumendo, non mi piaceva. la porta si aprì. vidi Vanilla di fronte a me, un'aria preoccupata dipinta sul viso. si sedé accanto a me, abbracciandomi, come solo la mia migliore amica sapeva fare -che è successo?-

-ci siamo lasciati- sussurrai tra i singhiozzi

-come mai?-

-io mi sono arrabbiata perché non stava mai con me, e lui continuava a dirmi che era perché non riusciva a vedermi in questo stato, ma io continuavo ad attaccarlo, e abbiamo finito per litigare, e lui poi se ne è andato, dopo che gli ho detto che non volevo più stare con lui- aumentò il suo abbraccio

-non hai sbagliato Chocola- mi consolò

-ma... lui era arrabbiato con me anche perché... quando siamo andati da mia madre lei mi ha detto che forse poteva togliermi questi incubi dalla testa, ma io dovevo addormentarmi, tornando ad avere quei sogni, così che lei, con un incantesimo, li avesse potuti vedere. ma mi sono rifiutata, perché non volevo e lei mi aveva detto che potevo riolvere il problema anche da sola. ma lui la notte in cui mi ha riportata a casa, mi ha detto che non ce l'avrebbe fatta a vedermi con l'espressione che avevo quando stavo male- avevo raccontato solo a Vanilla della sera in cui ero andata da mia madre

-forse lasciarvi non è stata la soluzione più adatta-

-io non ce la facevo più a vederlo solo dieci minuti al giorno. senza potergli raccontare che cosa avessi, senza...- vidi Vanilla che fissava un punto lontano, mi voltai per constatare cosa stesse guardando. Pierre era fuori dalla mia finestra, aspettava pazientemente. la mia amica si alzò

-cerca di dire anche a lui le cose che hai detto a me- aveva le guance completamente arrossate. mi alzai frettolosamente, aprendo la finestra, mi guardò per qualche istante

-ti va di parlare, con più tranquillità?- propose gentilmente. sorrisi allegramente, felice che fosse tornato. ci sedemmo entrambi sul mio letto, io a gambe incrociate di fronte a lui. gli raccontai tutto ciò che mi era capitato in quei giorni, tutti i nuovi dettagli dei miei incubi, tutto ciò che provavo per lui e il motivo per cui mi ero tanto arrabbiata. ascoltò tutto ciò che avevo da dire, interrompendomi ogni tanto -quindi hai sentito molto la mia assenza-

-sì, tantissimo- mi prese fra le sue braccia

-credevo solo di fare il tuo bene allontanandomi per un po' da te-

-io ho bisogno di sentirti vicino a me- mi sorrise baciandomi dolcemente

-se starti accanto in questi momenti difficili è il prezzo da pagare per stare con te... accetto volentieri- notai la naturalezza e la spontaneità delle sue parole, non potei fare a meno di sorridere soddisfatta

-davvero è difficile starmi vicino con questo problema che ho?-

-no... ma, credevo che vedendoci di meno tu avresti ritrovato un po' di tranquillità, che negli ultimi tempi non sembrava esserci. Ma è stato stupido, dovevo starti accanto, proteggendoti da ciò che ti faceva soffrire-

-sì, dovevi- asserii con un sorriso. mi prese tra le braccia

-qual'è il problema?- sussurrò baciandomi la testa

-cosa?-

-qual'è il problema?cos'è che ti fa avere questi incubi?-

-io... non lo so. ma, sono sicura che diminuiranno presto, mi sto calmando- sapeva che stavo mentendo, lo percepiva -ti va di uscire? è da un po' che non stiamo insieme fuori- proposi sperando di cambiare argomento

-certo- il suo tono era serio, quasi deluso dalle mie mensogne.

mi portò in giro per la città. comprandomi vestiti, oggetti vari, di cui sicuramente non avevo bisogno, ma volevo -vuoi qualcos'altro?-

-non lo so, se vedo qualcos'altro che mi piace...- rise divertito della mia ingordigia nel comprare, anzi, fargli comprare. mi diede un bacio delicato sulle labbra -hai dormito sempre sola in questi giorni?-

