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Autore: orual    09/03/2011    15 recensioni
Siamo nel 2001, e la vita va avanti, tra studio, lavoro, progetti e quotidianità. Uno sguardo che sbircia sul quotidiano dei nostri eroi, alle prese con il matrimonio di un'amica e con i loro sogni nel cassetto!
Hermione spalancò la bocca e sedette di schianto sullo sgabello più vicino.
-Beh? Che succede?- chiese Ginny, preoccupata, tendendo la mano per prendere l’invito.
-Si... sposa!
-Come?
-Luna si sposa!
-Cosa!?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Luna Lovegood, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 Salve a tutti! Mentre ero impegnata con Villa Conchiglia, di cui a breve posterò il nuovo capitolo, mi è venuta questa idea, e l’ho buttata giù in una serata passata a fare la baby sitter, dopo aver messo i bambini a letto. Diciamo che è... un anticipo del progetto di ampie vedute a cui sto cominciando a dedicarmi, divertendomi un mondo.
Alcune note possono essere necessarie:
-La storia è intesa come il più possibile IC
-Siamo nel 2001
-Hermione vive per conto suo a Londra, e Ginny da qualche mese si è trasferita da lei
-Molti personaggi che incontreremo non sono ancora impegnati in quella che sarà la loro occupazione finale e famosa: sono passati solo tre anni dalla fine della guerra e sono tutti molto giovani
I personaggi non mi appartengono. Sono di J.K.Rowling, ed io li uso per divertimento.
Senza perdere altro tempo, vi lascio alla lettura!

 
Settembre
-Hermione? Hermione!
Ginny Weasley fissava la finestra immobile, con in mano un cucchiaino sporco di marmellata che restava dritto a mezz’aria come uno scettro. La tavola recava i segni di una colazione in via di conclusione, e la cucina del piccolo appartamento aveva decisamente bisogno di una riordinata.
-Cosa c’è?- rispose l’interpellata, spingendo la porta socchiusa ed entrando in cucina. Appoggiò una pila di scartoffie di pergamena sul piccolo piano d’appoggio subito a destra della porta, visto che il tavolo era troppo ingombro, e si voltò verso Ginny, ancora impalata, eliminando con un colpo di bacchetta le grosse gocce scure ed appiccicose che continuavano a colare dal cucchiaino sulle piastrelle, prima ancora di chiederle nuovamente quale fosse il problema.
-Ginny, ma che...- disse, prima di alzare a sua volta gli occhi ed ammutolire.
Un grosso gufo reale stava svolazzando davanti al vetro, chiaramente desideroso di entrare. Uno spettacolo piuttosto consueto per quell’ora della mattina e per un appartamento abitato da due giovani streghe, ma il gufo era color turchese, e portava un bizzarro copricapo dall’aspetto rigido, costituito da tubicini arancioni e viola che si intrecciavano, culminando in un’antenna da cui pendeva, attaccata ad un filo d’oro, una sorta di cipolla marrone.
Un’altra goccia si staccò dal cucchiaino di Ginny e colò a terra, prima che Hermione smettesse di fissare l’animale ed aprisse la finestra. Il gufo planò dentro, appollaiandosi sullo schienale di una sedia: sembrava estremamente irritato, come se lo sgomento delle due ragazze lo insultasse. Allungò sdegnoso la zampa perchè Hermione sciogliesse il rotolo di pergamena che vi era legato, arruffò le piume e le fissò come per sfidarle a ridere quando il campanello a forma di cipolla trillò argentino, e poi si levò in volo, abbandonando la cucina.
Mentre Ginny manteneva un silenzio sgomento, Hermione aprì la pergamena. Recava un breve messaggio e conteneva al suo interno un rotolo più piccolo, che cambiava colore sfumando lentamente in toni psichedelici.
Il messaggio era redatto nella grafia allungata e inanellata di Luna. Hermione lo lesse ad alta voce.
“Cara Hermione, se vuoi ho un Copricapo Captafermenti anche per il tuo gufo, Rolf adesso ha trovato il modo di produrli in serie, visto che non si possono Geminare. L’unico effetto collaterale è il colore che prende l’animale, ma trovo che sia piuttosto gradevole, no?
