Pazza idea
Più ti guardo e anche se mi sbaglio, almeno sbaglio bene
(Ligabue)
Daphne Greengrass
sedeva compostamente al tavolo degli Slytherin.
Il mento alto e
fiero e lo sguardo sicuro di chi sa che può ottenere tutto ciò che vuole e lo
otterrà.
I capelli biondi
cadevano lisci, lunghi e luminosi sulle spalle e il volto diafano, candidamente
abbellito da grandi occhi azzurri, le donava un aria angelica che non le
apparteneva affatto.
Perché Daphne
Greengrass era davvero una serpe della peggior specie.
Per questo, Ronald
Weasley, seduto qualche tavolo più in la, continuava a chiedersi come aveva
fatto ad innamorarsi di lei.
Perché se
all’inizio il sentimento che li legava era un odio folle che si era tramutato
in un interesse sbagliato dopo quello stupido bacio scambiato a quella stupida
festa, con il passare delle settimane, dopo numerosi incontri segreti e
innumerevoli litigate, Ron era finalmente riuscito ad ammettere, al cospetto
dei suoi migliori amici, di essersi innamorato di Daphne Greengrass.
Naturalmente Harry
gli era scoppiato a ridere in faccia mentre Hermione si era presa qualche
minuto per assorbire la notizia, poi, dopo averlo osservato per un po’ con aria
scettica aveva esclamato un solenne: “Sei un idiota, Ronald!”.
Entrambi però erano
stati d’accordo su una cosa.
“Insomma è ridicolo
continuare a nascondere la cosa” gli aveva detto Harry quello stesso
pomeriggio.
“E devi smetterla
di farti trattare come un tappetino” aveva aggiunto Hermione con aria
sgradevole e Ron le aveva riservato un occhiataccia, ma la ragazza si era
limitata a stringersi nelle spalle.
“Daphne non vuole
che si sappia in giro e per me va bene. Insomma, vi immaginate la reazione di
Fred e George se lo sapessero?” aveva risposto il rosso scuotendo la testa
spaventato e disgustato.
Hermione aveva
sbuffato sonoramente.
“Dimostra di essere
un uomo, Ron! E un Gryffindor soprattutto, abbi un po’ di coraggio” aveva
esclamato solenne ed Harry aveva annuito in fretta cogliendo la palla al balzo.
“Mettila davanti al
fatto compiuto, costringila a rivelare la verità a tutti” gli aveva consigliato
e Ron aveva iniziato a studiare un piano.
Una gomitata tra le
costole lo fece riprendere dai suoi pensieri e Ron si voltò verso Hermione
tossicchiando e tenendosi il punto colpito con una mano, ma
Si girò un ultima
volta a guardarla e respirò profondamente.
Sarebbe stato uno sbaglio, lo sapeva, ma valeva la pena rischiare.
Si alzò, animato da
un insolito coraggio, e si diresse a passo di marcia fino al tavolo delle
serpi, seguito dallo sguardo vigile dei suoi migliori amici.
“Ma che diavolo sta
facendo?” chiese Ginny nell’orecchio di Harry che scosse la testa sospirando
affranto.
“Una missione
suicida” mormorò il moro in risposta.
Nessuno parve
accorgersi di lui fino a quando non si incamminò lungo il tavolo dei
Serpeverde, a quel punto un insolito
silenzio sembrò calare nella Sala Grande e centinaia di occhi si puntarono sulla
sua figura incerta.
Ron continuò a
guardare quella chioma bionda, tanto familiare, e strinse i pugni, cercando di
concentrarsi su pensieri felici.
Quando si fermò al
cospetto della Greengrass lei gli voltava ancora le spalle, ma
contemporaneamente, Blaise Zabini e Draco Malfoy, al suo fianco, si voltarono a
guardarlo minacciosi e Ron per un attimo parve ripensarci.
Il silenzio sembrò
improvvisamente essersi fatto più denso, ma il rosso Weasley strinse
ulteriormente i pugni, tanto forte da far diventare le nocche delle mani
bianche, e prese un profondo respiro.
“Daphne” esordì e
per un momento temette di non ricevere risposta.
L’intera sala
sembrò trattenere il respiro, mentre strane congetture iniziavano a disegnarsi
nella mente dei più fantasiosi.
Perché mai un Gryffindor, per giunta proprio uno dei
membri del trio miracoli, avrebbe dovuto rivolgersi ad una Slytherin, per
giunta una delle amiche più intime di Draco Malfoy, in termini così familiari?
Fu un gesto lento e
calcolato quello di Daphne Greengrass quando si voltò a guardarlo e nell’esatto
momento in cui Ron incontrò il suo sguardo di ghiaccio desiderò che una
voragine si aprisse sotto i suoi piedi e lo risucchiasse.
Avrebbe preferito di gran lunga una voragine alla
sfuriata che Daphne stava per fargli.
Invece,
sorprendentemente, la ragazza aprì le labbra sottili e perfette, articolando un
suono neutro che, con un po’ di immaginazione, sarebbe potuto sembrare
vagamente gentile.
“Si?” esclamò.
Ron sorrise appena,
baldanzoso per il risultato ottenuto e le porse la mano.
“Ti andrebbe di
venire a fare una passeggiata con me?” le chiese cercando di evitare ogni tipo
di balbettio mentre le sue orecchie prendevano una vaga sfumatura di rosso.
Di nuovo, l’intero
pubblico parve trattenere il fiato mentre lo sguardo glaciale della Greengrass
lo perforava, ma, con grande sorpresa di tutti, Daphne accennò qualcosa di
lontanamente simile ad un sorriso ed annuì appena.
“Certo” affermò con
la sua solita sicurezza e afferrò la sua mano alzandosi dalla panca e
affiancandolo.
Lui la guardò con
un sorriso e lei rimase a guardarlo.
Chi la conosceva
bene avrebbe potuto dire che c’era una strana luce nei suoi occhi quel giorno,
un’emozione che era insolita mostrare.
“Madame” mormorò
Ron ironicamente e lei sbuffò contrariata da quella patetica dimostrazione di
galanteria e lo precedette di un passo.
Ron l’affiancò
nuovamente qualche secondo dopo e continuarono a tenersi la mano mentre
abbandonavano la sala affollata sotto lo sguardo scandalizzato di tutti i
presenti.
“Lo sai che ti
ammezzerò per questo, vero?” mormorò Daphne tra i denti, continuando a
mantenere la sua compostezza e Ron si lasciò sfuggire un sorriso.
“Lo so” mormorò.
“E sarà una morte bellissima”.
Spazio autrice: Salve gente! Non vi trattengo in chiacchiere inutili per questa volta. Ci tengo solo a specificare che questa storia si è classificata terza nella sezione "Crack Pairing" del contest "Tutto l'amore che ho" indetto da PaytonSawyer, che ringrazio infinitamente.
Grazie per l'attenzione.
Alla prossima _EpicLoVe_