quattro interminabili
giorni. erano quattro giorni che non ci parlavamo. avevamo provato a vederci
una sola volta, ma avevamo finito per litigare, dicendoci di tutto. Avevamo
urlato entrambi questa volta, non si era risparmiato in carinerie, e forse era
giusto così. Lui non mi cercava, e io non cercavo assolutamente lui. Ero
arrabbiata, furiosa, ma di sera, quando avvolgevo il mio corpo sotto le
coperte, cominciavo a desiderare che lui entrasse dalla finestra, come aveva
sempre fatto quanto discutevamo. Non pretendevo le sue scuse, volevo solo che entrasse
da quella stupida finestra e mi abbracciasse, che mi facesse sentire che lui
c'era ancora. Non mi aveva lasciato niente, se non la sua rabbia, e io gli
avevo lasciato la mia. Mi ritrovavo a chiedermi se mi voleva ancora, avevo
capito fosse cambiato qualcosa, si era stancato dei miei comportamenti, dei
miei sbalzi d'umore, del mio atteggiamento, ma non potevo fare a meno di
arrabbiarmi con lui appena sbagliava. Di certo Vanilla non mi era di aiuto
-avete litigato
ancora?- mi chiese quando una sera ci eravamo ritrovate a parlare nella sua
camera
-sì... e anche in
modo brutale- borbottai passando un dito sulla trapunta chiara
-dovresti essere più
gentile con lui... come lui lo è sempre con te- ed ecco di nuovo l'irritazione,
come poteva dire così?!
-io sono sempre
gentile con lui! ma se forse non civettasse davanti a me con tutte quelle
ragazze, magari la nostra relazione avrebbe anche meno problemi!- mi diedi una
calmata, notando che era rimasta male -scusa, non volevo prendermela con te-
-non importa...- ci
fù un attimo di silenzio -domani è il suo compleanno, ci farai pace o vi
ignorerete a vicenda?-
-probabilmente la
seconda- mi sdraiai posando una mano sul viso, coprendo la parte superiore -gli
darò comunque il mio regalo, non di persona ovviamente- anche se vederlo
sarebbe stata la cosa che mi avrebbe resa più felice al mondo
-cosa gli hai fatto?-
-un viaggio, volevo
andarci con lui, ma visto come stanno le cose, gli dirò di portare chi vuole, e
un libro-
-quando avete
litigato perché gli hai detto del regalo di Yurika non avevi ancora deciso cosa
prendergli, e l'ultima dubito tu abbia pensato ad un viaggio da fare insieme.
Quando gliel'hai fatto?-
-tra la prima e la
seconda litigata, quando volevo far pace, poi quando sono andata da lui per
scusarmi è successo il finimondo e a quel punto ho pensato di comprare anche il
libro- e la cosa non mi piaceva, anzi la detestavo
-perché un viaggio?-
-perché non avevo
altre idee. Alla fine la lista delle cose che voleva non me l'ha più fatta-
-e il libro?- perché
almeno lo avrei accontentato come avrebbe fatto Yurika
-è una lunga
storia...-
-credi che farete
pace?- quella domanda mi scombussolò, certo che avremmo fatto pace, noi non
potevamo lasciare tutto così
-è ovvio, tra noi
sono frequenti dei litigi, va tutto bene- e lo avevo detto più a me stessa che
a lei. Me ne andai nella mia camera. Il giorno dopo avrei lasciato la busta con
i biglietti per partire e una lettera, davanti alla sua porta. Gli avrei detto
di andare con chi voleva e gli avrei augurato buon compleanno, nulla di più. Mi
ritrovai a chiedermi come avrebbe reagito alla vista del libro, sapevo che
quello era solo un modo per incitarlo ad arrabbiarsi di più. Mi addormentai con
questi pensieri che mi riempivano la testa.
Mi alzai piuttosto
presto, nervosa sapendo ciò che avrei dovuto fare. Mi preparai lentamente,
tardando il più possibile il momento in cui sarei dovuta andare a dargli il
regalo.
Arrivai davanti alla
sua villa con una certa frenesia, volevo vedere la faccia che avrebbe fatto.
Ero certa fosse ancora arrabbiato, visto che ancora non era venuto da me, e
cominciavo a temere rimanesse così per sempre. Mi fermai davanti all'entrata.
Pensai che lasciandogli il regalo davanti alla porta, avrebbe pensato ancora
che ero una bambina. Decisi di affrontarlo, forse, vedendo del viaggio, avremmo
fatto pace, come sempre, e non vedevo l'ora. Suonai più smaniosa di prima di
vederlo. Aspettai qualche istante, finché non vidi la porta che fece per aprirsi.