-no... per un po' c'è stata Vanilla, ma le stavo solo causando problemi, facendole perdere il sonno. però quando ho ripreso a dormire da sola, mi svegliavo urlando, quando davvero credevo di morire soffocata, e non mi addormentavo più-

-rimarrò io con te ogni notte-

-non devi se non vuoi- lo ammonii gentilmente arrossendo

-per me non è un problema, e poi mi mancava dormire con te-

-ma... non ti farò dormire, ti dovrai svegliare, per poi calmarmi. non devi, a me basta vederti di più, passare il pomeriggio con te-

-sciocca, a me passare il pomeriggio con te non basta, stavo impazzendo senza poterti stringere a me quando volevo...- vidi una delle ragazze presenti nella mia scuola, che facevano la corte a Pierre, avvicinarsi, la notò anche lui. mi sentii minacciata da quella presenza. digrignai i denti imponendomi di non pregarlo di andarcene via. appena ci fu vicina mi scansò, attaccandosi a Pierre come una cozza. il mio cuore batteva come se mi volesse uscire dal petto, volevo urlare, piangere, dirle che lui era mio, che amava me. Ma le rispondeva gentilmente, e lei continuava a civettare, come se la mia presenza fosse una cosa scontata, che non era abbastanza importante per essere presa in considerazione. strinsi i pugni cercando l'auto controllo, che da qualche parte, dentro di me, ero sicura esistesse. aspettai qualche istante, il tempo di farla andare via, in cui ignorai le sue parole, i suoi gesti, finché non si allontanò -ti ha dato fastidio?-

-no-

-non mentire-

-un po'...- sussurrai innervosita, abbassando il capo -è solo che... entrambi mi ignoravate come se non esistessi...- intrecciai le braccia al suo collo, ero in punta di piedi, e non riuscivo comunque ad essere alla sua altezza

-se ti ha dato fastidio, allora ti prometto che la prossima volta la prima cosa che farò sarà presentarti- risi divertita. provò a baciarmi ma allontanai il viso prontamente -che c'è?-

-Pierre... tra poco è il tuo compleanno-

-già- mi avvicinò di più a se, non riuscivo a stare dritta, quasi non toccavo più per terra -avrò vent'anni-

-non ti vergogni a stare con una bambina?!- mi beffai di lui, con un tono sarcastico. Passò le labbra sulle mie, dischiusi la bocca donandogli la risposta che cercava. Le mie dita gli accarezzarono dolcemente i capelli. Quando mi lasciò lo guardai gentilmente -non so che regalo farti- gli sussurrai arrossendo

-tutti gli anni è la stessa storia, e tutti gli anni ti ripeto che non voglio nulla- feci una smorfia dissentendo quella sua affermazione

-appunto, facciamo allora uno strappo alla regola, visto che ogni anno mi ritrovo a non sapere cosa farti, aiutami a decidere il tuo regalo- sentenziai speranzosa

-te la caverai da sola, io non voglio niente. Tu che passi la serata a casa mia è il mio regalo di compleanno più bello- mi dava fastidio che non mi aiutasse

-ogni anno passo la sera a casa tua, anzi, ogni Sabato. voglio farti un regalo di compleanno, come tu lo fai a me-

-ma io non voglio niente- cercò di baciarmi ancora, ma discostai la testa

-questa poi è una cavolata- sbuffai irritata

-prendi ciò che vuoi-

-non posso prendere ciò che voglio- mi guardò stupito

-e perché no?-

buttai gli occhi al cielo -perché se prendo ciò che voglio, ovviamente, quando arriverò sul punto di non sapere sul serio cosa fare, penserò ai tuoi gusti, subito mi verrà in mente la tua libreria, e finirò col comprarti un libro- continuava a non capire

-e allora? a me piacciono i libri, andrebbe benissimo un regalo del genere-

-non dalla tua fidanzata, è banale, io sono responsabile di fare qualcosa che ti piaccia sul serio-

