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Autore: S u n n y    10/03/2011    2 recensioni
Il tempo è crudele, scorre senza fermarsi, e noi, come lui, non ci siamo mai fermati, abbiamo corso verso un punto irraggiungibile, ci siamo tenuti la mano nelle notti buie, siamo diventati grandi, tra i testardi silenzi del tempo: vola sempre, quando siamo insieme, sembra che non ce ne sia mai abbastanza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Andrea è la catastrofe della mia vita.

Il suo personaggio mi appartiene.

Il titolo è il titolo di una canzone di Vasco Brondi, lo prendo in prestito e non mi appartiene affatto



Ad Andrea

Al suo odore

Al suo sorriso

Ad Alessio

Alle mie lacrime.

A Vasco Brondi

ed alla sua

Cara Catastrofe”




.

Cara Catastrofe





Ci metteremo a tremare come la California amore, nelle nostre camere separate ad inchiodare le stelle, a dichiarare guerre, a scrivere sui muri che mi pensi raramente, che ci fregano sempre.

Cara Catastrofe – Le luci della centrale elettrica.



Ricordo con precisione il tuo calore la prima volta, e forse l'unica, che mi hai abbracciato.

Eravamo seduti vicini sul pullman, la mia mano stringeva forte il pugno, le occhiaie segnavano il mio volto bianco. Cercavo di non piangere, il sole primaverile mi riscaldava il viso, e Guccini suonava “Farewell” nelle mie cuffie.

Come al tuo solito non hai detto niente; mi hai circondato le spalle con il braccio e mi hai stretto a te, hai lasciato che le lacrime scivolassero via, ti macchiassero il maglione che ti piaceva tanto. Gli occhiali da sole ti coprivano lo sguardo scuro, avevi le mani sudate, come al solito, e un filo di barba ti copriva il mento. Ti ho sorriso, tra le lacrime, e tu mi hai dato un bacio sulla guancia.

Lo ricordo bene, quel momento, lo stringo a me come un pupazzo ormai logoro, cerco di tenere a mente anche i piccoli particolari, la curva delle tue labbra magari, o il profumo che avevi.

A volte mi domando se anche tu te ne ricordi, se tieni a mente ogni nostra giornata insieme, se salvi i nostri messaggi alle due di notte, o se hai ancora i biglietti di compleanno.

Forse no, io e te siamo così diversi.

Non so come sia successo, è stata una cosa così imprevedibile. E' successo e basta, e spesso mi rammarico di non aver potuto scegliere, quella notte di novembre in cui mi resi conto di amarti.

Ma tu sei una persona difficile, a te non bastano le parole, tu fingi di non sentirle, e probabilmente è davvero così: tu senti solo quello che vuoi sentire. Non te l'ho mai rimproverato, fa parte di te, come il tuo essere narciso, o la strana tua fissazione per le scarpe della Diesel. È un pezzo di te come un altro, un tassello del tuo essere.

A volte è difficile essere tua amica, non poter raccontarti tutto, far finta di dimenticare i dettagli, lasciare indietro i particolari scomodi. Ho paura delle tue parole, sono poche, ma affilate. Spesso sono frasi ad effetto, le tatui nella mente, lasci che stia a crogiolarmi per giorni, ore, su quella montagna di lettere, e quando, alla fine, mi decido a chiedertene il significato, tu ridi, e guardi al di là. Al di là di cosa, non l'ho mai capito.

Noi così diversi, ma così uguali. Noi gli amici del sabato sera, gli inseparabili due. Ci sono voluti anni per convincere la mamma che non eravamo fidanzati, che tu venivi da me solo per passare del tempo insieme. Il tempo è crudele, scorre senza fermarsi, e noi, come lui, non ci siamo mai fermati, abbiamo corso verso un punto irraggiungibile, ci siamo tenuti la mano nelle notti buie, siamo diventati grandi, tra i testardi silenzi del tempo: vola sempre, quando siamo insieme, sembra che non ce ne sia mai abbastanza.

Benché ci abbia sempre pensato a lungo, non ho mai capito come tu facessi a volermi bene, a me, così diversa da quei tuoi cliché. Ed invece io ti ho sempre amato, tu sei sempre stato il mio Lui, la mia esatta metà, che combaciava perfettamente con il mio essere così poco attaccata alle cose di fatto, i miei brutti vizi. Eravamo i due opposti, io il Nord e tu il Sud, io il freddo e tu il caldo, io il Rock e tu il Pop, ma quando eravamo insieme, le mie spalle che sfioravano le tue, il tuo sorriso spavaldo sulle labbra ed una sigaretta fumata dal vento, eravamo completi.

Con te ho imparato a fingere, a nascondere sotto il mio volto bianco le mie mille emozioni. Con te ho imparato ad essere fredda, a soffrire in silenzio, come soffri tu.

Mi hai insegnato a resistere, stringere i denti quando tutto sembra perduto, a vedere il modo con apatia. Mi hai insegnato a volerti bene, ad appartenerti, ed adesso che tutto di me è tuo, vorrei solo una cosa indietro: il cuore, amico mio. Adesso che mi hai insegnato a vivere da adulta, voglio ricominciare e vivere bambina, ritrovare il mio vecchio io, le mie bambole e i miei sogni chiusi a chiave.

Sognare non costa niente, neanche un sogno fatto di me e di te.

Di quel giorno ricordo tutto, l'ho chiuso a chiave nel mio cuore sfatto, conservando tutto di te, di te e di me, di noi, quel noi indissolubile.

Sognare non costa niente, sognarti non costa niente, amarti non costa niente.

Perdonami amico mio, se non ho potuto controllare il mio cuore debole, come mi avevi insegnato, non sono una buona allieva. Perdonami, amico mio, se non ci saranno piùi nostri momenti insieme, perdonami, perchè voglio ritrovare il mio romanticismo e le mie lacrime di bambina, urlare al mondo che, si, io ti amo, ti ho sempre amato, fin da quando i tuoi occhi neri hanno accarezzato i miei e poi sono andati al di là, come fanno sempre.

Perdomani amico, fratello, amore, perdonami, perchè quando chiudo gli occhi vedo te.

Perdona l'amore di una sciocca, di una bambina troppo cresciuta che cerca di nascondere le sue lacrime nel profumo della tua maglia, perdona anche le mie lacrime.

Perdona il mio cuore, che scalpita ad ogni tuo sorriso, perdonalo perchè non fa altro che contenerti.

Perdonami.





E per struccarti useranno delle nuvole cariche di pioggia, adesso che sei forte che se piangi ti si arrugginiscono le guance.”

  • Le luci della centrale elettrica – Cara Catastrofe.





   
 
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