Ho in preparazione un nuovo articolo sugli Snorticoli Cornuti, se il Bollettino Ufficiale del tuo Dipartimento è interessato alla pubblicazione anche stavolta. Non posso concedere l’esclusiva sui diritti, però, o papà si offenderebbe.
Visto che Ginny ora sta da te, dille che l’invito che allego è per tutte e due.
Con molto amore per entrambe
Luna”
-Luna! Beh, non che ne dubitassi, qualunque cosa fosse quel... come ha detto che si chiama?
-Copricapo Captafermenti.
-E ti chiede se ne vuoi uno per Bathilda. Figurarsi, scapperebbe subito, o ti beccherebbe a morte mentre dormi. E l’articolo lo pubblicherete?
-Se è buono come l’altro, di sicuro il signor Traggle non se lo perderà. Dice sempre che l’Ufficio per la Regolazione ed il Controllo delle Creature Magiche deve sostenere i giovani ricercatori promettenti!- rispose Hermione, facendo l’occhiolino a Ginny. Lei sospirò.
-La nostra Luna! L’invito per cos’è?
-Sarà per una delle conferenze di Rolf, il tipo che ha conosciuto durante il viaggio, quando era in Lettonia.
-Il geniale creatore dei Copricapi Comesichiamano?
-Proprio lui! Sai che è il nipote di Newt Scamandro? Quello del nostro libro di scuola, il più celebre naturalista dell’ultimo secolo! Il nipote è già una promessa nel campo, ha fatto due o tre scoperte piuttosto interessanti. In ufficio se ne parla sempre...
-A proposito di ufficio...- intervenne Ginny, occhieggiando le carte che Hermione aveva portato in cucina.
-Oh...- disse Hermione, arrossendo un po’.
-Allora hai deciso? Ti iscrivi?- insistè Ginny. L’altra sbuffò.
-Guarda là quante scartoffie! Comunque... sì, ho praticamente deciso. Ho chiesto un giorno libero proprio per sbrigare tutta la burocrazia in santa pace.
-Ce la farai a studiare e lavorare insieme? Ah, beh, non stare a rispondermi, certo che sì. Però non ti strapazzare troppo.
-Ho calcolato che studiando da non frequentante impiegherò un anno in più per diplomarmi.
-Quindi... tre anni?
-Tre anni.
Ginny sbuffò, scuotendo la testa scettica.
-Tutti gli obiettivi si raggiungono con qualche sforzo- ribatté immediatamente Hermione, col suo tono più inflessibilmente didattico, -mi serve un diploma in Magisprudenza, se voglio arrivare alla Regolazione della Legge Magica. Dove sono ora non posso fare nessuno dei cambiamenti davvero importanti di cui la società magica ha bisogno.
Ginny annuì. Aveva sentito quel discorso molte volte, e conosceva la piega decisa nata all’angolo della bocca di Hermione mentre lei parlava. La sua amica aveva ricevuto una proposta di assunzione al Ministero due mesi dopo essersi diplomata, e presa dall’entusiasmo aveva accettato. L’Ufficio per la Regolazione ed il Controllo delle Creature Magiche si era rivelato un ambiente schietto e cordiale, pieno di gente estremamente competente, che si indignava per la persistenza dello sfruttamento degli Elfi Domestici e che combatteva l’uso indiscriminato degli Knarl con sincera passione. Gli uffici erano sempre pieni di animali bizzarri in gabbia o più spesso in libertà fra i tavoli, ed il Direttore responsabile, Thesibertus Traggle, era un brillante mago sulla cinquantina che amava i consigli dei suoi giovani sottoposti e viveva in una villetta con cinquantasette gatti. Ma Hermione si era accorta presto che l’Ufficio era impotente riguardo ai veri cambiamenti che dovevano essere fatti: pur essendo un fiore all’occhiello del Ministero per produttività e qualità, doveva lottare per non vedersi tagliare i fondi, in continuazione. Era stato il signor Traggle in persona a suggerire ad Hermione l’idea di tentare di entrare all’importantissimo e potente Ufficio per la Regolazione della Legge Magica, da cui il loro dipendeva. L’accesso era filtrato da un severissimo concorso, ed il requisito di base necessario era un diploma in Magisprudenza.