Allargai un sorriso allegro che si spense subito, appena vidi chi c'era davanti
a me
-oh, Chocola-
sussurrò stupita Yurika. Era troppo presto per essere andata lì a fargli gli
auguri
-tu...tu che ci fai
qui?- sibilai con difficoltà
-ecco, ieri Pierre mi
ha chiamata, mi ha raccontato che avevate litigato, ciò che vi eravate detti
e...- il suo viso mi fece intuire tutto. Non sapevo se si erano solo baciati,
se erano andati a letto insieme, o se aveva dimenticato me con lei, non volevo
neanche saperlo. Tutto ciò che fui capace di fare fu far cadere il suo regalo,
cominciando a indiereggiare. Ero incapace di dire qualsiasi cosa, di fare
qualsiasi cosa. Continuava a guardarmi, sembrava dispiaciuta per me e io, senza
neanche un preciso senso, non riuscivo neanche ad odiarla, sentivo le lacrime
sul mio viso -senti, non è stato nulla di importante. Svegliati Chocola, lui
ama te- se mi avesse amata non mi avrebbe mai fatto una cosa del genere,
continuavo a tacere, le lacrime scendevano senza il mio consenso, ma non ci
badavo
-è sveglio?- chiesi
senza un preciso motivo
-no... sta ancora
dormendo, se vuoi te lo sveglio oppure se vuoi andare tu...- feci segno di no
con la testa
-lascialo dormire...
quando, quando si sveglia fagli gli auguri e... dagli il mio regalo per favore
e... basta- dissi tutto con la voce che mi tremava, stavo troppo male perfino
per guardarlo negli occhi
-vuoi che gli dica
che sai tutto?- una lacrima mi scese sulla guancia
-come vuoi, non
cambia molto...- mi asciugai il volto con il dorso della mano -ci vediamo-
andai via correndo. Non volevo più vederlo, non volevo più sentir parlare di
lui, lo odiavo, forse era quello ciò che provavo in quell'istante. Aperta la
porta vidi Vanilla che sbarrò gli occhi nel vedermi
-che è successo?!-
-forse era meglio che
restavo a casa...- sussurrai scoppiando a piangere. Mi abbracciò, stringendomi
come solo la mia migliore amica poteva fare -mi ha tradita-
-con chi?-
-con Yurika, avevo
ragione! credevo di stare impazzendo per quegli incubi, invece avevo ragione!-
poggiai il viso sulla sua spalla
-te lo ha detto lui?-
-no... ho visto
direttamente lei, Pierre dormiva- feci una pausa -e sai qual'è la cosa
peggiore?-
-quale?-
-che io le facevo
pure pena!- scoppiai a piangere di nuovo
-non sarà stato nulla
di importante, lo sai ciò che prova per te. Sono sicura che è stato con lei
solo per rabbia verso di te...-
-non mi importa! se
fossi stata io con un altro lui si sarebbe infuriato, forse non mi parlerebbe
neanche più. Invece lui come al solito fa quello che vuole! lo odio, lo
detesto!- in quel momento lo pensavo, ma sapevo che era la rabbia momentanea,
ne ero cosciente
-non dire così-
soffiò al mio orecchio passandomi incessantemente la mano sulla schiena. La
lasciai guardandola
-io esco...-
-non credo sia il
caso visto come stai-
-Pierre verrà a
cercarmi e a me non farà altro che bene svagarmi un po'- prima che avesse la
possibilità di ribattere, uscii senza troppe cerimonie. Mi misi il cappuccio
vedendo che stava nevicando, avevo voglia di urlare. Mi infilai nel centro
della città, non mi importava di dove stessi andando, non mi importava di
niente. Ormai erano ore, forse, che giravo. Mi sentii prendere da dietro.
Appena mi girai lo vidi, era di fronte a me, pronto a dirmi qualsiasi cosa pur
di farmi cambiare idea.
