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Autore: Freya Crystal    07/03/2011    12 recensioni
La storia di Bella, una schiava, e di Edward Cullen, il suo padrone.
Estratto dal capitolo 4:
"Sono passati due mesi, tre giorni e sei ore da quando quel maledetto vampiro si è intromesso nel mio destino, salvandomi. Sì, ora – e non so perché – lo ricordo perfettamente. Edward mi ha sottratta dalle grinfie della morte per portarmi all’Inferno. Un Inferno fatto di vestiti, letti e camerini, dove si odono gemiti di godimento e si respira solo l’odore del sesso, dove gli unici sentimenti esistenti sono il dolore, l’abbandono e la paura.
Genere: Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Twilight
Capitoli:
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Ti prenderanno







Cammino rapidamente, incurante della destinazione. L’aria che si respira è quella tipica delle serate primaverili, ma c’è qualcosa che mi ostacola nella ricerca della tranquillità.
Non guardo indietro, sono troppo impegnata a sfogarmi con me stessa per accorgermi delle ombre proiettate sulla stradina.
Credevo che mi avrebbe fatto piacere veder tutti prendere i preparativi alla leggera, invece non è stato così. Mi sento vuota, messa da parte, dimenticata.
Che cosa mi aspettavo?
Non volevo una super cerimonia, certo, ma nemmeno che tutti ne parlassero come se si trattasse di un giorno qualunque.
Ho voglia di andarmene e le mie gambe mi sembrano più che sufficienti come mezzo di trasporto, vista la determinazione che ho nel volerlo.
<< Dov’è? >>
Una voce. La voce di un uomo.
Velocizzo il passo.
<< Eccola! >>
Il rumore di uno sparo.
Istintivamente, senza rendermene conto, inizio a correre. L’unica fonte di luce nel parco sono i lampioni posti ai lati della stradina, le stelle sembrano essere state risucchiate da un velo nero. Ce la metto tutta per distanziarmi dai miei inseguitori, ma so che non potrò farcela, non sono mai stata brava nella corsa.
Non è possibile. Ci sono persone che mi vogliono morta. Uomini che in questo momento mi stanno inseguendo armati di fucile.
No, non può essere.
L’aria mi graffia i polmoni, i respiri che prendo mi lacerano la gola, ma nonostante il crescente bruciore continuo a correre.
<< Non deve scappare! >>
La paura mi fa acquistare una nuova velocità. Non riesco a sentire il mio corpo, percepisco solo lo scalpiccio di più paia di piedi sulle mie tracce. A quest’ora dovrei essere già stramazzata al suolo con un proiettile piantato in testa, invece sono ancora viva, ancora in fuga, disperata a tal punto da non potermene rendere conto. La realtà non è come i film.
<< E’ la! >>
Trovata.
La realtà è un infinito susseguirsi di secondi, attimi inafferrabili e spietati. Uno schiocco di dita, un battito di ciglia, niente di più. Questa è la vita. La vita è quella cosa fragile ed effimera che neppure quando te la stanno strappando via è in grado di farti percepire il suo profondo significato, che senso, o che valore abbia. Sto per morire, eppure nessuna immagine mi sta trapassando la mente, se non quella dei miei piedi che calpestano l’erba e si lanciano in una disperata ricerca di salvezza. Dov’è il mio film?
Un altro sparo. Un tuffo al cuore.
Il parco si sta oscurando, la luce sta svanendo lentamente, risucchiata dal buco nero del cielo. E a poco a poco l’angoscia mi sta inviluppando.
Poi un dolore distruttivo, mille lame a grattarmi la pelle della schiena e a strapparmela di dosso. Inarco la testa verso l’alto, il respiro mozzato.
Mi hanno sparato.
Non fa male come mi ero immaginata.
Raddrizzo il capo, tornando alla realtà. Sono in… Chiesa?
Coraggio Bella, fai un respiro profondo e cerca di capire cosa ti sta succedendo.
Oh no.
No, no…
Indosso un lungo abito color perla, ho i capelli legati in un sontuoso chignon e centinaia di persone mi stanno fissando. Faccio scorrere lo sguardo sui loro volti, meravigliati, sorridenti, curiosi, impazienti; sono tutti concentrati su di me.
E’ il giorno del mio matrimonio. L’uomo col quale ho deciso di passare il resto della mia vita è di fronte a me, in fondo alla sala, che aspetta di diventare mio marito.
Non ho emozioni, o forse ne ho talmente tante che il mio corpo le ha sigillate da qualche parte per il timore che io scoppi nel tentativo di stiparle tutte.
Alice mi aveva detto che alla fine ce l’avremmo fatta. Io ne le avevo creduto.
E ora eccomi qui.
Tre giorni. Tre giorni per organizzare un matrimonio al quale nessuno aveva dato peso.
Liscio il bustino dell’abito e alzo lo sguardo, fiera, radiosa, colla consapevolezza di essere la donna che non potrò mai più essere in tutta la mia vita.  


