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Autore: Stella94    14/03/2011    6 recensioni
Il sole e la luna, l'acqua e il fuoco, gli opposti che irrimediabilmente si cercano e si compensano.
Ed è così anche per Damon ed Elena, due anime avverse, ma unite dal filo invisibile del destino.
Ma la malvagità, la cupidigia e la sete di potere rischiano di recidere la loro unione e di distruggere ciò che di buono c'è in Damon.
Ad Elena, Damon e Stefan non resta altro che combattere per la difesa dei loro sentimenti, nella speranza di ritornare a vivere, di ritornare a respirare...
Spero vi piaccia è una Delena. Grazie a chi leggerà e lascierà un commento.
BUONA LETTURA!
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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settimo capitolo tvd                                      
                           

                                                     Contatto
                                                                                                                      7

E poi vi era un punto. Quel punto in cui ogni cosa sembrava agli occhi di Elena avere una prospettiva diversa, un'angolazione nuova.
Quel punto in cui, anche un semplice gesto di gentilezza, ti sembra una benedizione dal cielo, un dono prezioso.
Ed Elena era giunta in quel punto.
Poche volte lo aveva incrociato nella sua vita. Nella gita al lago con i suoi, nel primo discorso imbarazzante con Matt, nel primo abbraccio della sua migliore amica. Ed ora.
Li, in casa di Jenna, al sostegno della persona più imprevedibile e cinica che ci possa essere al mondo.
Ma per quanto tutto questo poteva essere assurdo e sbagliato, Elena sapeva di essere nel giusto, sapeva che Damon era il giusto.
Il perché? Non lo sapeva neppure lei e non voleva scoprirlo. Ciò che più le importava era poter annegare ancora e ancora e ancora in quei due pezzi di cielo limpido, che si innalzava insovrastato sul volto del giovane.
Occhi che riconobbe lucidi e trafelati da una nota di dolore quando riappurò una lunga scia di sangue che ancora colava dal suo naso.
<< Mettiti pure comodo sul divano. Vado a prenderti qualcosa per fermare il sangue. >>
Bene. Una nuova scusa da inventare. Cervellino mega-galattico di Damon, se ci sei da un cenno!
Il vampiro sembrava esausto da quella serata. Per fino la sua dote da "racconta frottole" sembrava perduta.
Nessuna ferita che aveva -per puro caso-  lacerato la sua preziosa pelle centenaria aveva resistito più di qualche secondo. Era uno dei pochi benefici che essere un vampiro comportava.
Ma ora, più che mai, desiderava che quel sangue continuasse a scorrere e a scorrere e a scorrere, anche se ne sarebbe rimasto a corto.
Si portò un dito sulla narice destra e capì. Niente più sangue. Niente più dolore. La sua speciale fontanella si era già chiusa.
<< Ah... Non preoccuparti, sto già meglio! Ci vuole ben altro per mettere a tappeto Damon Salvatore. >>
Parole che risuonarono a vuoto, dato che, la bella Elena, era già di ritorno con il suo speciale kit da sopravvivenza, pronta per prestare cure mediche assolutamente inutili.
Guardò incerta il vampiro, accigliando un'espressione stranita e dubbiosa. Sembrava un neonato alle prese con un marchingegno complicato che scintillava di luci colorate.
Damon, più impacciato e imbarazzato che mai, le rivolse uno dei suoi raggianti sorrisi, ma su Elena ebbe l'effetto contrario.
<< Credevo che il tuo naso sanguinasse. >>
<< Te l'ho detto Elena, guarisco in fretta. >>
<< Credevo che sul tuo viso ci fosse un livido. >> Domandò ancora.
<< Te l'ho detto Elena >> Damon sembrava come se stesse parlando ad un interlocutore che non comprendesse a pieno la lingua inglese, nello stesso modo in cui in lupo possa rivolgersi ad una pecora << ci vuole ben altro per... >>
<< Mettere a tappeto Damon Salvatore >> La voce di Elena giunse per prima e trasportò in Damon la certezza che la ragazza di fronte ai suoi occhi non solo fosse incredibilmente bella ma anche arguta e sveglia.
