"Ripetimi
perché siamo qui,"
sbuffò Puck mentre lui e Rachel scendevano dall'auto.
"Perché
Avenue Q è un musical geniale e il fatto che tu non l'abbia
mai nemmeno sentito
nominare è poco meno di un crimine, ergo dobbiamo
immediatamente colmare questa
tua lacuna," spiegò lei senza battere ciglio dirigendosi
velocemente verso
il teatro.
Puck la seguì lievemente scocciato. Odiava l'idea di essere
costretto a passare
il sabato sera chiuso in un teatro a vedere uno stupido musical da
sfigati, ma
Rachel l'avrebbe letteralmente ucciso se lui l'avesse lasciata da sola
a fare
da reggimoccolo a quei due, come gli aveva detto lei stessa
appena tre ore
prima.
Quei due, ovvero Kurt e Blaine, li stavano
già aspettando davanti al
teatro. Puck li vide flirtare davanti ad una locandina di Avenue Q
dall'altro
lato della strada. Alzò gli occhi al cielo mentre lui e
Rachel si avvicinavano
a loro.
Perché non potevano semplicemente baciarsi e farla
finita?
"Ciao ragazzi!" li salutò Blaine con un sorriso.
"Ehi," rispose Puck squadrando il teatro con aria diffidente.
"Rachel!" esclamò Kurt, visibilmente
emozionato. "E'
meraviglioso... lo sai chi interpreterà Kate Monster
stasera?"
"Kelli Sawyer, no?" domandò Rachel, chiaramente confusa.
"Avevo
letto su internet che..."
"Sì, sì," rispose Kurt impaziente. "Di solito
è lei infatti...
ma stasera sai chi farà un'apparizione
speciale come Kate?"
"Chi?" chiese lei mentre i suoi occhi si facevano
sempre più
grandi. Puck non riuscì a trattenere un sorriso divertito.
Quella ragazza era
incredibilmente buffa.
"Lea Salonga!"
Ora, il nome non disse assolutamente nulla a Puck, ma chiaramente
disse
qualcosa di molto preciso a Rachel, i cui occhi diventarono
definitivamente
della dimensione della luna mentre lei iniziava a strillare e saltare
in
compagnia di Kurt, creando una scena molto simile a quella di poche ore
prima
al parco.
"Beh, che cosa stiamo aspettando ancora? Entriamo subito!" disse Kurt
prendendo la mano di Blaine.
"Hai assolutamente ragione, sbrighiamoci!" esclamò a sua
volta
Rachel.
Dopodiché, fece qualcosa alla quale Puck non era minimamente
preparato. Prese
la sua mano e si precipitò verso l'entrata dell'edificio
affiancando Kurt e
Blaine con un sorriso più luminoso che mai.
Puck la guardò sorpreso. Non ricordava che lei l'avesse mai
preso per mano,
nemmeno quando erano stati insieme... eppure l'aveva fatto con una tale
naturalezza...
Voltò la testa e incontrò lo sguardo di Blaine,
che stranamente non era fisso
su Kurt, ma su di lui.
Lo stava guardando con un sorrisetto saccente e soddisfatto. Sembrava
che
qualcosa nell'espressione di Puck o nel fatto che Rachel stringesse
ancora la
sua mano lo rendesse particolarmente felice.
Puck riconobbe quello sguardo e non gli piacque per nulla vederlo negli
occhi
di Blaine. Soprattutto mentre Blaine stava guardando lui.
Era lo sguardo che di solito Rachel riservava a Kurt e Blaine quando
flirtavano
o si prendevano per mano.
Il tutto non durò più di una frazione di secondo,
e prima che Puck potesse
accorgersene non solo Blaine aveva distolto lo sguardo, non solo erano
già
entrati nel teatro, ma Rachel gli stava già intimando di
sedersi nell'ultimo
posto a destra così che lei potesse stare tra lui e Kurt -
cosa che Puck fece
con molto piacere, dato che, per quanto gli piacesse quel Blaine, non
aveva la
minima intezione di stare tutta la serata a guardare lui e Kurt
lanciarsi
occhiatine dolci e tenersi per mano come due fidanzatini.
Nonostante tutto, però, quello sguardo lanciatagli da Blaine
gli lasciò una strana
sensazione all'altezza dello stomaco.