**


<< Ti è dato completamente di volta il cervello. >>
<< Forse. >>
<< Noi non ti riconosciamo più. >>
<< E se ti dicessi che non mi avete mai conosciuto? >>
<< Inizieremmo a farlo da adesso… Il che porterebbe a conseguenze imprevedibili. >>
Il vampiro tace ciò che a parole non vuole esplicare.
<< Non la trasformerò. >>
Perdo un battito. Qualcosa in me scalpita e s’affanna per avvertirmi del rischio che sto correndo.
<< Devi farlo, Edward. Non sopravvivrà. >>
<< Sbagli. >>
Tremo, scossa dalla vibrante certezza di quella parola.
<< Ricordati che è il pensiero che sai leggere, non il futuro. >>
<< Appunto, tienilo a mente. >>
Un’improvvisa euforia prende il sopravvento sul mio autocontrollo. La speranza si riaccende, dalla fioca fiammella che ne era rimasta divampa un fuoco avvolgente. Mi sento come se una forza superiore mi stesse guidando, fiduciosa, inarrestabile, verso la luce. Verso la fine dell’incubo.
Qualcosa mi dice che i vampiri non mi sentiranno. Non si accorgeranno che me no sto andando, troppo impegnati a discutere.
Esco di soppiatto dalla camera, lottando con le mie emozioni per impedire al loro violento risveglio di tradirmi nella fuga. Ho visto l’entrata della reggia dei Volturi una sola volta, quando sono stata portata qui, ma ricordo quel giorno come se fosse accaduto ieri. Non saranno i limiti della memoria umana a fermarmi: contro di essi c’è la mia vita, in gioco.
Improvvisi stralci del mio passato riaffiorano a graffiarmi la mente, dolci e taglienti, decisi a farmi assaporare la vita che ho perduto. Quella  vita che non mi piaceva e che solo dopo averla perduta ha svelato la bontà del suo sapore.
Sto percorrendo il corridoio che il mi-
No… io non ho un padrone.  
… che Edward mi obbliga a percorrere quasi tutti i giorni per portarmi nei più lussuosi negozi di abiti. Nessun vampiro in vista.  Forse sono diventata invisibile. Ecco spiegatosi il misterioso calore sprigionato dal mio corpo che mi infonde coraggio.
E c’è una forza fisica, che non ha mai fatto parte di me, a guidarmi. Una forza che mi fa compagnia da quando mi sono svegliata. Sono agile e decisa come una pantera scappata dallo zoo che non ha paura di essere presa. E’ merito di Dio?
Chi altro potrebbe aiutarmi  a fuggire da un palazzo sotterraneo abitato da vampiri senza essere vista o sentita?
Ma è ancora troppo presto per cantare vittoria. Il labirinto di corridoi è privo di possibili nascondigli, se spuntasse un vampiro non farei nemmeno in tempo a dire “A”, perché ora Edward non c’è.
Percorro il lungo tappeto rosso, colla strana sensazione di averlo calpestato in un’altra vita. Non capisco cosa mi stia succedendo. Che mi abbiano fatto qualcosa quando sono svenuta con Edward ancora dentro di me? Deglutisco per la repulsione, scacciando le immagini che mi hanno aggredita al solo pensiero.
Me ne sto andando, bastardo.
La luce bluastra di due  torce appese al muro illumina una porta di legno intarsiato che non ho mai notato prima. Una voce interiore mi intima di non perdere tempo ad indugiare, così la oltrepasso, affidandomi al mio sesto senso.  Il cuore in gola, realizzo di essere ancora molto lontana dall’ingresso ai sotterranei. Mi metto a correre, bisognosa di allontanarmi al più presto dalla maledetta camera in cui vengo relegata. I miei piedi paiono di velluto.