Elena trasse un profondo sospiro e mise a tacere la sua insaziabile scetticità per lasciare largo al beneficio del dubbio, che presto avrebbe colmato con altrettante certezze.
Occhi neri da demone, ferite che guariscono in fretta, bugie senza una saziabile spiegazione: la lista personale delle "stranezze dei Salvatore" era già piena, ma Elena ebbe l'impressione che presto avrebbe imbrattato molti altri fogli bianchi.
Per ora tutto ciò che doveva imbrattare era il suo fazzolettino bianco, quando si accorse che una modesta scia di sangue coagulato infangava i decisi e perfetti lineamenti del viso di Damon.
Si avvicinò, forse troppo, forse volutamente, al giovane che sussultò appena ed Elena seppe che la sua corteccia dura non era poi tanto infrangibile come pensava.
<< Tranquillo, voglio solo pulirti. >>
E poi, come da copione, calò quella sorta di silenzio imbarazzante, pietrificante. Quello che azzera ogni minima volontà dell'intelletto e ti trascina nella confusione più totale, annaspando aria che sembra essersi dimezzata.
Il tocco fragile e indeciso di Elena era per Damon la grazia più austera che avesse mai ricevuto.
Nei suoi lunghi anni era stato toccato da molte donne, donne che contavano, madri e figlie di una generazione passata. Ma il tamponaggio di Elena non aveva rivali. Damon se ne rese conto quando per l'ennesima volta fu a corto di fiato. Dove era finita la sua audace parlantina? Damon cercò di ritrovare se stesso, ammiccando parole di un discorso troppo prevedibile per la sua persona.
<< Vivi da sola qui? >>
<< No. Abito con mia zia Jenna e mio fratello minore Jeremy. >> I loro visi si ritrovarono ora vicini più che mai.
<< E dove sono ora? >> Prendeva tempo il vampiro. Cercava, inutilmente, di distogliere lo sguardo dalle sue labbra sottili e rosee come l'abbronzatura di una pesca matura, invitanti come il sapore di una ciliegia nel pieno della bella stagione.
<< Jenna aveva un appuntamento e mio fratello... >> la voce di Elena trasalì amarezza e risuonò più precisa e sarcastica di prima.
In qualche modo la magia sembrava essersi dissolta << ...starà da qualche parte. Probabilmente strafatto. >>
<< Ah... >> Damon non voleva sembrare scortese ne un giustiziare. Ma il suo sguardo, forse troppo inespressivo, mandò Elena in allerta. Le fece scattare quel senso primordiale che ti porta alla difesa di chi ci è più caro al mondo.
<< Non giudicarlo per questo. >>
<< Non lo sto giudicando in nessun modo, Elena. L'ho fatto anch'io. E' una sorta di difesa dal dolore. Ma in tutto questo tempo credo di aver capito una cosa: si posso spegnere molte cose, come l'interruttore di una lampada, ma il cuore, quello non si spegne mai... >>
E la magia riapparve e il calore ritornò a fluttuare nei meandri più sconosciuti del suo esile corpo.
Profondo, pensò. Elena vide Damon più profondo di una caverna inesplorata, più profondo dell'immensità dell'oceano.
La sorprendeva ogni volta. Damon era così. Dolce e salato, bianco e nero, notte e giorno, non vi era un luogo certo dove collocarlo. Perché se vi fosse stato Elena lo avrebbe già colto. Elena lo avrebbe già scartato. Banalità, una parola semplice per descrivere chi viveva di prescritte realtà. Elena bandiva il banale, perché stava nella diversità il saper cogliere una gioia spudorata, è nella diversità che Elena traeva il suo vantaggio.
E Damon era diverso, personificava tutto ciò che ella poteva desiderare in un uomo. Il Santo Graal di uno storico, l'antico tesoro di un pirata. Guardò ancora quella grazia divina e si riscoprì affascinata e per prima vogliosa di un contatto.