Perché l'aveva guardato così?
Sembrava quasi che Blaine pensasse che... che lui provasse qualcosa
per
Rachel.
Che sciocchezze.
Rachel gli piaceva, naturalmente... ma era un'amica, nient'altro. Era
una bella
ragazza, certo... ma era così irritante! E Puck non trovava
assolutamente
attraente quel suo atteggiamento sicuro di sé, non la
considerava in alcuno
modo sexy - specialmente non quando cantava
con quell'irresistibile
fuoco negli occhi, santo cielo, no! - e soprattutto
non la
trovava incredibilmente, insopportabilmente carina mentre saltellava
entusiasta
per uno di quei musical che le piacevano tanto.
No.
Proprio no, che idee...
"Silenzio!" sussurrò Rachel emozionata, stringendo
lievemente il
braccio di Puck. "Inizia!"
E i suoi occhi non lasciarono più il palco.
Though I
don't know what tomorrow's bringing
I've got a
singular impression
Things are
moving too fast
Nel
frattempo gli occhi di Puck avevano le loro belle difficoltà
ad abbandonare
Rachel. Non che non gli piacesse lo show... in effetti questo musical
non era
poi tanto male... anzi, era molto divertente. Il fatto,
però, era che Puck non
riusciva a togliersi dalla testa il pensiero di lui e Rachel - loro
due,
insieme... una coppia. Questa volta per davvero, non solo come patetico
piano
per ricevere un misero secondo di attenzioni da Finn e Quinn.
Sapeva che la colpa era tutta di Blaine e di quel suo irritante sguardo
soddisfatto... ma il problema era che quel pensiero in qualche modo si
era
impossessato di lui... e non gli dispiaceva. Cavoli, non gli dispiaceva
affatto.
Mentre il musical andava avanti, battuta dopo battuta, canzone dopo
canzone,
Puck non poteva fare a meno di rendersi conto di quando effettivamente
bella
fosse Rachel mentre rideva dopo una battuta particolarmente divertente,
con gli
occhi che le brillavano più del solito. E non
poté trattenersi dal
desiderare di poterla abbracciare, di poter stringere la sua mano
quando si
asciugò una lacrima mentre Kate Monster cantava There's
A Fine Fine Line,
così come non poté reprimere l'istinto di correre
a casa di Finn e prenderlo a
pugni quando pensò che forse quella lacrima non era solo per
Kate, abbandonata
da Princeton per Lucy the Slut, ma anche un po' per l'idiota che aveva
abbandonato lei.
Quando lo spettacolo finì e Kurt e Rachel si alzarono per
fare una standing
ovation a quella Lea-Qualcosa che aveva interpretato Kate, costringendo
lui e
Blaine a fare altrettanto, Puck era arrivato alla conclusione che, se
all'inizio della serata era certo che Rachel fosse solo un'amica, ora
non ne
era più tanto certo. Non sapeva esattamente quello che
provava, non sapeva
quello che sarebbe successo tra loro, ma guardandosi indietro,
ricordando che
solo un mese prima era raro che si vedessero al di fuori della scuola
mentre
adesso passavano ogni secondo libero assieme, rendendosi davvero conto
per la
prima volta di quanto realmente si fossero avvicinati negli ultimi
tempi, capì
qualcosa: forse era amicizia, forse era qualcosa di più, ma
ormai gli sarebbe
sembrato impossibile concepire la sua vita senza Rachel.
Era tutto strano e assurdo, stava accadendo troppo in fretta e la cosa
lo
spaventava a morte, ma era così; non era solo più
Rachel ad aver bisogno di
lui.
"Allora, è stato così terribile?" gli chiese
scherzosamente Rachel
mentre uscivano dal teatro.
"No, non poi così male..." rispose Puck facendo il
sostenuto.
"Ma non portarmi mai più a vedere un musical!"
"Ma se ti sei divertito!" protestò lei.
"Non ci provare, questo non l'ho mai detto!" replicò lui.
"Non
puoi dimostrarlo!"
Rachel emise un buffo verso scandalizzato e lo guardò
incredula. Poi sospirò,
decidendo evidentemente di lasciar cadere la questione e riprendere a
tormentarlo in un secondo momento. Guardò il suo orologio.