Questo luogo è tutto un susseguirsi di porte e torce blu. Tetro, freddo, arcano. Alieno.
Ora più che mai so di non appartenergli.
No.
Mi fermo, le mie speranze si sgretolano e scivolano via come sabbia spazzata dal vento. E’ bastato un attimo.
C’è qualcuno che mi sta venendo incontro.
No!
L’inspiegabile tepore dal quale ero avvolta scompare. Faccio dietro front, disperata.
Sobbalzo. Ce n’è un’altra. Un’altra figura incappucciata. Indietreggio, tremando da capo a piedi, le lacrime mi pizzicano prepotentemente le ciglia.
E’ stato troppo facile. Ma solo per colpa mia, per colpa della mia illusione di poter evadere da questo palazzo maledetto.
Edward, dove sei?
Stupida, patetica Bella. Non è forse meglio morire?
Continuo ad indietreggiare, senza osare scoprire quanti passi mi separano dalla figura incappucciata che è alle mie spalle. Tengo gli occhi fissi in quella che ho di fronte, che da l’impressione di levitare a pochi centimetri da terra, il volto cereo appena visibile da sotto il cappuccio scuro.
<< Facevi un giro? >>
Il mio cervello registra all’istante la proprietaria di quella voce azzurra e falsamente cordiale: Jane, l’inquietante vampira dalle fattezze angeliche, quella che mi portava il pranzo in camera pretendendo di sentire la mia voce. Mi sforzo di annuire, incapace di smettere di tremare.
Uccidimi. Ora. Fai finire tutto.
La vampira si ferma a pochi metri di distanza da me. Volto la testa di scatto e realizzo che la figura incappucciata che avevo vista prima non era altri che lei; mi deve essere passata davanti a velocità fulminea per sorprendermi da dietro.
<< A quanto pare ti sei ripresa. Ma dov’è il tuo padrone? Di solito non ti permette di uscire da sola… >>
In lunghi, dolorosi, terrificanti mesi mi sono abituata al silenzio al punto da non ricordare più come si faccia a parlare. Vorrei dire qualcosa, ma un pulsante invisibile preme sullo stop, bloccandomi le parole in gola.
Jane fa un risolino fanciullesco, scoprendo il pallido volto incorniciato dai corti capelli biondi. << Credo che dovrò ucciderti. >>
Raggelo, condannata a guardarla dritto negli occhi, incatenata alle sue demoniache iridi cremisi. Non può farmi del male col suo potere, ma può prosciugarmi fino all’ultima goccia di sangue.
Charlie, Alice, Jasper, addio.




Spazio dell'autrice: non mi piace com'è uscito questo capitolo, ma lo pubblico lo stesso, non ho intenzione di fermarmi ;) Lascio a voi il diritto di giudicare. Per chi ha già letto qualcosa di me, sa che creo scenari difficili da inquadrare, quindi ci è abituato, per chi invece non lo sa: portate pazienza.
Cosa succederà a Bella, adesso?
Ringrazio tutti del sostegno, e mi scuso se non rispondo a tutte le recensioni, preferisco mostrarvi la mia gratitudine qui, a meno che non abbiate domande specifiche da rivolgermi.
Alla prossima!
  
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