Poi la realtà scomparve, il dolore, la sofferenza, la vita passata, si annebbiò sotto l'impulso di una nuova emozione e l'inganno di una fortuita realtà. Sempre più vicini i loro visi, sempre più incatenati i loro sguardi, fino a che non ci furono più parole, ma solo i respiri accelerati di due umani che si scoprivano sotto l'emozione di un lungo bacio.
Perfetto, mai provato, unico nella sua semplicità, il massimo dell'aspirazione umana. Elena passò la mano curiosa nei crini d'ebano del giovane e schiuse le labbra, come un dolce invito ad assaporarla fino in fondo. Un invito che fu colto avidamente dal vampiro, che per oscure ragioni pareva aver smarrito il suo io.
C'era qualcosa di nuovo in quel bacio, qualcosa che egli stesso non aveva mai provato. Eppure era strano. Damon, se poteva, non baciava mai le sue vittime. In un certo senso riteneva il bacio qualcosa da concedere a poche, qualcosa da meritare.
Era il suo modo di portare fedeltà a Katherine, il suo modo di dimostrale rispetto e devozione. E come poteva ora una semplice ragazza della Virginia riportarlo al tempo in cui si nutriva di cacciagione e di buon vino?
Perché l'hai trovata Damon. L'hai trovata. Quella che ti ruberà il cuore, quella che cambierà le tue scelte. Le parole che un tempo gli furono dette ritornarono suonanti nelle sue membra. Le scacciò malsane, con lo stesso disprezzo della lebbra, disciogliendo quell'amorevole contatto gradito ad entrambi.
<< Non posso. >> Ansimò. Già, lui non poteva. Lasciarsi andare a tenere effusione con "l'agnello sacrificale" non era previsto nel piano. Damon riportò alla mente il suo obbiettivo e parve riprendere la ragione.
<< Cosa non puoi? E' per Caroline? >>
<< Ma no! Io e lei... non c'è molto tra di noi. E' solo che non posso, non devo. >>
La scansò da se in un gesto deciso e fluido. Corse via senza voltarsi indietro, col timore di ricascare in quella trappola che già teneva stretto gran parte del suo corpo.

La luna non sarebbe sorta nemmeno quella notte. Damon lo sapeva: lei sarebbe ritornata. Perché lei voleva ciò, che in un tempo non molto lontano, le aveva promesso, che il suo popolo agognava da tempo.
Ma cosa lo aveva spinto a cedere a quell'accordo omicida? Katherine? Damon non lo ricordava. Damon non voleva ricordarlo.
Per lui ora c'erano altre domande, c'erano altre risposte che pretendeva avere al più presto. E perché no? Anche la sua ragione, che sembrava perduta e inafferrabile.
Entrò aitante nella sua stanza e sbatté la sua giacca di pelle su una poltrona segnata dal tempo.
Non era solo. Damon lo percepì all'istante, ma questa volta voleva attendere, era stanco d'agire.
<< Damon, è sempre una gioia rivederti. >>
Riapparve dall'ombra quella creatura inclassificata. Bella e crudele, astuta e maliziosa. La tessitrice di una ragnatela troppo efficace per poterla evitare, abile giocatrice e sferzante guerriera.
<< Seira, dovresti fare più attenzione a venire qui. Stefan potrebbe vederti e il nostro piano andrebbe in fumo. >>
<< Sono brava a badare e me stessa. Piuttosto, l'hai trovato? >>
La sacerdotessa dei mali si avvicinò minuziosamente al vampiro che non si tirò indietro. Gli passò una mano sulla guancia fredda e poi tra i capelli, cominciando a lambire il suo collo di spinti baci.
<< L'ho trovata. E' una ragazza... >> Damon sembrava  subire in silenzio quella tortura. La sua espressione non tralasciava una vena di piacere ma nemmeno di disprezzo. Sembrava indeciso o forse più semplicemente costretto in quella morsa letale.
