Rumori, passi nella notte. Anna svoltò e si ritrovò in un vicolo cieco. Il suo respiro si fece affannoso. Si voltò per scappare ma erano già lì. Cercò una via di fuga, ma intorno a lei c'era solo la pioggia che batteva sulla sua pelle impietosa.
L'acqua colava sul suo collo ingrossato per lo sforzo di correre. Loro l'avrebbero presa a tutti i costi. Si arrampicò sul muro dietro di se, sperando di riuscire a salvarsi. La pioggia gelata cadeva senza sosta impedendo ad Anna di vedere. Sul tetto della casa la aspettavano.
Tanti, troppi. Questa volta non sarebbe riuscita a fuggire.
Si sedette piangendo sul freddo cemento, aspettando la sua morte.
E infine arrivò.
Lenta, dolorosa.
Dilaniarono la sua pancia, bevvero il suo sangue, toccarono vogliosi il suo cuore che palpitava ancora. E intanto Anna urlava, urlava, ma non sentiva la sua voce. Sentiva solo dolore, sordo e tremendo. Quando il cuore, straziato dalla loro sete di sangue, smise di battere, Anna sentì finalmente la pace. Il dolore scivolò via, lontano, da dove non sarebbe più tornato. Si sentiva leggera, non percepiva più il suo corpo, era circondata da una luce radiosa. E poi...si svegliò. Era nel suo letto e davanti alla porta c'era lui, da dove era iniziato tutto.
"Questo giorno, il giorno della tua morte...si ripeterà all'infinito"
e tutto riniziò come quella mattina.