-ma a me piacerebbe sul serio- abbassai lo sguardo; continuava a non capire

-è come se tu mi regalassi una barretta di cioccolata- borbottai aggrottando le sopracciglia

-va bene, farò una lista delle cose che desidero per il compleanno, va bene?- annuii nuovamente felice, mi baciò per poi riprendere a camminare, entrambi felici di come fossero andate le cose. Ma il dolore che provavo al petto non era cessato, e quando avevo visto quella ragazza che parlava con Pierre, era addirittura aumentato. Nulla stava andando veramente bene. Abbassai il viso sconsolata da quei pensieri -va tutto bene?- mi chiese scrollandomi un fianco, dalla parte in cui mi prendeva. Annuii tristemente -credevo fossi felice visto che abbiamo fatto pace e hai ottenuto per una volta la lista di ciò che voglio per il compleanno- constatò, facendomi notare il fatto che c'era, ancora una volta, qualcosa che non andava. Vedendo il suo viso serio, e il fatto che non mi guardava, cominciai a preoccuparmi che potessimo litigare ancora

-infatti sono felice, sono felicissima di come stanno andando le cose tra di noi e per la storia del regalo- ma continuava a fare quella faccia che mi faceva tanto sussultare -che cosa facciamo la sera del tuo compleanno?-

-ti porto a cena fuori- rispose senza un velo di emozione -non riesco a capire che ha il mio compleanno per mandarti fuori di testa-

-perché?-

-ogni anno appena si avvicina il mio compleanno ti metti a fare le cose più strane- feci una smorfia, non era assolutamente vero

-che bugiardo... e poi non sarò mai peggio di te- fece una risata sarcastica

-ah io?! non tu che l'anno scorso volevi regalarmi un fiore che avevi visto su un libro e per andarlo a prenderlo su extramondo ti sei quasi ammazzata-

-che ne potevo sapere si trovasse in un bosco?! tu a ogni mio compleanno ti metti a fare il romantico e mi fai regali che qualcuno solo a vedere quanto costano sverrebbero- non che mi dispiacesse il fatto che mi facesse cose del genere

-ingrata. comunque non fare stupidaggini del genere, questa volta non voglio venire a cercarti per tutta extramondo- gli diedi una leggera gomitata

-non sono ingrata, a me piacciono tutti i tuoi regali, ma è vero che spendi un patrimonio-

-e la cosa ti dispiace?-

-assolutamente no- risposi con un sorriso birichino stampato in faccia -comunque nel caso non ti piaccia il mio di regalo, hai sempre quelli che ti faranno le altre duemila ragazze a cui piaci e poi c'è Yurika...-

-questo che vorrebbe dire?!- mi fece fermare, non ero la sola ad essere nervosa allora

-che ricevi tantissimi regali e che Yurika di sicuro lo ha già scelto, comprato, impacchettato e di sicuro avrà dato un bacio al bigliettino, con il rossetto, così da farti piacere- risposi di riflesso, senza riflettere neanche per un istante, e sapevo si sarebbe arrabbiato

-magari allora mi farà piacere davvero, forse mi avrà preso un libro, senza badare alle idiozie e prendendo una cosa che mi piace sul serio, seguendo i miei gusti- si calmò solo dopo facendomi riprendere a camminare. Mi ribellai alla sua presa voltandomi e andandomene. Magari aveva ragione ad arrabbiarsi, ma sapeva che dicendomi quelle cose mi avrebbe ferita, sapeva quanto tenessi a fare una buona impressione quando compieva gli anni, visto ciò che faceva lui ad ogni mio compleanno. Forse quella non era una ragione valida per litigare, sta di fatto che arrivai a casa sola, arrabbiata e con la voglia di rompere tutto.

 

 

 

 

Commenti dell’autore:

io capisco che siete pigri ed occupati, ma non recensisce nessuno, mi fate andare in depressione. Tanto per cambiare li ho fatti litigare (ma io sono un genio) ma non sperate sia facile questa volta, dovrete aspettare il prossimo chapter per capire perché.

Bacio Marmelade

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sugar Sugar / Vai alla pagina dell'autore: _morph_