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Autore: __gryffindor    07/03/2011    1 recensioni
Basta poco a cambiare un avvenimento
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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« Sei sempre stata dolce e tranquilla. Ti ricordi quando mamma si arrabbiava con me e tu cercavi in tutti i modi di calmarla? C’erano occasioni in cui ti prendevi tutte le colpe, e pensare che non è mai stata colpa tua, neppure una volta. Tu eri la bambina che sempre avevano desiderato: la ragazzina dal cuore d’oro, meticolosa e volenterosa.
Io, al contrario, ero l’eversivo, il malvagio, il mattoide e chi ne ha più ne metta. Sono finito per divenire un Mangiamorte, capisci? Io, amante della pazzia, sono andato dalla parte di Tu-Sai-Chi. Per quale ragione ti dico questo, Kate? Perché sto per morire, manca poco alla mia fine. Non voglio essere curato, morirò con il cordoglio di non essere stato un buon fratello.
Mi dispiace di aver messo la tua vita in pericolo, era l’ultimo dei miei desideri. Avresti meritato un altro fratello, un’altra vita, altri genitori, però ti è toccato questo modo di vivere.
Ti ricordi quando avevi ancora la traccia e mamma lasciava una lista delle cose da fare sul tavolino della cucina? Non facevi mai nulla le prime ore, poi, quando guardavi l’ora - e ti accorgevi che era tardi -, cominciavi a correre qua e là, eliminando ogni numero della lista, fino ad arrivare all’ultimo. Conoscevi l’ora, i minuti e perfino i secondi; sapevi sempre quando mamma avrebbe varcato la soglia di casa. Eri intelligente, lo devo ammettere. Io non aiutavo mai, stavo in camera mia e cercavo di trovare la via, quella che avevo perduto da qualche tempo.
« Quando compiesti quindici anni, ti regalai un braccialetto che ancora porti al polso, sei sorprendente. Quel bracciale non è mai stato un normalissimo gioiellino, era molto di più, mi permetteva di capire se eri in pericolo o meno. Emetteva un suono impercettibile quando ti avvicinavi a me. Ero il rischio, Kate. Perdonami, perdonami per tutto quello che ti ho fatto ».
Kate era lì, davanti al letto in cui era sdraiato il fratello maggiore, che lo ascoltava. Le lacrime erano iniziate a scorrere dalla prima sillaba che era fuoriuscita dalle labbra di fratello, anche se non avrebbe voluto fargliele vedere; quelle gocce delicate facevano sentire il ragazzo un verme, e ce ne voleva per farlo sentire a quel modo.
Damien era sempre stato un contestatario, fin dalla tenera età, non gli era mai interessato della purezza del sangue, anche se era stata proprio quella a farlo avvicinare a coloro che speravano nella rinascita del Signore Oscuro, non gli era mai fregato della scuola, e pensare che aveva sempre avuto voti egregi. Il suo unico interesse era sempre stato verso sé stesso, l’amore che provava per il suo bel visino era al limite del narcisismo.
« Non ho nulla da perdonarti, Dam, nulla » cercò di asciugarsi le lacrime mentre proferiva quella frase. « Nulla » questa volta lo ripeté più a se stessa che al fratello. Damien, secondo il suo ragionamento, non le aveva mai fatto niente, anzi, era stato un ottimo fratello, il migliore in realtà.
Quell’ultima parola diede inizio alla fine, il cuore di Damien smise di battere e la sua anima, ora libera da qualsiasi colpa, poté andarsene in pace. Kate, che era lì davanti, sentì i dottori babbani entrare nella stanza per cercare di rianimarlo, la ragazza li fermò, sarebbe stato inutile, ed era meglio così. Era stato desiderio del fratello, quello di raggiungere un ospedale babbano, invece del San Mungo.
  
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