-sono ore che ti
cerco, si può sapere dov'eri?!- mi levai le sue mani di dosso, facendo poi un
passo indietro, tutto ciò che trapelava dal mio sguardo era ripugnanza
-dobbiamo parlare di ciò che è successo-
-dobbiamo?! io non ho
niente da dirti, per me puoi anche andartene- si avvicinò di nuovo
-mi devi lasciar
spiegare ciò che è successo-
-ma io non voglio
sapere niente, sei libero di fare ciò che vuoi, vattene da tutte quelle ragazze
che possono renderti felice come meriti, io ho finito qua- non lo credevo
davvero, ma era ciò che si meritava
-lei per me non conta
nulla, lo so io, lo sai tu e lo sa anche Yurika. Ho sbagliato, non cerco
giustificazioni, ma io e te avevamo litigato, non capivo niente!- lo spinsi via
-ti odio! tu capivi
tutto perfettamente! vattene da lei, io non ti voglio più vedere, ti odio con
tutta me stessa!-
-non dire così, mi
ami come io amo te, ho fatto uno sbaglio, mi dispiace!- cominciai nuovamente a
piangere, mi feriva, quelle sue parole mi laceravano, mi facevano rendere conto
di quanto grave fosse la situazione
-sì che volevi! lo
sapevo, sapevo sarebbe andata a finire in questo modo, da quando vi ho visti
insieme!-
-Chocola, ti sbagli,
tra me e lei non c'è niente, non voglio nessun altra a parte te-
-smettila di dirmi
bugie! scommetto che questo pensiero non ti ha sfiorato nemmeno quando le tue
mani erano sul suo corpo- rimase in silenzio, le sue difese erano finite,
sentivo un dolore tanto forte da non riuscire a respirare -sono stata così
stupida a pensare di venire a casa tua e fare pace con te- mi pulii le guance
passandoci il dorso della mano
-possiamo ancora far
pace, partiremo con i biglietti che mi hai regalato, niente si intrometterà tra
di noi- non riuscivo più a credergli, non ce la facevo, non in quel momento
-parti con lei, o con
chi vuoi, io non ne voglio più sapere di te- me ne andai, lasciandolo dov'era.
Era finita, tra me e lui, tra me e il principe dei Malefici era tutto finito.
Ma lo amavo, continuavo ad amarlo più di ogni altra cosa, forse era questo il
problema. Entrai nella mia camera sbattendo la porta. Mi accasciai in
ginocchio, una mano sul petto. Di nuovo quel dolore, mi feriva, mi faceva tanto
male da farmi sudare freddo. Non ce la facevo più, stava andando tutto
degenerando.
Provai a dormire, ma
i miei incubi mi continuavano a perseguitare, ormai si era fatta notte,
alternavo i pianti al sonno, ma entrambi mi facevano soffrire. Ero rannicchiata
sul letto, di nuovo il desiderio che lui fosse con me. Come aveva potuto farmi
una cosa tanto orribile? Io non l'avrei mai fatto, e se fosse successo lui non
me l'avrebbe mai perdonato. L'immagine di loro due insieme mi scombussolava la
testa. Era davvero tutto finito?! Tra me e lui? che ne avevamo passate tante,
che non avevamo mai neanche pensato lontanamente a stare uno lontano
dall'altra. Non riuscivo ad immaginarmi con un qualsiasi altro ragazzo, non ce
la facevo, non volevo. Volevo stare con lui, volevo passare il giorno del suo
compleanno a casa sua, avrei voluto dargli di persona il mio regalo, renderlo
felice, far pace. Ero io a dover passare la notte con lui, non lei. Invece era
andato tutto male, lei era andata da lui, che le aveva parlato dei nostri
litigi, di quanto ero insopportabile in quel periodo ed erano finiti con lo
stare insieme. Lei gli aveva accarezzato il viso, lo aveva stretto a se,
l'aveva baciato, lei stava passando con lui il suo ventesimo compleanno, non
io, e questo mi faceva male, mi faceva soffocare, non mi permetteva di
respirare, ma questa volta non era un incubo.
commenti dell'autore:
allora, come prima
cosa vorrei dirvi che non sono stata io a volere il tradimento, ma i fatti. Ve
lo giuro, io non centro nulla, io avevo pensato che lei gli dovesse portare il
regalo, lasciarlo davanti alla porta e poi aspettare che uscisse e vedere la
sua reazione, senza che la vedesse, poi però ho pensato che sarebbe sembrato
infantile e da vigliacca lasciarlo davanti alla porta per poi andarsene, così
ho pensato che glielo dovesse dare di persona, ma poi sarebbe stato smielato fargli
far pace quando lui avrebbe visto i biglietti. Così mi sono detta, perché non
far aprire la porta a Yurika? sarebbe scoppiata la terza guerra mondiale e poi
avrebbero fatto pace, ma poi mi sono ricordata che era mattina presto, e mi
sono chiesta "perché Yurika dovrebbe essere lì a quell'ora del
mattino?" e la risposta è venuta da se. Come potete vedere è stata colpa
dei fatti, non mia, io non centro niente! Vorrei ringraziare honey che mi ha
consigliato il regalo (io non avevo idee) e come farli rincontrare dopo il
tradimento, io avevo pensato che dopo aver parlato con Vanilla sarebbe andata
in camera e lo avrebbe trovato lì, ma è più carino così, non credete?! Meglio
che vada, vi prego non mi insultate, al mio cervelletto verrà in mente un modo
per far tornare tutto a posto (credo)
bacio Marmelade!