Nessuno fermava Hermione quando decideva di intraprendere una battaglia per i suoi obiettivi. Specialmente quando si sentiva sostenuta da persone che stimava. Così era in procinto di iscriversi al nuovo anno accademico di Magisprudenza, che sarebbe iniziato di lì a pochi giorni.
Ginny sorrise alla sua amica, che era ancora in pigiama. Lei invece, con indosso l’uniforme viola e nera dei Ballycastle Bats, era in procinto di uscire per l’allenamento.
Guardò l’orologio che ticchettava sopra l’acquaio e si affrettò a deporre il cucchiaino che ancora teneva in mano.
-Dai, leggi questo invito, che devo scappare.
Hermione ruppe il sigillo dorato sulla pergamena cangiante, che continuava a virare lentamente dal rosa shocking al verde acqua e al cobalto. La scritta era stampata in lettere d’oro, e le ci volle un attimo per scorrerla.
 

 

Luna Eloise Lovegood e Rolf Athanasius Scamandro
annunciano il loro matrimonio
҉҉
Partecipate alla nostra felicità con la vostra presenza
il 26 novembre 2001 alle ore 10:00
Britchel Wood
presso Ottery St. Catchpole
 

 

Hermione spalancò la bocca e sedette di schianto sullo sgabello più vicino.
-Beh? Che succede?- chiese Ginny, preoccupata, tendendo la mano per prenderle l’invito.
-Si... sposa!
-Come?
-Luna si sposa!
-Cosa?
Ginny strappò la pergamena dalla mano di Hermione, la portò davanti al viso e la rilesse freneticamente due o tre volte di seguito, la bocca spalancata. Poi anche lei sedette, e seguì qualche momento di silenzio.
-Però... hai capito la nostra Luna?
-Ma... ma... non ci aveva detto nulla!
-Oh, beh... probabilmente l’ha deciso ieri.
Si guardarono e sulle facce sgomente nacquero due sorrisetti. Hermione si passò una mano nei capelli arruffati.
-Però... speriamo che non sia avventato... da quanto lo conosce questo Rolf? Un anno?
-Sì, dai, non mi hai appena detto che l’ha incontrato in Lettonia? Che tipo è?
-Non so... Juliet Bellingham, in ufficio, ha ingigantito la quarta di copertina del suo libro e l’ha appesa alla parete. Lo adora... povera Juliet, le si spezzerà il cuore!
-E com’è?
Hermione guardò Ginny in tralice.
-...carino.
-Quanto carino?- ghignò Ginny.
-Alto, occhi grigi, capelli scuri...
-Un figo, insomma.
Si guardarono e ridacchiarono, piuttosto nervosamente. Hermione si ricompose un momento per affermare, seria:
-E come ti dicevo è anche brillante, molto intelligen...- prima che Ginny cominciasse a ridere così forte da contagiare anche lei. Forse c’era un po’ di isteria, nella risata che le scosse per quasi un minuto.
-Altro che Lunatica! Luna è un genio, dammi retta.
-Sono contentissima per lei.
-Anche io. Hermione?
-Sì?
-Non saremo noi le svampite?
Hermione la guardò qualche istante, sorridendo un po’ storta. Luna era giovane, ma la Guerra aveva reso tutti loro più maturi di quanto non sarebbero stati se nulla fosse accaduto. Certo, c’erano tante cose da fare, tanti progetti da avviare, prima di fare certe scelte, eppure...
-...non per molto, dai.
-...si spera. Oddio, devo scappare! Senti, conti di fare un salto da Ron a Diagon Alley, oggi?- cambiò repentinamente argomento Ginny, -Ieri George mi ha detto che se continua così lo ammazza.
-Beh, è normale che sia sotto pressione, con il test per l’Accademia tra una settimana.
-Fai una carità a George, e vai un po’ a calmarlo, ok? Tra te e lui non so chi è peggio, con queste manie di arrivismo...