"Cavoli, si è fatto tardi," commentò. "Che ne
dite di fermarvi
da me, ragazzi? Casa mia è la più vicina al
teatro e questo weekend i miei papà
sono in viaggio d'affari."
"Hai la casa libera e non hai organizzato una festa?"
domandò
Puck scioccato. "Tu sei tutta matta Berry... poi ti lamenti
di non
avere amici..."
"I miei papà si fidano di me, non voglio distruggere la
casa," tagliò
corto lei. "Allora, che ne dite? Venite da me?"
"La trovo una splendida idea, Rachel," disse Kurt mentre Blaine
annuiva e Puck alzava le spalle con fare noncurante. "Chiamo subito mio
papà."
Nessuno dei genitori ebbe qualcosa in contrario al fatto che i ragazzi
si
fermassero a dormire da Rachel - il fatto che i suoi papà
fossero assenti era
stato convenientemente omesso dalla conversazione - e in men che non si
dica, i
quattro stavano entrando in casa Berry.
I'm
feeling panicked and rushed and
hurried
I'm
feeling outmaneuvered and outclassed
But
I'm so happy I can't get worried
About
this singular impression
I've
got a singular impression things
are moving too fast
"Potete usare i pigiami dei miei papà," disse Rachel
prendendo le
giacche e sistemandole sull'attaccapanni dell'ingresso. "Venite,
sono di sopra."
Blaine e Kurt iniziarono a salire le scale, ma Rachel fu trattenuta da
Puck.
Il ragazzo cercò di reprimere un leggero brivido quando
sfiorò la mano di lei,
ma non ci riuscì.
Sto davvero dando di matto, pensò
scuotendo lievemente la testa. Da
quando prendere per mano una ragazza lo faceva sentire in quel modo?
Da quando Rachel aveva il potere di farlo sentire
così?
Forse - e soltanto forse - gli occhi nocciola di
Blaine non avevano poi
tutti i torti quando lo accusavano silenziosamente di provare
per lei
molto di più di quanto non fosse concesso ad un amico.
E la cosa lo spaventava da morire.
"Che c'è Noah?" domandò Rachel guardandolo
interrogativa.
Puck si riscosse, cercando di concentrarsi sul piano malvagio che si
stava
formando nella sua mente.
"I pigiami dei tuoi papà... sono nella loro camera da letto?"
"Certo, è ovvio, perché me lo... oh!"
negli occhi della
ragazza apparve improvvisamente una scintilla che Puck conosceva
benissimo - la
stessa che compariva negli occhi della sua sorellina ogni volta che ne
combinava una delle sue... la stessa che probabilmente c'era nei suoi
stessi
occhi in quel preciso momento.
"Pensi anche tu quello che penso io?" chiese Puck con un ghigno poco
raccomandabile.
"Certo," replicò Rachel lanciando uno sguardo malefico alle
sue
spalle, dove Blaine e Kurt erano spariti pochi istanti prima. "Non
è
strettamente necessario uno stanzino per attuare il
piano dello
stanzino, non credi?"
"Non potrei essere più d'accordo."
I due si guardarono mentre i rispettivi ghigni si allargavano
sempre più.
"Rachel, non abbiamo idea di dove andare," la chiamò la voce
Blaine
da sopra.
"Arrivo!" rispose prontamente lei, e iniziò a salire le
scale.
Puck la seguì, la mano ancora intrecciata a quella di lei e
un lieve,
inspiegabile batticuore.
Forse, pensò, non era così assurda l'idea di lui
e Rachel insieme... o meglio,
forse era talmente assurda da poter funzionare.
Quella vaga sensazione di paura rimaneva... Puckzilla non era certo il
tipo che
si impegnava con una sola ragazza! Eppure era accompagnata da una
sensazione di
leggerezza e di calore nel petto... una sensazione che era troppo
dannatamente
piacevole per poter essere ignorata.
Puck non poté impedirsi di pensare che Rachel l'avrebbe reso
felice. E anche
lui sarebbe riuscito a rendere felice lei. Molto più felice
di quanto avrebbe
mai potuto renderla Finn, questo era poco ma sicuro.
Ma forse stava correndo troppo.