<< Bene, lo sapevo che non mi avresti delusa. >>
Prima di parlare il vampiro sapeva di dover spianare un terreno troppo ispido e pieno di buche oscure. Assecondò i suoi sensuali movimenti, lasciandosi andare alle sue inespressive carezze, stringendola al proprio corpo, evitando di toccare le sue labbra.
Poi sussurrò e la sua voce già sensuale accordò una melodia più lussuriosa, sapendo già che la creatura non avrebbe posto resistenza.
<< Questo dovrà rimanere un nostro segreto. Il Gran Maestro non dovrà saperlo ancora, me lo devi promettere. >>
Ma Seira non inceppò nella sua trappola. Troppo furba, troppo scaltra. Fu un attimo e l'allontanò da se.
<< Non posso mantenere segreti a mio padre. Tu sai cosa vuole. >>
Ma ella ricadde nel fascino del vampiro, quando questi le se avvicinò di nuovo e si dedicò con maestria al suo collo niveo. Bianco latte, come l'argenteo della luna d'inverno.
<< Ho bisogno di tempo... >> Ansimò << devo prepararla al meglio. Voglio che si fidi di me, in modo da non ostacolarmi nel mio piano. Ma tu dovrai mantenere a bada tuo padre. Promettimelo Seira. >>
Quando il rosso delle sue iridi incrociarono quelle azzurre degli occhi del vampiro ella sorrise. Gli avrebbe concesso anche la sua anima se avesse potuto avere in cambio il suo cuore. Mille menzogne avrebbe raccontato e altrettante frottole per tenere a bada la superbia di suo padre, che in molti osavano chiamarlo con l'appellativo di Gran Maestro. L'ho avrebbe fatto, si, solo per lui. Solo per Damon Salvatore.
<< Te l'ho prometto... >> Quel bacio che ora ella tanto agognava non le fu concesso quando l'attenzione del giovane calò sullo sporco pavimento. Uno scatto che la fece riflettere ma non la sorprese. Sapeva che il suo cuore apparteneva a Katherine, ma il sentimento che provava nei suoi confronti la spingeva a provare, a provare e a provare ancora...
<< Ora devi andare Seira, mio fratello sta per arrivare. >>
Così scomparve in scintille di cristallo, un pò delusa, un pò amareggiata. Ma felice di aver condiviso con lui un piccolo idillio di passione. Non sapeva, a suo discapito, che le azioni di Damon erano state mosse nel vano tentativo di proteggere un'altra donna.


<< Vi siete baciati?! >> La voce di Bonnie stridulò forte tra le pareti annose del Grill, forse troppo forte, da essere giunta a due tavoli di distanza dal loro.
<< Già. E non urlare, ti hanno sentita tutti... >> La voce di Elena invece era più calma e pacata del solito. Sempre composta, mai fuori luogo, mai volgare nelle sue espressioni. Elena era sinonimo di grazia ed eleganza.
<< Non è andata come speravo. >> Continuò, abbassando lo sguardo sul tè caldo e fumante che molto probabilmente non avrebbe mai bevuto. << Ha detto che non poteva farlo ed è fuggito via. Forse vuole mantenere fede a Caroline. >>
Questa volta Bonnie parlò piano: << Conosco Caroline da molto tempo eppure non mi ha mai parlato di questo Damon Salvatore. Secondo me non c'è molto tra di loro. >>
<< E' quello che mi ha detto anche lui. Anche se... credo mi nasconda qualcosa, Bonnie. >>
L'espressione di Bonnie trasudò un cipiglio d'incertezza. Chi fosse Damon Salvatore era un arcano ancora ricoperto da un fitto alone di mistero, ma il suo intuito la faceva scattare all'attenti, come un cadetto ai comandi di un generale.
Lei era solo un cadetto, pensò, ma furbo e scaltro tanto da portare sempre un asso nella manica. Questa volta, però, l'avrebbe ceduto ad Elena che ne avvertiva l'esigenza.