-Senti chi parla!- sbottò Hermione indignata. Ginny arrossì, e lei sorrise: -Hai saputo più nulla, dopo il provino con le Holyhead?
-Ancora nulla. Speriamo in bene. Ora vado, o verrò sbattuta fuori da questa squadra molto prima di doverla lasciare se mi prendono le Holyhead.
-A stasera?
-A stasera. Così parliamo del... matrimonio.
Perfino dirlo sembrava strano. Ginny uscì, poi ricomparve di corsa, dopo solo qualche istante. Sembrava che le fosse venuta in mente una cosa, e gli occhi le brillavano:
-Hermione... pensavo... dovremo comprarci un vestito nuovo per... il matrimonio di Luna. Voglio dire... la nostra più cara amica...
Hermione, che già stava rimettendo la cucina, si girò, una luce sbarazzina negli occhi.
-Sì- dichiarò, seria –E’ una dura necessità.
 
Ottobre
L’autunno aveva reso la campagna intorno alla Tana meravigliosamente screziata, come parata a festa per una vittoria di Grifondoro: c'erano scarlatto ed oro ovunque. Era un sabato, di quel genere di mattine autunnali in cui il cielo sembra di cristallo, e la luce calda e gialla rendeva bello ogni dettaglio.
Molly, lieta come sempre di avere la casa piena, si affaccendava in cucina: la sua bacchetta sferzava l’aria a velocità vertiginose mentre preparava una sontuosa colazione per tutti e la cuccuma cominciava a fischiare sul fuoco. Nella stanza adiacente, il salotto accogliente ed un po’ logoro, sempre uguale attraverso gli anni, già cinque o sei persone discutevano animatamente, e dalla finestra sopra il lavello la signora Weasley poté vedere che stava arrivando qualcun altro, appena Materializzatosi nel cortile pieno di sole. Arthur, che stava trascorrendo la prima mattina del week-end tra le sue cianfrusaglie Babbane, nel capanno, salutò dalla porta aperta.
Seduto sul divano, con una lunga pergamena srotolata tra le mani, Ron stava chiedendo, accigliato:
-Sentite che roba... ma cos’è un Sifone Sgorgorante?
Hermione, che sedeva accanto a lui ed allungava il collo per leggere a sua volta, cercò lo sguardo di Ginny, che però le rimandò un’occhiata interrogativa.
-Oh, è utilissimo!- intervenne Audrey allegramente, appoggiata allo schienale della poltrona sulla quale sedeva Percy –Credo che avremmo dovuto metterne uno anche noi nella lista di nozze, Perce! Ora che ci penso, potresti regalarmelo per l’anniversario.
Di lì a pochi giorni sarebbero stati due anni esatti dal matrimonio di Percy e Audrey. Lei, una ragazza magra, con una cascata di riccioli neri e gli occhi celesti, faceva la Guaritrice Veterinaria, ed aveva conosciuto Luna durante gli stages di Magizoologia che avevano frequentato insieme prima che Luna partisse per il suo viaggio di studio intorno al mondo. Audrey era un tipo disordinato e piuttosto eccentrico, con le unghie perennemente sporche e sempre qualche strano animaletto nelle tasche delle ampie vesti da strega che aveva invariabilmente addosso. Ginny era convinta che non avesse mai portato un paio di jeans in vita sua. Il contrasto con Percy e la sua seriosità era piuttosto stridente, ma era evidente che lui era innamorato cotto della moglie
-Ehm... volentieri, tesoro, ma per cosa?- chiese Percy cautamente, voltando la testa in su per guardarla.
-Se lo applichi al rubinetto centrale filtra la penetrazione di Sbrugoli nell’acqua di casa- rispose serissima Audrey.
-Aaah!- fece Ron, enfatico, prima che Hermione gli desse una gomitata.
-Beh, io non glielo regalo- disse lui, voltandosi verso Hermione –meglio un... cos’è una Cuccuma Cospirante?
-Oh, dai, regaliamogli quella, Ron! L’hanno appena legalizzata, sto studiando tutte le nuove tecnologie magiche e la normativa corrispondente per l’esame di dicembre e...