Forse tutta questa storia era solo una sua fantasia e avrebbe
semplicemente
rischiato di rovinare il bel rapporto di amicizia che lui e Rachel
stavano pian
piano instaurando. C'era complicità tra loro... c'era
sintonia. E parlavano.
Parlavano un sacco.
Rachel si stava lentamente trasformando nell'amica più cara
che potesse sperare
di trovare... valeva davvero la pena di rischiare di buttare tutto nel
cesso?
Puck non aveva una risposta.
"Era ora!" commentò Kurt alzando un sopracciglio quando
Rachel e Puck
arrivarono in cima alle scale. "Che stavate facendo là
sotto?"
Puck non poté trattenere un ghigno.
Oh, non preoccuparti, Hummel... lo saprai anche troppo presto.
"Niente," rispose tranquilla Rachel. "Venite, questa
è la
camera dei miei papà."
La ragazza aprì una porta, rivelando un'ampia stanza con un
enorme letto
matrimoniale.
"Dunque, Kurt, tu vedi che cosa riesci a trovare in quel mobile
laggiù...
sì, bravo quello là... e tu Blaine..." aggiunse,
fingendo di studiare per
un secondo la corporatura del ragazzo. "Sì, cerca anche tu
lì."
Blaine mosse ingenuamente un passo verso Kurt e, prima che uno dei due
si
potesse accorgere di qualsiasi cosa, Puck e Rachel avevano chiuso
entrambi a
chiave dentro la stanza.
"Semplice come bere un bicchier d'acqua," ghignò soddisfatta
Rachel.
"Ehi!" strillò un indignatissimo Kurt.
"Che razza di
scherzo è questo?"
"Nessuno scherzo," disse seriamente Puck. "E' solo che siamo
stufi marci di voi e del vostro continuo flirtare senza arrivare mai al
sodo."
"Già," confermò Rachel. "E' ora che vi diate una
svegliata, tra
tutti e due. Uscirete da quella stanza quando avrete ammesso di essere
innamorati, o non ne uscirete affatto."
"Ma io e Kurt non siamo..." tentò Blaine, ma fu bruscamente
interrotto da Puck.
"Vallo a raccontare a qualcun altro," tagliò corto. "Basta,
non
ho più voglia di starli ad ascoltare. Rachel, andiamo a
dormire."
"Buona idea, Noah, in effetti sono un po' stanca... buonanotte ragazzi.
Volete un consiglio? Baciatevi e fatela finita,
sarebbe tutto molto più
semplice."
"Non avete nessunissimo diritto di..." iniziò Kurt, ma
né Puck né
Rachel lo stavano più ascoltando.
Ormai si erano entrambi fiondati nella camera di lei ridendo a
crepapelle.
"Credi che il piano funzionerà?" chiese Rachel quando gli
attacchi di
risatine si furono finalmente calmati.
"Se non funziona fargli passare un'intera notte insieme senza alcuna
possibilità di scampo, nulla funzionerà mai."
"Già," convenne lei annuendo. "Siamo una bella squadra noi
due," aggiunse poi con un sorriso.
"La migliore, mia cara Berry," replicò lui rispondendo al
sorriso.
"Sì, la migliore..." concordò Rachel. Poi
aggiunse, arrossendo
lievemente: "Sono contenta che tu sia nella mia squadra, Noah."
Di nuovo quella strana sensazione di calore si fece strada nel petto di
Puck.
"E' bello esserci," rispose sinceramente.
Rachel accennò un sorriso imbarazzato e nessuno dei due
parve vole aggiungere
altro.
"Beh, dormiamo adesso," disse lei dopo un po', stendendosi sul
copriletto rosa. "Sono ansiosa di scoprire come andrà a
finire tra i due
piccioncini di là."
"Scommetto che ormai staranno pomiciando furiosamente da almeno dieci
minuti," replicò Puck con una scrollata di spalle,
coricandosi accanto a
lei. "Buonanotte Rachel."
"'Notte Noah."
I found a woman I love
Quella notte Puck venne svegliato da un peso sul petto non del tutto
spiacevole
e quando aprì gli occhi trovò Rachel accoccolata
a lui che dormiva serenamente.
Con un piccolo ghigno, circondò la ragazza con le sue
braccia e, in quel
preciso momento, capì che sì, valeva la pena di
correre il rischio e
provare a stare con lei. Cavoli se ne valeva la pena.