<< Elena, scusa se te lo dico, ma in fondo non sai nulla di questo tizio, tranne che è il fratello di Stefan. Faresti meglio a tenere le dovute distanze. >>
L'istinto di Elena la portò a controbattere, la ragione a riflettere. E scelse quest'ultima. Bonnie era nel giusto, lei nella più completa confusione. Ciò che sapeva era che le aveva mentito riguardo allo scherzo di Caroline e che baciava magnificamente.
Ma tralasciando gli istinti passionali dettati dai suoi ormoni, Elena doveva essere imparziale e giudicarlo al di là dell'accaduto.
Le aveva mentito o era stato ingannato anch'egli da Caroline. C'era una profonda faida tra i due fratelli Salvatore e Stefan era qualcosa di più di quello che voleva mostrare.
<< Mi ha mentito, Bonnie, riguardo allo scherzo di Caroline. Io so quello che ho visto ed era sangue. Era come se Caroline fosse impossessata ed io... >> fermò le sue parole e l'istinto di dire troppo. Ma Bonnie la riscosse da quello stato e incatenò i loro sguardi, facendole capire che poteva fidarsi.
<< Ed io credo di averla curata con una sorta di potere. Lo so è pazzesco! Non mi crederai ma... >>
<< Ti credo Elena. >> Bonnie la interruppe e la sua voce sicura e schietta fu per Elena un'ancora a cui aggrapparsi. << Nella mia famiglia succedono cose strane tutti i giorni. Perciò quello che mi dici non fa notizia. >>
<< Aiutami Bonnie >> supplicò Elena << Aiutami a capire cosa mi sta succedendo e quale mistero si cela dietro ai fratelli Salvatore. >>
<< Lo farò Elena. Puoi contarci. >> Quando la mano scura della giovane strinse quella olivastra di Elena, Bonnie rimase pietrificata, quasi come se qualcuno l'avesse ibernata all'istante. Teneva gli occhi fissi su un punto indecifrabile della parete del Grill e annaspava pochi profondi respiri. Elena trattenne il fiato << Bonnie stai bene? Che ti succede? >>
Ma le parole che le giunsero di rimando furono ben diverse da quelle che si aspettata:
<< Non fidarti di lui. >> La voce di Bonnie mutò. Sembrava quella di una vecchia sacerdotessa, di un'anziana predicatrice << Il cacciatore sacrificherà l'agnello. E  il suo sangue disseterà gli spiriti delle tenebre, aprendo loro le porte di una nuova era. >>

CONTINUA...

Rieccomi!! Un pò in ritardo, lo so, ma come molti di voi già sapranno, sono stata impegnata in un'altra storia sempre targata The Vampire Diaries. Per chi non l'avesse letta è una piccola shot intitolata The Climb. Sono graditi commenti! ^_^
Bene ritornando a noi la situazione si fa interessante. Il primo bacio fra i due! Vi è piaciuto?? Vi aspettavate qualcosa di più??? Be' ci sarà sicuramente in seguito. E che dire di Seira? Chi sarà mai il Gran Maestro? Cosa si nasconde dietro al ritorno di Damon? E cosa c'entra Katherine in tutta questa storia? E sopratutto chi è davvero Elena?
Ahhhh!!! Quante domande sto per impazzire anch'io! Ma non vi preoccupate troveranno presto una risposta!
Allora ragazzi cosa aspettate? Fatemi sapere quello che ne pensate ci conto!! Ah un'ultima cosa: probabilmente ci metterò qualche giorno in più per pubblicare il cap 8 perché ho promesso di aggiornare una mia storia originale che ho abbandonato da tempo. Ma ritorno presto non vi preoccupate!
Ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente, chi l'ha messa tra le preferite, tra quelle da seguire e ricordare. GRAZIEEEEEEEE!!!!!
Bene ora vi lascio, non dimenticate di lasciare un commento. Alla prossima! Baci baci da:
                                                                                                                                                   
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