-Hermione, vuoi regalare quella cosa a Luna solo perchè la stai studiando?- intervenne George, scettico.
Hermione era entusiasta di studiare di nuovo. Sembrava che il carico di lavoro invece di aumentare le fosse diminuito, da quanto appariva fresca e raggiante in quelle ultime settimane. Ma forse c’entrava anche la soddisfazione di Ron, che aveva ottenuto un ottimo punteggio all’esame del mese precedente ed era stato ammesso a pieni voti all’Accademia Auror, dove, con le altre matricole, stava frequentando i corsi preliminari prima di intraprendere il primo anno a gennaio. Lui, dal canto suo, non era mai apparso così fiero di sé: il giorno in cui erano usciti i risultati si era Materializzato da Hermione stordito di gioia. Il suo sguardo azzurro era felice e pieno di una sicurezza serena tutta nuova, così attraente che Hermione aveva desiderato ardentemente essere lei ad aver spedito partecipazioni cangianti per un matrimonio all’aperto in novembre. L’unico lato sgradevole, naturalmente, era proprio che ci sarebbe stato da aspettare un po’, per quello. Ma vedere Ron realizzato la ripagava ampiamente dell’attesa.
-Insomma, cosa fa?- chiese Ron.
-Fischia se qualcuno sta sussurrando nella stanza, per coprire le parole e far mantenere il segreto.
-Ma a che diavolo serve un affare del genere?- chiese Harry, appena arrivato dall’ingresso, togliendosi la giacca. Tutti lo salutarono, mentre Hermione spiegava entusiasta:
-Oh, a nulla, solo per i pettegolezzi in famiglia, ma l’incantesimo è straordinario. Per brevettarlo, il tipo che l’ha ideato ha dovuto...
Harry intanto si era chinato a baciare Ginny e si era seduto accanto a lei sul divano di fronte. A gennaio avrebbe cominciato il terzo ed ultimo anno dell’Accademia Auror, ed era stato il primo a felicitarsi con Ron per essersi infine deciso ad entrare. Da quando era arrivato anche Ron, vivere nei minuscoli appartamentini del convitto per gli studenti dell’Accademia era diventato molto più godibile: sembrava di essere tornati ai tempi di Hogwarts.
-Noi cosa regaliamo?- chiese a Ginny.
-Non lo so, Ron ha monopolizzato la lista, e se non si sbriga arriveremo a Diagon Alley dopo cena- si lamentò lei.
-Dobbiamo ancora aspettare Bill e Fleur- ribattè il fratello, continuando a tenere ben ferma la lista di nozze di Luna.
-Potremmo scegliere uno dei regali più grossi e farlo tutti insieme- propose conciliante Hermione.
-Io no, sono qui solo per compagnia. Farò un regalo fuori lista, dal negozio- affermò George. Ron lo guardò interrogativo –Roba nuovissima, che tu non hai più il diritto di sapere, ora che giochi a fare il bravo tutore dell’ordine...- ghignò. Ron fece un mezzo sorriso: tutti sapevano che George era stato quello che più l’aveva spinto, dopo i tre anni passati da Ron a sostenerlo ed aiutarlo ai Tiri Vispi mentre lentamente riemergeva dal lutto di Fred, a cercare di realizzare quello che più desiderava.
-Oh, dai, Georgie, diccelo!- trillò Audrey.
-Solo perchè lo chiedi tu, Audrey... vi darò un indizio. Diciamo che sarà qualcosa che potrebbe tornare utile già dal giorno del matrimonio.
-Se è qualcosa di inascoltabile da mamma, meglio non...- sibilò Percy, tendendo l’orecchio alla cucina, dove i rumori continuavano e da dove a intervalli regolari giungevano fluttuando piatti di bacon e uova e di biscotti, oltre al vassoio col tè.
-Ho detto il giorno, non la notte, Perce.
-Dai, George, diccelo!- implorò Ginny
-Sì, voglio saperlo anche io!
Bill era appena entrato, con la piccola Victoire legata nel suo marsupio. La signora Weasley uscì dalla cucina come un cucù dall’orologio, precipitandosi a prendere in braccio la nipotina, e per qualche minuto tutti furono impegnati a salutare il nuovo arrivato e profondersi nelle consuete esclamazioni di meraviglia per la stupefacente bellezza della piccola.