Ne valeva la pena mille volte per poter stare con Rachel.
Qualcosa dentro di lui gli diceva che tutto sarebbe andato per il
meglio tra di
loro.
Con questa nuova consapevolezza nel cuore, Puck si
addormentò sereno.
Il mattino seguente, quando Puck e Rachel aprirono la porta della
camera di
Hiram e Leroy Berry, Kurt e Blaine ne uscirono tenendosi per mano e
guardandosi
con una luce nuova negli occhi.
"Beh, che cosa c'è da guardare?" domandò Kurt
squadrando i due amici
con aria sostenuta. Poi aggiunse, con un tono d'avvertimento nella
voce:
"Non osate mai più chiudermi a chiave
in una stanza, è
chiaro?"
Rachel e Puck annuirono, la prima riuscendo a stento a trattenere le
risatine,
il secondo ghignando con l'aria di chi la sa lunga.
"Bene," disse Kurt alzando il sopracciglio con aria di
superiorità.
"E ora pretendo che prepariate a me e al mio ragazzo una bella
colazione
di scuse."
E senza aggiungere altro, iniziò a scendere le scale
trascinando dietro di sé
Blaine, il cui sorriso non era mai stato più luminoso.
Puck e Rachel si scambiarono una stretta di mano soddisfatta.
"Piano riuscito perfettamente," disse lei gongolante.
"Altro che colazione di scuse... dovrebbero baciare la terra su cui
camminiamo."
"Sono assolutamente d'accordo."
"Noi stiamo aspettando!" tuonò Kurt dal
piano di sotto.
I due sussultarono e si guardarono profondamente inquietati.
"Sai, ripensandoci..." disse Rachel lentamente. "Sarà meglio
scendere e preparare quella colazione... Kurt sa essere spaventoso."
Puck annuì, rabbrividendo al pensiero di un Hummel
arrabbiato. Quel ragazzo era
piccolo, ma molto combattivo... e aveva Blaine dalla sua... e qualcosa
nella
testa di Puck gli suggeriva di non sottovalutarlo solo
perché veniva da una
scuola di damerini. Qualcosa diceva a Puck che quel ragazzo sapesse il
fatto
suo.
"D'accordo," cedette. "Però pretendo i muffin."
Rachel rise e prese la sua mano, precipitandosi giù
dalle scale.
Puck non poté fare a meno di sorridere al suo gesto e si
disse che sì, per
quanto potesse sembrare impossibile, anche Puckzilla era caduto in
trappola.
Aveva trovato una ragazza da amare.
E - strano ma vero - scoprirsi innamorato era la sensazione
più bella del mondo.
Ehilà!
Scusate per il ritardo. Sì, sono imperdonabile, me ne rendo conto. Tenterò di non farvi attendere più così tanto, ma nel caso in cui io lo faccia ricordate: la colpa è solo di tutta la roba che ho da studiare, utilizzate i vostri poteri telepatici per convincere l'immensa mole di lavoro a svolgersi da sola, senza bisogno del mio intervento u.u xD
Avenue Q è un musical stupendo e Lea Salonga è un'artista meravigliosa... e per quanto non sia servita a nulla nella storyline la volevo citare perché la adoro... e perché trovo gli excited!Rachel&Kurt estremamente teneri u.u le mie dive preferite *-* detto questo, no, lei non ha mai recitato in quel particolare musical, ma... whatever. La cosa non ci preoccuperà minimamente e fingeremo che l'abbia fatto, giusto? Perfetto :D
In conclusione... sweet Puck is sweet *-* e noi lo amiamo così com'è, specialmente con Rachel al suo fianco (non negherò che le continue scene Luck e Finchel mi stiano spezzando il cuore in minuscoli pezzettini settimana dopo settimana ç_ç ma accetterò la volontà di RM - pur continuando ad essere arrabbiata con lui perché non mi soddisfa - e scriverò tante ficcy per consolarmi u.u)
Un grazie enorme a tutti quelli che seguono la mia storia, siete unici :) e un grazie speciale alla mia schiavista personale, Tem_93, che con... ehm... amore e dolcezza mi ricorda di postare i nuovi capitoli al più presto lol fai bene, continua a schiavizzarmi!;)
Hugs&Butterfly Kisses
DreamGirl<3