-Fleur non ha potuto venire- spiegava Bill con voce stentorea, al di sopra del chiasso, rivolto a Ron che aveva chiesto della cognata –sta preparando un esame, è un po’ sotto pressione, così l’abbiamo lasciata ad esercitarsi nella rimarginazione delle ferite in cucina, vero Vic?
La bambina  fece una risatina, e tutti i presenti si sdilinquirono.
-Con cosa si esercita Fleur?- chiese Percy.
-Arance. I primi tempi, quando non riusciva a rimarginare ferite inferte con la magia, la cucina era veramente devastata. Mai bevuto tante spremute in vita mia. Ora comunque sta diventando bravissima.
-Ragazzi, sono già le undici- ricordò Hermione, mentre tutti ridevano –Se vogliamo concludere qualcosa con questa lista dobbiamo darci una mossa.
-Perchè non andiamo direttamente a Diagon Alley?- propose Audrey -Se non capiamo che sono alcune cose, possiamo sempre chiedere ai commessi.
Furono in breve tutti d’accordo.
-Mamma, possiamo usare il camino, vero?
-Fate pure, cari.
 
Novembre
-Sposarsi all’aperto. A novembre!- sbottò Ron, mentre, gli abiti da cerimonia già fradici, sosteneva Hermione, barcollante sui suoi tacchi a causa del terreno fangoso del bosco, coperto di foglie morte.
Si erano Materializzati, come indicato agli invitati, in una radura all’ingresso del bosco di Britchel, che sorgeva su una collina vicino alla casa di Luna,  non molto distante dalla Tana. Pioveva a scrosci, e l’ombrello portato da una previdente Hermione non li riparava quasi per nulla. Il sentiero da percorrere era indicato da una scia di luci fluttuanti, che ardevano di colori delicati sotto la pioggia.
-Però è... suggestivo, dai- tentò Hermione, incerta. L’umidità le stava facendo increspare i capelli, e l’elegante cappottino non la riparava dalle folate di vento gelido. Altri invitati, davanti e dietro di loro sul sentiero, parevano altrettanto sconvolti. Ma non ne mancava un numero piuttosto consistente che sembrava godersela un mondo: per lo più maghi e streghe paludati in ampie vesti sullo stile di Xenophilius Lovegood, che allargavano le braccia sospirando gioiosamente sotto la pioggia e si fermavano a contemplare funghi ai lati del sentiero.
Infine, arrivarono ad una radura, piena di luci argentee che rendevano luminosa l’insistente pioggerella.
-Guarda! Bolla Meteorologica Portatile! Ecco cos’era il regalo di George!- esclamò Ron, indicando una sorta di sfera trasparente, che si notava soltanto perchè al suo interno non pioveva. Ce n’erano parecchie, tutto intorno alla radura, e molta gente, riparata dentro di esse, si strizzava capelli e mantelli. Ron ed Hermione si affrettarono a raggiungere George, intento a parlare con un mago d’aspetto importante.
-...rivoluzionari, caro ragazzo, rivoluzionari. L’Impervius è superato, ormai! E dici che si può ottenere il tempo che si vuole?- stava dicendo, mentre Ron ed Hermione penetravano nella bolla. Dentro c’erano una piacevole temperatura primaverile ed un solicello gradevolissimo. Hermione notò che per terra era spuntata una margheritina.
-Ehi, George!
-Ciao, ragazzi! Allora, che ne dite? Avete visto quanta gente c’è? Niente male come lancio promozionale, eh?
-George! E’ il regalo di nozze per Luna e Rolf, non uno spot per...
-Certo che lo è- sogghignò lui –Gli sposi pensavano che non ce ne fosse bisogno, ma io li ho convinti che non tutti amano la corroborante forza vitale della pioggia, neanche ad un matrimonio.
-Hai fatto benissimo- intervenne Harry, appena arrivato con Andromeda e Teddy, che era passato a prendere. Aveva gli occhiali bagnati, e camminava con cautela: li tolse e cominciò ad asciugarli con il lembo fradicio della giacca.
-Oh, dammi qua!- esclamò Hermione, rendendoglieli asciutti con un colpo di bacchetta.
-Hermione, finalmente sei arrivata!- esclamò Ginny, arrivando di corsa ed afferrandole un braccio -Luna ci aspetta, stiamo per cominciare!
Le due ragazze scomparvero. Ron si rivolse a Harry:
-Non ci ha neanche salutati!
-Ma che cos’ha?
-Hermione dice che è euforica da stamani. E’ partita da casa loro ore prima di lei.
Si guardarono intorno, lasciando George alla promozione delle Bolle Meteorologiche, e poterono salutare molti amici e conoscenti. C’erano praticamente tutti i membri dell’antico ES, e molti risposero allegramente al saluto. Alcuni professori di Hogwarts spiccavano tra la folla, e c’era Hagrid che chiacchierava con il signor Olivander, mostrandogli il suo ombrello rosa. Neville, che parlava con la professoressa Sprite, quando li vide li raggiunse, spiccando una corsetta sotto la pioggia per passare dalla sua Bolla alla loro. Era stato assunto quella primavera alle Serre Sperimentali Ministeriali, dopo quasi un anno di tirocinio. Fece notare loro, orgoglioso, che la lussureggiante decorazione botanica nel centro della radura, dove la pioggia continuava implacabile a cadere, era opera sua, ed aggiunse:
-E non avete ancora visto nulla... Rolf ed io ci abbiamo lavorato quasi un mese!
Proprio in quel momento, gli ospiti cominciarono a spostarsi verso le file di piante dalle lunghe e lucide foglie verdi, abbandonando il riparo garantito dalle Bolle. Quelle si sollevarono sugli steli ed assunsero la forma di strambi sedili vegetali, ognuno con un’amplissima foglia che costituiva lo schienale e che si piegava in avanti come una tettoia sopra la testa, per riparare il suo occupante. Ron e Harry, colpiti dalla bravura di Neville, sedettero vicino al gruppo dei Weasley, tra Bill ed una stupenda Fleur in celeste, che portava in braccio Victoire, avvolta in un’imbottita argentea perchè non prendesse freddo, ed i genitori di Ron. Percy e Audrey, con George, sedevano proprio davanti. Più oltre c’erano alcune sedie isolate, sulle quali presero posto Ginny, Hermione, i due testimoni di Rolf, Xenophilius ed una coppia di mezza età, certamente i signori Scamandro. L’illustre nonno di Rolf era seduto in prima fila, dalla parte opposta alla loro. Audrey lo indicò entusiasta a Percy, e lui osservò speranzoso che forse qualcuno glielo avrebbe presentato.
Poi, tutti si zittirono, al diffondersi di una musica strana e armoniosa, ed entrarono, sfilando fra le sedie vegetali di Neville, alcuni unicorni candidi, che docilmente passarono accanto al pubblico estasiato e si disposero in fila, al fondo della radura, fronteggiando i presenti.
Luna e Rolf entrarono insieme, tenendosi per mano. Ron fischiò piano, perchè Luna era assai più bella di quanto chiunque di loro l’avesse mai vista. Indossava un lungo abito argenteo, molto morbido, sul quale la pioggia scintillava come coprendolo di cristalli. In capo, sia lei che lo sposo avevano ghirlande di foglie autunnali. Erano scalzi (“Si buscheranno un malanno!” borbottò la signora Weasley, ed Harry, pur incantato dalla bellezza della cerimonia, non poté darle torto).
Si scambiarono le promesse matrimoniali con molta semplicità, in piedi davanti a tutti, poi si chinarono a firmare il registro che porgeva loro il mago Officiante, un po’ fuori luogo nell’atmosfera fiabesca con la sua formale cotta nera, ma con un sorriso bonario. Dopo le firme dei testimoni, la musica proruppe nuovamente, e sotto le Bolle comparvero tavoli carichi di vivande e sedie. Molti ospiti si precipitarono al coperto, ma altri restarono a congratularsi con gli sposi. Fortunatamente la pioggia stava scemando, e nelle Bolle si stava benissimo, dopo essersi asciugati con un Incantesimo Evaporante.
Harry baciò Luna sulle due guance, appena riuscì ad averla vicina:
-Sei... beh, bellissima, Luna, davvero!- esclamò convinto.
-Oh, grazie Harry! Hai già conosciuto Rolf?
-Ah, non ancora... molto piacere!
Sia lui che Ron strinsero la mano all’aitante neomarito di Luna, un tipo cordiale. Hermione, che ora teneva per mano Ron, lo conosceva già, e scambiarono qualche parola sulle ultime novità della legislazione sulle Creature Magiche. Ginny, che Harry cercava con lo sguardo dalla fine della cerimonia, non li aveva ancora raggiunti: la vide infine che parlava animatamente con Angelina Johnson, si scusò e si diresse verso di lei, in tempo per salutare Angelina che un attimo dopo tornò ai vassoi del buffet, davanti ai quali molti si aggiravano dubbiosi, cercando disperatamente di scorgere qualcosa che avesse un aspetto familiare.
Ginny appariva euforica, ed Harry approfittò del primo momento a quattr’occhi con lei dell’intera giornata per domandarle:
-Ehi! Ma che cos’hai, stamani?
-D’accordo, te lo dico!- sbottò lei, che chiaramente non stava più nella pelle. Lo trascinò in disparte, lo guardò raggiante e mormorò:
-Mi hanno presa.
-Come?
-L’esito dei provini per le Holyhead è arrivato stamani. Mi offrono un posto nella squadra.
-Davvero? Ginny, è meraviglioso, è...
-Ti rendi conto? Le Holyhead Harpies! Ne parlavo con Angelina proprio adesso, lei è entrata l’anno scorso, dice che la selezione è stata durissima e che sono arrivata prima! Prima!
Aveva lo sguardo duro e orgoglioso che Harry aveva sempre amato in lei. D’impulso si chinò a baciarla, e lei gli gettò le braccia al collo.
-Senti, Harry...- disse quando si separarono, dopo qualche istante –Perchè... perchè non... non ci sposiamo anche noi?
Arrossì, mentre lo diceva, ma mantenne lo sguardo fermo. Harry sentì la gola secca, e boccheggiò un istante.
-Ginny... ora devo finire, all’Accademia e...
-Lo so.
-Però... però... certo che poi ci sposiamo anche noi.
Mentre lo diceva seppe che lo aveva voluto dal momento in cui si erano messi insieme, ai tempi di Hogwarts. Si diede dell’idiota per non averglielo mai detto prima, come se il loro stare insieme dovesse prolungarsi indefinitamente in quel modo. Ginny sorrideva, e lo abbracciò di nuovo. Oltre la sua testa, lui poteva vedere tutte le persone che gli erano care. Vide Teddy che gli faceva ciao con la manina, da sopra la spalla di Bill, che in quel momento lo teneva in braccio, parlando con Andromeda. Rispose al saluto, e pensò che i suoi figli (l’idea gli diede un momento di vertigine) sarebbero cresciuti con Teddy, come fratellini, se solo fosse riuscito a fare il buon padre ed il buon padrino contemporaneamente. Vide Ron ed Hermione che ballavano abbracciati. Ron si chinò a dirle qualcosa all’orecchio e lei rise, arrossendo. Luna e Rolf erano circondati da un nugolo di amici che si congratulavano, e si tenevano ancora per mano. E c’era Neville che chiacchierava con Dean, George che insegnava ad Angelina a variare il tempo in una delle bolle, facendo grandinare sui piatti e sui bicchieri, Hagrid e la professoressa Sprite che ballavano, la professoressa McGranitt che discuteva con il signor Lovegood. E poi Audrey, che seduta in grembo al marito cercava di fargli mangiare un’inquietante tartina violacea, e i signori Weasley che, a braccia aperte, fissavano estasiati Victoire che si era appena staccata dalle mani di Fleur e muoveva i suoi primi, esitanti passi per andare incontro a loro.
Harry strinse Ginny a sé, e sorrise.
La vita dopo la guerra non gli era mai sembrata così piena di promesse.
 
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